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Autore: Satellite_29    14/03/2012    3 recensioni
Sono Lavinia Merryweather, una sedicenne con una paura folle per il Latino. Perchè? Non me lo so spiegare neanche io.
So solo che per colpa di questa stupida lingua morta Kyle Hunter, un figo da paura, mi farà da professore di ripetizioni per aiutarmi. Riuscirò a resistere al fascino del bel professorino?
Dal capitolo 1:
Chissà com’è ‘sto tizio. Sarà il solito sfigato che per racimolare un po’ di soldi per cambiare città è disposto a fare ripetizioni ad una ragazzina come me. Deve stare messo proprio male per voler iniziare così presto.
"..." Tutte le teorie sul povero sfigato figlio di una povera vedova erano sbagliate, completamente. Nella mia stanza c’è un bellissimo ragazzo, che non ha nulla a che vedere con la vecchia amica di mia madre. E io dovrei fare lezioni con questo tizio che potrebbe benissimo essere uscito da Abercrombie? Prevedo giorni duri, molto duri.
Dal capitolo 7:
Si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 7: Sergente Cuor di Pietra a chi?

Io rimango bloccata sul posto quando mi dice quelle parole.
Io non l’ avrei mai baciato se non fossi stata gelosa. Ha ragione.
Ma perché ieri sera ero gelosa? Lui è solo il mio professore di Latino, un confidente, un amico.
Non può essere altro. Non posso permettermi di pensare a lui come a qualcosa di più.
Mi stacco dal suo abbraccio.
- Lavinia, tutto bene? – mi chiede Kyle.
- Si, si. Vado a cambiarmi. – mi dirigo verso il bagno.

Chiusa la porta mi accascio a terra, con le ginocchia vicino al mio petto e le mani nei capelli.
Che cosa ho combinato? Ho baciato Kyle e lui chissà cosa pensa! Facciamo due conti: dopo che l’ho baciato e mi sono venuti i sensi di colpa lui ha detto “Non hai fatto male” e ora mi ha detto che dovrebbe ringraziare sua cugina. Che gli è venuto in mente? E se Brooke una volta tanto avesse ragione e io gli piaccio? No, non può essere.
Forse vuole usarmi come rimpiazzo al posto della sua ex ragazza che sta a Milano. Se è davvero così, giuro che gli farò pentire di aver solo pensato a quest’idea! Però non mi sembra il tipo da certe stupidaggini.
Ma cosa ne posso sapere io, lo conosco da pochi giorni. Vabbè ora è meglio che mi cambio sennò mia madre potrebbe sospettare qualcosa di ieri sera.
Prendo i panni appoggiati al lavandino. Indosso la maglietta verde prato e noto che mi va abbastanza larga. Ci credo, quella c’ha un seno enorme! I jeans invece mi scendono molto meglio.
Mi allaccio le scarpe e poi esco dal bagno, ma non trovo più Kyle. In compenso sento il pianoforte che suona piano.
Ritorno alla stanza vicino alla biblioteca e vedo Kyle mentre prova l’accordo di una canzone del quaderno col mare in copertina.
- Kyle, da quanto suoni? – gli chiedo gentilmente.
- Praticamente da tutta una vita. – sorride.
- L’hai mai fatto il conservatorio? – lui scuote la testa – In casa la musica era vietata, suonavo di nascosto. Mia madre non mi avrebbe mai permesso di andare a studiare lì.
- Come mai? – gli chiedo avvicinandomi alla coda del pianoforte, in modo da guardarlo bene in volto.
- Mio padre era un compositore. Da quando lui è morto lei non è riuscita a reggere il colpo e ogni cosa che lo ricorda la manda letteralmente in bestia. Così, facendo lavoretti vari, sono riuscito a comprarmi questo appartamento e con la scusa dell’università me ne sono andato di casa.
- Mi dispiace.
- Non devi dispiacerti, non è stata colpa tua.
- Non puoi dirmi quando e se mi devo dispiacere. Mi dispiace punto e basta. – mi siedo a cavalcioni sullo sgabello del pianoforte e appoggio la testa alla sua spalla. Lui ride – E va bene scricciolo, come vuoi tu.
- Com’è che oggi ti sei fissato con ‘sto scricciolo?
- Perché tu sei uno scricciolino indifeso – dice ridendo e scompigliandomi i capelli.
- Eddai! Non mi spettinare i capelli! – gli dico ridendo. Lui si ferma, mi guarda negli occhi e poi torna a suonare. La musica prodotta dai tasti del pianoforte è dolce e melodiosa, ma ha un retrogusto amaro e triste.
- L’hai composta tu? – gli chiedo curiosa. Lui annuisce.
- E’ bellissima. – gli dico, e lo penso sul serio.
- E’ incompleta. Questa è solo una bozza. – dice, come per sminuire la bellezza di questa melodia.
- Allora muoviti a finirla che sennò ti ammazzo! – gli sorrido beffarda e lui si gira verso di me. Il suo sguardo color dell’oro passa dai miei occhi alle mie labbra e si avvicina un po’. Io sto per fare lo stesso, ma quando le nostre labbra si stanno quasi per sfiorare lo fermo.
- Scusami Kyle ma io … Non ce la faccio. Tu dovresti essere il mio professore di Latino, noi non dovremmo …
- Scusami tu. Non ci avevo pensato, hai ragione. - Si passa una mano tra i capelli pensieroso, poi mi dice che è meglio se mi porta a casa. Io annuisco e dopo una ventina di minuti sono in camera mia.

