LA PARTENZA DI
RANMA
Mousse imprecò quando un maialino
nero a lui noto gli sfrecciò trai piedi grugnendo e squittendo. “Dannato Ryoga,
stavi quasi per farmi cadere! Ma aspetta che ti prenda e…” Non proseguì, perché
andò a sbattere contro un albero; quando si rialzò vide Ranma e Ryoga parlare
animatamente tra loro, e decise che, dopotutto, poteva anche spiare…
Le mani rugose si mossero
lentamente sulla fronte nivea di Kagome, manovrando la Kokoro tounan con lenta
consapevolezza. Sentiva l’anima della ragazza vibrarle tra le dita nodose, e
provò un misto di timore e rispetto; pregò che tutto andasse per il verso
giusto.
Shampoo la osservava curiosa
dalla finestra (magari posso trarre qualche insegnamento per togliere di mezzo
quel maschiaccio di Akane!) pensò in un baleno.
“Shampoo che fai? Spii?” La voce
nota la fece sobbalzare, e l’amazzone provò una remota punta d’imbarazzo. “Stai
zitta spatolaccia, magari riesco a fare fuori Akane con la Kokoro Tounan!”
Ukyo sospirò alle sue spalle
“Shampoo ma tu non hai sentito niente?” Domandò lentamente. La ragazza dai
capelli viola si voltò, distratta dalle sue parole “Cosa…?!”
”Nella grotta.
Non hai sentito…i pensieri?” Shampoo smise di stringere le ante della finestra,
e si sedette accanto a lei “Vuoi dire…che quello stupido di Mousse…stava
pensando?” Ukyo la guardò interrogativamente.
”Sì, ecco – spiegò lei
arrossendo – stava dicendomi una delle sue solite sciocchezze. Ma in effetti non
ho visto la sua bocca muoversi”
Ukyo si strinse le ginocchia tra le braccia,
e vi poggiò la fronte “Credo che fosse una specie di magìa dovuta ai poteri di
Midoriko. Un fenomeno incredibile. Io ho sentito…i pensieri di Ranma, sai…mentre
Akane faceva quella magie…con i demoni”
Shampoo fece un gesto di diffidenza
“E’ tutto merito di quella
Midoriko, che ha preso il suo corpo e l’ha manovrata. Da sola non avrebbe mai
potuto fare nulla”
”Ti sbagli. Akane è uno spirito forte, ed è la
reincarnazione di Midoriko; non è stata scelta a caso”
Shampoo si voltò
indignata “Ukyo Kuonji, da quando parli bene di Akane Tendo?!” Sibilò
sottolineando nomi e cognomi.
“Da quando ho scoperto che
Ranchan la ama”
Shampoo rimase zitta, incassando il colpo con gli occhi
spalancati.
“E’ quello il pensiero di Ranma
che ho udito; lui temeva che morisse subito dopo aver rinchiuso i demoni nel
Vaso, e temeva di non avere più tempo per dirle quanto lui….”
”ZITTA!!! STAI
ZITTA BUGIARDA!!!” Gridò l’amazzone tappandosi le orecchie “TU…TU SEI
UNA…BUGIARDA!!!” Ribadì strillando come una bimbetta capricciosa prima di
correre via, lontana da quell’affermazione folle. Ukyo rimase in silenzio,
guardandola allontanarsi, chiedendosi, e forse sperando, di essersi davvero
immaginata tutto.
Akane sedeva sotto un albero
guardando la pallida luna. Una lacrima silente le rigò il volto; Ranma l’aveva
lasciata, quel BAKA aveva rotto il fidanzamento di sua spontanea volontà! Voleva
odiarlo, ma non poteva. Era stata così vicina a dirgli ciò che per lei
significava, e lui…se n’era andato, sopraffatto dal rimorso e dal senso di
colpa.
Una sagoma nera comparve nel
buio, protendendo il musetto roseo verso di lei. Ryoga correva a perdifiato per
mettere le mani addosso a Ranma dopo che LUI aveva lasciato morire Akane in
quella grotta, quando una sorgente ben nascosta nei cespugli lo aveva fatto
rimpicciolire trai vestiti…
“Oh P-chan” mormorò Akane
prendendolo fra le braccia e cullandolo contro la sua guancia. Ryoga alzò lo
sguardo, sentendo che era umida: Akane stava piangendo, e credeva di sapere
anche per colpa di chi…
“Quel…quell’idiota ha rotto il
nostro fidanzamento perché si sentiva in colpa!” P-chan grugnì; aveva ben donde
di sentirsi in colpa! Aveva lasciato che la sua fidanzata fosse artigliata da
quell’essere mostruoso!
“La verità – continuò lei
piangente – è che in quella caverna eravamo tanti, ma i demoni erano di più.
Kikyo mi ha persino tolto la voce per non gridare, e poi…e poi uno dei demoni mi
ha colpita e io…” Akane s’interruppe, sopraffatta dai singhiozzi. P-chan abbassò
le orecchie, costernato.
“Quando mi sono svegliata era già
finito tutto – proseguì asciugandosi il viso con il dorso della mano - non
ricordo nulla di quello che è successo in quella grotta. Non è colpa di Ranma se
mi è accaduto tutto ciò, lui…lui ha sempre fatto tanto per me…”
P-chan si divincolò nel suo
abbraccio e corse via “Ehi! – lo chiamò Akane – te ne vai anche tu?!”. Ryoga
vide Ranma allontanarsi con lo zaino in spalla, e gli saltò sul braccio
azzannandolo con i canini aguzzi.
“AHIA! Brutto maiale, che cavolo
vuoi??!!” Gridò versandogli addosso dell’acqua calda. Ryoga non tentò nemmeno di
rivestirsi, ed afferrò Ranma per il bavero “Razza di animale, come puoi lasciare
Akane in questo modo?! Dopo quello che le hai fatto per giunta!!!!” Ranma si
accigliò, fissandolo “E’proprio per quello che le ho fatto…che me ne vado. E
rivestiti idiota”
Ryoga indossò i vestiti in fretta, e con i pantaloni ancora
a metà prese a saltellare verso il ragazzo col codino, che già se ne andava di
nuovo “Dove…dove credi di andare idiota!” Gridò incespicando nell’orlo dei
calzoni. Ranma si girò furente “Che diavolo pensi che possa fare per lei dopo
averla praticamente uccisa???!!!”
Ryoga gli diede un pugno su volto, e il
labbro di Ranma cominciò a sanguinare; il ragazzo si girò infuriato “Vuoi
combattere??!”
”Non con uno stupido come te” Sentenziò Ryoga voltandosi e
sistemandosi la cintura.
Ranma si asciugò il labbro,
fissando la scia di sangue come istupidito “Che…che vuoi dire?”
“Che stai facendo soffrire
Akane!! L’hai mollata nonostante lei…”
“Nonostante lei…cosa?”
