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Autore: GiovaneScrittrice    14/03/2012    2 recensioni
I miei occhi scrutrono il suo viso perfettamente curato nei minimi dettagli: le labbra piene leggermente socchiuse, la mascella cotratta, il naso leggermente all'insù, le lunghe ciglia e sotto di esse due pozze d'acqua fresca che mi inondarono il cuore e l'anima.
Tornai subito a cercare le sue labbra e le trovai in poco tempo, perfettamente compatibili con le mie.
La strinsi a me e riuscii persino a sentire il suo cuore tamburellare insistentemente sul mio petto.
Stava davvero battendo così forte per merito mio? Mi staccai e la guardai fissa negli occhi, senza alcuna paura.
''Sei tornata veramente per me?'', le chiesi.
Sophie fu costretta ad abbassare lo sguardo e si voltò, lasciandomi intravedere solo la sua schiena e i suoi lunghi capelli dorati.
''E' così difficile da credere Zayn? Si sono tornata per te, perchè mi sono accorta di aver sbagliato, di averti lasciato andare solo perchè era più semplice da sopportare..''
***
One-shoot su Sophie e Zayn, da ''Let her be your wonderwall''.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che questa breve storia è dedicata a Zayn e Sophie, alla loro storia e al loro passato.
Spero che vi piaccia, pèerchè non inserirò questo evento nella storia, ma sarà comunque collegato per farvi capire cosa accadrà la notte degli Oscar.  
Mi svegliai di soprassalto la mattina dopo, sdraiato nella parte giusta del letto sbagliato, con la persona sbagliata.
Sophie dormiva accanto a me e teneva la mano stretta alla mia, come faceva spesso quando dormivamo assieme.
Mi addolcii un pochino nel vederla dormire così beatamente, con un espressione seria sul volto minuto.
'La stai osservando troppo Malik..' urlò la mia mente, mentre le mie mani scivolarono silenziosamente sulla pelle liscia della ragazza accanto a me, disegnando strani cerchi invisibili.
Mille pensieri mi attraversarono la mente e molti di quelli erano rivolti a lei, alla ragazza che avevo lasciato sola proprio nel momento più bello della nostra relazione. Non potevo nemmeno pensare di averlo fatto, di averle spezzato il cuore in tantissimi pezzi, fregandomene e andando a letto con un'altra ragazza.
Ma l'avevo fatto e lei non era una ragazza qualcunque.
Avevo sofferto così tanto per lei, l'avevo amata, l'avevo odiata e ora mi ritrovavo nel suo letto.
Mi stiracchiai leggermente assonnato e lasciai la sua mano morbida per portare la mia tra i capelli scompigliati.
Con quel gesto la feci svegliare. ''Sei già sveglio? Di solito ci metti un secolo per aprire gli occhi la mattina'', mormorò con il suo inconfondibile e spesso irritante accento francese.
Mi alzai dal letto senza curarmi di essere visto come mamma mi ha fatto e presi la camicia che avevo gettato a terra la notte precedente, adagiandola un attimo dopo sulla mia pelle olivastra.
Feci lo stesso con l'intimo e i pantaloni, poi mi decisi a voltarmi per guardare Sophie in volto.
Sorrisi nel vederla vicina a me, inaspettatamente e pericolosamente vicina.
''Sono cambiato molto nel tempo'', dissi, rivolto alla domanda che mi aveva fatto pochi minuti prima.
La bionda fece una smorfia e quando la guardai meglio notai che era avvolta nel lenzuolo,  che le copriva solo una parte del corpo. Deglutii rumorosamente e mi avvicinai a lei, ammaliato da tanta bellezza.
Era impossibile resisterle.
Era impossibile non desiderarla, non guardarla, non bramarla..
E mi era impossibile togliergli gli occhi di dosso, ma questo non sembrava turbarla nemmeno un poco.
Se fosse stata Francesca sarebbe arrossita immediatamente vedendomi così preso dal suo corpo, ma Sophie non era quel tipo di ragazza e lo sapevo benissimo.
Con lei non esistevano regole e limiti, ma solo sesso, giochetti e passione.
Le accarezzai il braccio nudo e la sentii sospirare. Feci lo stesso anche con l'altro braccio e lei rimase immobile, pronta a subire qualsiasi tipo di tortura.
''Non reagisci, ti fai sottomettere così?'', sussurrai nuovamente al suo orecchio.
La bionda aprì gli occhi e li incatenò ai miei, facendomi letteralmente impazzire.
''Sono cambiata anche io nel tempo  Malik, per questo sono tornata da te..''.
Lo disse con un tono di voce così sincero, così dolce e senza alcun segno di cattiveria che fui costretto a sbattere le ciglia più volte per metterla meglio a fuoco e capire se si trattasse varemente della persona che credevo.
Si, Sophie Lambert per una volta nella sua vita aveva detto la verità e si era mostrata debole, senza paura che io potessi ferirla o prendermi gioco di lei.
Mi avvicinai ulteriormente, preso da quell'improvviso cambio di personalità, e portai entrambe le mani sul suo viso bollente. '' Ah si? -sussurrai, soffiandole aria calda sul viso- Dimostramelo allora, dimostrami che sei cambiata''.
Prima che potesse contraddirmi o fare una delle sue battutine pungenti la afferrai per i fianchi, facendo scontrare il suo petto contro il mio, poi la baciai come non avevo mai fatto prima.
Dovevo scaricare la rabbia che avevo in corpo, tutto l'amore che ero stato costretto a reprimere e tutta la frustrazione che provavo nel vederla così.. così diversa.
Sotto la luce mattutina notai che non assomigliava affato ad un diavolo tentatore, piuttosto ad un angelo.
Ma una parte del mio cuore che la conosceva bene mi costringeva a frenarmi, facendomi ragionare insieme al cervello.  Era ancora quella ragazza così cattiva da escogitare piani malefici per avermi? Era ancora quella ragazza debole che si abbandonava ai piaceri del sesso, dell'alcool e della droga per trovare una via d'uscita?
Sotto le mie braccia sentivo un corpo non più esile, bensì in carne, che fremeva  insieme al mio.
I miei occhi scrutrono il suo viso perfettamente curato nei minimi dettagli: le labbra piene leggermente socchiuse, la mascella cotratta, il naso leggermente all'insù, le lunghe ciglia e sotto di esse due pozze d'acqua fresca che mi inondarono il cuore e l'anima.