Mi butto sul letto. Sì, sul mio letto che come copriletto ha le paperelle della Trudi. Mi metto le mani in faccia, come per coprirmi per la vergogna, anche se non c’è nessuno che può vedermi.
Sono le dodici e mezza, mia madre sta iniziando a preparare il sugo della domenica e mio padre chissà dov’è. Sento uno scricchiolio proveniente dalla porta. Ah, è solo Matisse, il mio gatto.
Salta sul letto e si accoccola affianco a me.
Mentre gli accarezzo il pelo chiamo velocemente Brooke col cellulare.
- Pronto?
- Brooke ho fatto un casino! – esclamo, con il tono più  drammatico possibile.
- Che è successo?
- Beh non so se lo sai ma ieri sera ..
- Si? Che è successo ieri sera? – chiede la mia amica curiosa.
- Beh .. Quando ero ubriaca ho baciato Kyle.
- Uh mamma!E lui? Come ha reagito? Che cos’ha detto? Si è staccato subito? – mi pone le domande così velocemente che quasi non riesco a capire quello che dice.
- Ehi calma, una domanda per volta! La prima a staccarsi sono stata io però ..
- Però cosa? Lavinia, non tenermi sulle spine! – dice, alzando la voce.
- Dammi il tempo di finire la frase, diamine! Lui subito dopo mi ha baciato.
- Sul serio? Che bella notizia!
- Ma vedi che non ti ho finito di raccontare! – dico ridendo – Stamattina, dopo aver scoperto che ho dormito da Kyle, lui ha provato di nuovo a baciarmi!
- Hai visto che avevo ragione io? Tu gli piaci, tu gli piaci! – dice gongolando dalla gioia.
- Il fatto che io gli piaccia non è una buona cosa. Io non devo piacergli. E lui non deve piacere a me. Niente discussioni.
- Ma perché? – chiede, quasi piagnucolando.
- Perché lui è il mio professore di ripetizioni. Tra noi ci dovrebbe essere un rapporto serio, distaccato e puramente professionale. Non ci deve essere niente oltre a questo.
- Mo pretendi troppo. Non potete essere nemmeno amici?
Ci rifletto un po’ su e poi rispondo - In teoria non potremmo.
Allontano il telefono dall'orecchio per non rischiare la sordità per colpa di un urlo disperato di Brooke.
- Ma lui è proprio cotto! – protesta Brooke dall’altra parte del telefono.
- Certo come no! E’ un guaio! – urlo mezza disperata al telefono.
- E’ un guaio il fatto che un bellissimo ragazzo ci provi con te e tu ancora gli resisti!
- Immagina se lo sapesse mia madre!
- Poverina, si darebbe la zappa sui piedi per aver permesso tutto ciò. Ok forse hai un pochino ragione. E se teneste nascosta la vostra relazione?
- Mi sa che tu non hai capito bene il concetto. Tra noi non ci dovrebbe essere niente. Anzi, perché ho usato il condizionale? Non c’è niente.
- Non dire che non c’è niente sennò vengo fino a casa tua solo per darti quattro ceffoni!
- Ok, ok – dico ridendo – forse c’è qualcosa. Ma è così microscopico che è praticamente inesistente!
- Convinta tu. Secondo me a quest’ora Kyle si sta chiedendo il perché gli piace una ragazza tanto fessa che si lascia scappare queste belle occasioni!
- Ehi, io ti ho chiamata per chiedere incoraggiamento, non per sentirmi dire che sono una stupida!
- Ma io sono la voce della verità! E tu ti sei fatta fregare.
Mi giro a pancia in su e Matisse, contrariato, si sposta e salta giù dal letto, dirigendosi verso il mio balcone.
- Non mi sono fatta fregare proprio per niente!
- E invece sì, sei proprio una fessa! Io al posto tuo mi sarei buttata a pesce!
Matisse inizia ad annusare il vetro della porta del balcone. Strano, di solito odia stare lì.
- Ma io non provo niente per lui! – quasi urlo. Questa volta Brooke mi sta facendo proprio venire i nervi con le sue stupidaggini!
- Non dire cavolate che sennò mi arrabbio! – urla ancora più forte.
Brooke continua ad urlare al telefono e Matisse inizia a miagolare in direzione del balcone.
- Matisse! Ti ci metti pure tu adesso? – gli urlo. Lui miagola ancora più forte e da una zampata al vetro.
- Brooke ti richiamo tra due minuti, devo badare due secondi a ‘sto fesso di un gatto.
Lo prendo in braccio e apro il balcone.
Solo a quel punto la sento.

