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Autore: Dikar 93    14/10/2006    8 recensioni
Un triangolo in cui Hermione dovrà scegliere tra Ron e Harry, se volete sapere come va a finire leggete, dico a voi: Side e Auror, perché la mia ship non conta, potrei anche voluto sviluppare una storia diversa nel senso di un'altra coppia, no? ^.-
Leggete e recensite, Dikar.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Somewhere over the rainbow

Somewhere over the rainbow 

Hermione sbatté forte la porta  alle sue spalle, il quadro vicino ad essa si spostò, era successo di nuovo, avevano litigato per la medesima volta. La ragazza si sedette appoggiando la schiena contro l'armadio e le gambe contro il petto, quella sensazione di essere in una gabbia la fece singhiozzare. In quei momenti sentiva come il suo cuore stringersi, e la voglia di convivere con lui diminuire, perché era finita così? Con tutti i ragazzi che c'erano al mondo doveva scegliere proprio lui? Sapeva che non sarebbe durata, tra poche settimane si sarebbero sposati, e lei avrebbe tanto voluto ritornare indietro per rispondergli che non voleva sposarlo. Una lacrima le scivolò lenta su una guancia, appoggiò il viso sulle ginocchia e incominciò a singhiozzare. La sensazione aumentava, si sentiva stringere, aveva caldo e tra l'altro si sentiva in colpa, forse aveva esagerato? In fondo lui aveva solo spaccato il vetro della finestra mentre, brillante idea, giocava a quello stupidissimo gioco chiamato Calcio che suo padre gli aveva insegnato, avrebbe maledetto il signor Granger, per questo, si era messo a palleggiare allegramente, diceva che gli piaceva, era simile al Quidditch, ma perché nel giardino? 
Avrebbe voluto stare chiusa nella loro camera da letto in eterno, non voleva rivederlo, avrebbe fatto come sempre; non le avrebbe parlato, forse qualche "Hermione, passami l'acqua", basta, sui giornali dicevano che bisognava parlare pazientemente dopo una lite, facilissimo! Dopo cinque minuti sarebbero di nuovo al punto di partenza. Grattastinchi uscì furtivamente da sotto il letto, movendosi piano verso Hermione. Si sedette davanti a lei e incominciò a guardarla con aria da gatto curioso. A Hermione scappò una risatina tra i singhiozzi, spostò la mano leggermente tremante verso la testa del micione, accarezzandola, lui piegò il capo e fece un piccolo miao. Grattastinchi era l'unica cosa che riusciva a tirarla su di morale dopo i litigi, riusciva a consolarla con quel visino paffuto ma incantevole, era tutto per lei. 

''*''

