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Autore: Persychan    14/03/2012    4 recensioni
In una terra lontana e perduta nel tempo (Casa di Germania, Berlino centro, di fianco alla farmacia) un valoroso cavaliere di armatura scintillante (Prussia in un pigiama di flanella e papalina) narra la storia di un leggendario principe (favola della buonanotte con l'inquietante presenza delle sorelle sovietiche e con uno stranamente familiare protagonista dagli occhi viola) ad una giovane ninfa (una Europa bambina con ben poco sonno e tanta voglia di biscotti al cioccolato).
Insomma una normale favola con personaggi decisamente familiari, della RuPru, una strega malefica, dei girasoli parlanti, una bambina troppo precoce e il clima tipico di tutte le storie russe alias neve e vento. Ah. E guest star d'eccezione di Generale Inverno nel ruolo di re.
[Russia/Prussia] [Accenni di pairing a caso, perchè io shippo la Pangea]
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le mirabolanti avventure di una Comunità Europea'
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Non chiedetemi come nasce questa storia perchè sinceramente non lo so, ma, ehi, chi sono io per dire di no alla mia (ubriaca, fatta e probabilmente con un tatuaggio sul sedere) musa?

 
Di come si scoprì che Prussia era più bravo come cantastorie che come babysitter
E di come Europa si guadagnò un biscotto

Tanto tempo fa, in una terra lontana lontana, dove il sole non sorgeva mai e l’inverno non aveva fine, vi era un castello, un castello tra i più belli che chiunque potesse immaginare, una castello dalle alte guglie e le mura possenti, un castello di ghiaccio e cristallo.
[“E non si scioglieva?”
“No, come ti ho detto in quella terra non c’era mai il sole, ma solo il freddo.”
“Ok...ma allora come avevano fatto a costruirlo?”
“...con la magia. Ovviamente.”
“Ma come...”
“Shh. Zitta, smettila di interrompere la mia magnifica storia. Dicevamo...”]
 
All’interno di questo castello viveva un re molto potente, così potente che si diceva che potesse controllare il tempo e gli astri e che il motivo dell’eterna gelida notte sulle sue terre fosse la sua infelicità: egli era infatti terribilmente addolorato perchè nessuno dei suoi figli si era ancora sposato e, sentendo la morte avvicinarsi, aveva paura che non ci sarebbe stato nessuno a portare avanti il suo nome.
Decise allora di prendere provvedimenti e, convocati i suoi tre figli dinnanzi a lui nella sala del trono, disse loro le seguenti parole.
“O mio caro figlio, o mie care figlie. Ormai sono vecchio è stanco e il mio tempo è quasi finito, ma desidero poter vedere la mia stirpe continuare prima di accedere agli inferi. Potrei costringervi a prendere la mano di qualche erede dei regni vicini, come è d’uso in molte terre, ma, in quanto vostro padre, io non desidero altro che vedervi felici e con il con il cuore pieno di amore, per tanto vi do un anno di tempo per trovare una sposa o uno sposo degno di tale nome per presentarlo al mio cospetto. Se per allora non vi sarete riusciti sarà mia la scelta.”
[“Ma se voleva così tanto dei nipoti, non poteva pagare qualcun-”
“Sì, cer-...ARGH! E tu come sai certe cose?”
“...ti ricordo chi è mia madre. ”
“Mmmh, effettivamente. Comunque non dire più certe cose che se West sente, poi pensa che sia colpa mia! Che sono io che te le insegno e me la farebbe pagare. Brr.”
“Beh, in parte è così, questi discorsi li ho sentiti ad una delle vostre rimpatriate quando discutevate dei problemi di coppia degli zii e del fatto che zio Lovino iniziav-..”
“Lalalallalalala, non sento. N-o-n s-e-n-to.”
“Tre anni. Per san Cirillo e san Metodio, ho un uno zio di tre anni.”]
 