Tornai subito a cercare le sue labbra e le trovai in poco tempo, perfettamente compatibili con le mie.
La strinsi a me e riuscii persino a sentire il suo cuore tamburellare insistentemente sul mio petto.
Stava davvero battendo così forte per merito mio? Mi staccai e la guardai fissa negli occhi, senza alcuna paura.
''Sei tornata veramente per me?'', le chiesi.
Sophie fu costretta ad abbassare lo sguardo e si voltò, lasciandomi intravedere solo la sua schiena e i suoi lunghi capelli dorati. 
''E' così difficile da credere Zayn? Si sono tornata per te, perchè mi sono accorta di aver sbagliato, di averti lasciato andare solo perchè era più semplice da sopportare..''
La voce le tremava leggermente. Non l'avevo mai sentita così debole e il mio cuore perse un battito.
Che fosse tutta una messa in scena per apparire meglio ai miei occhi? Poteva essere davvero così spietata?
Mi avvicinai e poggiai una mano sulla sua spalla, accarezzando la pelle liscia che sotto il mio palmo scottava.
''Ti rendi conto di avermi sconvolto la vita Sophie? Sei arrivata proprio quando ero tornato ad essere felice e mi stai distruggendo di nuovo, pezzo dopo pezzo- mormorai mentre continuavo ad accarezzarla dolcemente- Guardami!''.
La feci voltare verso di me e me la ritrovai stretta tra le braccia, con le mani poggiate sul mio petto e gli occhi fissi nei miei.
''Lo capisci vero? Sei venuta nel momento sbagliato'',  mormorai con una nota di disperazione nella voce.
Lei abbassò lo sguardo e prese un respiro, poi tornò a guardarmi negli occhi.
Non riuscivo a credere che in due iridi così belle e piccole potessero esserci racchiusi così tanti segreti, così tante emozioni e così tanto dolore.
Avevo visto quella persona solo una volta nella mia vita e qualche giorno dopo l'avevo lasciata, scappando letteralmente da lei per rifugiarmi nell'unica cosa che mi era rimasta: la musica.
Non ero abituato a vederla così fragile, così sincera e così disperatamente bella sia fuori che dentro.
Sapevo che sarebbe durato ben poco quel comportamento e decisi di godermelo, lasciando da parte il rancore.
Prima che potesse anche solo emettere un suono le presi nuovamente il viso tra le mani e la baciai, assaporando le sue labbra come se non le conoscessi abbastanza, come se quella dovesse essere l'ultima volta.
Lei si lasciò andare immediatamente e si arpionò al mio collo, facendo cadere a terra il lenzuolo che la avvolgeva.
Rimase nuda sotto il mio tocco, senza alcuna vergogna ed inibizione.
Quante volte avevo visto il suo corpo? Sinceramente avevo perso il conto.
Ma ogni volta che la vedevo nuda anche sotto la luce fioca della luna mi sembrava più bella.
Le accarezzai la schiena nuda, costringendola ad inarcare il petto nella mia direzione.
Senza smettere di baciarla la trascinai silenziosamente verso il letto e la feci stendere, ammirando il suo corpo ancora una volta, prima di puntellarmi sulle mani e stendermi sopra di lei.
Lasciai che mi togliesse nuovamente i vestiti con una lentezza quasi disarmante e rimasi nuovamente nudo insieme a lei. 
''Zayn'', mormorò, distogliendomi dalle sue labbra.
Alzai lo sguardo per poggiarlo sul suo viso e attesi che continuasse a parlare, curioso di sapere cosa volesse.
''Vuoi venire veramente con me questa sera?'', chiese con voce rotta dall'emozione.
Quella domanda mi spiazzò completamente, lasciandomi senza parole.
Volevo veramente accompagnarla sul tappeto rosso? Oppure se me l'avesse concesso avrei preferito fuggire e tornare da Francesca?   
Come un flash mi balenò in mente il volto della ragazza che dicevo di amare in lacrime, tra le braccia del mio migliore amico.  Riuscii ad immaginarmi i suoi occhi color cioccolato inondati di lacrime, il suo corpo stretto tra le braccia del ragazzo che la amava veramente e riuscii persino ad immaginarmi il viso di Niall, contratto in una smorfia di rabbia e dolore..
Scrollai quelle immagini dalla mia mente e tornai a guardare la ragazza sotto di me, in cerca di qualche segno che mi avesse convinto a rimanere. Trovai tante emozioni nelle sue iridi azzurre, così tante da travolgermi.
Non avrei mai capito realmente cosa cazzo voleva il mio cervello e cosa invece avrebbe fatto il cuore.
Non avrei mai fatto esattamente la cosa giusta da fare, perchè in ogni caso avrei ferito qualcuno e addirittura me stesso. 
Azzerai i pensieri, le paure, la rabbia nei miei confronti, l'amore stesso e tutto ciò che provavo.
Avvicinai semplicemente le mie labbra a quelle di lei e mi ci aggrappai come fosse l'unica ancora di salvezza.
La sentii sorridere sotto il mio tocco bollente e sorrisi insieme a lei, improvvisamente libero di ogni peso.
''Sono così felice di vederti Zayn''
La voce stridula della madre di Sophie mi fece venire il voltastomaco e fui costretto ad appogiarmi al muro per non scappare o addirittura cadere a terra.
Iniziai a tremare, come mi succedeva ogni volta che quella donna si avvicinava o semplicemente mi si parava davanti.  
La madre di Sophie, Meredith, era una donna bellissima che aveva appena raggiunto la mezza età.
Era la donna più ambita di Hollywood, la stella del cinema che persisteva da tantissimi anni.
Ma nessuno la conosceva veramente: era un mistero per tutti, come lo era stata sua figlia per me.
Ammirandola notai quanto fosse simile a sua figlia: avevano gli stessi occhi ghiacciati, gli stessi lineamenti delicati e lo stesso portamento. A differenza però che i capelli della donna erano di un colore quasi ossigenato.
''Sei pronta per questa sera piccola mia?'', chiese rivolta a sua figlia, squadrandola da capo a piedi per vedere se avesse qualcosa che non andava.
Sophie mi strinse istintivamente la mano, aggrappandosi  con tutto il peso al mio braccio.
Mi voltai per guardarla in volto e solo in quel momento notai quanto fosse agitata, spaventata e quasi terrorizzata.
Cosa ne era stato della terribile ragazza dallo sguardo ghiacciato? Mi meravigliavo ancora nel vederla così debole, così insicura e così diversa ai miei occhi, che la riscoprivano per la seconda volta.