- Bene, adesso sistemo questo qui... questo invece qui - Harry si piegò per incollare dei pezzetti di legno per fare una nave, gliel'aveva donati il signor Weasley, all'inizio si chiedeva cosa fosse, e pensò fossero dei frammenti di scopa, poi lui gli spiegò che era una nave da collezione babbana, aveva deciso di darsi al babbanismo, in fondo era divertente, anche se era molto difficile. 
Sbuffò e si rialzò per sgranchirsi la schiena, era da un'ora che stava piegato in quella posizione, forse uscire non gli avrebbe fatto male. Andò verso la porta, l'aprì e dopo essere uscito se la chiuse alle spalle, prese a camminare con le mani nelle tasche della felpa. Non faceva tanto freddo, però gli piaceva tenerle dentro le tasche, o dei jeans, o delle giacche, o delle felpe. 
Chissà come stavano Hermione e Ron, gli avrebbe fatto una visitina. 
Arrivò davanti alla gradevole villetta Weasley, suonò il campanello, per poi trasferire le mani dalle tasche della felpa a quelle dei jeans. 
- Sì? - La voce di Ron lo fece trasalire, lo specchietto istallato su un paletto si era illuminato, facendo comparire un viso incoronato da delle lentiggini e dei capelli rossi. 
- Harry, entra pure - Come aveva parlato? Aha. avevano litigato, altrimenti avrebbe risposto diversamente, non proprio garbatamente nel senso della parola, però...
Harry arrivò alla porta d'ingresso, suonò il campanello e un Ron arrabbiato lo accolse senza nemmeno un ciao in casa. 
- Ciao, Ron - Disse Harry veemente. 
- Ah, sì, scusa, ciao - "Va bene, ciao, però almeno dirlo con un po' più di vita, insomma! Hai il muso che arrivava fino a terra!" Penso Harry leggermente irritato dalla reazione dell'amico. 
- Litigato? - Chiese Harry guardandolo.
- Il fatto è che lei non comprende quando non lo faccio a posta, insomma,basta un reparo! - Disse Ron aprendo il frigo e tirando fuori l'acqua, fece levitare due bicchieri fino al tavolo e versò dentro l'acqua.
- Cos'hai rotto? Un vaso? - Chiese Harry prendendo il suo bicchiere e portandoselo alla bocca. 
- Ma va, un vetro, stavo giocando a callo e... - 
- Calcio - Lo corresse Harry. 
- Ecco, e mi e volata la palla, facendo un bel foro nella finestra. Ma un Reparo, bastava quello, invece no! Arrabbiamoci, che è meglio! Non capisco proprio cos'ha in questi tempi, ora, capisco, litighiamo sempre per stupidaggini, ma Hermione che non arriva a fare un Reparo... non ti pare strano? - Chiese Ron mettendo il bicchiere nel lavandino. 
- Beh, effettivamente. Dove Hermione? - Chiese Harry guardandosi intorno.
- Boh - Rispose Ron prendendo anche il bicchiere di Harry dal tavolo e mettendolo nel lavandino.
- Come "boh"? Cioè, tu litighi con quella che tra non molto sarà tua moglie, e poi mi dici che non ti importa niente di dove si trova?! - Ron fece spallucce.
- E allora? Devo sapere sempre dove sta? Tanto tra poco dovrà uscire per preparare il pranzo - Disse veemente.
Harry si dileguò in un attimo, girando per il corridoio di casa "Weasley e Granger". Aprì la porta del bagno, e dopo la stanza da letto di Ron e Hermione. 
- Hermione! - Harry andò verso di lei, sdraiata sul letto con Grattastinchi appoggiato con la testa al petto della ragazza. Si avvicinò cauto con un piccolo sorriso, chiudendosi la porta alle spalle, quando si fu seduto sul letto e gli ebbe spostato una piccola ciocca di capelli lei aprì leggermente gli occhi, alzando la mano e passandogliela delicatamente sulla guancia. 
- Harry - Lui le strinse la mano e le disse: - Hermione? Stai bene? - Era raro trovarla di pomeriggio a dormicchiare. 
- Sì, sto bene - Disse stiracchiandosi mentre Grattastinchi si preparava a balzare giù dal letto - Ero solo un po' stanca. Piuttosto, tu che ci fai qui? - Disse alzandosi.
- Ah, ero venuto a fare una visita a te e a Ron - A Hermione tornò in mente quell'individuo con cui doveva convivere. 
- Senti, di a Ron che si prepari il pranzo da solo, io sono stanca, vado a mangiare fuori, vieni con me? - Chiese lei aprendo la porta. 
- Eh? Ma... Ron non sa cucinare! - Disse Harry disperatamente. 
- Allora sta a digiuno - Hermione era piuttosto tranquilla, voleva la sua sadica vendetta, la pretendeva sempre dopo aver litigato con Ron. 
- Ma... - Harry cerco di obbiettare - Niente ma, tu vieni con me - Afferrò il polso di Harry e lo condusse in cucina. 
Ron si voltò, alla vista di Hermione si andò a sedere comodamente sul divano. 
- Cosa fai, Ronald? - Chiese Hermione con un sopracciglio alzato ma con un'aria vittoriosa. 
- Beh... devi preparare il pranzo - Ron fece spallucce. 
- Ah, davvero? Guarda che io e Harry stiamo andando via - Disse lei prendendo le scarpe dal ripostiglio. 
- E io? - Chiese Ron disperato.
- E tu ti prepari il pranzo da te - Disse Hermione aprendo la porta.
- Cosa?! - Harry fece un'espressione molto dispiaciuta, mentre Ron continuava a dire "cosa?!" con gli occhi sbarrati. 

