Make of our hearts one heart
“No.
Voglio
andare a casa tua.”
Queste
parole hanno appena lasciato la bocca di Kurt e per un attimo rimani
sbalordito, incapace di rispondere. Apri la bocca, certo, ma non
fuoriesce
alcun suono. Hai una gran confusione in testa, un vortice di sensazioni
diverse
ti attorcigliano lo stomaco, e non capisci se è una cosa
positiva o meno. Ti
chiedi se quelle parole hanno il significato che speri e di cui, allo
stesso
tempo, hai quasi paura.
Si, sei
spaventato.
Ti mostri
spavaldo, coraggioso, sicuro di te, ma è una maschera
magistralmente costruita
sin dai tempi della vecchia scuola, quando il mondo approfittava della
tua
veridicità per schiacciarti.
Ti osserva
con quei suoi pozzi cristallini, le guance appena arrossate, lo sguardo
pieno
di orgoglio, amore..attesa. Aspetta un tuo cenno, un gesto qualsiasi
che gli
faccia capire che è tutto ok. Kurt ti conosce, e ti ama
così come sei: con i
tanti difetti, gli sbagli e sì, anche le esitazioni in
momenti cruciali. E gli
sei grato, per questo.
Deglutisci,
annuendo appena, poggiando nuovamente la fronte sulla sua, mentre un
lieve
sorriso si apre sulle labbra di entrambi. Siete giovani, innamorati,
vogliosi
di sperimentare nuove lande in cui il vostro amore può
condurvi. Prendi la sua
mano, e in un attimo correte fuori dall’Auditorium, verso il
parcheggio.
Il viaggio
in macchina verso casa sembra infinito e, allo stesso tempo, troppo
breve; non
sai com’è possibile. L’unica cosa di cui
ti rendi conto, per tutto il tempo, è
il pollice di Kurt che accarezza dolcemente il dorso della tua mano,
poggiata
sul cambio, e che ti infonde calma con la sua sola presenza.
Lui è
la tua
metà. Sapevate entrambi che i tuoi genitori non sarebbero
stati in casa, quella
sera, perché condividete tutto, le piccole e le grandi cose.
Arrivate in
fretta e, una volta aperta la porta di casa, il silenzio ti colpisce,
così come
la sensazione di vuoto, allora accendi le luci, provando a conferire un
po’ di
calore al luogo. Kurt si muove a suo agio lungo l’ingresso,
lasciando il
cappotto sul’appendiabiti, vicino al tuo, come se non avesse
fatto altro per il
resto della vita, per poi voltarsi a guardarti con
tranquillità.
Ti fa sempre
un certo effetto realizzare come ormai siate parte della vita
dell’altro, tanto
da muovervi all’interno di esse con naturalezza: il tuo
rapporto con Burt è
cortese e non troppo confidenziale, ma nei suoi occhi riesce sempre a
scorgere
quell’apprezzamento di fondo che ti fa stringere il cuore di
gioia; d’altro
canto, tua madre adora Kurt, tanto che se non ci fosse stata lei,
probabilmente
non avresti mai potuto lasciare la Dalton. Ti rendi conto di non averla
mai
ringraziata abbastanza, e ti appunti mentalmente di farlo al
più presto.
Ma non ora,
non con Kurt che ti osserva che ti osserva, aspettando che tu dica
qualcosa, e
ti rendi improvvisamente conto che avete lasciato l’ingresso
da un po’, che
siete arrivati nella tua stanza e sei fermo, imbambolato
sul’uscio della porta
aperto. Deglutisci, schiarisci la voce e chiudi la porta dietro di te,
poggiandovi la schiena.
Siete soli,
ti rendi finalmente conto. Vi guardate negli occhi per un istante e poi
Kurt,
il tuo Kurt, fa un paio di passi nella tua direzione.
“Tutto
bene?”
chiede, con quella sua voce delicata, che alla tue orecchie
è come musica.
Quella voce che ti ha fatto innamorare, perdutamente.
E,
finalmente, parli, incapace di tenerti dentro quel turbinio di pensieri
ancora
a lungo, non quando lui ti guarda, in attesa che ti confidi.
“Ti
amo”
esclami all’improvviso, scattando in avanti con tutto il
corpo, raggiungendo il
ragazzo – il tuo meraviglioso
ragazzo
– e prendendogli le mani tra le tue.