Ryoga
realizzò quello che stava per dire, e arrossì “Bè, essere P-chan mi ha fatto
scoprire un mucchio di cose, per esempio che Akane non riesce a starti lontana,
e che tu sei un essere umano e puoi anche non riuscire a salvare il mondo da
solo”
Ranma fissò l’amico con curiosità “Che dici Ryoga, stai bene?”
“No!” Fece lui in un gesto
esasperato “Perché Akane soffre, e sempre per causa tua! Torna da lei, sii uomo,
diavolo!!”
Lui fece un sorrisetto storto “Ma
come P-chan, non sei contento che Akane ora sia tutta tua? Magari con me lontano
potresti anche conquistarla” Disse senza pensarci.
Ryoga aprì la bocca in
un’espressione beota, immaginandola singhiozzare tra le sue braccia e poi alzare
il viso verso di lui pregandolo di baciarla, perché si sentiva sola e
abbandonata…
Ranma gli schioccò le dita sotto
il naso “Non sognare idiota” Gli disse. La faccia dell’amico tornò seria “Ti
capisco Ranma. Ora vai per la tua strada, ad Akane ci penso io, la proteggerò
come se fosse la mia fidanzgghghhh!!!” L’artista marziale gli aveva mollato un
calcione sul viso lasciando un’impronta “Non è la tua fidanzata, ricordalo. Io
voglio allenarmi per un po’ di tempo per migliorare e poterla proteggere sempre
– disse arrossendo – per cui non ti avvicinare troppo a lei. Tornerò…prima o
poi, quando sarò davvero degno di considerarmi il suo fidanzato” Senza aspettare
risposta, imbarazzato e triste, Ranma voltò la schiena e andò via davvero.
Mormorò il suo nome molto piano,
quasi temendo che potesse scomparire al minimo rumore. Riprovò. E due occhi
scuri si aprirono illuminati di una luce nuova.
“Inuyasha” La sua voce era un
pigolìo, debole e provata, ma il mezzodemone ne fu quasi commosso. Era il primo
nome che pronunciava da quando era stata quasi sul punto di morire, e l’hanyou
sentì la minaccia delle lacrime salirgli agli occhi ambrati. Così si voltò
rudemente, borbottando seccato.
“Cosa? Che hai detto Inu….” Altro
mormorio rotto.
Lui si voltò come una furia “HO
DETTO CHE SEI UNA STUPIDA!! TI SEI FATTA FREGARE DA KIKYO E PER POCO NON CI SEI
RIMASTA!! SAI QUANTO TEMPO SEI RIMASTA SENZA…SENZA…CONO….CONOSCEN….” Inuyasha si
alzò di scatto, interrompendosi sulla minaccia di un singhiozzo e corse via.
Kagome rimase a bocca aperta, e a
malapena si accorse di Kaede che si era accostata a lei, visibilmente provata
dalla notte insonne ma incuriosita dalle urla di Inuyasha “Che diavolo gli è
preso?” Chiese.
“Io…credo…che stesse per
piangere” La vecchia miko alzò le sopracciglia stupita, e Kagome le domandò
quanti giorni fosse rimasta senza conoscenza. La donna abbassò il capo
mostrandole la Kokoro tounan. Le spiegò di come Kikyo avesse imprigionato la sua
anima in quella perlina ormai inservibile, e di come intendesse servirsi di
Akane/Midoriko per riprendersela.
“Sei rimasta tra la vita e la
morte per quasi due settimane, per questo sei così debole. Adesso come adesso
devi solo mangiare e ripos…cosa?” Kaede si interruppe vedendo le labbra pallide
della ragazza muoversi impercettibilmente. Quando le udì pronunciare il nome di
sua sorella ebbe una stretta al cuore.
“I demoni l’hanno sconfitta.
Inuyasha…l’ha lasciata andare con loro, pur di salvare te”
Kagome tacque, gli
occhi le brillarono e si inumidirono “Mi…dispiace…” Kaede scosse la testa
“E’giusto così. Kikyo si sarebbe venduta al male pur di rubarti l’anima. Era
divenuta troppo simile a quei demoni maledetti, ma ora grazie a Midoriko spero
riposi in pace per sempre”
Kagome fu tentata di chiederle
cosa avesse fatto Midoriko in quella grotta, ma il sonno la colse di sorpresa, e
con l’immagine di Inuyasha nel cuore si addormentò quasi felice.
“Dannazione!!” Imprecò
strofinandosi gli occhi “Che diavolo mi è preso?!”
”Non devi vergognarti di
piangere per lei” Sentenziò una voce alle sue spalle.
“E chi ti ha detto che sto
piangen…ah, sei tu”
Mousse sedette accanto a lui con un grugnito “Credimi, so
come ci si sente. Shampoo mi ha spezzato il cuore qualcosa come un migliaio di
volte”
“IO non ho il cuore spezzato!!
Chiaro papero??!!”
Ma lui parve non ascoltarlo. Rimase seduto, il viso alzato
al cielo da troppo tempo negato alla sua seppur pessima vista, le mani
appoggiate dietro alla schiena, sull’erba “Ranma se n’è andato”
Inuyasha alzò
un sopracciglio “Il mezzo uomo? E’tornato a casa senza la sua
fidanzata?!
Mousse scosse la testa
“E’qui, nel Sengoku. L’ha lasciata. Si sentiva in colpa per la sua
morte…temporanea”
”Tsè! Che vigliacco!”
Il ragazzo cinese assunse
un’espressione grave. L’hanyou se ne accorse nonostante i suoi occhiali spessi
“Se avessi involontariamente ucciso Shampoo…anch’io credo che sarei fuggito.
Anzi, forse sarei morto. Devi ammettere che l’avvento di tuo fratello è stato un
miracolo. Se non ci fosse stato lui….Credo che Ranma si sarebbe
ucciso”
L’hanyou tacque. Che avrebbe fatto LUI se Kagome fosse morta per mano
di Kikyo? Sentiva di capire profondamente i sentimenti di Ranma, ma non
l’avrebbe mai ammesso davanti a quello strano ragazzo per metà papero, anche se
nutriva una certa fiducia, e forse simpatia nei suoi confronti. Sorrise a metà
“E tutti gli altri?”
Mousse alzò le spalle “Ukyo si è messa in cerca del suo
Ranchan, Akane se n’è tornata a casa maledicendolo. In quanto a Shampoo e Ryoga
sperano di trovare la Shikon da qualche parte ora che i demoni sono scomparsi.
Io ho appena rinunciato”
”E perché?”
Il ragazzo si alzò spazzolandosi la
lunga tunica dai fili d’erba “Bè. In realtà credevo che tu sapessi che fine
aveva fatto. E’qui che è nata quella sfera, no?”
L’hanyou riflettè per un
attimo “Se devo essere sincero non ho idea di che fine faccia dopo essere stata
usata, anche se suppongo che, una volta trovata, vada purificata da capo da una
miko. E’stata pur sempre utilizzata per scopi empi”
Mousse annuì lentamente
“Già. Proverò a chiedere a Kaede-san, e al limite a quella ragazza acchiappa –
spettri…”
”Sango”
”Già. Lei.” Gli tese una mano “E’stato un incontro
strano ma pur sempre un buon allenamento. Addio Inuyasha”
Il mezzodemone si
alzò sorridendo un poco “Sei l’unico di tutti quegli strampalati ad avermi
chiamato per nome. Addio Mousse” Strinse la mano umana nella sua e lo vide
allontanarsi. Pensò che, dopotutto, quella strana banda di artisti marziali del
futuro gli sarebbe mancata.