''*''

- Non credi di avere esagerato? Ron non sa cuocere neppure un uovo al tegamino - Harry si sedette sull'erba, mentre Hermione tirava fuori da un sacchetto la spesa comprata un quarto d'ora prima.
- No, se l'è cercata - Disse, appoggiando i due panini sulle tovagliette nuove. 
- In parte ha ragione lui, però. Cioè; non era il caso di arrabbiarsi così, un Reparo e tornava tutto come prima - Disse Harry addentando il suo panino.
- Beh... però io non ne posso più di litigare. Tutti i giorni c'è qualcosa che non va, e a me da fastidio. Tutti i santi giorni c'è lui che strilla senza mai pensare a cosa provo io, non so nemmeno perché ho accettato di sposarlo, sapevo che non sarebbe durata - Hermione prese l'acqua e la verso nei due bicchieri di plastica. Harry non rispose a Hermione, perché non sapeva che dire, cosa poteva aggiungere? Stava un po' dalla parte di Hermione e un po' dalla parte di Ron. 

''*''

-  NO! La pentola! - Ron si abbassò per pulire la pasta caduta a terra - Quando torna Hermione me la paga! - Poi si buttò su una sedia, il suo stomaco brontolò rumorosamente. E ora come avrebbe fatto a sfamarsi? - E' inaudito che io debba andare da Ginny e Dean a mangiare! - Disse, ci aveva pensato, l'unica ipotesi possibile era Ginny Weasley, sua sorella.
 Ron afferrò la bacchetta e movendo il polso dolcemente fece levitare la pasta e la pentola dentro il lavandino, poi prese le chiavi dal mobile, lo specchietto comunicatore e uscì di casa. 

''*''

- Ron?! Che ci fai qui? - Chiese Ginny sbalordita. 
- Oh... diciamo che... Hermione non c'è, e io... - Le sue orecchie diventarono di un rosso fiammante. Ma si decise che in un modo o nell'altro doveva chiedere ospitalità a sua sorella, prese il fiato e disse - e io dove mangio? - Ginny alzò gli occhi al cielo e lo fece entrare. 
La piccola Rose corse incontro a Ron urlando - Zio! - Il ragazzo la prese in braccio facendole fare il giro della scopa, come lo chiamava Rose; Ron la prendeva in braccio, poi la caricava su una spalla e lui si metteva a girare piano, mentre lei si teneva alle sue mani. 

Rose aveva solo quattro anni, i capelli Rossi fiammanti made Weasley e gli occhi azzurri con qualche sfumatura marrone. Somigliava molto alla madre, Ginny. 
- Allora, Rose, cosa mi racconti? - Chiese Ron sedendosi con la bambina in braccio. Sapeva bene quanto le piacesse questa domanda, la si faceva ai grandi, e lei era grande ormai. Poi le piaceva molto parlare. 
- Beh, sai zio, mio fratello è pestifero, da certi calci alla mamma! E papà ieri mi ha comprato un libro intitolato "L'orsacchiotto Moony gira sulla scopa" E' molto bello, parla di questo orsacchiotto che vola e vola e vola ancora tutte le notti quando Sarah dorme, Sarah è la sua padroncina, ma lui non vuole fargli sapere che è vivo, allora vola solo di notte sulla scopa del fratello di Sarah. Ma un brutto giorno Moony cade dalla scopa e sbatte in un bidone, allora Sarah vede che non c'è più nel letto con lei, e si precipita in giardino a cercarlo, ma non lo trova. Io sono arrivata qui, mamma tutte le notti me ne legge un capitolo, però a me piace talmente tanto che non riesco comunque ad addormentarmi, così lei mi fa qualche coccola e io mi addormento subito - Concluse Rose vittoriosa. 
- Ah, allora poi me lo presti il libro? Sai, la zia Hermione in questi giorni è un po' nervosa - Disse Ron guardando la bambina sorridendo. 
- Certo, vedrai che le piacerà, alla zia piace leggere, no? - Chiese Rose sicura.
- Molto. Ma dimmi, così tuo fratello da i calci alla mamma?! - Chiese Ron facendo finta di essere arrabbiato. 
- Esatto! Christian non vuole capire che così poi si prende una punizione! - Disse Rose voltandosi a guardare veemente l'enorme pancia di Ginny, che stava tagliando un cetriolo. 
- Davvero?! E cioè? - Ron rimase stupito che a Ginny e Dean fosse scappata una risatina, probabilmente a loro Rose l'aveva già detto. Rose si avvicinò all'orecchio dello zio.
- Ho fatto un contratto con la cicogna: Se fa ancora il cattivo deve portarlo in ritardo - Disse alzandosi e andando verso camera sua, trascinando anche Ron per una mano. 
Entrarono nell'accogliente stanza, con le pareti blu cielo con dipinte delle nuvolette, poi davanti al sole c'era una scopa, che avevano attaccato al muro. Sulla scopa avevano fatto un incantesimo capace di non far cadere Rose, cioè, quando lei saliva sulla scopa per giocare ad acchiappare il boccino, di peluche e attaccato al muro da una molla, poteva capitare perdesse l'equilibrio, in questo caso una specie di barriera la faceva rimbalzare sulla scopa.

