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Autore: Ativana    14/03/2012    0 recensioni
Fuga Dai Pochi Segni D'Ispirazione (Quinto Episodio)
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PESCE TROPICALE MORTALE L'unica passerella che unisce Camuspharna e Terni 12 e' quella che passa sott'acqua e che viene supervisionata da Creatura Marina. Era l'unico piccolo ceppo di una tradizione ininterrotta. E cosi', coloro che sulla soglia dell'accingersi a varcare il confine tra giorno perenne e notte costante, Creatura Marina era li' a fare una cernita dei traversoni per giudicarli e dunque instradarli per il verso giusto. Ma le due citta' non erano le uniche destinazioni disponibili ai piu' curiosi. Sott'acqua c'erano tre materassi su una base di legno laccato. Alla Creatura Marina non piace il legno laccato, e neanche i tubi metallici ricurvi dai quali sboccano gli individui che non sono adegui al varco. Queste persone, di solito ricchissime, sono poi immersi in tele robuste da sei posti ognuna, dandogli cibo che dura pochi minuti e liquore prodotto nell'orto principale di Camuspharna. Sopra il livello dell'acqua pende un globo di vetro rosa con tre strisce bianche che girano intorno. Neanche quel globo piace alla Creatura Marina, e nemmeno il monumento a Capitan Nemo, dietro il cui vetro e' esposto molto altro vetro inutile. L'unica cosa che la Creatura Marina adorava era il Bagnino di Terni 12. Quando lo incontro' per la prima volta, per caso, successe che era di passaggio verso la riva di Terni 12 e senti' una voce raccontare una storia a dei bagnanti. Il racconto del bagnino era tanto bello che Creatura Marina fu presa da un dolce languore. Era disteso sul bagnasciuga...si sentiva solo la sua voce... poi si zitti' e si udivano soltanto le pernacchie dei bambini per deriderlo. Era tanto bello che avevo paura di venire a galla. Ma non c'era niente da fare. Sapevo che era giunta l'ora e che dovevo apparirgli davanti. Il Bagnino di Terni 12 controlla gli esseri che da Terni 12 vogliono tornare a Camuspharna, quindi a vivere durante il giorno in piena luce; tutti gli esseri di questo mondo sono nati a Camuspharna, poi la tentazione estranea li ha gettati nella vita notturna di Terni 12, dove, come peccatori, sono capaci di dormire senza il rimorso delle loro colpe. Comunque il ruolo del Bagnino non e' quello di ostacolare infiltrazioni illegali, ma solo di essere sicuro che nessuno cada per errore nell'acqua senza volerlo. Difatti, in alcune parti del sottofondo marino c'e' una strada, se cosi' si puo' chiamare, che si snoda fra le forze magnetiche che si oppongono fra Terni 12 e Camuspharna. In quella direzione si intravvedono solchi sottili con rispettivo declivio.…........ ATTENZIONE!!! E' segno che il Fish Eater e' vicino. Questo simpatico incrocio non mangia affettato, ma interi pesci tropicali, almeno e' quello che vuole farci pensare. E' un trucco bello e buono; in effetti, alla base della gola ha un gozzo a forma di pesce tropicale; in realta' Fish Eater, con la bocca che rotea come una sega circolare, sbriciola i malcapitati senza ingoiarli. Molto pericoloso! Un'altra insidia degli abissi che tappetano il tragitto fra i due mondi e' il Predatore di Dak; Dak fu un grande sultano che costrui' il Predatore dapprima con la testa d'ippocampo, poi rivestendolo di ali di libellula ed infine cucendogli il proprio volto al posto della testa d'ippocampo. La sua presenza irrita molto, specie l'impressionante velocita' che prende quando l'ago del'odio raggiunge il massimo. Evidentemente, gli individui capitati male perche' giustiziati dalla Creatura Marina, venivano offerti al Predatore di Dak che li divorava nell'intimita' di una ondata contro-corrente, con comandata crudelta'. Qualche povero bastardo, prima del tremendo fato che lo aspettava da parte o del Predatore o del Fish Eater, aveva l'occasione di gustarsi un ricordo marino. Del resto, non e' molto piu' comodo morire insieme a quel ricordo potente piuttosto che il contrario? Tipico di chi osserva eccezzionali persone che costituiscono un pessimo esempio. Ma chi era a trasportare i curiosi da una riva all'altra? La Barca di Oreste! Che bellezza di vascello che era; recintata come da caserma quasi ogni giorno per tutto il periodo che Oreste ebbe il turno di mattina. Chi vi metteva piede riceveva un mazzolino di fiori (una volta durante l'ispezione dei sacchi, Oreste li getto' tutti a terra) scambiando poche frasi con l'equipaggio; non si scambiavano nemmeno pensieri o notizie, si confermavano a vicenda semplicemente un'unica verita' piu' volte ripetuta: erano tutti stronzi! La Barca di Oreste aveva dei