Mi ha preparato la colazione. È per qualcosa di particolare, o forse solo perché qui usa così. Tè caldo, con il latte ma senza zucchero. Pane con un sottile strato di burro; e sopra lo zucchero, questa volta. Dalla finestra entra una luce fredda che gioca sul piano di legno del tavolo ed oscilla al cadere delle foglie secche dell'albero davanti a casa. È così strano e desolato in un certo senso, l'ambiente qui fuori. Ma poi penso, è un desolato piacevole, che ti permette di riflettere, che non ti sovrasta e stordisce di sé, ma che ti lascia libero di essere. Forse è perchè è cresciuto qui che lui è così, che è così alto e tranquillo, e parla piano, perchè non deve urlare per essere ascoltato. È per questo che ha gli occhi così chiari, la pelle così pallida e luminosa; i capelli così rossi. Un po' il colore delle foglie, quei capelli. Glieli invidio tremendamente.