- Ecco! - Prese da sopra la scrivania, la quale gli arrivava a malapena al collo, un foglietto, papà me l'ha scritta prima in brutta, leggi - Disse porgendo allo zio un foglietto piegato in due.

"Prego la cara signora Cicogna di portare mio fratello Christian Thomas con dei giorni di ritardo che aumentano ogni volta che fa il cattivo.

Distinti saluti, Rose Thomas" 

Ron capì che quella non era la brutta della letterina, ma che Dean aveva finto lo fosse per non dare un dispiacere alla figlia. Aveva fatto finta di averla davvero inviata alla cicogna.

Ginny entrò nella camera prendendo per mano Rose, che le si era aggrappata addosso.
- E ora di mangiare - Disse lei guardandolo. 
- Ah! Ma lo zio mangia qui mamma? - Chiese Rose sorpresa.
- Esatto, tesoro - Ginny sentì la bocchina di Rose appiccicarsi sul suo vestito, mentre premeva con il naso sulla pancia - Hai sentito Christian? Devi fare il bravo, oggi - 

''*''

- Ah! Era da tanto che volevo farlo - Disse Hermione appoggiandosi al muretto che dava su un fiumiciattolo.
- Fare cosa? - Chiese Harry andando a sedersi sopra il muretto.
- Prendermi la mia vendetta - Disse lei contenta.
- Alla fine Ron sarà riuscito a mangiare? - Chiese Harry ridendo un po' - Forse è andato da Ginny - 
- Mi piacerebbe saperlo - Disse Hermione guardandolo.
- Subito - Harry tirò fuori dalla tasca della felpa uno specchietto rosso, incominciò a vibrare dopo che lui ebbe schiacciato un tastino e ebbe pronunciato il nome: Ginny Thomas Weasley. 
Lo specchietto si illuminò, Harry premette di nuovo un tastino.
- Si? - Una bambina dai capelli rossi apparve nello specchietto, Harry si avvicinò a Hermione. 
- Rose? - Chiese il ragazzo - Come stai? - 
- Bene, molto bene. Però... che ci fa la zia Hermione con te, Harry? - Chiese la bambina perplessa.
- Oh... ehm... - Disse lui guardando Hermione. 
- HARRY! - Ron stava indicando col dito lo specchietto che aveva tolto dalle mani di Rose.
- Esatto, Ron. Non c'è bisogno che urli - Disse Harry con un po' di ironia. 
- Cioè, che ci fai con mia moglie? - Chiese guardando Hermione dal suo specchietto.
- Non sono ancora tua moglie, avevo tutti i diritti di andare a mangiare fuori con un amico, o forse è proibito? - Chiese lei sorridendo entusiasta.
- Non è proibito, però sai che non so cucinare! Il vetro l'ho aggiustato io, smettila di fare la scontrosa! - Disse Ron.
- Non sono ancora tua moglie! - Hermione voleva assolutamente che rispondesse a quelle parole, perché non si decideva a farlo? 
- Ho capito, ma mancano tre settimane! - Disse lui stizzito. 
- Ma ancora non lo sono - Disse Hermione vittoriosa. 
- Vedo che hai mangiato da Ginny - Li interruppe Harry, la situazione altrimenti si sarebbe aggravata, e lui si sarebbe ritrovato come quando andava a Hogwarts, in mezzo a una lite.
- Sì, cosa dovevo fare, stare a digiuno? - Disse il ragazzo mandando un'occhiataccia a Hermione. 
- Era quella la mia intenzione, comunque - Disse la ragazza voltandosi. 
- Davvero? Allora come osi dire di amarmi? - Chiese Ron arrabbiato.
- Io non ho mai detto di amarti, infatti - Rispose lei pacata. 
Harry spalancò gli occhi e guardò Hermione, che fece spallucce. Poi però la strega incominciò a ridere.
- Stupido! Certo che mi piaci, altrimenti non mi sarei mai messa con te - Hermione stava ancora ridendo.  
- Ah... - Le orecchie di Ron si fecero paonazze. 
- Dai, torna a casa - Disse Hermione. 
- E tu? Non dirmi che non torni! - Disse Ron disperatamente. 
- Mmh... mi andava di rivedere Luna - Disse lei girandosi e dicendo quelle parole con un'aria molto crudele. 
- Ron! Vuoi usarmi tutta la carica dello specchietto? - Harry e Hermione sentirono l'urlo di Ginny così chiaramente che la ragazza dai folti capelli ricci saluto con la mano il futuro marito e chiuse il contatto, pronunciando la parola fine dopo aver tenuto premuto il tasto. 