Natalia, la minore delle figlie che era tanto bella quanto dal cuore di pietra, fu la prima a rispondere e voltato il capo verso il fratello disse con ardore: “Io non ho bisogno di un anno per cercare con chi desidero sposarmi, ma se così desiderate, o padre, spenderò quest’anno per convincerlo che io sono la sua unica degna sposa.”
“E così sia, figlia mia, ma ricordati che non ti è permesso usare la tua magia sul tuo futuro sposo.”
“Come desiderate, padre.” Rispose con un inchino la principessa e detto questo se ne andò dalla stanza in un turbinare di neve e ghiaccio perchè ella non era soltanto la figlia del re, ma anche una strega di indubbia potenza.
Poi fu il tempo della maggiore, Yekaterina, che subito si gettò ai piedi del padre parlando con voce supplicante, mentre dai suoi occhi color cielo primaverile, che si diceva ne avesse benedetto la nascita donandole infinita gentilezza, scendevano lacrime di puro cristallo e perle .
“O mio re, o padre mio, io ho già scelto da tempo a chi donare il mio cuore, ma il fato volle che egli fosse il figlio minore dei nostri più acerrimi nemici, o padre mio amatissimo, io non spenderò quest’anno a cercare chi amo, ma lo spenderò per convincerlo che il nostro amore possa superare anche l’odio più antico.”
“E così sia, figlia mia, ma ricordati che non ti è permesso usare i gioielli che scendono dai tuoi occhi per comprare il suo amore.”
“Come desiderate, padre.” Rispose con un inchino la principessa e detto questo se ne andò dalla stanza accompagnata dal quel dolce profumo di fiori che solo lei, in quanto benedetta dalla primavera in un regno di eterno gelo, pareva emanare.
Infine arrivò l’ora del mezzano ed unico figlio maschio, Ivan, che si limitò soltanto a chinare il capo socchiudendo gli occhi color della sera, mentre il ferro della sua spada placava il vento di tempesta che vorticava fuori dalle mura del castello.
“O mio re, non vi è nessuno che ancora faccia battere quel cuore fermo e di pietra che mi avete donato, quindi partirò alla ricerca e spenderò quest’anno per cercare chi invece sappia portare nel mio cuore la primavera.”
“E così sia, figlio mio” E non aggiunse nient’altro perchè l’unico dono che il principe aveva ricevuto alla sua nascita era stato quello di controllare le tempeste che imperversavano sulle loro terre e null’altro che potesse aiutarlo nella sua conquista.
“Come desiderate, padre.” Rispose con un inchino il principe e detto questo se ne andò dalla stanza accompagnato dal ritmare metallico della spada al suo fianco e dal rumore sinistro del vento gelido che lo seguiva.
[“E immagino che sia lui il protagonista...”
“Sì. No. Ni. Insomma come lo sai?”
“Chiamalo intuito. O forse il fatto che si chiama Ivan e che tu hai un suo cartonato a dimensioni umane nello stanzino dove tieni i...giocattoli.”
“E tu come fai a saper- cioè no, non è affatto vero!”
“Come vuoi tu, zio, io farò finta di non aver visto i filmini che tu e Bielorussia vi scambiate...”
“Lalalallalalala, non sento. N-o-n s-e-n-to. N-o-n t-i s-e-n-t-o. Lalalalalala. è t-u-t-to u-n-a b-u-g-i-a”]
 
Il principe si lanciò così nell’impresa percorrendo in lungo e in largo ogni terra del suo regno, fermandosi in ogni città e paese, cercando in ogni casa e in ogni villa, ma per quanto tentasse non vi era fanciulla o donna che facesse battere il suo cuore gelato. Ve ne erano tante di belle e di meritevoli, ma il principe non desiderava solo una persona da amare: egli voleva che la sua sposa fosse unica, che fosse degna di stare al suo fianco, che fosse fedele, che fosse abbastanza forte da sostenerlo, ma non così tanto da metterne in discussione il potere, che fosse bella più di quanto non lo fosse sua sorella mìnore e di animo nobile più di quanto non lo fosse la maggiore.
La sua ricerca andava ormai avanti da molti mesi quando, in un delle tante città per le quali stava vagando, il principe Ivan sentì l’annuncio dell’araldo del re che la più grande delle principesse si sarebbe a breve sposata e decise che, tanto erano infruttuosi i suoi risultati, era decisione saggia tornare al castello per festeggiare l’adorata sorella.
 