Automaticamente la strinsi a me, poggiando una mano sulla sua schiena e le feci forza, sostenendola anche con lo sguardo. La donna intanto spostò lo sguardo su di me, squadrandomi.
Ero abituato a ricevere attenzioni, dato il mio lavoro, ma lo sguardo penetrante di quella donna mi mise in soggezione.   
''Sono prontissima, andiamo'', rispose Sophie dopo qualche minuto di silenzio.
La donna sorrise, mostrando la lunga fila di denti perfetti e poi tornò seria, mentre con passo aggraziato si dirigeva verso l'uscita della grande casa.
Quando finalmente rimanemmo da soli Sophie si rilassò ed allentò la presa sulla mia mano,  senza lasciarla del tutto.
Mentre camminavamo la ammirai silenziosamente: portava un lungo vestito azzurro che le fasciava la vita, lasciando intravedere bene le sue curve. I capelli erano studiosamente legati in una treccia che ricadeva sulla sua spalla e grazie ai tacchi era leggermente più alta del solito.
Quando fummo arrivati davanti alla macchina la feci salire, poi salii anche io e chiusi la portiera, consapevole che non sarei più potuto tornare indietro.
Per tutto il viaggio rimasi incantato dalle luci che scorrevano furiose e creavano strani giochi tra loro, catturandomi completamente.  Fui interrotto solo quando Sophie mi strinse la mano e mi fece tornare alla normalità. Mi voltai per guardarla e la trovai sorridente, pronta a scendere dall'auto.
Le sorrisi, cercando di apparire meno nervoso possibile e scesi con lei.
Fui subito avvolto da migliaia, se non milioni di flash accecanti.
Il tappeto rosso era così lungo da farmi venire le vertigini, non c'erano fan urlanti che gridavano il mio nome e non c'erano nemmeno i ragazzi a sostenermi.
Ero solo insieme ad una ragazza di cui non  mi ero mai fidato veramente e alla donna più falsa che avessi mai visto sulla faccia della terra, circondato da gente che sembrava avere tutta la stessa espressione sul viso.
Mentre camminavo silenziosamente sul tappeto notai molti attori famosi che conoscevo e per poco non mi venne un infarto quando Megan Fox mi sorrise.
''Smettila di sbavare, oppure sporcherai tutto il completo di Armani con la saliva'', mormorò Sophie, con voce divertita. 
Mi voltai verso di lei e una volta messa a fuoco notai che sghignazzava e teneva la mano libera sulla bocca, per non fare brutte figure. Le diedi un piccolo pizzicotto sul naso e risi con lei della mia stupidità.
In fondo nonostante mi sentissi vuoto quella serata non era iniziata proprio male.. Almeno finchè non si avvicinò un uomo armato di microfono e telecamera ed iniziò ad intervistarci.
Mi fecero così tante domande che non ebbi nemmeno il tempo di rispondere.
Nemmeno il mio cervello era riuscito a porsi così tanti connubbi in così poco tempo, ma quell'uomo sembrava non volersi arrendere.
Mi chiese perchè non ero lì con gli altri ragazzi della band, perchè non ero insieme alla ragazza con cui mi avevano ripreso parecchie volte, perchè.. perchè..
Sophie ad un tratto lasciò la mia mano per dirigersi verso una coppia di persone che conosceva e mi lasciò da solo ad affrontare la cruda realtà. Cosa avrebbero visto le persone a casa?
Un perfetto idiota vestito  firmato dalla testa ai piedi che aveva perso la testa per la persona sbagliata e si ritrovava da solo davanti alla telecamera e davanti a milioni di spettatori.
Mi ricomposi e decisi che se avrei dovuto fare la mia figura, tanto valeva farla come si deve.
Iniziai a parlare di una situazione che non mi apparteneva, di un Zayn che non ero io.
Il giornalista sembrava entusiasta della mia performance e dopo qualche altra domanda mi lasciò andare, permettendomi finalmente di tornare a respirare.
''Nemmeno io sono mai riuscita a recitare così bene, complimenti..''
La voce inconfondibile di Meredith, la madre di Sophie, mi fece sobbalzare.
Mi voltai verso di lei, ancora leggermente stordito ed incontrai i suoi occhi indagatori.
Era bella da mozzare il fiato anche lei, nonostante i suoi quasi cinquant'anni..
Notai che aveva un sorrisetto compiaciuto sulle labbra fine e mi chiesi cosa pensasse quella donna enigmatica su di me, il ragazzo che aveva letteralmente sconvolto la vita di sua figlia e che sel'era lasciata sconvolgere.
Mi dissi che nemmeno lei conosceva bene sua figlia, perchè non c'era mai stata per lei e lo sapevo bene.
''Non capisco cosa vuole dire con questo'', risposi infine, lasciando cadere entrambe le braccia sui miei fianchi.
La donna rise, rise in un modo così sfacciato e finto da farmi venire la pelle d'oca.
''Dai, si legge lontano un miglio quanto tu stia fingendo tutto questo- disse avvicinandosi a me- Sarò leggermente vecchia, ma so ancora leggere una persona. Questo non è affatto il tuo posto, si vede quanto tu sia nervoso e spaesato. Perchè sei qui?''
L'improvviso interesse di quella donna mi fece venire il voltastomaco e cercai di trattenermi.
La testa mi girava, gli occhi erano stanchi di tutta quella luce che li accecava e nonostante avessi guardato ovunque non riuscivo a trovare Sophie da nessuna parte.
Respirai a fondo. ''Perchè sua figlia mel'ha chiesto'', fu l'unica risposta che riuscii a trovare.
La donna affilò lo sguardo e si avvicinò ancora a me, senza però smettere di sorridere per le telecamere.
''Ed'è veramente ciò che vuoi?'', mi chiese.
Era la seconda volta che qualcuno mi poneva quella domanda e mi chiesi se percaso avessi scritto in faccia: Non voglio essere qui.
Evidentemente avevo una faccia talmente spaventata, persa e triste che tutti lo avevano notato.
Scrollai il viso dolce di Sophie che quella mattina mi aveva letteralmente stregato e sospirai.
''No. La verità è che vorrei stare con i miei amici a bere una birra, farmi quattro risate e divertirmi'', risposi tranquillamente, abbassando lo sguardo per fissare un punto indefinito sul tappeto.
La mano di Meredith sulla mia spalla mi fece rabbrividire a tal punto da essere costretto ad alzare lo sguardo.