''*''

Le litigate non erano diminuite con il tempo, le settimane erano passate veloci come il vento, e senza accorgersene Hermione si era ritrovata a una settimana prima del matrimonio, l'impazienza cresceva in lei, l'ansia, la paura, tante emozioni, eppure... la felicità la sentiva così poco, perché? Avrebbe sposato Ron... Ron, era lui il problema, lei non voleva sposarlo, non faceva per lei... non sarebbe durata. Quante volte se lo era ripetuto, inutilmente, ormai non poteva tornare indietro, sarebbe diventata Hermione Weasley. C'erano dei momenti in cui lo amava davvero, ma erano così pochi. Tra l'altro aveva un bruttissimo presentimento, perché era in ritardo di una settimana? Tra l'altro da qualche giorno prima era davvero agitata, stressata e nervosa, oggi voleva andare da un dottore, aveva questo presentimento, e aveva tutte le basi per pensarlo. Solo che... se fosse davvero stata incinta non avrebbe mai potuto rifiutare Ron, anche se... in quei loro tre mesi di convivenza non era praticamente mai successo, si sforzò di farle sorgere alla mente tutti quei momenti, ma niente, con Ron si era quasi sempre rifiutata. Non sapeva perché, ma ogni volta che lui ci provava lei si rigirava, non le andava, e ci aveva riflettuto un bel po', lei non lo amava veramente, lui per lei era solo un amico, era questo, basta. Ma l'unica persona a infonderle davvero calore, a farla sentire al sicuro, a farla stare bene era un'altra, era sempre un suo amico che sempre aveva amato, ma non se n'era mai accorta, lo aveva capito solo due settimane prima, quella persona aveva combattuto per un giorno intero contro il male in persona, l'aveva protetta, l'aveva aiutata, le aveva voluto bene e... cos'altro? Quell'altra cosa su cui rimuginava da giorni, appena se n'era accorta il suo amore per lui era solamente aumentato notevolmente, perché ora aveva preso forma. E se la creatura che portava fosse stata... fosse stata sua? otto giorni prima lei... lui... diventò rossa, come poteva pensare a questo con Ron che russava accanto a lei, erano le quattro della notte, e forse avrebbe dovuto dormire, ma adesso, che le era sorto quel dubbio che il probabile bambino fosse di Harry aveva ancora più paura, come avrebbe fatto? Cioè lei amava davvero tanto Harry, però come lo avrebbe detto a Ron? E se poi non fosse stato di Harry? Però... con Ron nelle ultime settimane non era capitato mai, anzi, non capitava quasi mai in generale, perché erano sempre arrabbiati per le varie liti che avevano tutti i giorni, se era davvero incinta allora non poteva che essere suo. 
Chiuse piano gli occhi e smise di pensare, cadendo nei sogni. In quei sogni in cui poteva smettere di pensare.

