Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: MadLucy    14/03/2012    6 recensioni
Diciotto anni dopo,dopo Maka,Kid,Black*Star e gli altri,ci troviamo qui. A Death City.
Dove un tempo tutto è iniziato,e ricomincerà di nuovo.
Chi occuperà i banchi della Shibusen? Chi saranno i protagonisti di questa storia? Ma loro,ovviamente.
I figli dei nostri eroi.
La nuova generazione di Soul Eater non passerà meno guai dei loro predecessori; dovrà vedersela con manie di protagonismo,nevrosi da simmetria,lividi da enciclopedia e attacchi di panico,senza contare i loro genitori...
Ma la follia minaccia di nuovo il mondo,più forte che mai...a causa di chi? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non si scherza con il fuoco. Milze sanguinanti, una proposta che non si può accettare?



Sono arrivata all'inferno, è il mio primo confuso terrorizzato pensiero.
Non siamo nemmeno giunti a metà del corridoio che stavamo percorrendo, per cui posso dire che non siamo stati noi a trovare il guaio: è stato il guaio a trovare noi.
Il caldo è opprimente, intossica l'aria di quell'incandescenza pura che ora tormenta senza sosta i nostri corpi stremati e esausti. Non abbiamo nemmeno avuto modo di riposarci dopo il lungo viaggio fin qui, quindi mi chiedo come io faccia a stare ancora in piedi.
Denso fumo di piombo mulina fra le pareti, mettendo ulteriormente in difficoltà i nostri sensi già intorpiditi e insinuandosi fra le nostre labbra aride, disperatamente assetate d'aria fresca. Non vedo nulla, non so cosa fare e dove andare, la testa pulsa nauseante e la gola è soffocata da quella maledetta foschia .
Riesco a scorgere Shi sorreggere il gemello, mettendogli un braccio dietro le spalle. Mickey, bianco come un lenzuolo, piange senza emettere un suono e si lascia docilmente guidare dalla sorella.
E' una scena malinconicamente dolce, e per un secondo immagino che tutto questo sia un bizzarro sciocco incubo. Che non esista una figlia del Kishin, che la follia sia soltanto un doloroso ricordo e che siamo tutti a casa e al sicuro.
L'illusione però non dura a lungo. Svanisce, esplode, come la più fragile delle bolle di sapone. Mi riscuoto: non si può sognare ad occhi aperti durante una situazione simile.
-Ace! Shi! Che cosa facciamo adesso?!- domando, cercando di dissimulare il panico che trabocca dalla mia voce sottile.
La giovane Shinigami si guarda intorno, inutilmente. -Non saprei... ma restare qua è troppo rischioso. Mickey non si sente bene, inoltre dove c'è il fumo immagino ci sia anche il...-
-Cazzo.- Sono indispettita.
-Ma ti sembra il caso di dire una cosa del genere, idiota?!- borbotto. Ma Ace è troppo allucinato dalla vista di qualcosa alle mie spalle, ha gli occhi strabuzzati e un'espressione assurda.
-Cazzo!- ripete, con un tono troppo acuto. Mi volto, e capisco perchè.
Il fuoco, sì, lingue di fuoco d'un colore troppo vivo e terribile, divorano atroci la distanza che ci separa da loro, inghiottendo il tappeto e un tavolo e un lampadario rotto. Non ho mai visto nulla di tanto mastodontico, splendido, ipnotico e stupefacente. Sono affascinata ed inorridita nello stesso istante.
Oh, mio Dio.
Siamo morti, sono morta.
Pensieri molto limpidi e definiti, una scioccante consapevolezza accettata dall'isterica calma segreta del terrore.
E' finita. Finita.
-Adelle! Che diamine fai lì ferma?!- Una mano mi afferra saldamente il braccio e mi strattona con energia. Ace. Vengo trascinata, come un peso morto, mentre batto stolida le palpebre più volte.
Non capisco. Non riesco a capire niente. Solo una cosa mi è chiara: il fuoco si sta avvicinando, di più, sempre di più. E noi non siamo abbastanza veloci.
Moriremo, non abbiamo scampo. Morti. E' così semplice, elementare e tremendo.
Non voglio morire!
Ad un certo punto, in quel delirio, le loro voci.
-Ragazzi! Ehi...ehilà!-
-Ragazzi! Ehi, siete voi!-
-Siamo qui.-
Tre figure compaiono da una porta laterale, completamente imbrattate di nero. Sono...sono proprio loro!
I bellissimi capelli di Silver sono una matassa immensa e sudicia, impastati da una strana roba scura simile a melma, e i suoi occhi blu e sprizzanti vitalità risaltano come zaffiri splendenti sul viso nero. Jackson fa quasi ridere, ha la faccia...avete presente i conigli prima di venire investiti da un tram? Ecco. Aggiungeteci solo un quintale di cenere sulle guance. E Natasha, la sua fida benda ancora miracolosamente in testa -ma ridotta ad uno straccio incenerito a brandelli, per la precisione-, mantiene una certa dignitosa tranquillità come suo solito.
-Ohh, ragazzi! Dobbiamo correre! Il fuoco...- pigola Jackson debolmente, scosso da ansimi.