E’ la musica di stamattina, quella che ha suonato Kyle al pianoforte. Quasi lancio in aria il mio povero gatto e mi sporgo dal balcone. E lo vedo giù sul marciapiede che strimpella con la chitarra. Vorrei poterlo fulminare: io abito al terzo piano e devo per forza urlare per farmi sentire.
- Kyle! Che cavolo ci fai qui?
- Ti sto facendo una serenata, da bravo corteggiatore! – urla lui. In faccia ha uno di quei sorrisi storti descritti spesso nei libri. A parer mio, quelli capaci di mandarti in brodo di giuggiole in meno di due secondi.
- Sei pazzo? Sta mia madre in casa che potrebbe sentirti!
Alza le spalle divertito  - E quindi?
Mi appoggio alla ringhiera del balcone e con un sorriso soddisfatto gli dico – Non so se ti conviene far sapere a mia madre di tutta questa storia. Potrebbe non farti più entrare in casa.
- E io entro di nascosto – mi dice, e dopo mi fa la linguaccia. Peggio dei bambini piccoli!
- Chi ti dice che io ti aprirò la porta? – gli chiedo ridendo.
- Ho le mie armi. Dai, scendi!
- Perché dovrei? E’ quasi ora di pranzo e mia madre ha fatto il ragù!
- Buono – dice, leccandosi i baffi che non ha – Per favore, solo 5 secondi. Il tempo di farti ascoltare una cosa e poi Sali subito.
- E va bene ora scendo. Aspetta un attimo.
Esco dalla camera, mi fiondo in cucina, dico a mia madre che scendo a controllare la posta e dopo due minuti sono subito giù.
Apro il portone e lo faccio entrare. Kyle mi sorride entusiasta.
Farei lo stesso, se non fosse venuto fin qui per farmi una serenata. Ci sediamo sulle scale.
- Allora, che mi devi far sentire?
- Ho finito la canzone!
- Ma non era per pianoforte?
- C’è sempre una versione per chitarra. Senti!
Kyle inizia a suonare. La sua musica è più dolce del miele. Quasi riesce a farmi dimenticare dove sono. Chiudo gli occhi ed è come se stessi in un mondo lontano, nella mia fantasia.
Vedo Kyle sorridermi e porgermi la mano per un ballo. E stiamo così, abbracciati, dondolando a ritmo di questa soave melodia.
Ehi aspetta. Perché sto pensando a queste cose? Apro gli occhi e blocco un attimo Kyle.
- Tutto bene? – mi chiede gentilmente.
- Perché stai facendo tutto questo? Perché hai provato a baciarmi? E perché  ora sei qui a farmi la serenata?
- Non pensavo che fossi così inflessibile, Sergente Cuor di Pietra. – mi dice ridendo
- Come mi hai chiamato scusa? – quasi urlo per la rabbia e per l’imbarazzo. Come mai da scricciolo siamo passati a Sergente Cuor di Pietra?
Lui per tutta risposta mi accarezza una guancia con le sue dita lunghe e affusolate. Mi passa un dito sulle labbra.
Io intanto lo guardo contemplare il mio volto e mi specchio nei suoi occhi dorati. Poi si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Io rimango immobilizzata a quelle parole e lui ne approfitta per darmi dei lievi baci sul collo. Quasi non li percepisco, per la loro delicatezza.
Divento rossa/viola/fucsia per l’imbarazzo. Poi dal collo passa alla guancia e dalla guancia ..
- Ho capito, può bastare! – gli dico staccandomi da lui.
- Avevo appena iniziato a divertirmi, scricciolo.
- Ne riparleremo un’altra volta. Ora devo ritornare sopra che sennò mia madre si insospettisce. – dico, alzandomi dagli scalini.
Kyle si alza e mi cinge i fianchi con le mani – Sai, ho proprio voglia di uno dei tuoi baci ..
- Kyle, non è né luogo né momento adatto per certi discorsi! – gli dico,scansandomi da lui e salendo velocemente le scale.
Quando sono già a metà della rampa successiva lui mi dice – Domani avremo tutto il tempo a disposizione.
Lo sento uscire dal portone.
Solo quando mi sono accertata che è abbastanza lontano mi concedo un – Merda!
  
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