''*''

- Hermione! - La voce di Ron la fece trasalire. 
- C-che c'è? - Chiese lei con ancora la voce impastata dal sonno.
- E' quasi mezzogiorno! - Le disse, mostrandole la sveglia.
- Oh cavolo! Scusa, scusa, scusa! Ora vengo a prepararti la colazione! - Disse andando ad acchiappare la vestaglia.
- Ma smettila - Le disse Ron fermandola - Non posso fare colazione a quest'ora, al massimo prepara il pranzo! - 
- Finiscila di fare lo scortese! - Gli disse Hermione. 
- Ma era una risposta cretina! - Disse Ron arrabbiato.
- SMETTILA! - Hermione aveva stretto i pugni.
- PERCHE' DEVO SMETTERLA? SEI TU NEL TORTO! - 
-  FINISCILA DI URLARE CONTINUAMENTE! NON NE POSSO PIU' DI LITIGARE! - Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Ron sobbalzò al botto e poi andò a sedersi sul letto, era sicuro di aver visto una lacrima cadergli dagli occhi.
- Forse stiamo facendo uno sbaglio entrambi - Disse lui sentendo ancora il batticuore e la rabbia dentro di lui. 

Dopo qualche minuto Ron si alzò e andò verso la cucina, trovando Hermione a trafficare con una pentola colma di spaghetti. La afferrò per un braccio e la fece voltare, tanto da spaventarla, lui la guardò negli occhi, poi incominciò a baciarle il collo. 
- R-Ron?! - Hermione cercò di toglierselo di dosso, inutilmente, il peso di lui era troppo differente ai cinquantasei di lei. La prese per un braccio e la fece sbattere sul divano, poi le si posizionò sopra e le sbottonò il vestito. 
- LASCIAMI! - Urlò Hermione in preda al panico. 
- No - Hermione sbarrò gli occhi, perché quel "no" le faceva così paura? La pronuncia e il viso da pazzo che aveva assunto la fecero stare ancora peggio. Lui arrivò al reggiseno di lei, lo strappò.
La ragazza sentì il cuore battere nella mente come un tamburo, la nausea stava aumentando pian piano (a scrivere questa scena mi è venuta la nausea. NdA), mentre lui si sbottonava la camicia, la tolse. 
Hermione sentì le lacrime bagnarle il viso, perché? Cosa gli era preso? Forse era ubriaco? No, era impossibile, non c'erano certo bottiglie nella loro camera! Era impazzito, quella litigata lo aveva fatto impazzire. 
Hermione sbarrò gli occhi, e tra le lacrime le scappò un urlo di paura, gli tirò un ceffone e lo scaraventò a terra. Prese il vestito e lo appoggiò sul suo corpo per coprirsi. I singhiozzi rimbombavano nella stanza. Cosa credeva di ottenere? Adesso lo avrebbe odiato e basta.
- Cretino! STUPIDO! TI ODIO! - Urlò lei in preda al panico, ma notò che ora era Ron ad avere gli occhi lucidi e le orecchie rosse. 
- S-scusami! Io non so cosa credevo di ottenere! E' solo che ho pensato che forse noi non potevamo stare insieme! Questo mi è dispiaciuto, ero fuori di me! Non capivo più niente! Ti prego 'Mione perdonami! Non accadrà più! - Hermione strinse i denti, mentre le lacrime si facevano avanti appannandole la vista, però... chissà perché sentiva il bisogno di restare, non sapeva perché, effettivamente avrebbe voluto scappare via, aveva troppa paura, e tanto era anche incinta di un altro. E se lei... se lei le avesse fatto credere che il bambino era suo? Andò in camera e si vestì con le prime cose che le capitarono sotto mano.
Hermione ritornò alla pentola, prese delle carote e incominciò a tagliarle.
- Scusa, grazie - Disse Ron andando ad abbracciarla  dolcemente, in modo da non spaventarla nuovamente.
- L'ho fatto solo per il bambino - Disse lei movendo appena le labbra e senza voltarsi. 
- Eh? Un bambino? - Chiese Ron diventando di colpo raggiante, come se prima non fosse successo nulla, e senza contare che Hermione era ancora turbata dall'accaduto.
- Sono incinta - Disse lei senza fare una piega.
Ron andò verso il suo specchietto, un Harry con il viso scocciato apparve nello schermino.
- Harry? Disturbo? - Chiese Ron facendo "ciao" con la mano.
- Stavo mangiando la torta di melassa, quindi penso che ora mangerò te - Disse lui a denti stretti.
- Oh... beh volevo solo annunciarti che diventerò padre - Lo sguardo vittorioso di Ron gli fece sbarrare gli occhi. Come era possibile che Hermione fosse incinta? Pensava che alla fine si sarebbero messi insieme, che Ron lo avrebbe lasciato, dopo quello che era successo tra loro. Il cuore incominciò a battergli forte, il respiro affannato, perché?
- Harry?! - Chiese Ron battendo piano sullo schermino con la mano.
- Ah, sì. Complimenti, sono molto contento - Forse avrebbe dovuto chiudergli il contatto in faccia, o forse aveva fatto la cosa giusta?
- Va bene, ciao - Ron si preparò a chiudere, e quando vide la mano di Harry levata chiuse il contatto.