Il giorno innanzi le nozze, con appena il tempo di scendere da cavallo, il principe fu subito convocato di gran fretta al cospetto del re, suo padre. Quando raggiunse la sala del trono, decorata a festa con stendardi magnifici e sete e preziosi proveniente da ogni dove, Ivan si accorse subito di non essere il solo, ma che con lui, davanti al trono, si trovavano entrambe le sue sorelle intabarrate negli abiti eleganti che avrebbero indossato la giornata successiva.
“O mio caro figlio, o mie care figlie, mesi sono ormai passati da quando vi vidi tutti insieme qui davanti a me, ma ditemi come sta andando la vostra ricerca?”

[“Ma soffre di amnesia a breve termine, vero? No, perchè sua figlia sta per sposarsi quindi qualcuno deve aver trovat-”
“Shhh! Non interrompere la mia storia!”
“Ma zio, ci sono dei seri problemi di logica in questa storia che-”
“Shhh! Non è vero. Sono solo falsità. È magnifica.”]
 
Natalia, il cui gelido splendore non aveva fatto che crescere nel gelo delle sue stanze, fu, nuovamente, la prima a parlare: “O padre, la mia ricerca si sta dimostrando più difficile di quanto non pensassi: per quante forme e visi io prenda, egli non rivolge mai il suo sguardo su di me.”
“Figlia mia, io ti dissi all’inizio di questa vostra ricerca di non usare la tua magia per tale scopo, ma tu mi hai disobbedito quindi io ti dico che se ne farai ancora uso in questa maniera, essa sarà causa della tua fine.”
“Come voi dite, padre.” Concluse con una singola fredda occhiata la principessa, per poi abbandonare la stanza con un inchino e un saluto al fratello appena tornato.
Poi fu il tempo della maggiore che sorridendo, prese tra le dita un lembo del mantello del padre e lo strinse al petto con amore, mentre i suoi occhi color del cielo primaverile brillavano di una luce che da troppi anni non si vedeva nelle loro terre.
“O mio re, o padre mio, io ho seguito i vostri consigli e non ho usato la benedizione che mi è stata data, ma con le mie mani ho raccolto le erbe che servivano alla madre del mio amato, che ora, guarita, ha dato il permesso a suo figlio di sposarmi.”
“E così sia, figlia mia, anch’io ti do la mia benedizione e ti dico che la vostra sarà un’unione talmente ricca che non ci sarà più bisogno che dai tuoi occhi scendano ricchezze.”
“Come voi dite, padre.” Confermò con un nuovo sorriso la principessa facendo scivolare un diamente di inaudita bellezza lungo la guancia, subito raccolto dal valletto, e che sarebbe stato l’ultimo gioiello a venir posto della corona che novelli sposi avrebbero indossato.
Infine arrivò l’ora di Ivan che invece non si mosse e rimase zitto perchè egli non aveva nulla da dire, ma solo silenzii di cui rattristarsi poichè non vi era nessuno che potesse colmarli.
“Allora figlio mio?”
“O mio re, non vi è nessuno che ancora faccia battere quel cuore fermo e di pietra che mi avete donato, per quanto io abbia cercato, ho paura che non vi sia donna mortale che io possa amare.”
“E che allora non lo sia, figlio mio. Cerca nei reami fatati e nelle terre degli immortali, perchè io ti dico che tra quegli esseri che non conoscono il gelo dell’inverno si trova l’anima di te compagna.”
“Come desiderate, padre.” E con questo il principe uscì dalla sala del trono con l’animo colmo di speranza, ma uscito dalla porta il principe si dovette fermare perchè la sorella minore, ora cambiata negli abiti da viaggio, vi si trovava lì davanti.
“O sorella mia, cosa posso fare per te?”
“Fratello adorato, non ho potuto fare a meno di sentire la tua conversazione con nostro padre e nel sentirlo nominare il reami fatati ho provato una grande paura per te. Ti prego fratello mio, quelli sono luoghi pericolosi! Ti prego, non andare, rischi la morte in quelle terre!” Lo pregò stringendogli teneramente le mani, quando nei suoi occhi bruciava un fuoco gelido che aveva ben poco di amorevole.
“Mi dispiace sorella, ma non posso e non voglio disobbedire a mio padre.”
Inoltre il principe desiderava con tutto il suo animo di trovare l’anima gemella anche soltanto per potere assaporare per qualche istante un po’ di calore in quel mondo di puro inverno.
“Allora fammi venire con te, mio Vanya, affinchè possa aiutarti: come maga conosco bene i pericoli di tali luoghi e potrò esserti d’aiuto!”
Ivan ci pensò, e ci ripensò, perchè era ragionevole la proposta della sorella: ella più di tutti, vista la sua magia e i suoi studi, era affine a quelle terre, ma allo stesso tempo quella luce che le vedeva bruciare oltre le palpebre gli faceva provare una profonda inquietudine nel suo animo.
Egli però era un cavaliere e come cavaliere non mancava affatto di coraggio.
“Se lo desideri così tanto, allora accompagnami quando ripartirò dopo le nozze di nostra sorella.”
“Detto fatto, fratello mio. Così sia.” Rispose la strega sigillando la promessa con un inchino e un bacio sulla guancia, prima di scivolare nuovamente tra le gelide ombre che le appartenevano, mentre fuori il vento soffiava più forte che mai.
Ah, se solo il povero principe avesse saputo cosa macchinava la sorella, molte cose non sarebbero successe. Ah, povero principe.
 
