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Autore: eliocentrica    14/03/2012    2 recensioni
Fanfic di un paio di capitoli ispirata dalla canzone "The geeks get the girls" degli American Hi-Fi.
Cosa sarebbe successo se un giovane Leonard, che ha cominciato il college da poco, avesse deciso di buttarsi nella mischia? E se in passato già si fosse sbilanciato, ricevendo picche, l'insicurezza l'avrà vinta ancora?
Leonard & Nuovi personaggi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Another Friday night, to get the feeling right
Pound another drink, to give him time to think

Al tavolo del bar Leonard sentiva Steve e Frank discutere del loro progetto di A.I. al M.I.T., ma in realtà era concentrato a fare un riepilogo mentale delle frasi con cui agganciare una ragazza. Il suo sguardo vagava per il bar, alla ricerca di una tipa abbordabile: non troppo bella, non troppo brutta, non avvinghiata a un palestrato, non rintanata in un angolo buio... cose così. Vedendo che non aveva nessuna prospettiva, soprattutto se rimaneva accanto a quei due, decise di andare a prendersi qualcosa da bere al bancone pensando che almeno l'alcool gli avrebbe dato un po' di coraggio.

Una volta seduto sullo sgabello con un bicchiere di Bionda Piccola di fronte a sé, si guardò nuovamente attorno, un po' sconsolato. Notò di fianco a lui una bella ragazza mora, che picchiettava la superficie di legno con le dita, a tempo di musica. Probabilmente stava aspettando il suo ordine per portarlo al suo tavolo; gli era sembrato di averla vista assieme a della gente vicino al palchetto, prima che il gruppo cominciasse a suonare. Lei si accorse che Leonard la stava fissando, così si girò sorridendo, “Ehi!” gli fece cenno.

“Ehi” rispose lui, già con la bocca secca per l'emozione. Era la sua occasione. “Ci mettono un secolo a servire, stasera!”

“Già... tutta colpa di quel gruppo di nerd brufolosi!” disse scuotendo la testa. “Non pensavo sapessero che esistono i bar e che nella vita ci si può divertire...”

“Infatti, che sfigati...” commentò imbarazzato. “Ehm, io sono Leonard, comunque”.

“Jennifer” rispose mentre il vassoio con i suoi bicchieri era arrivato.

Vedendola in difficoltà per il peso, lo sollevò lui dicendo “Ti serve una mano?”

Pausa imbarazzante. La ragazza lo squadrò, pensandoci su bene, prima di rispondere.

“Grazie! Seguimi” sbatté le ciglia e ancheggiò verso il suo gruppo di amiche.

Arrivato al tavolo venne presentato alle altre due ragazze e rischiò di far cadere il vassoio da quanto sudate erano le sue mani per colpa dell'agitazione. E ovviamente si era già dimenticato i nomi di tutte.

Got her holding steady, forgot her name already
Sweating hard, not a smooth operator
She’s got it going on, dancing to her favorite song

Una canzone lo salvò da un'imbarazzante conversazione. Le ragazze cominciarono a cantare e ballare e Jennifer lo prese per mano e condusse sotto il palco, tentando di coinvolgerlo. Leonard cercò di dare il meglio di sé, seguiva il ritmo ma i suoi movimenti rimanevano impacciati, scatenando l'ilarità delle ragazze.

Terminata la canzone, il gruppo salutò il pubblico annunciando il termine del concerto. Leonard seguì al tavolo le ragazze che stavano già chiacchierando tra loro.

“Ehi Lenny, ci hai fatto morire dal ridere!”

“Non pensavo che qualcuno riuscisse a ballare così male!”

Non volendo darsi per vinto, cercò di girare la situazione a suo favore. “Beh, modestamente, ci metto un sacco d'impegno per risultare il peggiore ballerino! È arte anche questa, non disprezzatela!” abbozzò un sorriso.

“Sei troppo forte!” commentò Jennifer sorridendo e posando la mano sul suo braccio. Leonard sentì un brivido corrergli lungo la schiena.