Harry si buttò di peso sul sofà, per poi appoggiare i gomiti sulle ginocchia e affondare le mani nei capelli, quella era una delle poche volte che gli faceva scendere le lacrime, in silenzio, senza nemmeno singhiozzare pianse piano, piano e lentamente.

''*''

- Ehm... forse quando l'ho provato era diverso? - Chiese Hermione guardandosi nello specchio con un meraviglioso abito bianco. Era semplice, senza pizzi, aveva una scollatura quadrata e la gonna a palloncino, a mo' di anni '700. Era davvero bello, con le maniche lunghe che cadevano fin sopra le mani.
- No, è uguale. E' solo l'agitazione, se vuoi ti posso dare una mia collana fatta con cipolle e peperoncini, e contro la sventura - Luna tirò fuori dalla borsa una collana strana, Hermione fece "no" con la mano, mentre Luna se ne metteva una al collo, come per far diventare più bello il suo abito celeste.
- Ehi? Ragazze? Siamo pronte? - Ginny era entrata con in braccio un piccolissimo Christian, nato appena due settimane prima. Luna si voltò per guardare Rose, che negli ultimi tempi non aveva una buona c'era, sospiro e si decise a porgere la domanda:
- Rose, cosa c'è? - Chiese Luna prendendo le manine della bimba nelle sue.
- Niente, solo che io pensavo che lo zio Ron avrebbe sposato me - Una lacrima scappò furtiva dai suoi occhi azzurri. Hermione si voltò e sorridendo si avvicinò alla bimba, la prese in braccio e disse: - Ma non sai che sei tu la sposa? -
- Come?! - Esordì Rose.
- Sì, Ron ha detto che ti ama tanto, e che vuole sposarti - Ginny sbarrò gli occhi, ma che stava dicendo? Ora, capiva che fosse per tirare su il morale a sua figlia, però...
- Davvero? - Chiese Rose sorridente.
- Certo - Hermione le fece l'occhiolino - Infatti verrai  con me all'altare, hai voglia di accompagnarmi? -
- Ma io non avrò quell'anello che usano gli sposi - Disse Rose abbassando la testa.
- Oh beh, quello è il minimo - Disse Hermione facendola scendere.
- Su dai, devi entrare in chiesa - Disse Ginny.
Hermione sentì il suo cuore suonare a mille, mentre Rose le stringeva la mano e Luna sorrideva a Christian.
Appena vide Ron con un abito elegante davanti all'altare sentì il battito del cuore fin nella testa, una gran voglia di fuggire via cresceva in lei, non voleva sposare lui! Non voleva mentire al suo bambino! Si guardò intorno, cercando due occhi smeraldo che la guardavano, perché non c'era? Dov'era Harry? Eppure gli avevano dato l'invito, l'ora, il posto, tutto! Ritorno a guardare davanti a lei, finalmente si fermò, le mani le tremavano, e i fiori del bouquet facevano un piccolo fruscio. La manina di Rose si staccò, la bambina andò a stringere quella di Ron, che capì il perché, guardo Hermione e sorrise alzando un sopracciglio.
- Siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio di questi due ragazzi, - Hermione scosse la testa al parroco, voltandosi verso Rose, il parroco fece un espressione non molto convinta, ma ascoltò la sposa.