Ancora sorridendo, si diresse verso la capanna
di Kaede a vegliare sul sonno della sua Kagome, e magari a chiederle scusa per
aver alzato la voce con lei.
Miroku si fissò ancora una volta
la mano priva del Kazahana. Udiva delle voci dietro di sé; il ragazzo che si
trasformava in papero stava chiedendo a Sango se sapeva dove potesse finire la
Shikon no Tama una volta
utilizzata. La sentì rispondere che no, non ne aveva idea, ma forse Kaede
avrebbe avuto una risposta. Niente da fare, aveva già chiesto e la miko non ne
era a conoscenza. Sarebbe tornato a casa, e poi….
“Un momento” Esclamò più a se
stesso. Sango e Mousse si volsero verso di lui.
“Voi lo sapete Houshi –sama?”
Domandò lei speranzosa.
Miroku si accostò a loro “No
ma…hai detto che la tua amica è tornata a casa, vero?”
”Si…Akane ha
attraversato il pozzo ieri sera…”
Il monaco annuì più volte, riflettendo “Bè,
magari Midoriko saprebbe darvi una risposta…ammesso che sia ancora in lei…”
Mousse si sistemò gli occhiali
sul naso “Hai ragione – mormorò stringendo i pugni – lei potrebbe dirmi dove si
trova ora la Shikon no Tama, io potrei usarla per tornare un ragazzo normale e
Shampoo forse mi accetterebbe. Oppure potrei regalargliela come dono di nozze…ma
ceeeertooo!” Esclamò come se il suo ragionamento non facesse una piega. Eccitato
dall’idea, il ragazzo cinese si precipitò verso il pozzo.
Sango e Miroku si guardarono per
un istante, fissarono diritto davanti a loro e poi scoppiarono a ridere: avevano
notato, in lontananza dietro a
Mousse, una ragazza dai capelli viola, una con una spatola gigante sulla
schiena, e un ragazzo con una bandana tigrata seguirlo a ruota, di nascosto.
Akane calciò violentemente il
fantoccio col codino finto, facendolo volare dalla parte opposta della palestra
“BAKA!!” Gridò alla stanza vuota; corse verso il suo ‘avversario’ e lo scosse
violentemente, inchiodandolo poi con una presa “Non sei stato tu ad uccidermi!!
MI HAI SENTITO RANMA??!! NON SEI STATO TUUU!!!” Il pupazzo si ruppe in due
parti, e lei rimase immobile a fissarlo, versando lacrime calde sui suoi resti
martoriati di paglia. “Stupido…baka…”
Soun Tendo si era profuso in pianti e
minacce quando aveva saputo della ‘fuga’ di Ranma (Akane aveva evitato
accuratamente di parlargli della sua ‘morte’, raccontandogli invece di
un’aggressione da parte dei demoni), poi se l’era presa con Genma che, per tutta
risposta si era trasformato in panda estraendo un cartello con la laconica frase
“Io non ho figli!”. Happosay aveva aspirato la sua pipa dichiarando che Ranma
era stato sconfitto da se stesso, e doveva allenarsi per un po’ lontano da casa,
e Kuno, accertatosi che non ci fossero più demoni in giro, si era allontanato
dichiarando che andava ad organizzare le sfarzose nozze che si sarebbero tenute
finalmente tra lui ed Akane.
Akane invece era arrabbiata,
molto arrabbiata. E amareggiata. Non aveva neanche salutato i suoi nuovi amici.
Proprio quando le cose tra lui e Ranma sembravano essersi risolte, il baka se
l’era data a gambe sopraffatto dai sensi di colpa! Come se avesse potuto
sconfiggere da solo un’orda di demoni!! Lo odiava…Kami se lo odiava…! e lo
amava…oh, se lo amava…
Aveva il cuore in mille pezzi, se
solo avesse potuto l’avrebbe seguito. Ma sapeva che lui l’avrebbe rifiutata di
nuovo; l’avrebbe aspettato per un po’, poi si sarebbe rituffata in quel dannato
pozzo e si sarebbe ripresa il SUO fidanzato. Sì, avrebbe fatto proprio così, si
disse rientrando in casa per farsi un bagno rilassante; se Ranma non fosse
tornato entro un mese o due sarebbe tornata nell’era Sengoku, lo avrebbe
afferrato per il codino e….
“AKANE TENDOOOOOOO!!!” Per un
attimo temette che fosse quel pazzo di Kuno con smoking e fedi nuziali pronte,
poi vide Mousse, Shampoo, Ukyo e Ryoga che correvano nella sua direzione come se
avessero un….demone alle calcagna
(Che diavolo vorranno da me
adesso?! Non ci sarà qualche altro mostro…!)
Quando si fermarono avevano un
fiatone tale che riuscirono a parlare solo dopo qualche minuto “Insomma, si può
sapere che vi prende??!! E’…è successo qualcosa a Ranma…?” Per un attimo la
probabilità le parve così plausibile che il suo cuore accelerò i battiti.
“Lanma? A proposito dov’è il mio
Lanma…?” Domandò Shampoo come svegliandosi da un sogno.
Akane si portò un indice alla
fronte, come riflettendo “Shampoo, non credo che ti farebbe piacere saperlo…” Ma
prima che l’amazzone potesse ribattere, Ryoga le piantò senza tanti complimenti
un gomito sulla testa facendosi avanti “Akane, tu sai dov’è finita la Shikon no
Tama?”
Lei lo fissò per un attimo senza
capire. Poi ricordò a cosa si riferiva, e scosse la testa “Ma tu non sei la
reincarnazione di Midoriko??!” Strepitò Shampoo spintonando Ryoga alle sue
spalle.
“Sì ma…lei ora non è più…in me”
Il sospiro di disappunto fu unanime “Però – tentò Mousse – magari se tu volessi
potrebbe tornare…”
Akane fece spallucce “Proprio non so. La volete per
annullare la maledizione delle Sorgenti di Jusen, vero?”
“Già” Fece Ukyo incrociando le
braccia.
“E a te a che serve?” Domandò
Akane sospettosa.
“Semplice! Voglio…regalarla a
Ranma per avvicinarlo a me” (Anche se ormai…forse…) Pensò poi sconsolatamente.
La più giovane delle Tendo le
volse le spalle, colpita sul vivo, e Ryoga e Mousse si guardarono complici. Le
altre due pretendenti colsero l’espressione di intesa, e si affrettarono a
chiedere se sapessero dove fosse.