Mi stava fissando con i suoi occhioni azzurri e mi chiesi se avesse voluto continuare a lungo, in quel caso sarei stramazzato al suolo in poco tempo.
''Allora non dovresti essere qui. Non dovresti illudere mia figlia di qualcosa che non vi porterà da nessuna parte, dovresti stare lontano da questo posto'', disse allontanandosi.
La verità mi colpì in faccia come uno schiaffo, facendomi sentire un perfetto idiota.
Io tra quella gente non c'entravo nulla, non ero me stesso se non c'erano con me anche gli altri ragazzi.
Sophie non poteva conoscere il ragazzo che ero diventato grazie ad Harry, Niall, Liam e Louis..
Non mi aveva mai conosciuto veramente e l'unica che ne aveva la colpa era lei stessa.
Senza nemmeno rispondere a Meredith iniziai a camminare a ritroso, stanco di tutto quel rumore, tutta quella gente e tutta quella luce che mi stava dando alla testa.
Camminai finchè qualcuno non mi bloccò e fui costretto a voltarmi.
Sophie mi guardava allarmata, nei suoi occhi leggevo non solo la paura ma anche la rabbia.
''Stai scappando?'', chiese con voce rotta.
Abbassai lo sguardo incapace di reggere il suo e le strinsi la mano per cercare di rassicurarla.
''Questo non è il mio posto, il mio posto è insieme ai ragazzi, lonotano da qua'', dissi alzando lo sguardo.
Lessi sul suo volto una miriade di emozioni in contrasto tra loro e mi aspettai che sfuriasse, invece sciolse semplicemente le nostre mani e sorrise amaramente.
''Sei cambiato veramente''
Sorrisi, fiero di sentirmi dire quelle parole proprio da lei.
''Si e non mi dispiace affatto. Non posso tornare al passato, ora devo andare avanti..''
L'avevo capito solo in quel momento e non mi ero mai sentito meglio.
La ragazza fece una smorfia di dolore e incrociò le braccia intorno al petto.
''E io sarei solo il tuo passato quindi''
Non era una domanda, era una constatazione.
''Un bellissimo e complicatissimo passato. Mi dispiace, ma devo solo guardare al futuro''
Mi avvicinai a lei e le bloccai entrambe le braccia, per darle un leggero bacio sulle labbra piene, poi cominciai a correre dalla parte opposta dalla quale ero venuto.
Ultimamente correvo spesso - pensai tra me- Ma era un momento veramente strano e sembrava che la mia vita avesse preso il via verso una strada complicata, tortuosa e senza ritorno.
Corsi per tutta Los Angeles, liberandomi durante il tragitto della giacca e della cravatta che mi impedivano di respirare.
Arrivai all'aereoporto con il fiatone e salii sul primo aereo che portava a San Diego, consapevole che i ragazzi erano arrivatì lì quel pomeriggio con il pullman.
Nella mia mente vorticavano le immagini dell'ultima volta che avevo visto Francesca e di ciò che aveva detto Niall prima di lasciarmi solo.
''Ricordati che noi ci saremo sempre per te Zayn, qualsiasi cosa accada.. Ma lei non ci sarà per sempre ed io non posso fare nulla per fermarla, l'unica persona che può aggiustare le cose sei tu''
Quelle parole mi rimbombarono nella testa per tutto il tragitto, finchè le luci di San Diego non mi svegliarono e fui costretto ad allacciarmi le cinture di sicurezza.
Quando scesi non c'era nessuno ad aspettarmi e mi sentii più solo che mai, ma non mi arresi e continuai a camminare imperterrito. 
Non avevo idea di dove fosse l'albergo, ma con qualche aiuto riuscii a trovarlo.
Per fortuna c'era ancora qualche fan davanti all'hotel e vedendo una folla riuscii a intuire che doveva essere quello.
Scesi dal taxi quasi di corsa e lottando per non farmi soffermare troppo dalle fan finalmente riuscii ad arrivare alla reception, dove stranamente trovai Niall e Liam seduti sui divani.
Mi sbracciai per farmi notare e quando finalmente Liam si voltò per poco non scoppiai in lacrime.
Mi erano mancati ed eravamo stati lontani solo una giornata, mi erano mancati più dell'acqua dopo una settimana nel deserto.
Camminai velocemente fino a raggiungerlo e prima che potesse dire qualcosa lo abbracciai, beandomi del profumo che emanava e del calore che mi trasmetteva.
''Mi dispiace - mormorai mentre le lacrime scendevano amare sulle mie guance- Mi dispiace di essere stato un completo coglione''.
Alzai il volto e mi asciugai le lacrime immediatamente, per paura di essere visto da qualcuno.
Niall intanto si era avvicinato e mi guardava senza dire nulla.
Potevo leggere nei suoi occhi ogni piccola emozione e il mio cuore prese nuovamente a battere quando notai che non era disprezzato dalla mia presenza, anzi, sembrava sollevato che fossi lì.
Mi staccai da Liam- ancora visibilmente shockato- e mi avvicinai a Niall, abbracciandolo subito senza bisogno che lui me lo chiedesse.
''Finalmente sei tornato!''
La voce squillante di Louis mi arrivò dritta fino al cervello ed ancora prima che potessi dire qualcosa mi ritrovai stritolato da quattro paia di braccia forti che mi sollevarono e mi fecero ridere.
Risi come non avevo mai fatto prima d'allora, risi perchè mi ero finalmente liberato di un peso e avevo ritrovato me stesso. 
Quando finalmente riuscii a respirare di nuovo Niall fu il primo che mi guardò in volto.
Avevano una luce strana i suoi occhi e mi chiesi cosa fosse successo in quella giornata così strana per me.
''Lei è di sopra'', disse mostrandomi le scale.
Scossi la testa amareggiato e sorrisi.
Per una volta volevo lasciare da parte l'amore e stare con loro, con la ragione di ogni mio sorriso.
''Perchè non andiamo a berci una birra?'', chiesi, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Certo, lo era, ma per cinque ragazzi come noi non era così difficile.
Non potevamo passare inosservati e divertirci come avrebbero fatto cinque adolescenti normali, ma qualcosa mi disse che quella sera sarebbe stata un'eccezione.
Liam mi strinse per un braccio, Harry si trascinò dietro un Louis lagnante e capriccioso e Niall mi soprese di nuovo, avvicinandosi a me come se non fosse accaduto niente.
Mi strinse il braccio e insieme iniziammo a camminare per le vie di San Diego, sfuggendo per una volta alla nostra vita per tornare più piccoli.. 
Solo per una sera, ma fu la sera più bella della mia vita.