“Lo
so”
risponde lui, con un sorriso disarmante, e per un secondo dimentichi
ogni cosa:
i dubbi, le preoccupazioni, le paure. Siete tu e lui, tutto il resto
non ha
alcuna importanza. La sua voce ti culla, in qualche paradiso
ultraterreno, un
mondo che vive solo del vostro amore, si nutre della sua forza.
“Blaine,
io
ti amo. Noi ci amiamo. E non voglio
aspettare chissà quale magico momento per condividere i
nostri sentimenti.” Ti fissa
seriamente adesso, e sai che le sue parole sono vere. Lui non ti
mentirebbe
mai. “Avevi
ragione, l’importante siamo
io e te. Insieme. Tutto il resto non conta, davvero.”
Lo ascolti
con attenzione, incapace di slegare il tuo sguardo dal suo. La morsa
che
attanaglia il tuo cuore si dissolve, e ti accorgi di poter di nuovo
respirare
normalmente.
Le sue
labbra sono sulle tue, e, davvero, vuoi ancora respirare? Hai raccolto
tutta l’aria
possibile, speri, perché non c’è
nient’altro che vorresti fare in questo
momento se non continuare a baciarlo. E così fate. Vi
baciate, e baciate, e
baciate, finchè non dovete fermarvi per mancanza
d’ossigeno, gli occhi
luccicanti e scuri. Non vi siete mai spinti più in
là dei baci appassionati, perché
volevate prendere tutto con calma, attendere il momento giusto. Quel
momento
che, in macchina, pensavi non importasse più.
Adesso vi
state guardando, e capisci che il momento è arrivato: te ne
accorgi dall’urgenza
con cui le vostre labbra si incontrano nuovamente, le bocche si
spalancano e le
vostre lingue si incontrano, impazienti e bramose. Lasciate scorrere le
mani
sui vostri corpi, bramose di assaporare centimetri di pelle ancora
inesplorata.
Le mani di Kurt arrivano al bordo della tua maglia, e capisci subito
che ci
siete. Non potete tirarvi indietro.
Ti separi da
lui con riluttanza, per guardarlo un’ultima volta; nei suoi
occhi, trovi la tua
stessa determinazione. Gli sorridi, incitandolo a continuare, e quando
ti
solleva la maglia, alzi le braccia per aiutarlo a sfilarla, lasciandoti
con una
leggera quanto inutile canotta. Rabbrividisci, ma non è il
freddo. Sei felice.
Vi rituffate
l’uno sulla bocca dell’altro, con urgenza quasi, e
mentre da solo calzi via le
scarpe, le tue labbra scendono fino all’incavo del suo collo,
mordicchiando la
pelle bianca e morbida, e con mani tremanti togli la sua maglia.
Vi staccate,
giusto il tempo di sederti sul letto, mentre anche Kurt rimane scalzo;
vi
stendete sul letto, come tante altre volte. Le gambe vanno ad
intrecciarsi
naturalmente, quasi a voler suggellare in anticipo l’unione
che sta per
arrivare.
Siete
vicini, i vostri nasi si sfiorano con dolcezza, e le mani vanno
naturalmente ad
intrecciarsi, mentre il pollice di Kurt si strofina sul tuo petto, i
suoi occhi
azzurri ti guardano, pieni di amore.
Lo ami, e
non riesci a trattenerti dal ridirglielo. Sai che, dopo quella sera,
quelle due
semplici parole avranno un significato nuovo, più profondo.
Non sapete
da dove iniziare, cosa fare; ma è il vostro momento, e tutto
andrà bene. Vi
baciate, vi abbracciate, e, per quella sera, il mondo è
perfetto.
********
Note
dell’autrice:
Salve!
Io
ogni tanto spunto all’improvviso e poi torno
nell’oscurità! XD Questo è il mio
piccolo, orribile, contributo per la Klaine Week. Non so se
parteciperò a tutti
i prompt, perché quando dico una cosa finisco sempre per
fare l’esatto opposto,
quindi intanto beccatevi questo e chi vivrà,
vedrà!
Per
chi
aspetta ancora l’aggiornamento delle
Fatiche..arriverà. Sto cercando di
portarmi avanti e scrivere il più possibile, prima di
pubblicare.
Insomma,
fatemi sapere se vi piace ç_ç E’ stata
scritta a saltelli durante le lezioni,
non è betata. Ho scelto questo come missing moment
perché la 3x05 è una delle
mie puntate preferite e la scena dei miei bellissimi Klaine sul letto
mi fa
commuovere sempre.. e volevo scrivere come si arrivava a quel momento
di
perfezione, di relax, di amore, dalla frase di Kurt. Enjoy!