“Bè…ecco… - cominciò il ragazzo
con la bandana – io credo che sia rimasto nel passato per allenarsi”
”Già”
Gli fece eco Mousse. E Akane capì. Capì che loro sapevano e preferivano, per
ovvi motivi, tacere il vero motivo a Shampoo ed Ukyo. Il sorriso di gratitudine
gratificò soprattutto Ryoga, a malapena resosi conto del fatto che Akane non
avesse chiesto anche a lui perché volesse la Shikon.
“E non avete paura che Lanma la
stia cercando nel Sengoku per poterla usare tutto da solo?!” Domandò stupita
Shampoo. I due balbettarono qualcosa, ma non riuscirono ad impedire che
l’amazzone e la chef di okonomiyaki si lanciassero di nuovo in direzione del
pozzo mangiaossa chiamando il nome di Ranma a gran voce. Solo Ryoga rimase
indietro (e infatti di lì a poco si sarebbe perso) per dare un altro sguardo
alla sua Akane.
“Sei…stai bene?” Domandò
impacciato.
Lei sorrise triste “A parte il
fatto che il mio fidanzato mi ha appena mollata…sì, sto bene”
Ryoga scosse la
testa “E’stato brutto quello che ti è accaduto, mi sono davvero…davvero
spaventato. Ma so una cosa. Ranma non è del tutto colpevole; quei demoni erano
troppo persino per tutti noi messi insieme, figurarsi per lui da solo”
Lei lo
fissò con un’espressione di stupore “Ryoga! Ti fa molto onore parlare così di
Ranma; significa che in fondo in fondo siete dei veri amici” Il ragazzo balbettò
qualcosa di incomprensibile, nell’imbarazzo totale per le parole di ammirazione
di Akane. Poi si decise a seguire gli altri prima che lei gli facesse altre
domande “Bè… a presto Akane-chan”
”A presto Ryoga, e buona fortuna. A
proposito, perché tu…”
”Oh, diavolo è quasi notte, è meglio che mi metta
subito in marcia prima che diventi troppo buio…ciaoooo!”
Akane lo guardò
allontanarsi perplessa (Che fretta!) Pensò. Stava già voltandosi per andare a
fare quel bagno che si era prefissata, preparata ad una notte insonne a maledire
Ranma, quando Ryoga la richiamò.
“Cosa?”
Lui sorrise, enigmatico e un po’
imbarazzato, poi disse solamente “Tornerà”, quindi si volse e sparì nel
tramonto. Akane rimase per una mezz’ora buona a fissare l’orizzonte dove Ryoga
era sparito, il cuore in tumulto. Poi si chiuse il cancello dell’entrata alle
spalle e rientrò in casa.
FINE
LA PARTENZA DI
RANMA
Mousse imprecò quando un maialino
nero a lui noto gli sfrecciò trai piedi grugnendo e squittendo. “Dannato Ryoga,
stavi quasi per farmi cadere! Ma aspetta che ti prenda e…” Non proseguì, perché
andò a sbattere contro un albero; quando si rialzò vide Ranma e Ryoga parlare
animatamente tra loro, e decise che, dopotutto, poteva anche spiare…
Le mani rugose si mossero
lentamente sulla fronte nivea di Kagome, manovrando la Kokoro tounan con lenta
consapevolezza. Sentiva l’anima della ragazza vibrarle tra le dita nodose, e
provò un misto di timore e rispetto; pregò che tutto andasse per il verso
giusto.
Shampoo la osservava curiosa
dalla finestra (magari posso trarre qualche insegnamento per togliere di mezzo
quel maschiaccio di Akane!) pensò in un baleno.
“Shampoo che fai? Spii?” La voce
nota la fece sobbalzare, e l’amazzone provò una remota punta d’imbarazzo. “Stai
zitta spatolaccia, magari riesco a fare fuori Akane con la Kokoro Tounan!”
Ukyo sospirò alle sue spalle
“Shampoo ma tu non hai sentito niente?” Domandò lentamente. La ragazza dai
capelli viola si voltò, distratta dalle sue parole “Cosa…?!”
”Nella grotta.
Non hai sentito…i pensieri?” Shampoo smise di stringere le ante della finestra,
e si sedette accanto a lei “Vuoi dire…che quello stupido di Mousse…stava
pensando?” Ukyo la guardò interrogativamente.
”Sì, ecco – spiegò lei
arrossendo – stava dicendomi una delle sue solite sciocchezze. Ma in effetti non
ho visto la sua bocca muoversi”
Ukyo si strinse le ginocchia tra le braccia,
e vi poggiò la fronte “Credo che fosse una specie di magìa dovuta ai poteri di
Midoriko. Un fenomeno incredibile. Io ho sentito…i pensieri di Ranma, sai…mentre
Akane faceva quella magie…con i demoni”
Shampoo fece un gesto di diffidenza
“E’ tutto merito di quella
Midoriko, che ha preso il suo corpo e l’ha manovrata. Da sola non avrebbe mai
potuto fare nulla”
”Ti sbagli. Akane è uno spirito forte, ed è la
reincarnazione di Midoriko; non è stata scelta a caso”
Shampoo si voltò
indignata “Ukyo Kuonji, da quando parli bene di Akane Tendo?!” Sibilò
sottolineando nomi e cognomi.
“Da quando ho scoperto che
Ranchan la ama”
Shampoo rimase zitta, incassando il colpo con gli occhi
spalancati.
“E’ quello il pensiero di Ranma
che ho udito; lui temeva che morisse subito dopo aver rinchiuso i demoni nel
Vaso, e temeva di non avere più tempo per dirle quanto lui….”
”ZITTA!!! STAI
ZITTA BUGIARDA!!!” Gridò l’amazzone tappandosi le orecchie “TU…TU SEI
UNA…BUGIARDA!!!” Ribadì strillando come una bimbetta capricciosa prima di
correre via, lontana da quell’affermazione folle. Ukyo rimase in silenzio,
guardandola allontanarsi, chiedendosi, e forse sperando, di essersi davvero
immaginata tutto.
Akane sedeva sotto un albero
guardando la pallida luna. Una lacrima silente le rigò il volto; Ranma l’aveva
lasciata, quel BAKA aveva rotto il fidanzamento di sua spontanea volontà! Voleva
odiarlo, ma non poteva. Era stata così vicina a dirgli ciò che per lei
significava, e lui…se n’era andato, sopraffatto dal rimorso e dal senso di
colpa.
Una sagoma nera comparve nel
buio, protendendo il musetto roseo verso di lei. Ryoga correva a perdifiato per
mettere le mani addosso a Ranma dopo che LUI aveva lasciato morire Akane in
quella grotta, quando una sorgente ben nascosta nei cespugli lo aveva fatto
rimpicciolire trai vestiti…
“Oh P-chan” mormorò Akane
prendendolo fra le braccia e cullandolo contro la sua guancia. Ryoga alzò lo
sguardo, sentendo che era umida: Akane stava piangendo, e credeva di sapere
anche per colpa di chi…
“Quel…quell’idiota ha rotto il
nostro fidanzamento perché si sentiva in colpa!” P-chan grugnì; aveva ben donde
di sentirsi in colpa! Aveva lasciato che la sua fidanzata fosse artigliata da
quell’essere mostruoso!