 

                              The right side of the wrong bed.

 

 

 

Premetto che questa storia è dedicata a Sophie e Zayn, a ciò che accade la sera degli Oscar.

L'ho scritta come One-shot perchè non inferisce molto sulla storia e perchè il prossimo capitolo della storia sarà dedicato a Harry e Louis, ma anche a Francesca ovviamente.

Quindi scrivere questa storia servirà a voi per capire come andranno le cose, come è in realtà Sophie e cosa prova Zayn. Spero vi piaccia, baci.

                       





Mi svegliai di soprassalto la mattina dopo, sdraiato nella parte giusta del letto sbagliato, con la persona sbagliata.

Sophie dormiva accanto a me e teneva la mano stretta alla mia, come faceva spesso quando dormivamo assieme.

Mi addolcii un pochino nel vederla dormire così beatamente, con un espressione seria sul volto minuto.

'La stai osservando troppo Malik..' urlò la mia mente, mentre le mie mani scivolarono silenziosamente sulla pelle liscia della ragazza accanto a me, disegnando strani cerchi invisibili.

Mille pensieri mi attraversarono la mente e molti di quelli erano rivolti a lei, alla ragazza che avevo lasciato sola proprio nel momento più bello della nostra relazione. Non potevo nemmeno pensare di averlo fatto, di averle spezzato il cuore in tantissimi pezzi, fregandomene e andando a letto con un'altra ragazza.

Ma l'avevo fatto e lei non era una ragazza qualcunque.

Avevo sofferto così tanto per lei, l'avevo amata, l'avevo odiata e ora mi ritrovavo nel suo letto.

Mi stiracchiai leggermente assonnato e lasciai la sua mano morbida per portare la mia tra i capelli scompigliati.

Con quel gesto la feci svegliare. ''Sei già sveglio? Di solito ci metti un secolo per aprire gli occhi la mattina'', mormorò con il suo inconfondibile e spesso irritante accento francese.

Mi alzai dal letto senza curarmi di essere visto come mamma mi ha fatto e presi la camicia che avevo gettato a terra la notte precedente, adagiandola un attimo dopo sulla mia pelle olivastra.

Feci lo stesso con l'intimo e i pantaloni, poi mi decisi a voltarmi per guardare Sophie in volto.

Sorrisi nel vederla vicina a me, inaspettatamente e pericolosamente vicina.

''Sono cambiato molto nel tempo'', dissi, rivolto alla domanda che mi aveva fatto pochi minuti prima.

La bionda fece una smorfia e quando la guardai meglio notai che era avvolta nel lenzuolo,  che le copriva solo una parte del corpo. Deglutii rumorosamente e mi avvicinai a lei, ammaliato da tanta bellezza.

Era impossibile resisterle.

Era impossibile non desiderarla, non guardarla, non bramarla..

E mi era impossibile togliergli gli occhi di dosso, ma questo non sembrava turbarla nemmeno un poco.

Se fosse stata Francesca sarebbe arrossita immediatamente vedendomi così preso dal suo corpo, ma Sophie non era quel tipo di ragazza e lo sapevo benissimo.

Con lei non esistevano regole e limiti, ma solo sesso, giochetti e passione.

Le accarezzai il braccio nudo e la sentii sospirare. Feci lo stesso anche con l'altro braccio e lei rimase immobile, pronta a subire qualsiasi tipo di tortura.

''Non reagisci, ti fai sottomettere così?'', sussurrai nuovamente al suo orecchio.

La bionda aprì gli occhi e li incatenò ai miei, facendomi letteralmente impazzire.

''Sono cambiata anche io nel tempo  Malik, per questo sono tornata da te..''.

Lo disse con un tono di voce così sincero, così dolce e senza alcun segno di cattiveria che fui costretto a sbattere le ciglia più volte per metterla meglio a fuoco e capire se si trattasse varemente della persona che credevo.

Si, Sophie Lambert per una volta nella sua vita aveva detto la verità e si era mostrata debole, senza paura che io potessi ferirla o prendermi gioco di lei.

Mi avvicinai ulteriormente, preso da quell'improvviso cambio di personalità, e portai entrambe le mani sul suo viso bollente. '' Ah si? -sussurrai, soffiandole aria calda sul viso- Dimostramelo allora, dimostrami che sei cambiata''.

Prima che potesse contraddirmi o fare una delle sue battutine pungenti la afferrai per i fianchi, facendo scontrare il suo petto contro il mio, poi la baciai come non avevo mai fatto prima.

Dovevo scaricare la rabbia che avevo in corpo, tutto l'amore che ero stato costretto a reprimere e tutta la frustrazione che provavo nel vederla così.. così diversa.

Sotto la luce mattutina notai che non assomigliava affato ad un diavolo tentatore, piuttosto ad un angelo.

Ma una parte del mio cuore che la conosceva bene mi costringeva a frenarmi, facendomi ragionare insieme al cervello.  Era ancora quella ragazza così cattiva da escogitare piani malefici per avermi? Era ancora quella ragazza debole che si abbandonava ai piaceri del sesso, dell'alcool e della droga per trovare una via d'uscita?

Sotto le mie braccia sentivo un corpo non più esile, bensì in carne, che fremeva  insieme al mio.

I miei occhi scrutrono il suo viso perfettamente curato nei minimi dettagli: le labbra piene leggermente socchiuse, la mascella cotratta, il naso leggermente all'insù, le lunghe ciglia e sotto di esse due pozze d'acqua fresca che mi inondarono il cuore e l'anima.

Tornai subito a cercare le sue labbra e le trovai in poco tempo, perfettamente compatibili con le mie.

La strinsi a me e riuscii persino a sentire il suo cuore tamburellare insistentemente sul mio petto.

Stava davvero battendo così forte per merito mio? Mi staccai e la guardai fissa negli occhi, senza alcuna paura.

''Sei tornata veramente per me?'', le chiesi.

Sophie fu costretta ad abbassare lo sguardo e si voltò, lasciandomi intravedere solo la sua schiena e i suoi lunghi capelli dorati. 

''E' così difficile da credere Zayn? Si sono tornata per te, perchè mi sono accorta di aver sbagliato, di averti lasciato andare solo perchè era più semplice da sopportare..''

La voce le tremava leggermente. Non l'avevo mai sentita così debole e il mio cuore perse un battito.

