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Autore: Mephistopheles    14/03/2012    1 recensioni
Chiudi due persone in una stanza. Divertiti a spiare dal buco della serratura per vedere cosa succede.
Chiudile in una stanza vuota di risposte e finiranno per impazzire, o per amarsi, o entrambe.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiudi due persone in una stanza e finirà per succedere qualcosa
I.




Chiudi due persone in una stanza.
Chiudile lì e finirà per succedere qualcosa.

Un enorme parallelepipedo d'acciaio. Non ne vedo la fine. Sono imprigionato qui dentro. È un posto gigantesco. Una luce al neon proprio sopra la mia testa. Se guardo avanti è tutto immerso nel buio. Non vedo nessuna uscita e nessuna entrata.
E non sono solo.

Chiudi due persone in una stanza e finirà per succedere qualcosa.
Mi dice di parlare sussurrando per consumare meno energie. I più sprovveduti si fanno prendere dal panico, si agitano, scalciano, battono i pugni sulle pareti e urlano. Urlano tantissimo e fanno grandi respiri, consumando una quantità di ossigeno inaccettabile. Noi non possiamo permettercelo.
Tra le altre cose, non abbiamo cibo. Nessuno verrà a prenderci, nessuno verrà a salvarci.
« Salvarci da cosa? Non siamo in pericolo, siamo soltanto noi » dico.
« Stai parlando a voce troppo alta » mi risponde. Sussurrando.

Qui dentro non succede nulla.
La luce rimbalza sulle pareti grigie, dove siamo noi. La stanza sembra lunghissima, ma il fondo è tutto buio e non si vede niente.
Mi cresceranno barba e capelli. Non ho niente che possa usare per specchiarmi, a parte l'altra persona. Oltre ai nostri respiri e alle nostre conversazioni, non si sente mai nulla.
Le notti sono orribili. Le finestre non esistono e la luce al neon è sempre la stessa, per cui non so mai quando è realmente notte. È probabile che tutti i miei orari siano completamente sbagliati. Chiamo “notte” quel momento in cui decido di andare a dormire. Mentre dormiamo il nostro corpo recupera energie, quindi dormire è un'ottima cosa.
Ma l'acciaio è gelido sotto le guance.
Qualche notte ci abbracciamo e ci stringiamo piano per scaldarci a vicenda.
Le pareti sembrano composte da lastre saldate insieme.
A volte mi sfugge il senso generale. Guardo l'altra persona.
« Credi che ne usciremo vivi? » sussurro.
L'altra persona mi pianta gli occhi nel cervello.
« Uscire da cosa? » mi chiede.
A volte mi sfugge il senso generale, e mi sembra di impazzire.

Una notte, per dormire, mi allontano un po' dalla nostra isola di luce. Senza quel neon bluastro piantato in faccia, credo che potrei riposare meglio.
« Hai un bel coraggio, ad andare nel buio così. Non sai cosa potrebbe esserci », mi dice.
Il coraggio fa sempre la sua comparsa quando dobbiamo evitare una sofferenza.
« Forse hai ragione tu, altrimenti non andremo mai avanti » aggiunge, e mi si avvicina a gattoni. Sorrido nel buio mentre si accoccola al mio fianco.

La luce al neon è troppo alta perché possa raggiungerla con le mani. Mi servirebbe un bastone o qualcosa del genere.
« Che cosa ricordi della tua vita precedente? » mi domanda.
Ci penso.
« Che potevo fare di meglio. Penso ancora di poter fare di meglio ».
« Meglio degli altri » aggiungo.
« Nel tuo percorso verso la grandezza umana » mi dice « ti renderai conto tutt'a un tratto della banalità della vita, e griderai di pentimento e di rimpianto ».
Mi siedo per ore a riflettere, al buio.

Chiudi due persone in una stanza abbastanza a lungo e succederà qualcosa tra di loro.
Alla fine glielo dico.
« Forse dovremmo fare un bambino. Il tempo passerebbe più in fretta. Tu di che sesso sei? Io sono un uomo ».
« Non essere sciocco. Non abbiamo risorse sufficienti per noi due, figuriamoci per un'altra persona ».
Probabilmente ha ragione, ma non mi ha detto di che sesso è.
Detesto la persona chiusa nella stanza con me.


 

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