“La verità – continuò lei
piangente – è che in quella caverna eravamo tanti, ma i demoni erano di più.
Kikyo mi ha persino tolto la voce per non gridare, e poi…e poi uno dei demoni mi
ha colpita e io…” Akane s’interruppe, sopraffatta dai singhiozzi. P-chan abbassò
le orecchie, costernato.
“Quando mi sono svegliata era già
finito tutto – proseguì asciugandosi il viso con il dorso della mano - non
ricordo nulla di quello che è successo in quella grotta. Non è colpa di Ranma se
mi è accaduto tutto ciò, lui…lui ha sempre fatto tanto per me…”
P-chan si divincolò nel suo
abbraccio e corse via “Ehi! – lo chiamò Akane – te ne vai anche tu?!”. Ryoga
vide Ranma allontanarsi con lo zaino in spalla, e gli saltò sul braccio
azzannandolo con i canini aguzzi.
“AHIA! Brutto maiale, che cavolo
vuoi??!!” Gridò versandogli addosso dell’acqua calda. Ryoga non tentò nemmeno di
rivestirsi, ed afferrò Ranma per il bavero “Razza di animale, come puoi lasciare
Akane in questo modo?! Dopo quello che le hai fatto per giunta!!!!” Ranma si
accigliò, fissandolo “E’proprio per quello che le ho fatto…che me ne vado. E
rivestiti idiota”
Ryoga indossò i vestiti in fretta, e con i pantaloni ancora
a metà prese a saltellare verso il ragazzo col codino, che già se ne andava di
nuovo “Dove…dove credi di andare idiota!” Gridò incespicando nell’orlo dei
calzoni. Ranma si girò furente “Che diavolo pensi che possa fare per lei dopo
averla praticamente uccisa???!!!”
Ryoga gli diede un pugno su volto, e il
labbro di Ranma cominciò a sanguinare; il ragazzo si girò infuriato “Vuoi
combattere??!”
”Non con uno stupido come te” Sentenziò Ryoga voltandosi e
sistemandosi la cintura.
Ranma si asciugò il labbro,
fissando la scia di sangue come istupidito “Che…che vuoi dire?”
“Che stai facendo soffrire
Akane!! L’hai mollata nonostante lei…”
“Nonostante lei…cosa?”
Ryoga
realizzò quello che stava per dire, e arrossì “Bè, essere P-chan mi ha fatto
scoprire un mucchio di cose, per esempio che Akane non riesce a starti lontana,
e che tu sei un essere umano e puoi anche non riuscire a salvare il mondo da
solo”
Ranma fissò l’amico con curiosità “Che dici Ryoga, stai bene?”
“No!” Fece lui in un gesto
esasperato “Perché Akane soffre, e sempre per causa tua! Torna da lei, sii uomo,
diavolo!!”
Lui fece un sorrisetto storto “Ma
come P-chan, non sei contento che Akane ora sia tutta tua? Magari con me lontano
potresti anche conquistarla” Disse senza pensarci.
Ryoga aprì la bocca in
un’espressione beota, immaginandola singhiozzare tra le sue braccia e poi alzare
il viso verso di lui pregandolo di baciarla, perché si sentiva sola e
abbandonata…
Ranma gli schioccò le dita sotto
il naso “Non sognare idiota” Gli disse. La faccia dell’amico tornò seria “Ti
capisco Ranma. Ora vai per la tua strada, ad Akane ci penso io, la proteggerò
come se fosse la mia fidanzgghghhh!!!” L’artista marziale gli aveva mollato un
calcione sul viso lasciando un’impronta “Non è la tua fidanzata, ricordalo. Io
voglio allenarmi per un po’ di tempo per migliorare e poterla proteggere sempre
– disse arrossendo – per cui non ti avvicinare troppo a lei. Tornerò…prima o
poi, quando sarò davvero degno di considerarmi il suo fidanzato” Senza aspettare
risposta, imbarazzato e triste, Ranma voltò la schiena e andò via davvero.
Mormorò il suo nome molto piano,
quasi temendo che potesse scomparire al minimo rumore. Riprovò. E due occhi
scuri si aprirono illuminati di una luce nuova.
“Inuyasha” La sua voce era un
pigolìo, debole e provata, ma il mezzodemone ne fu quasi commosso. Era il primo
nome che pronunciava da quando era stata quasi sul punto di morire, e l’hanyou
sentì la minaccia delle lacrime salirgli agli occhi ambrati. Così si voltò
rudemente, borbottando seccato.
“Cosa? Che hai detto Inu….” Altro
mormorio rotto.
Lui si voltò come una furia “HO
DETTO CHE SEI UNA STUPIDA!! TI SEI FATTA FREGARE DA KIKYO E PER POCO NON CI SEI
RIMASTA!! SAI QUANTO TEMPO SEI RIMASTA SENZA…SENZA…CONO….CONOSCEN….” Inuyasha si
alzò di scatto, interrompendosi sulla minaccia di un singhiozzo e corse via.
Kagome rimase a bocca aperta, e a
malapena si accorse di Kaede che si era accostata a lei, visibilmente provata
dalla notte insonne ma incuriosita dalle urla di Inuyasha “Che diavolo gli è
preso?” Chiese.
“Io…credo…che stesse per
piangere” La vecchia miko alzò le sopracciglia stupita, e Kagome le domandò
quanti giorni fosse rimasta senza conoscenza. La donna abbassò il capo
mostrandole la Kokoro tounan. Le spiegò di come Kikyo avesse imprigionato la sua
anima in quella perlina ormai inservibile, e di come intendesse servirsi di
Akane/Midoriko per riprendersela.
“Sei rimasta tra la vita e la
morte per quasi due settimane, per questo sei così debole. Adesso come adesso
devi solo mangiare e ripos…cosa?” Kaede si interruppe vedendo le labbra pallide
della ragazza muoversi impercettibilmente. Quando le udì pronunciare il nome di
sua sorella ebbe una stretta al cuore.
“I demoni l’hanno sconfitta.
Inuyasha…l’ha lasciata andare con loro, pur di salvare te”
Kagome tacque, gli
occhi le brillarono e si inumidirono “Mi…dispiace…” Kaede scosse la testa
“E’giusto così. Kikyo si sarebbe venduta al male pur di rubarti l’anima. Era
divenuta troppo simile a quei demoni maledetti, ma ora grazie a Midoriko spero
riposi in pace per sempre”
Kagome fu tentata di chiederle
cosa avesse fatto Midoriko in quella grotta, ma il sonno la colse di sorpresa, e
con l’immagine di Inuyasha nel cuore si addormentò quasi felice.
“Dannazione!!” Imprecò
strofinandosi gli occhi “Che diavolo mi è preso?!”
”Non devi vergognarti di
piangere per lei” Sentenziò una voce alle sue spalle.