Il tuono che le fiamme emettono, prima di raddoppiare di volume ed avvolgere l'intera parete, coprono la sua voce. Qualcuno urla, impossibile capire chi.
-Ci inseguiranno! Vogliono...ucciderci...- bofonchia Jackson, mentre con un gesto ci invita a continuare a scappare.
-Ma dove vi eravate cacciati, voi tre?! E si può sapere di cosa stai parlando?!- esclama Shi risentita, ad alta voce, per sovrastare il frastuono in sottofondo.
Natasha lancia un'occhiata gelida a Silver, che sostiene il suo sguardo orgogliosamente.
-E' una lunga storia.- si limita a ribattere inarcando le sopracciglia.
-Non è il momento di raccontarci favolette! Risparmiate il fiato!- urla Ace, svoltando un angolo. Ben presto veniamo seguiti da quelle fiamme furibonde, che devastano ogni cosa lambiscano.
Dietro di noi, un incubo nero e indistinguibile. Davanti a noi nemmeno una via d'uscita, ma solo labirintici corridoi.
Ho paura. Solo paura.
Voglio vivere. Voglio andare via.
Sono così stupida! Come posso pensare cosa tanto egoiste quando siamo qui tutti a rischiare la vita?!
Mi viene da piangere. Mi sento una bambina di otto anni, anzi, facciamo cinque.
-Non possiamo andare...andarcene così!- obbietta Shi, anche lei con il fiatone. -Cassian è ancora qui da qualche parte a combattere con Ran! E...Theodore?! Credete che si sia perso?!-
-Non li lasceremo qui.- annuisco spaventata. -Dobbiamo trovarli...-
-Facile a dirsi! Prima magari ci riuscivo, ma ora orientarsi è quasi impossibile.- grugnisce Ace. -Spiegami come faremo a trovare la sala dove si trovano!-
E' vero. Fra andata e fuga abbiamo cambiato corridoi e strade così tante volte che l'idea di risalire al punto di partenza tornando sui nostri passi è inconcepibile.
-Potrei cercare di vi...uff! Di visualizzare...le loro anime!- sbuffo, sfiancata dalla corsa. Un dolore sempre più intenso alle costole costringe il mio corpo a piegarsi in due, ma basta guardarmi rapidamente alle spalle per spingermi ad andare avanti, ancora e ancora.
-Buona idea!- approva Shi, stringendo i denti e proseguendo, con Mickey aggrappato ad un fianco.
-Voi! Non potete organizzare dei piani senza prima consultare la sottoscritta!- sbraita -chissà con che energia- Silver*Star, la chioma in condizioni pietose che sventola come una bandiera al vento mentre trotta come un cavallino (inizio a chiedermi se non sono forse io l'unica crodia a fare fatica. Uffa, è ingiusto).
-Taci.- taglia corto Ace laconicamente.
-Come faccio a chiudere gli occhi mentre corro?!- domando esasperata. L'idea di sconcentrarmi anche solo per un momento, le conseguenze che potrebbero esserci...Dio, non voglio nemmeno pensarci.
-Dobbiamo spegnere questo dannato fuoco. Possibile che gli estintori siano sempre ovunque, tranne dove servono?!- protesta Ace, la fronte imperlata di sudore.
-Non è un...fuoco normale...- mormora Jackson, distrutto (ahah, non sono solo io a soffrire! Confortante!).
-Non abbiamo tempo! Sapete come spegnerlo?!-
Scuote la testa, desolato. -Proprio no.-
-Allora... che si fa?- chiedo. Ho i piedi a pezzi, la gola in fiamme e la milza sanguinante come minimo. Per non parlare questo senso di assoluta impotenza... il momento peggiore della mia vita.
-Oddio. Boh.- esplode Shi, sull'orlo di una crisi, gli occhi azzurri appena lucidi. Stringe più forte a sè il suo gemello, come fosse l'ultima volta.
No! No. Non possiamo arrenderci. Non ci arrenderemo. E' escluso.
Crollo a terra. Le mie gambe cedono, contro la mia volontà. Il mio corpo non risponde, lacerato dalla fatica, allo stremo delle sue deboli forze.
-Adelle!-
-Addy!-
-Adelle, no!-
Ignoro tutto, ignoro tutti. Stringo gli occhi colmi di lacrime. Sto per morire.
Sto per morire.
Sono stanca. Voglio solo dormire. Una vampata improvvisa di bruciante calore sul volto...
Sento le mie braccia sollevarsi, in un ultimo disperato gesto, davanti a me.
-Basta! Vattene!-
Vattene, che sciocchezza. Ho detto vattene al fuoco. Che imbecille.
Silenzio. Silenzio.
Troppo silenzio.
Apro gli occhi, e le mie labbra si schiudono dall'incredulità.
Non può essere davvero successo.
E' assolutamente impossibile...eppure il fuoco è sparito.




E sono fiamme. Ed è dolore.