riflettori sulla torre di guardia, dei cani che alla sera abbaiavano, un bellimbusto che risiedeva sulla barca senza permesso, e Oreste, la quale mente era solo concentrata sull'arrivo e la partenza. Chi era invece molto felice a bordo di quella caserma sorvegliata dai cani, era Remo. Egli era amato, amato pubblicamente e in maniera dimostrabile. Certo, dall'apparenza si vedeva che ne aveva passate di tutte. Il mare piu' vicino a Terni 12 era pieno di buche, che avevano formato profonde voragini; Remo, infangato, stanco, fradicio, sognatore del riposo, e che gia' da un mese non aveva avuto una sola domenica libera, ce la metteva tutta per far rimanere a galla l'imbarcazione di Oreste. Solo a destinazione raggiunta Remo e compagine potevano estraniarsi un po'. A poppa, dietro la baracca dove Oreste dormiva, c'era un campo piccolo dove si poteva giocare a pallone, ma anche fare ginnastica e correre. Remo decise di organizzare una gara di corsa. Alla fine, erano ciascuno al loro posto, pronti alla partenza di una gara che, nel modo stesso in cui era concepita, era il culmine dell'assurdo: dovevano correre e allo stesso istante scrivere su di un cartoncino, nome, cognome e indirizzo. Oreste, che passeggiava ai lati del campo, aveva cominciato ad incitare ad alta voce-”Forza...Forza...Sputero' sulle vostre tombe!”. Remo correva zoppicando; del resto solo cosi' poteva correre. Mentre Oreste era occupato a trasformare le sue buffe smorfie in espressioni straordinarie, Remo si domandava soprattutto se sarebbe riuscito a ottenere la libera uscita. Tradizionalmente, ma anche erroneamente, si associa la citta' di Camuspharna ai climi caldi, mentre, al contrario del cugino Terni 12, la Barca di Oreste e' perfettamente adattabile a quelli freddi riuscendo a sopportare temperature fino a -29 gradi centigradi. Una curiosita': gli antichi pescatori, che indicarono Oreste come non uno di loro, ma bensi' uno scemo da soma e da circo, lo costrinsero a sopravvivere alla dura fra le acque infestate da ogni possibile insidia. Proprio per questo, ogni dettaglio della testa di Oreste sembra programmato per la sopravvivenza in un ambiente ostile. Gli occhi hanno delle ciglia piccolissime, per proteggerlo dalla salsedine; le orecchie, per la stessa finalita', piccole e pelose, le narici sono estremamente mobili e possono, in caso di bisogno, chiudersi per evitare l'inalazione di scorregge inflitte da lui medesimo. Era gia' guasi un anno che Remo sgobbava sulla barca di Oreste, all'inizio insopportabile, era diventato qualcosa di abituale e di normale; certo, era spiacevole e faticoso, e tuttavia era riuscito a trovare un modo di vivere, ad avere un paio di amici, addirittura a essere felice; quella per lui fu una bella estate (i pali delle porte del campetto di calcio pieni di fuliggine, eppure a lui gli apparivano straordinariamente bianchi quando li guardava con l'occhio buono), ma come in genere avviene, il germe dell'infelicita' si nasconde proprio nella felicita'. I tristi avvenimenti di quell'autunno ebberonti la loro origine quando Remo tenne troppo tesa la vela con sopra il marchio di Oreste. Quest'ultimo si era sposato a marzo con Germana, e gia' dopo un paio di mesi cominciarono ad arrivargli notizie che la moglie se ne andava in giro per i locali notturni di Terni 12, accompagnata dall'imbellimbusto di nome Febo. Febo e Germana chiedono l'autostop! Oreste si agito', scrisse alla moglie lettere su lettere e gli arrivavano risposte tranquillizzanti...ad esempio -”Nun te preoccupa'...prendi e medicine...io nun faccio gniente...sto' solo in posa!”. Piu' tardi pero' (pilastro ornamentale), venne a fargli visita il Medico di Terni 12. Oreste passo' con lui tutto il sabato e torno' sulla barca pallido e taciturno; all'inizio non voleva dire tutto perche' si vergognava, ma il giorno dopo si confido' con Remo e poi con il resto dell'equipaggio, e in breve lo seppero tutti, e quando Oreste vide che tutti lo sapevano si mise a leggere il giornale ad alta voce, in continuazione. Fra una notizia e l'altra interponeva frasi che sua moglie si era messa a fare la puttana, che lui sarebbe andato a casa e che le avrebbe torto il collo. A quelle parole Remo gli ando' vicino a chiedergli due giorni di permesso, ma Oreste si rifiuto' e ando' su tutte le furie, incazzato com'era per via di Germana. Remo allora gli chiese un permesso di 24 ore; Oreste, dopo qualche breve scatto d'ira si impietosi' alla vista di Remo e di com'era conciato, e glielo concesse. Remo si congedo' e non torno' mai piu'! Quello che gli accadde lo si sa' solo per sentito dire.
  
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