“E chi ti ha detto che sto
piangen…ah, sei tu”
Mousse sedette accanto a lui con un grugnito “Credimi, so
come ci si sente. Shampoo mi ha spezzato il cuore qualcosa come un migliaio di
volte”
“IO non ho il cuore spezzato!!
Chiaro papero??!!”
Ma lui parve non ascoltarlo. Rimase seduto, il viso alzato
al cielo da troppo tempo negato alla sua seppur pessima vista, le mani
appoggiate dietro alla schiena, sull’erba “Ranma se n’è andato”
Inuyasha alzò
un sopracciglio “Il mezzo uomo? E’tornato a casa senza la sua
fidanzata?!
Mousse scosse la testa
“E’qui, nel Sengoku. L’ha lasciata. Si sentiva in colpa per la sua
morte…temporanea”
”Tsè! Che vigliacco!”
Il ragazzo cinese assunse
un’espressione grave. L’hanyou se ne accorse nonostante i suoi occhiali spessi
“Se avessi involontariamente ucciso Shampoo…anch’io credo che sarei fuggito.
Anzi, forse sarei morto. Devi ammettere che l’avvento di tuo fratello è stato un
miracolo. Se non ci fosse stato lui….Credo che Ranma si sarebbe
ucciso”
L’hanyou tacque. Che avrebbe fatto LUI se Kagome fosse morta per mano
di Kikyo? Sentiva di capire profondamente i sentimenti di Ranma, ma non
l’avrebbe mai ammesso davanti a quello strano ragazzo per metà papero, anche se
nutriva una certa fiducia, e forse simpatia nei suoi confronti. Sorrise a metà
“E tutti gli altri?”
Mousse alzò le spalle “Ukyo si è messa in cerca del suo
Ranchan, Akane se n’è tornata a casa maledicendolo. In quanto a Shampoo e Ryoga
sperano di trovare la Shikon da qualche parte ora che i demoni sono scomparsi.
Io ho appena rinunciato”
”E perché?”
Il ragazzo si alzò spazzolandosi la
lunga tunica dai fili d’erba “Bè. In realtà credevo che tu sapessi che fine
aveva fatto. E’qui che è nata quella sfera, no?”
L’hanyou riflettè per un
attimo “Se devo essere sincero non ho idea di che fine faccia dopo essere stata
usata, anche se suppongo che, una volta trovata, vada purificata da capo da una
miko. E’stata pur sempre utilizzata per scopi empi”
Mousse annuì lentamente
“Già. Proverò a chiedere a Kaede-san, e al limite a quella ragazza acchiappa –
spettri…”
”Sango”
”Già. Lei.” Gli tese una mano “E’stato un incontro
strano ma pur sempre un buon allenamento. Addio Inuyasha”
Il mezzodemone si
alzò sorridendo un poco “Sei l’unico di tutti quegli strampalati ad avermi
chiamato per nome. Addio Mousse” Strinse la mano umana nella sua e lo vide
allontanarsi. Pensò che, dopotutto, quella strana banda di artisti marziali del
futuro gli sarebbe mancata.
Ancora sorridendo, si diresse verso la capanna
di Kaede a vegliare sul sonno della sua Kagome, e magari a chiederle scusa per
aver alzato la voce con lei.
Miroku si fissò ancora una volta
la mano priva del Kazahana. Udiva delle voci dietro di sé; il ragazzo che si
trasformava in papero stava chiedendo a Sango se sapeva dove potesse finire la
Shikon no Tama una volta
utilizzata. La sentì rispondere che no, non ne aveva idea, ma forse Kaede
avrebbe avuto una risposta. Niente da fare, aveva già chiesto e la miko non ne
era a conoscenza. Sarebbe tornato a casa, e poi….
“Un momento” Esclamò più a se
stesso. Sango e Mousse si volsero verso di lui.
“Voi lo sapete Houshi –sama?”
Domandò lei speranzosa.
Miroku si accostò a loro “No
ma…hai detto che la tua amica è tornata a casa, vero?”
”Si…Akane ha
attraversato il pozzo ieri sera…”
Il monaco annuì più volte, riflettendo “Bè,
magari Midoriko saprebbe darvi una risposta…ammesso che sia ancora in lei…”
Mousse si sistemò gli occhiali
sul naso “Hai ragione – mormorò stringendo i pugni – lei potrebbe dirmi dove si
trova ora la Shikon no Tama, io potrei usarla per tornare un ragazzo normale e
Shampoo forse mi accetterebbe. Oppure potrei regalargliela come dono di nozze…ma
ceeeertooo!” Esclamò come se il suo ragionamento non facesse una piega. Eccitato
dall’idea, il ragazzo cinese si precipitò verso il pozzo.
Sango e Miroku si guardarono per
un istante, fissarono diritto davanti a loro e poi scoppiarono a ridere: avevano
notato, in lontananza dietro a
Mousse, una ragazza dai capelli viola, una con una spatola gigante sulla
schiena, e un ragazzo con una bandana tigrata seguirlo a ruota, di nascosto.
Akane calciò violentemente il
fantoccio col codino finto, facendolo volare dalla parte opposta della palestra
“BAKA!!” Gridò alla stanza vuota; corse verso il suo ‘avversario’ e lo scosse
violentemente, inchiodandolo poi con una presa “Non sei stato tu ad uccidermi!!
MI HAI SENTITO RANMA??!! NON SEI STATO TUUU!!!” Il pupazzo si ruppe in due
parti, e lei rimase immobile a fissarlo, versando lacrime calde sui suoi resti
martoriati di paglia. “Stupido…baka…”
Soun Tendo si era profuso in pianti e
minacce quando aveva saputo della ‘fuga’ di Ranma (Akane aveva evitato
accuratamente di parlargli della sua ‘morte’, raccontandogli invece di
un’aggressione da parte dei demoni), poi se l’era presa con Genma che, per tutta
risposta si era trasformato in panda estraendo un cartello con la laconica frase
“Io non ho figli!”. Happosay aveva aspirato la sua pipa dichiarando che Ranma
era stato sconfitto da se stesso, e doveva allenarsi per un po’ lontano da casa,
e Kuno, accertatosi che non ci fossero più demoni in giro, si era allontanato
dichiarando che andava ad organizzare le sfarzose nozze che si sarebbero tenute
finalmente tra lui ed Akane.
Akane invece era arrabbiata,
molto arrabbiata. E amareggiata. Non aveva neanche salutato i suoi nuovi amici.
Proprio quando le cose tra lui e Ranma sembravano essersi risolte, il baka se
l’era data a gambe sopraffatto dai sensi di colpa! Come se avesse potuto
sconfiggere da solo un’orda di demoni!! Lo odiava…Kami se lo odiava…! e lo
amava…oh, se lo amava…
Aveva il cuore in mille pezzi, se
solo avesse potuto l’avrebbe seguito. Ma sapeva che lui l’avrebbe rifiutata di
nuovo; l’avrebbe aspettato per un po’, poi si sarebbe rituffata in quel dannato
pozzo e si sarebbe ripresa il SUO fidanzato. Sì, avrebbe fatto proprio così, si
disse rientrando in casa per farsi un bagno rilassante; se Ranma non fosse
tornato entro un mese o due sarebbe tornata nell’era Sengoku, lo avrebbe
afferrato per il codino e….