- E di questa bambina - Hermione ascoltò con il batticuore e il respiro affannato per l'agitazione ciò che diceva il parroco, né capì la metà, e l'unica cosa che riuscì a comprendere perfettamente fu: - Vuoi tu prendere, Hermione, Ron come tuo legittimo sposo, amarlo e onorarlo finché morte non vi separi? -
Cosa poteva rispondere? Avrebbe voluto dire no, quanto avrebbe voluto farlo, infondo che costava, era una semplice parola, una negazione, non era difficile. Non poteva nemmeno stare troppo a pensare, e c'era già stata abbastanza visto che tutti stavano parlottando preoccupati, la signora Weasley aveva smesso di piangere di colpo, con ancora il fazzoletto sul naso.
- Io... - Aveva la voce tremante, e non riusciva a formulare quella stramaledettissima frase: No, non lo voglio.
- Io... io... - Perché? Quel "io" non poteva durare ancora a molto, doveva dirlo, ora! Prese un bel respiro, alzò la testa verso il crocifisso e disse: - Io non me la sento, scusate tutti. Io non lo voglio. Ron, - Si voltò verso quello che doveva diventare suo marito - Il bambino non è tuo, odierai me e il padre, ma è di Harry - Ce l'aveva fatta, e non era nemmeno stato così difficile. Prese a camminare verso l'entrata della chiesa. Lanciò il bouquet, che andò nelle mani di Luna, che nonostante tutto si era alzata ad applaudirle, dicendo - Brava! Bellissimo discorso -, le sorrise, si tolse il velo e i guanti.
Un sorriso di vittoria si formò sul suo viso, nel vedere che aveva appena smesso di piovere, un bellissimo arcobaleno si notava tra le nuvole.
Incominciò a correre, dove poteva essere Harry? Andò verso casa sua, suonò il citofono, non c'era, si ricordò del parco nel quale avevano mangiato insieme, non era tanto lontano. Si fermò ansimante per la corsa appoggiandosi a una panchina, e a cavalcioni sul muretto, con uno sguardo sbalordito nel vederla, c'era lui. Le lacrime le arrivarono agli occhi, lui scese dal muretto. Lei si buttò tra le sue braccia, e sorridente disse: - Lo voglio! Harry, staremo insieme finché morte non ci separi -
L'arcobaleno, quell'arcobaleno che Hermione ricorderà per sempre, in un momento non capì neanche dove fosse, era tra le sue braccia, e questo bastava.
Incominciarono a camminare, mano nella mano, da qualche parte sotto l'arcobaleno.

Note dell'autrice:

Questa fanfiction mi piace davvero molto, mi piace come l'ho sviluppata, come l'ho scritta, mi piace la trama. E spero che anche qualche Side sia arrivato alla conclusione, visto che avevo messo anche Ron/Hermione, se c'è né qualcuno commenti, mi interessa proprio. *.*

Questa fanfiction è nata per essere a capitoli, dovevano essere due, teoricamente. Dovevo fare prima i capitoli e poi inviarli man mano, ma visto che mi ero accorta avessi dei buchi da riempire di ignoto (cioè che c'erano dei pezzi che avevano bisogno di scene, che io non trovavo), poi mi sono accorta di poter legare quei pezzi che già sapevo, allora ho deciso per la one-shot, penso ne sia valsa la pena, anche se mi è venuta davvero molto lunga ^^, sono contenta.
Glazie per aver letto; Dikar.
Recensite, mi raccomando! ^o-

 

  
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