[“...perchè ti sei fermato?”
“Perchè è tardi e io sono un babysitter responsabile!”
“Vati, ti ha minacciato di nuovo di lasciarti senza birra tutta la settimana se non mi trova a domire quando torna dal meeting?”
“N-no, e poi sarebbe inutile, io sono un uomo adulto ed autosufficiente.”
“Disse lo zio che abitava nel seminterrato.”
“...lo faccio solo per non lasciarlo solo. Io sono un meraviglioso fratello maggiore!”
“Se lo dici tu, zio, se lo dici tu...Allora se non è stato Vati, chi ti ha minacciato?”
“N-nessuno, io mica mi faccio mettere in piedi in testa da quella femminuccia di Francis!”
“Ah, ovviamente, quindi immagino che non ti abbia promesso che se scopre che mi hai fatto fare tardi ti lascerà legato davanti alla porta di Ungheria con un cartello ‘Fammi quello che vuoi, sono tuo per il resto della settimana’ come l’ultima volta, no?”
“Sì. Cioè no. Insomma, io ho deciso che oggi ci si ferma qui e che ti racconterò il resto della storia domani e così sarà...Ehm, non dirai a Francis che ti ho fatto fare tardi, vero Europa?”
“Mmmh, vedremo, zio, vedremo. Potresti sempre corrompermi con un biscotto al cioccolato~”]
 
 
 
E così si conclude la prima parte della nostra favola e delle mirabolandi avventure pre-nanna di Europa e del magnifico (sebbene costretto ai lavori “forzati”) Prussia. Ah, chi capisce a chi si riferisce Europa parlando di corromperla con un biscotto vince...beh, qualcosa, sicuramente un biscotto virtuale ù_ù
Detto questo vi saluto e sperando nei vostri commenti, mi metto a scrivere la seconda parte <3
   
 
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