Tonight tonight, he’s gonna get it right
Even losers can get lucky sometimes

“Bene, ragazze, io devo andare a casa perché domani lavoro... quindi vi saluto” disse una delle amiche.

“Ascolta, dammi un passaggio a casa di Mike, ché mi sta aspettando” chiese l'altra, poi guardando verso Jennifer aspettò che dicesse qualcosa anche lei.

“Voi, andate pure. Io credo che rimarrò qui ancora un po'...” fu la risposta inaspettata. E infatti le altre due sgranarono gli occhi ma la assecondarono e, prese le proprie borse, uscirono dal locale lasciandoli soli.

“Alloooora... cos'hai voglia di fare? Vuoi bere ancora qualcosa?” chiese la ragazza.

Leonard valutò le opzioni: poteva provarci subito o lasciarsi scappare l'occasione.

He’s got the line: is it your place or mine?
She turns and walks away – where did he go wrong?

Si era sbilanciato, chiedendole se voleva andare a casa sua e lei, senza dire nulla, aveva preso la borsa e se n'era andata. Forse aveva esagerato? Eppure gli era sembrato evidente che la ragazza fosse interessata! Pazienza, ormai l'occasione era sfumata, ma almeno aveva la coscienza a posto: lui ci aveva provato ad andare “là fuori”! Poi non era colpa sua se nessuna lo apprezzava...

Decise di tornare a casa visto che il bar non gli offriva più nessuna attrattiva. Ritornò al tavolo dei suoi vecchi compagni di liceo, trovando ancora quei pochi che avevano osato rimanere oltre la mezzanotte, li salutò e ringraziò per la serata, quindi uscì dal locale. Il parcheggio era abbastanza buio e mentre si avvicinava alla sua auto fu preso da uno spavento. Una voce femminile lo sorprese alle spalle. “Pensavo non saresti mai arrivato!”

But waiting by the car, she says “What took you so long?”

Riconosciuta Jennifer cercò di dissimulare l'infarto di qualche secondo prima, poi le aprì la porta e la fece salire dal lato passeggero. Accese il motore e seguì le indicazioni per andare a casa della ragazza, con la musica dell'autoradio che riempiva i silenzi imbarazzanti di una conversazione piatta.

Alla fin fine, la palla era andata in buca.

The very next day, he guessed she ran away
The one and only, in his bed he’s so lonely

Quando si svegliò la mattina dopo, Leonard non capì subito dove si trovava, intontito ancora dal sonno e dalla leggera sbornia della notte prima. Tastò lo spazio attorno a lui per trovare gli occhiali e una volta che li ebbe inforcati scansionò la stanza. Pareti lilla, uno specchio gigantesco, una cabina armadio che quasi esplodeva, altri vestiti a terra... Guardò sotto le lenzuola.

Ebbene sì! Non era stato un sogno! Peccato però che di fianco a lui non ci fosse nessuno. Probabilmente la ragazza era uscita di casa prima che lui si svegliasse, in modo da evitare ogni colloquio. Che modo triste di essere scaricato...

But she comes walking in with coffee and a grin
Crazy as it seems, it wasn’t just a dream

...E invece la porta si aprì e il profumo del caffè riempì la camera. Dietro al vassoio, tra tazze e caffettiera, spuntava il viso di Jennifer con un sorriso smagliante. “Buongiorno baby! Fai colazione? Come ti piace il caffè?”

Last night he finally got it right
Even losers can get lucky sometimes

And all around the world, people shout it out
The geek’s got the girl

_______________

A/N: E con questo capitolo si conclude la mia songfic. Come si può notare, qui la presenza delle parole della canzone è maggiore che negli altri due capitoli. Ciò è dovuto al fatto che inizialmente la mia idea era questa, ma poi ho deciso di ampliarla perché m’interessava vedere il comportamento di Leonard prima dell’ipotetico incontro.
Se fossi capace di scrivere storie comiche, probabilmente i primi due capitoli sarebbero venuti meglio >_< …Ma almeno c’ho provato! :P

Lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate! Grazie per aver letto!

  
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