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Autore: Snafu    15/03/2012    0 recensioni
You can have anything you want,
but you better not take it from me.
Amicizia, Amore, Sesso, Droga... want more?
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Appetite for Destruction

Capitolo VIII - Think about you.



Il campanello suonò.
Audrey, che stava guardando un talk show, senza riuscire a capirne molto(forse perché era in compagnia di una bottiglia di Martini), rifletté sul fatto che la maggior parte dei suoi guai erano iniziati aprendo una porta.
-Beh, sì, anche in senso figurato...-
Il fastidioso trillo si fece sentire di nuovo, più impertinente e insistente, prolungato.
La biondina ponderò prima di valutare se aprire o no. Non voleva altre rogne ed era piuttosto ubriaca, quindi non in grado di fronteggiare un qualsiasi aggressore. E se anche fosse stato qualcuno con buone intenzioni... Audrey non aveva voglia di parlare. Era appena uscita da un’insensata storia d’amore, la sua amica del cuore non le parlava, aveva fallito nel cercare di porre una fine alla sua dipendenza dalle droghe (dall’alcol neanche ci aveva provato, dal sesso benché meno) e, come macigno finale, aveva tentato di capire qualcosa del talk show, fallendo ancora una volta.
Ripensandoci, avrebbe dovuto comprare una bella bacheca dove esporre i suoi fallimenti.
La parola ‘fallimento’ e tutto il suo campo semantico sembravano così ridondanti nella sua testa.
Chiunque fosse stato dall’altra parte della porta bussò, impartendo due o tre colpi ben assestati alla gracile struttura di legno.
«Audrey, lo so che sei dentro, lo sento benissimo che stai guardando la televisione!» gridò una voce dall’esterno.
-Ma che ci fa lui qui?- si domandò la modella, convincendosi che sarebbe dovuta andare ad aprire.
Nell’alzarsi dal divano barcollò clamorosamente fino a cadere in avanti.
«Tutto bene?» domandò l’uomo dall’altra parte.
«Arrivo!»

«Kensy, svegliati, ora!!!» disse Duff tirando la sua ragazza per un braccio.
«Duff, spero per te che ci sia un buon motivo per svegliarmi alle…» guardò la sveglia «alle quattro di notte?! Ma sei scemo?!!!! Io domani devo lavorare!!»
«Ti devo parlare, alzati! E comunque è inutile che rompi, non è un orario sbagliato per parlare!»
«Duff, senti.. anzi, no, ho sonno, sarò breve… fottiti» e la mora cercò di riaddormentarsi.
Il silenzio regnò sovrano in quella stanza per un paio di minuti, tanto che Kensy pensava che il bassista si fosse arreso all’idea di non parlare in piena notte… o meglio... mattina presto. Poi però venne interrotto.
«So di te e Izzy». Detto ciò uscì dalla camera.

Steven era davanti alla porta con un’aria strana, semi-allucinata, e a Audrey quell’aria piacque.
Per la prima volta in venti fottuti anni di esistenza sentì di non essere sola.
Il batterista si fece largo nell’abitazione, mentre l’altra gli faceva strada. La guardò un po’ inorridito.


I say baby you’ve been looking real good.


«Si può sapere che hai da guardare?» si lamentò lei.
«Più che altro... si può sapere che hai in testa?» domandò lui.
«Ho deciso di tornare al mio vecchio colore, nero pece» asserì, piuttosto convinta, grattando con uno stecchino la pappetta che aveva sui capelli. «Se non riesco a suicidarmi perlomeno voglio un cambiamento...»
«Mi piacciono le more!» commentò lui.
«Ma vah, per te potrebbero essere anche pelate... beh se non mi do una regolata tra un paio d’anni potrei essere pelata per davvero, i miei capelli sono più stressati di me, e credo di aver detto tutto...»

A quel punto Kensy non poté fare altro che alzarsi per andare a parlare. L’argomento era delicato, ma non lo poteva rimandare vista l’apprensione che aveva suscitato.
Entrò in sala e il suo ragazzo stava tracannando vodka dalla bottiglia.
«Quanto sei ubriaco?»
«Che te ne frega?»
«Se dobbiamo parlare, vorrei che domani, anzi oggi vista l’ora, ti ricordassi cosa abbiamo detto… Altrimenti posso anche tornare a dormire.»
Altro momento di silenzio.
«Caffè?»
«Pronto, freddo, in cucina.»
Duff andò a versarsi mezzo litro di caffè in una mega tazza e lo bevve quasi tutto d’un fiato.
«Ora possiamo iniziare o hai altre richieste oltre la sobrietà? Perché io invece vorrei capire perché te, la mia ragazza, e Izzy, il mio chitarrista, vi vedete di nascosto come due amanti quindicenni, cazzo!» il bassista era visibilmente arrabbiato, così Kensy pensò bene di tenere un basso profilo, per cercare di non farlo innervosire ulteriormente.
«Ti potrei dire tante cose, anche un sacco di bugie, ma credo che a questo punto sia meglio la verità.»
«No, dai Kensy, tutto insieme la verità magari ti fa male!» disse sarcastico il “biondo”.
«Se mi fai parlare ti dico le cose, altrimenti levati dai coglioni, perché così mi fai incazzare e basta!» La pazienza della modella era evidentemente già esaurita, così il bassista annuì e lei poté continuare.
«È vero, io e Izzy ci siamo visti. È vero, io e Izzy ci siamo baciati, ma se ti hanno detto che ci sono andata a letto è una cazzata di proporzioni cosmiche!»
«Mi hai tradito, quindi!»
«Non ti ho tradito e lo sai bene. Non ti farei mai questo. E poi non mi sembra proprio il caso che tu mi giudichi, visto che te non sei proprio l’esempio migliore del fidanzato fedele, quindi risparmiami la paternale ipocrita!»
Duff sapeva perfettamente che la sua ragazza aveva ragione. Con lei era sempre stato gentile, affettuoso e di certo avevano fatto del sesso fantastico, ma la fedeltà non era ancora il suo forte. Così chiese solo:
«Perché?»
«Quando ho conosciuto voi tutti del gruppo dei Guns, vi ho guardati. Vi ho guardati bene tutti e cinque. Avete tutti il vostro fascino, siete sexy e divertenti… Ma quando vi ho visti, io ho notato Izzy, non te. Mi è sempre piaciuto Izzy, tu sei venuto dopo di lui. Non sai quanto mi dispiace dirti queste cose.»