“AKANE TENDOOOOOOO!!!” Per un
attimo temette che fosse quel pazzo di Kuno con smoking e fedi nuziali pronte,
poi vide Mousse, Shampoo, Ukyo e Ryoga che correvano nella sua direzione come se
avessero un….demone alle calcagna
(Che diavolo vorranno da me
adesso?! Non ci sarà qualche altro mostro…!)
Quando si fermarono avevano un
fiatone tale che riuscirono a parlare solo dopo qualche minuto “Insomma, si può
sapere che vi prende??!! E’…è successo qualcosa a Ranma…?” Per un attimo la
probabilità le parve così plausibile che il suo cuore accelerò i battiti.
“Lanma? A proposito dov’è il mio
Lanma…?” Domandò Shampoo come svegliandosi da un sogno.
Akane si portò un indice alla
fronte, come riflettendo “Shampoo, non credo che ti farebbe piacere saperlo…” Ma
prima che l’amazzone potesse ribattere, Ryoga le piantò senza tanti complimenti
un gomito sulla testa facendosi avanti “Akane, tu sai dov’è finita la Shikon no
Tama?”
Lei lo fissò per un attimo senza
capire. Poi ricordò a cosa si riferiva, e scosse la testa “Ma tu non sei la
reincarnazione di Midoriko??!” Strepitò Shampoo spintonando Ryoga alle sue
spalle.
“Sì ma…lei ora non è più…in me”
Il sospiro di disappunto fu unanime “Però – tentò Mousse – magari se tu volessi
potrebbe tornare…”
Akane fece spallucce “Proprio non so. La volete per
annullare la maledizione delle Sorgenti di Jusen, vero?”
“Già” Fece Ukyo incrociando le
braccia.
“E a te a che serve?” Domandò
Akane sospettosa.
“Semplice! Voglio…regalarla a
Ranma per avvicinarlo a me” (Anche se ormai…forse…) Pensò poi sconsolatamente.
La più giovane delle Tendo le
volse le spalle, colpita sul vivo, e Ryoga e Mousse si guardarono complici. Le
altre due pretendenti colsero l’espressione di intesa, e si affrettarono a
chiedere se sapessero dove fosse.
“Bè…ecco… - cominciò il ragazzo
con la bandana – io credo che sia rimasto nel passato per allenarsi”
”Già”
Gli fece eco Mousse. E Akane capì. Capì che loro sapevano e preferivano, per
ovvi motivi, tacere il vero motivo a Shampoo ed Ukyo. Il sorriso di gratitudine
gratificò soprattutto Ryoga, a malapena resosi conto del fatto che Akane non
avesse chiesto anche a lui perché volesse la Shikon.
“E non avete paura che Lanma la
stia cercando nel Sengoku per poterla usare tutto da solo?!” Domandò stupita
Shampoo. I due balbettarono qualcosa, ma non riuscirono ad impedire che
l’amazzone e la chef di okonomiyaki si lanciassero di nuovo in direzione del
pozzo mangiaossa chiamando il nome di Ranma a gran voce. Solo Ryoga rimase
indietro (e infatti di lì a poco si sarebbe perso) per dare un altro sguardo
alla sua Akane.
“Sei…stai bene?” Domandò
impacciato.
Lei sorrise triste “A parte il
fatto che il mio fidanzato mi ha appena mollata…sì, sto bene”
Ryoga scosse la
testa “E’stato brutto quello che ti è accaduto, mi sono davvero…davvero
spaventato. Ma so una cosa. Ranma non è del tutto colpevole; quei demoni erano
troppo persino per tutti noi messi insieme, figurarsi per lui da solo”
Lei lo
fissò con un’espressione di stupore “Ryoga! Ti fa molto onore parlare così di
Ranma; significa che in fondo in fondo siete dei veri amici” Il ragazzo balbettò
qualcosa di incomprensibile, nell’imbarazzo totale per le parole di ammirazione
di Akane. Poi si decise a seguire gli altri prima che lei gli facesse altre
domande “Bè… a presto Akane-chan”
”A presto Ryoga, e buona fortuna. A
proposito, perché tu…”
”Oh, diavolo è quasi notte, è meglio che mi metta
subito in marcia prima che diventi troppo buio…ciaoooo!”
Akane lo guardò
allontanarsi perplessa (Che fretta!) Pensò. Stava già voltandosi per andare a
fare quel bagno che si era prefissata, preparata ad una notte insonne a maledire
Ranma, quando Ryoga la richiamò.
“Cosa?”
Lui sorrise, enigmatico e un po’
imbarazzato, poi disse solamente “Tornerà”, quindi si volse e sparì nel
tramonto. Akane rimase per una mezz’ora buona a fissare l’orizzonte dove Ryoga
era sparito, il cuore in tumulto. Poi si chiuse il cancello dell’entrata alle
spalle e rientrò in casa.
FINE
”Nella grotta. Non hai sentito…i pensieri?” Shampoo smise di stringere le ante della finestra, e si sedette accanto a lei “Vuoi dire…che quello stupido di Mousse…stava pensando?” Ukyo la guardò interrogativamente.
”Sì, ecco – spiegò lei arrossendo – stava dicendomi una delle sue solite sciocchezze. Ma in effetti non ho visto la sua bocca muoversi”
Ukyo si strinse le ginocchia tra le braccia, e vi poggiò la fronte “Credo che fosse una specie di magìa dovuta ai poteri di Midoriko. Un fenomeno incredibile. Io ho sentito…i pensieri di Ranma, sai…mentre Akane faceva quella magie…con i demoni”
Shampoo fece un gesto di diffidenza “E’ tutto merito di quella Midoriko, che ha preso il suo corpo e l’ha manovrata. Da sola non avrebbe mai potuto fare nulla”
”Ti sbagli. Akane è uno spirito forte, ed è la reincarnazione di Midoriko; non è stata scelta a caso”
Shampoo si voltò indignata “Ukyo Kuonji, da quando parli bene di Akane Tendo?!” Sibilò sottolineando nomi e cognomi.
Shampoo rimase zitta, incassando il colpo con gli occhi spalancati.
”ZITTA!!! STAI ZITTA BUGIARDA!!!” Gridò l’amazzone tappandosi le orecchie “TU…TU SEI UNA…BUGIARDA!!!” Ribadì strillando come una bimbetta capricciosa prima di correre via, lontana da quell’affermazione folle. Ukyo rimase in silenzio, guardandola allontanarsi, chiedendosi, e forse sperando, di essersi davvero immaginata tutto.
Akane sedeva sotto un albero guardando la pallida luna. Una lacrima silente le rigò il volto; Ranma l’aveva lasciata, quel BAKA aveva rotto il fidanzamento di sua spontanea volontà! Voleva odiarlo, ma non poteva. Era stata così vicina a dirgli ciò che per lei significava, e lui…se n’era andato, sopraffatto dal rimorso e dal senso di colpa.
