Quando
si dice l'ispirazione serale...
Per voi
Ti aspetto
John,
ero lì, sai? Mi avevi lì proprio vicino vicino,
ma
non potevi saperlo. Mi avrai sempre vicino, non ti
abbandonerò. Ritornerò
Ogni
passo che compio lontano dalla tomba –la mia
tomba, anche se stento a
considerarla tale- rimbomba col suono delle parole che hai pronunciato
dinanzi
al mio cenere muto. Ritornerò, ma
Ho
dovuto farlo, amico mio. Perdonami. L’ho fatto per
te, per tutti voi. Non mi avete perso, però. Ci
sarò ancora, per voi. Ritornerò,
ma tu
Non
ho mai creduto possibile una tale
affezione da parte mia. Eppure ora, da solo, mi rendo conto che mi
manca lo
svolazzo della mia giacca che si riflette sui tuoi passi, i tuoi
sussurri
ammonitori alle mie manie di grandezza, la nostra
quotidianità. Ma non me ne priverò a
lungo, ho solo da sistemare alcune
faccende, prima. Ritornerò, ma tu
aspettami.
Stretto nella giacca, mi allontano
dal cimitero a passo svelto, incapace di sopportare ancora la vista
della tua
tomba.
Ho freddo. Vedere il tuo nome inciso
su quella fredda pietra ha congelato il mio cuore. Ma la
fede… quella no. Io so
che non te ne sei andato sul serio.
E
sarà questa
convinzione a trascinare il mio corpo nei giorni in cui saremo
separati, nell’attesa
della tua ricomparsa.
Ritorna da me. L’hai sempre
fatto,
quando mi consideravi casa, porto sicuro, Baker Street per il tuo
cuore. Sto
andando nel nostro appartamento,
Sherlock: so che ti troverò lì, tracce della tua
persona nella poltrona vuota e
nei fascicoli dei tuoi casi sul tavolo.
La metropolitana è affollata,
ma la
moltitudine di persone non riesce a colmare il vuoto che sento dentro.
La solitudine
mi fa sperare che tu sia su questo treno, ma se non ci sei ti aspetto.
O
forse la solitudine
mi costringe solo a pensare al fatto che tu sei scomparso, senza
mettermi al
corrente del tuo piano. Non ti fidavi di me? Forse in fondo
è meglio non
parlarne, dimenticare un giorno e non parlarne, perché
questi interrogativi mi
torturano.
Cosa ti passava per la mente? Me lo
dirai mai? mi chiedo, mentre mi fermo sulla via di casa per mangiare
qualcosa.
Ketchupsullepatatinegrazie, unacocacolalight, basta. Ho lo stomaco
chiuso. Forse per un po’ non
riuscirò a mangiare –ricordi il primo ristorante
in cui abbiamo pranzato
insieme?- o a leggere il giornale –cercavo i casi
più interessanti per te- o a
fare qualunque azione mi rimandi alla tua assenza. Però ti
aspetto.
Note: Il
titolo della storia e le
citazioni Mi avevi
lì proprio vicino
vicino; mi fa
sperare che tu sia su
questo treno, ma se non ci sei ti aspetto e Forse in
fondo è meglio non parlarne, dimenticare un giorno e non
parlarne sono
tratti dalla canzone ‘Ti aspetto’ di Alessandra
Amoroso.
Il
cenere
muto è
Ugo Foscolo, ‘In morte del fratello Giovanni’.