You know that I remember when we met.


«Beh, che ci fai qui?» chiese Audrey con un filo di voce.


I think about you,
you know that I do.
I think about you,
all alone,
only of you.
I think about you,
Ooh it’s true.
I think about you:
yes I do.


«Boh, stavo pensando a te e mi sono detto di venire a vedere come stavi dopo l’evasione e il tentato suicidio, sventato, modestie a parte, da me... che donna di classe, ti sbronzi col Martini?» domandò, prendendo agilmente posto sul sofà «Di certo più elegante della Vodka, e meno virile del Jack.»
«Che stai farneticando Steven Sommelier Adler?» chiese Audrey.
«Quanto ti senti fottuta da uno a dieci in questo momento?» il batterista proseguì con l’interrogatorio.
«Ah, che importa. Passerò un’altra serata del cazzo a guardare un insensato talk show, con te. A questo punto avrei anche potuto non lasciare Izzy, visto come stanno andando le cose. Ma ora come ora abbiamo già abbastanza casini tutti e due, meglio non complicarci la vita più di quanto non lo sia. Che vita di merda, amico...» commentò lei.


There wasn’t much in this heart of mine:
there was a little left and, babe, you found it.
It’s funny how I never felt so high,
it’s a feeling that I know...
I know I’ll never forget.


«Senti... non dovresti sentirti così giù. Voglio dire, non so davvero come tu e Izzy poteste stare insieme, lui ha un gusto dell’orrido, e sembra che sia svenuto nell’armadio ogni volta che mette piede fuori di casa. E per la verità anche quando sta in casa. Per non parlare dei suoi capelli unti modello pantegana uscita da un tombino. E obiettivamente con quegli orecchini e le camice alle volte sembra uno zingaro. Dovresti essere felice di essertene liberata...» Steven tentò con la sua versione dei fatti, che però sembrò non dare alcun sollievo alla ragazza, che rispose:
«Tanto non mi ricordo nulla...»
«In che senso?»
«Non ho molti ricordi dell’essere stata con lui. Il sesso, beh, sì, e poco altro. Ho detto persino a mia madre che lo amavo. In realtà l’ho detto anche a lui. Sono una stupida...»
«Solo un po’, dopotutto abbiamo tutti fatto delle cazzate per amore in questa stanza» affermò il biondino con un’aria da filosofo greco.
«Ma siamo solo io e te...» commentò la sua amica.
«Appunto!»
«E cosa avresti fatto?»
«Beh, una volta mi feci la ceretta per una tipa, un’esperienza dolorosissima che non ti dico, con il brillante risultato che adesso i miei peli sono ancora più incasinati...»
«Sei un idiota, Steven Pop-ceretta Adler. E sei il miglior consolatore e amico che ho.»


Something changed in this heart of mine:
you know that I’m so glad that you showed me.
Funny, now you’re my best friend
and I wanna... stay together to the very end.


«Quindi io per te non sono stato niente. Solo un tappabuchi quando l’altro era impegnato con la tua cazzo di amica tossicomane!»
«Non sei stato un tappabuchi, Duff! Tu sei meraviglioso. Mi hai sempre trattata bene, quando avevo bisogno di te ci sei sempre stato, sei dolce, comprensivo e ovviamente sexy e fantastico in camera da letto.»
«Allora perché lui e non io?»
«Non lo so. Non ti so dire perché lui, ma è così.» Silenzio. «Sei arrabbiato con me?» tentò titubante Kensy.
«No… me l’avevano detto. Popcorn me l’aveva detto che ti interessava Izzy e che non parlavi più con Audrey perché te l’aveva rubato. Non l’ho voluto ascoltare.»
«Perché?»
«Perché volevo credere di non essere un ripiego… e poi perché l’aveva detto Steven, che non è proprio la persona più affidabile... dice certe stronzate!!» rispose sorridendo.
Kensy prese il viso del bassista tra le mani e lo fissò negli occhi.
«Tu non sei stato un ripiego. Tu sei stato importante per me. Sei importante per me. Non sei mai stato un ripiego. Te lo giuro.»
Duff le sorrise:
«Ovviamente, tesoro, tra noi è finita… Beh, se proprio non sai con chi farlo io sono sempre a tua disposizione.» le disse facendole l’occhiolino, poi continuò «Ora però prenditi ciò che vuoi. Izzy è libero e anche il suo cuore ora è libero. Se lo vuoi prenditelo.»
Detto ciò, si avvicinò alla sua ex ragazza, le dette un ultimo bacio e poi se ne andò senza aggiungere una parola.
Quella notte Kensy pianse, cosa che pensava non sarebbe mai successa per Duff, perché non pensava di essersi affezionata così tanto da provare dolore per la loro separazione.


Ci terrei a precisare che vista la presente situazione tra me e la coscrittrice B. (al momento non ci parliamo xD) questa storia potrebbe conoscere un continuo nella storia di Kensy. C.
   
 
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