Mi ero trasferita in una città qualunque con i miei genitori,ovvero Mullingar.
Ero abituata a questi spostamenti,specialmente per il lavoro di mio padre.Rimasi cinque minuti sotto le coperte,il mio viso era illuminato da un filo di luce proveniente dalla finestra.Strizzai gli occhi e buttai a terra la coperta.
Mi alzai come al solito malvolentieri dando un pugno sulla sveglia ormai ammaccata.
Misi dei libri nello zaino e m'incamminai verso la scuola.
Sentivo in lontananza dei suoni,prodotti da..Una chitarra se non sbaglio.Come Ansel e Gretel,
li seguii a fondo,fino a quando non mi ritrovai davanti a duna casa abbandonata,da cui partiva una scala ripida e malandata.Attentamente salii.
I suoni erano sempre più vicini,fino a quando non sentii che qualcosa cadeva per le scale ripide e poco illuminate.D'istinto,urlai stringendomi al petto il blocchetto dei disegni.Notai una figura che passava vicino a me,fino a quando non sentii un "Ciao".
Guardai meglio,sporgendomi dall'altra parte.Era caduta la chitarra e si era rotta,poverino.
Era un ragazzo alto e con gli occhi azzurri,notai solo questo,fino a quando non andò via,osservando per bene i pezzi rimanenti della chitarra.
Arrivai a scuola.
Non conoscevo nessuno.Quindi non c'erano problemi se arrivavo in ritardo.
Lezione noiosa come al solito,la mia mente era da un'altra parte.Pensavo a quella chitarra.
Mi dispiaceva molto per lui,sapeva suonare davvero bene.Forse avrei potuto aggiustargliela.
Ma era davvero a pezzi,dopotutto era caduta da una scala alta e ripida.
Si vedeva che ci teneva alla chitarra,avevo stampato sul volto la tristezza.Avrei voluto intervenire,ma era impossibile.
Suonò la campanella e io ero ancora tra i miei pensieri.
Mandai un messaggio a mia madre "Mangio da un'amica,torno più tardi".Le avevo mentito,ormai ci ero abituata e sapevo benissimo che non dovevo farlo.Ma avevo bisogno di rivedere quel ragazzo,
mi girava nella testa da troppo tempo.