Che fosse tutta una messa in scena per apparire meglio ai miei occhi? Poteva essere davvero così spietata?

Mi avvicinai e poggiai una mano sulla sua spalla, accarezzando la pelle liscia che sotto il mio palmo scottava.

''Ti rendi conto di avermi sconvolto la vita Sophie? Sei arrivata proprio quando ero tornato ad essere felice e mi stai distruggendo di nuovo, pezzo dopo pezzo- mormorai mentre continuavo ad accarezzarla dolcemente- Guardami!''.

La feci voltare verso di me e me la ritrovai stretta tra le braccia, con le mani poggiate sul mio petto e gli occhi fissi nei miei.

''Lo capisci vero? Sei venuta nel momento sbagliato'',  mormorai con una nota di disperazione nella voce.

Lei abbassò lo sguardo e prese un respiro, poi tornò a guardarmi negli occhi.

Non riuscivo a credere che in due iridi così belle e piccole potessero esserci racchiusi così tanti segreti, così tante emozioni e così tanto dolore.

Avevo visto quella persona solo una volta nella mia vita e qualche giorno dopo l'avevo lasciata, scappando letteralmente da lei per rifugiarmi nell'unica cosa che mi era rimasta: la musica.

Non ero abituato a vederla così fragile, così sincera e così disperatamente bella sia fuori che dentro.

Sapevo che sarebbe durato ben poco quel comportamento e decisi di godermelo, lasciando da parte il rancore.

Prima che potesse anche solo emettere un suono le presi nuovamente il viso tra le mani e la baciai, assaporando le sue labbra come se non le conoscessi abbastanza, come se quella dovesse essere l'ultima volta.

Lei si lasciò andare immediatamente e si arpionò al mio collo, facendo cadere a terra il lenzuolo che la avvolgeva.

Rimase nuda sotto il mio tocco, senza alcuna vergogna ed inibizione.

Quante volte avevo visto il suo corpo? Sinceramente avevo perso il conto.

Ma ogni volta che la vedevo nuda anche sotto la luce fioca della luna mi sembrava più bella.

Le accarezzai la schiena nuda, costringendola ad inarcare il petto nella mia direzione.

Senza smettere di baciarla la trascinai silenziosamente verso il letto e la feci stendere, ammirando il suo corpo ancora una volta, prima di puntellarmi sulle mani e stendermi sopra di lei.

Lasciai che mi togliesse nuovamente i vestiti con una lentezza quasi disarmante e rimasi nuovamente nudo insieme a lei. 

''Zayn'', mormorò, distogliendomi dalle sue labbra.

Alzai lo sguardo per poggiarlo sul suo viso e attesi che continuasse a parlare, curioso di sapere cosa volesse.

''Vuoi venire veramente con me questa sera?'', chiese con voce rotta dall'emozione.

Quella domanda mi spiazzò completamente, lasciandomi senza parole.

Volevo veramente accompagnarla sul tappeto rosso? Oppure se me l'avesse concesso avrei preferito fuggire e tornare da Francesca?   

Come un flash mi balenò in mente il volto della ragazza che dicevo di amare in lacrime, tra le braccia del mio migliore amico.  Riuscii ad immaginarmi i suoi occhi color cioccolato inondati di lacrime, il suo corpo stretto tra le braccia del ragazzo che la amava veramente e riuscii persino ad immaginarmi il viso di Niall, contratto in una smorfia di rabbia e dolore..

Scrollai quelle immagini dalla mia mente e tornai a guardare la ragazza sotto di me, in cerca di qualche segno che mi avesse convinto a rimanere. Trovai tante emozioni nelle sue iridi azzurre, così tante da travolgermi.

Non avrei mai capito realmente cosa cazzo voleva il mio cervello e cosa invece avrebbe fatto il cuore.

Non avrei mai fatto esattamente la cosa giusta da fare, perchè in ogni caso avrei ferito qualcuno e addirittura me stesso. 

Azzerai i pensieri, le paure, la rabbia nei miei confronti, l'amore stesso e tutto ciò che provavo.

Avvicinai semplicemente le mie labbra a quelle di lei e mi ci aggrappai come fosse l'unica ancora di salvezza.

La sentii sorridere sotto il mio tocco bollente e sorrisi insieme a lei, improvvisamente libero di ogni peso.








''Sono così felice di vederti Zayn''

La voce stridula della madre di Sophie mi fece venire il voltastomaco e fui costretto ad appogiarmi al muro per non scappare o addirittura cadere a terra.

Iniziai a tremare, come mi succedeva ogni volta che quella donna si avvicinava o semplicemente mi si parava davanti.  

La madre di Sophie, Meredith, era una donna bellissima che aveva appena raggiunto la mezza età.

Era la donna più ambita di Hollywood, la stella del cinema che persisteva da tantissimi anni.

Ma nessuno la conosceva veramente: era un mistero per tutti, come lo era stata sua figlia per me.

Ammirandola notai quanto fosse simile a sua figlia: avevano gli stessi occhi ghiacciati, gli stessi lineamenti delicati e lo stesso portamento. A differenza però che i capelli della donna erano di un colore quasi ossigenato.

''Sei pronta per questa sera piccola mia?'', chiese rivolta a sua figlia, squadrandola da capo a piedi per vedere se avesse qualcosa che non andava.

Sophie mi strinse istintivamente la mano, aggrappandosi  con tutto il peso al mio braccio.

Mi voltai per guardarla in volto e solo in quel momento notai quanto fosse agitata, spaventata e quasi terrorizzata.

Cosa ne era stato della terribile ragazza dallo sguardo ghiacciato? Mi meravigliavo ancora nel vederla così debole, così insicura e così diversa ai miei occhi, che la riscoprivano per la seconda volta.

Automaticamente la strinsi a me, poggiando una mano sulla sua schiena e le feci forza, sostenendola anche con lo sguardo. La donna intanto spostò lo sguardo su di me, squadrandomi.

Ero abituato a ricevere attenzioni, dato il mio lavoro, ma lo sguardo penetrante di quella donna mi mise in soggezione.   

''Sono prontissima, andiamo'', rispose Sophie dopo qualche minuto di silenzio.

La donna sorrise, mostrando la lunga fila di denti perfetti e poi tornò seria, mentre con passo aggraziato si dirigeva verso l'uscita della grande casa.

Quando finalmente rimanemmo da soli Sophie si rilassò ed allentò la presa sulla mia mano,  senza lasciarla del tutto.