-Credi che non lo farò?-
D'improvviso la sua mente viene brutalmente violata da una forza irresistibile, estranea e troppo familiare. Dopo tutto questo tempo, la follia. Bentornata, pensa Theodore prima di crollare. Mani nivee e gelide lo sollevano in aria, e può solo agonizzare lì, sperando di morire al più presto. Tutto gira e scoppia. Tutto è sbagliato e fa paura, adesso. Non resisterà a lungo, lo sa, fragile marionetta fra le mani d'un imprevedibile burattinaio.
-Credi che non sia capace di farlo?-
Preme sempre di più contro ogni cellula della sua mente, decisa ad invaderla, contaminarla e distruggerla con il suo delizioso atroce veleno. Fa male, fa male, fa male. Brucia e sbrana e corrode, lacera e strappa e morde quella follia nera come il vuoto e rossa come il dolore. Impossibile immaginare di sopravvivere. Lui non vuole sopravvivere, vuole abbandonare quel corpo torturato a brandelli e morire in un sonno soave a leggero come la brezza primaverile.
Basta, ti prego, basta.
-Credi che provi qualche sciocco scrupolo nei tuoi confronti?-
Apre gli occhi, Theodore, l'anima sventrata d'ogni buonsenso: iridi di gretto splendido scarlatto, vivido e vero e abbagliante, rosso come nient'altro può esserlo incise nelle sue.
No, non prova scrupoli, Ran la distruttrice. La Ran che esiste solo nelle favole per spaventare i bambini non sa nemmeno cosa siano.
Ma la sua Ran odia tutto questo. Odia la follia, odia ciò che sta facendo. Si odia, in questo momento. E ciò convince il cuore stremato del ragazzo a battere ancora.
Finchè Ran -la sua, la sua, la sua, non quell'altra- avrà qualche speranza, varrà la pena combattere. Combattere contro i suoi incubi, i demoni e gli spettri del passato.
-Sei un umano, Theodore. I mostri trucidano gli umani, non lo sai?- cantilena dolcemente, facendo scivolare una mano lungo il suo petto e stracciandogli la maglia con le unghie acuminate.
La pelle di Theodore, ormai insensibile a qualsiasi sofferenza, si squarcia morbida e denso sangue scuro impregna la stoffa. Non è niente, niente, rispetto a ciò che gli sta divorando la testa.
-Non sei...un mostro.- Un bisbiglio spezzato, troppo esile per infrangere l'aria satura di sangue, viene sputato a fatica da labbra tumefatte.
-I mostri creano solo mostri. I Kishin sono mostri, e io sono pazza. Sii pazzo anche tu, salva questa sciocca misera vita che sto minacciando di sottrarti e innamorati d'una squartatrice.-
Lusinghe e parole e carezza che graffiano. Una proposta, un silenzio turbato solo da pensieri frenetici, e Theodore esita e si sente in colpa per averci anche solo riflettuto.
-Tu non sei un mostro, noi non siamo pazzi. E io - E' talmente vicino che, solo con un impercettibile movimento, Ran potrebbe sfiorargli appena la bocca -non posso amare una squartatrice.-
E Ran, la bambina delusa per avere perso l'occasione di giocare ad un gioco divertente, lo lascia cadere a terra. Arrabbiata. Infastidita. Imbronciata.
-Allora muori.-
-Stai continuando a ripeterlo, eppure sono ancora qui.- osserva lui, quasi divertito.
-Muori!-
Contro il muro. Dolore cieco, ancora dolore senza più significato. Gli strilli infuriati d'una ragazza pazza -pazza?- e tonfi sordi d'un corpo inerme.
-Il tuo comportamento infantile mi indispettisce ogniqualvolta mi capiti di incontrarti, cugina. Non c'è che dire, non hai nemmeno un'idea di cosa sia la buona educazione.- Cassian sospira, in piedi davanti alla soglia della Sala degli Specchi -ora Sala dei Detriti-, immancabilmente in nero e con la sua espressione boriosa ben stampata in volto. -O almeno, se devi dissanguare qualcuno, fallo con un po' d'eleganza.-
Ran sogghigna. -Ah, eccoti qui. Mi chiedevo quando saresti arrivato! Mi sei mancato, sai?! Tu, il mio dolce piccolo Cassy. Ci siamo tutti, ora.-
-Che la festa abbia inizio.- concorda il ragazzo, una strana luce in quegli occhi di pietra viola.
Theodore non sa cosa succederà. Qualcosa di epico, ragiona amaro, e terribile.






















Note dell'Autrice: Ehilà! ^-^ Ho cercato di allungare un pelo il capitolo. Credo non ce ne saranno ancora più di cinque, comunque...U.U
Come farò senza voi e i vostri commenti, ragazzi?! Come farò?! Povera me.
Va beh, questo capitolo non è proprio nulla di speciale. Spero non vi sia risultato troppo noioso, è che -visto che mentre scrivo ho in mente delle scene, delle immagini- ci tengo a non lasciare buchi nella narrazione ed essere precisa, non scrivere così tanto per fare.
Nel prossimo -se Dio vuole- Adelle e i suoi poteri entreranno in scena nel vero senso della parola!
Che ne dite? ^-^
Lucy

  
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