Ryoga indossò i vestiti in fretta, e con i pantaloni ancora a metà prese a saltellare verso il ragazzo col codino, che già se ne andava di nuovo “Dove…dove credi di andare idiota!” Gridò incespicando nell’orlo dei calzoni. Ranma si girò furente “Che diavolo pensi che possa fare per lei dopo averla praticamente uccisa???!!!”
Ryoga gli diede un pugno su volto, e il labbro di Ranma cominciò a sanguinare; il ragazzo si girò infuriato “Vuoi combattere??!”
”Non con uno stupido come te” Sentenziò Ryoga voltandosi e sistemandosi la cintura.
Ryoga realizzò quello che stava per dire, e arrossì “Bè, essere P-chan mi ha fatto scoprire un mucchio di cose, per esempio che Akane non riesce a starti lontana, e che tu sei un essere umano e puoi anche non riuscire a salvare il mondo da solo”
Ranma fissò l’amico con curiosità “Che dici Ryoga, stai bene?”
Kagome tacque, gli occhi le brillarono e si inumidirono “Mi…dispiace…” Kaede scosse la testa “E’giusto così. Kikyo si sarebbe venduta al male pur di rubarti l’anima. Era divenuta troppo simile a quei demoni maledetti, ma ora grazie a Midoriko spero riposi in pace per sempre”
”Non devi vergognarti di piangere per lei” Sentenziò una voce alle sue spalle.
Mousse sedette accanto a lui con un grugnito “Credimi, so come ci si sente. Shampoo mi ha spezzato il cuore qualcosa come un migliaio di volte”
Ma lui parve non ascoltarlo. Rimase seduto, il viso alzato al cielo da troppo tempo negato alla sua seppur pessima vista, le mani appoggiate dietro alla schiena, sull’erba “Ranma se n’è andato”
Inuyasha alzò un sopracciglio “Il mezzo uomo? E’tornato a casa senza la sua fidanzata?!
Mousse scosse la testa “E’qui, nel Sengoku. L’ha lasciata. Si sentiva in colpa per la sua morte…temporanea”
”Tsè! Che vigliacco!”
Il ragazzo cinese assunse un’espressione grave. L’hanyou se ne accorse nonostante i suoi occhiali spessi “Se avessi involontariamente ucciso Shampoo…anch’io credo che sarei fuggito. Anzi, forse sarei morto. Devi ammettere che l’avvento di tuo fratello è stato un miracolo. Se non ci fosse stato lui….Credo che Ranma si sarebbe ucciso”
L’hanyou tacque. Che avrebbe fatto LUI se Kagome fosse morta per mano di Kikyo? Sentiva di capire profondamente i sentimenti di Ranma, ma non l’avrebbe mai ammesso davanti a quello strano ragazzo per metà papero, anche se nutriva una certa fiducia, e forse simpatia nei suoi confronti. Sorrise a metà “E tutti gli altri?”
Mousse alzò le spalle “Ukyo si è messa in cerca del suo Ranchan, Akane se n’è tornata a casa maledicendolo. In quanto a Shampoo e Ryoga sperano di trovare la Shikon da qualche parte ora che i demoni sono scomparsi. Io ho appena rinunciato”
”E perché?”
Il ragazzo si alzò spazzolandosi la lunga tunica dai fili d’erba “Bè. In realtà credevo che tu sapessi che fine aveva fatto. E’qui che è nata quella sfera, no?”
L’hanyou riflettè per un attimo “Se devo essere sincero non ho idea di che fine faccia dopo essere stata usata, anche se suppongo che, una volta trovata, vada purificata da capo da una miko. E’stata pur sempre utilizzata per scopi empi”
Mousse annuì lentamente “Già. Proverò a chiedere a Kaede-san, e al limite a quella ragazza acchiappa – spettri…”
”Sango”
”Già. Lei.” Gli tese una mano “E’stato un incontro strano ma pur sempre un buon allenamento. Addio Inuyasha”
Il mezzodemone si alzò sorridendo un poco “Sei l’unico di tutti quegli strampalati ad avermi chiamato per nome. Addio Mousse” Strinse la mano umana nella sua e lo vide allontanarsi. Pensò che, dopotutto, quella strana banda di artisti marziali del futuro gli sarebbe mancata.
Ancora sorridendo, si diresse verso la capanna di Kaede a vegliare sul sonno della sua Kagome, e magari a chiederle scusa per aver alzato la voce con lei.
”Si…Akane ha attraversato il pozzo ieri sera…”
Il monaco annuì più volte, riflettendo “Bè, magari Midoriko saprebbe darvi una risposta…ammesso che sia ancora in lei…”
Soun Tendo si era profuso in pianti e minacce quando aveva saputo della ‘fuga’ di Ranma (Akane aveva evitato accuratamente di parlargli della sua ‘morte’, raccontandogli invece di un’aggressione da parte dei demoni), poi se l’era presa con Genma che, per tutta risposta si era trasformato in panda estraendo un cartello con la laconica frase “Io non ho figli!”. Happosay aveva aspirato la sua pipa dichiarando che Ranma era stato sconfitto da se stesso, e doveva allenarsi per un po’ lontano da casa, e Kuno, accertatosi che non ci fossero più demoni in giro, si era allontanato dichiarando che andava ad organizzare le sfarzose nozze che si sarebbero tenute finalmente tra lui ed Akane.
Akane fece spallucce “Proprio non so. La volete per annullare la maledizione delle Sorgenti di Jusen, vero?”
”Già” Gli fece eco Mousse. E Akane capì. Capì che loro sapevano e preferivano, per ovvi motivi, tacere il vero motivo a Shampoo ed Ukyo. Il sorriso di gratitudine gratificò soprattutto Ryoga, a malapena resosi conto del fatto che Akane non avesse chiesto anche a lui perché volesse la Shikon.
Ryoga scosse la testa “E’stato brutto quello che ti è accaduto, mi sono davvero…davvero spaventato. Ma so una cosa. Ranma non è del tutto colpevole; quei demoni erano troppo persino per tutti noi messi insieme, figurarsi per lui da solo”
Lei lo fissò con un’espressione di stupore “Ryoga! Ti fa molto onore parlare così di Ranma; significa che in fondo in fondo siete dei veri amici” Il ragazzo balbettò qualcosa di incomprensibile, nell’imbarazzo totale per le parole di ammirazione di Akane. Poi si decise a seguire gli altri prima che lei gli facesse altre domande “Bè… a presto Akane-chan”
”A presto Ryoga, e buona fortuna. A proposito, perché tu…”
”Oh, diavolo è quasi notte, è meglio che mi metta subito in marcia prima che diventi troppo buio…ciaoooo!”
Akane lo guardò allontanarsi perplessa (Che fretta!) Pensò. Stava già voltandosi per andare a fare quel bagno che si era prefissata, preparata ad una notte insonne a maledire Ranma, quando Ryoga la richiamò.