Mentre camminavamo la ammirai silenziosamente: portava un lungo vestito azzurro che le fasciava la vita, lasciando intravedere bene le sue curve. I capelli erano studiosamente legati in una treccia che ricadeva sulla sua spalla e grazie ai tacchi era leggermente più alta del solito.

Quando fummo arrivati davanti alla macchina la feci salire, poi salii anche io e chiusi la portiera, consapevole che non sarei più potuto tornare indietro.

Per tutto il viaggio rimasi incantato dalle luci che scorrevano furiose e creavano strani giochi tra loro, catturandomi completamente.  Fui interrotto solo quando Sophie mi strinse la mano e mi fece tornare alla normalità. Mi voltai per guardarla e la trovai sorridente, pronta a scendere dall'auto.

Le sorrisi, cercando di apparire meno nervoso possibile e scesi con lei.

Fui subito avvolto da migliaia, se non milioni di flash accecanti.

Il tappeto rosso era così lungo da farmi venire le vertigini, non c'erano fan urlanti che gridavano il mio nome e non c'erano nemmeno i ragazzi a sostenermi.

Ero solo insieme ad una ragazza di cui non  mi ero mai fidato veramente e alla donna più falsa che avessi mai visto sulla faccia della terra, circondato da gente che sembrava avere tutta la stessa espressione sul viso.

Mentre camminavo silenziosamente sul tappeto notai molti attori famosi che conoscevo e per poco non mi venne un infarto quando Megan Fox mi sorrise.

''Smettila di sbavare, oppure sporcherai tutto il completo di Armani con la saliva'', mormorò Sophie, con voce divertita. 

Mi voltai verso di lei e una volta messa a fuoco notai che sghignazzava e teneva la mano libera sulla bocca, per non fare brutte figure. Le diedi un piccolo pizzicotto sul naso e risi con lei della mia stupidità.

In fondo nonostante mi sentissi vuoto quella serata non era iniziata proprio male.. Almeno finchè non si avvicinò un uomo armato di microfono e telecamera ed iniziò ad intervistarci.

Mi fecero così tante domande che non ebbi nemmeno il tempo di rispondere.

Nemmeno il mio cervello era riuscito a porsi così tanti connubbi in così poco tempo, ma quell'uomo sembrava non volersi arrendere.

Mi chiese perchè non ero lì con gli altri ragazzi della band, perchè non ero insieme alla ragazza con cui mi avevano ripreso parecchie volte, perchè.. perchè..

Sophie ad un tratto lasciò la mia mano per dirigersi verso una coppia di persone che conosceva e mi lasciò da solo ad affrontare la cruda realtà. Cosa avrebbero visto le persone a casa?

Un perfetto idiota vestito  firmato dalla testa ai piedi che aveva perso la testa per la persona sbagliata e si ritrovava da solo davanti alla telecamera e davanti a milioni di spettatori.

Mi ricomposi e decisi che se avrei dovuto fare la mia figura, tanto valeva farla come si deve.

Iniziai a parlare di una situazione che non mi apparteneva, di un Zayn che non ero io.

Il giornalista sembrava entusiasta della mia performance e dopo qualche altra domanda mi lasciò andare, permettendomi finalmente di tornare a respirare.

''Nemmeno io sono mai riuscita a recitare così bene, complimenti..''

La voce inconfondibile di Meredith, la madre di Sophie, mi fece sobbalzare.

Mi voltai verso di lei, ancora leggermente stordito ed incontrai i suoi occhi indagatori.

Era bella da mozzare il fiato anche lei, nonostante i suoi quasi cinquant'anni..

Notai che aveva un sorrisetto compiaciuto sulle labbra fine e mi chiesi cosa pensasse quella donna enigmatica su di me, il ragazzo che aveva letteralmente sconvolto la vita di sua figlia e che sel'era lasciata sconvolgere.

Mi dissi che nemmeno lei conosceva bene sua figlia, perchè non c'era mai stata per lei e lo sapevo bene.

''Non capisco cosa vuole dire con questo'', risposi infine, lasciando cadere entrambe le braccia sui miei fianchi.

La donna rise, rise in un modo così sfacciato e finto da farmi venire la pelle d'oca.

''Dai, si legge lontano un miglio quanto tu stia fingendo tutto questo- disse avvicinandosi a me- Sarò leggermente vecchia, ma so ancora leggere una persona. Questo non è affatto il tuo posto, si vede quanto tu sia nervoso e spaesato. Perchè sei qui?''

L'improvviso interesse di quella donna mi fece venire il voltastomaco e cercai di trattenermi.

La testa mi girava, gli occhi erano stanchi di tutta quella luce che li accecava e nonostante avessi guardato ovunque non riuscivo a trovare Sophie da nessuna parte.

Respirai a fondo. ''Perchè sua figlia mel'ha chiesto'', fu l'unica risposta che riuscii a trovare.

La donna affilò lo sguardo e si avvicinò ancora a me, senza però smettere di sorridere per le telecamere.

''Ed'è veramente ciò che vuoi?'', mi chiese.

Era la seconda volta che qualcuno mi poneva quella domanda e mi chiesi se percaso avessi scritto in faccia: Non voglio essere qui.

Evidentemente avevo una faccia talmente spaventata, persa e triste che tutti lo avevano notato.

Scrollai il viso dolce di Sophie che quella mattina mi aveva letteralmente stregato e sospirai.

''No. La verità è che vorrei stare con i miei amici a bere una birra, farmi quattro risate e divertirmi'', risposi tranquillamente, abbassando lo sguardo per fissare un punto indefinito sul tappeto.

La mano di Meredith sulla mia spalla mi fece rabbrividire a tal punto da essere costretto ad alzare lo sguardo.

Mi stava fissando con i suoi occhioni azzurri e mi chiesi se avesse voluto continuare a lungo, in quel caso sarei stramazzato al suolo in poco tempo.

''Allora non dovresti essere qui. Non dovresti illudere mia figlia di qualcosa che non vi porterà da nessuna parte, dovresti stare lontano da questo posto'', disse allontanandosi.

La verità mi colpì in faccia come uno schiaffo, facendomi sentire un perfetto idiota.

Io tra quella gente non c'entravo nulla, non ero me stesso se non c'erano con me anche gli altri ragazzi.

Sophie non poteva conoscere il ragazzo che ero diventato grazie ad Harry, Niall, Liam e Louis..

Non mi aveva mai conosciuto veramente e l'unica che ne aveva la colpa era lei stessa.

Senza nemmeno rispondere a Meredith iniziai a camminare a ritroso, stanco di tutto quel rumore, tutta quella gente e tutta quella luce che mi stava dando alla testa.

Camminai finchè qualcuno non mi bloccò e fui costretto a voltarmi.

Sophie mi guardava allarmata, nei suoi occhi leggevo non solo la paura ma anche la rabbia.

''Stai scappando?'', chiese con voce rotta.

Abbassai lo sguardo incapace di reggere il suo e le strinsi la mano per cercare di rassicurarla.

''Questo non è il mio posto, il mio posto è insieme ai ragazzi, lonotano da qua'', dissi alzando lo sguardo.

Lessi sul suo volto una miriade di emozioni in contrasto tra loro e mi aspettai che sfuriasse, invece sciolse semplicemente le nostre mani e sorrise amaramente.

''Sei cambiato veramente''

Sorrisi, fiero di sentirmi dire quelle parole proprio da lei.

''Si e non mi dispiace affatto. Non posso tornare al passato, ora devo andare avanti..''

L'avevo capito solo in quel momento e non mi ero mai sentito meglio.

La ragazza fece una smorfia di dolore e incrociò le braccia intorno al petto.

''E io sarei solo il tuo passato quindi''

Non era una domanda, era una constatazione.

''Un bellissimo e complicatissimo passato. Mi dispiace, ma devo solo guardare al futuro''

Mi avvicinai a lei e le bloccai entrambe le braccia, per darle un leggero bacio sulle labbra piene, poi cominciai a correre dalla parte opposta dalla quale ero venuto.

Ultimamente correvo spesso - pensai tra me- Ma era un momento veramente strano e sembrava che la mia vita avesse preso il via verso una strada complicata, tortuosa e senza ritorno.

Corsi per tutta Los Angeles, liberandomi durante il tragitto della giacca e della cravatta che mi impedivano di respirare.

Arrivai all'aereoporto con il fiatone e salii sul primo aereo che portava a San Diego, consapevole che i ragazzi erano arrivatì lì quel pomeriggio con il pullman.

Nella mia mente vorticavano le immagini dell'ultima volta che avevo visto Francesca e di ciò che aveva detto Niall prima di lasciarmi solo.

''Ricordati che noi ci saremo sempre per te Zayn, qualsiasi cosa accada.. Ma lei non ci sarà per sempre ed io non posso fare nulla per fermarla, l'unica persona che può aggiustare le cose sei tu''

Quelle parole mi rimbombarono nella testa per tutto il tragitto, finchè le luci di San Diego non mi svegliarono e fui costretto ad allacciarmi le cinture di sicurezza.

Quando scesi non c'era nessuno ad aspettarmi e mi sentii più solo che mai, ma non mi arresi e continuai a camminare imperterrito. 

Non avevo idea di dove fosse l'albergo, ma con qualche aiuto riuscii a trovarlo.

Per fortuna c'era ancora qualche fan davanti all'hotel e vedendo una folla riuscii a intuire che doveva essere quello.

Scesi dal taxi quasi di corsa e lottando per non farmi soffermare troppo dalle fan finalmente riuscii ad arrivare alla reception, dove stranamente trovai Niall e Liam seduti sui divani.

Mi sbracciai per farmi notare e quando finalmente Liam si voltò per poco non scoppiai in lacrime.

Mi erano mancati ed eravamo stati lontani solo una giornata, mi erano mancati più dell'acqua dopo una settimana nel deserto.

Camminai velocemente fino a raggiungerlo e prima che potesse dire qualcosa lo abbracciai, beandomi del profumo che emanava e del calore che mi trasmetteva.

''Mi dispiace - mormorai mentre le lacrime scendevano amare sulle mie guance- Mi dispiace di essere stato un completo coglione''.

Alzai il volto e mi asciugai le lacrime immediatamente, per paura di essere visto da qualcuno.

Niall intanto si era avvicinato e mi guardava senza dire nulla.

Potevo leggere nei suoi occhi ogni piccola emozione e il mio cuore prese nuovamente a battere quando notai che non era disprezzato dalla mia presenza, anzi, sembrava sollevato che fossi lì.

Mi staccai da Liam- ancora visibilmente shockato- e mi avvicinai a Niall, abbracciandolo subito senza bisogno che lui me lo chiedesse.

''Finalmente sei tornato!''

La voce squillante di Louis mi arrivò dritta fino al cervello ed ancora prima che potessi dire qualcosa mi ritrovai stritolato da quattro paia di braccia forti che mi sollevarono e mi fecero ridere.

Risi come non avevo mai fatto prima d'allora, risi perchè mi ero finalmente liberato di un peso e avevo ritrovato me stesso. 

Quando finalmente riuscii a respirare di nuovo Niall fu il primo che mi guardò in volto.

Avevano una luce strana i suoi occhi e mi chiesi cosa fosse successo in quella giornata così strana per me.

''Lei è di sopra'', disse mostrandomi le scale.

Scossi la testa amareggiato e sorrisi.

Per una volta volevo lasciare da parte l'amore e stare con loro, con la ragione di ogni mio sorriso.

''Perchè non andiamo a berci una birra?'', chiesi, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Certo, lo era, ma per cinque ragazzi come noi non era così difficile.

Non potevamo passare inosservati e divertirci come avrebbero fatto cinque adolescenti normali, ma qualcosa mi disse che quella sera sarebbe stata un'eccezione.

Liam mi strinse per un braccio, Harry si trascinò dietro un Louis lagnante e capriccioso e Niall mi soprese di nuovo, avvicinandosi a me come se non fosse accaduto niente.

Mi strinse il braccio e insieme iniziammo a camminare per le vie di San Diego, sfuggendo per una volta alla nostra vita per tornare più piccoli.. 

Solo per una sera, ma fu la sera più bella della mia vita.




***

Here I amm girls.

Spero vi sia piaciuta questa One Shoot, perchè a me piace particolarmente.

Si capisce quanto Zayn voglia bene ai ragazzi, che sono più importanti di qualsiasi ragazza.

E come ho detto sopra questa piccola storia, questo capitolo non farà parte della storia perchè è un episodio in più. E dato che nel prossimo capitolo si andrà un pò avanti nel tempo questo serviva a capire come vanno le cose.

Ringrazio sempre le mie tre ragazze: Rebecca, Sofia ed Arianna ed ora vado a studiare.

Un bacione enorme, Mery.



 

 

   
 
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