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Autore: Dragon Shiryu    15/03/2012    1 recensioni
La maggior parte dei ragazzi, soprattutto durante l'adolescenza, desidera giocare a calcio in modo da poter entrare in un grande club di fama mondiale.
E perfino Michael insegue questo sogno!
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1


Nel Nord America, al contrario della parte Sud del Nuovo Continente o dell’Europa, il calcio non è uno sport popolare come la pallacanestro, il baseball o il football americano, ma è conosciuto abbastanza per praticarlo anche nelle scuole.
E tutti quei ragazzi che entrano a far parte di questi team sognano di giocare un giorno nei campi della Major League Soccer e, chissà, diventare abbastanza famosi da ricevere offerte dalle più grandi squadre del mondo.
Poiché, in fondo, il testo della terra si sta accorgendo solo ora della sua esistenza, tanto che anche giocatori di fama internazionale come Thierry Henry o David Beckham sono volati per poter giocare in questo campionato.
E tutto lo ciò aveva desiderato fin da piccolo Michael, il quale inventava ogni scusa per poter uscire fuori nel parco giochi a dare qualche calcio a pallone, un po’ come il protagonista dell’anime “Captain Tsubasa”, meglio conosciuto negli Stati Uniti come “Flash Kicker”.
- Un giorno diventerò una grande leggenda come te! – continuava a ripetere davanti all’immenso poster attaccato al muro della sua stanza raffigurante un giocatore con la maglia della nazionale.
- Ancora a fissare quel poster? – intervenne una mattina la madre che lo guardò divertita ferma sull’uscio della porta della sua camera – Sbrigati, sennò farai tardi proprio il primo giorno di scuola!
Il 16enne osservò la sveglia appoggiata sopra al comodino situato accanto al suo letto e, dopo essersi accorto dell’orario, prese di corsa il suo zaino per poi, dopo aver dato in fretta un bacio sulla guancia del genitore, uscire dalla casa in modo da raggiungere le porte della sua auto, mettendola in moto.
Non vedeva l’ora di affrontare il suo secondo anno nella sua scuola, un superiore di Chicago, città natale del famoso disegnatore Walt Disney ma, soprattutto, per essere la seda di due grandi società sportive, ovvero la squadra di pallacanestro dei Chicago Bulls e quella di calcio dei Fire.
Il ragazzo dai capelli corti e neri scese dalla macchina e si avviò a testa alta verso i cortili della High School, infischiandosi dei mormorii provenienti dagli altri alunni presenti, perciò, una volta entrato dentro l’atrio, si diresse verso la bacheca degli annunci situata nelle vicinanze del portone d’ingresso,  e, scorrendo fra i vari fogli attaccati con lo scotch, arrestò il suo sguardo verso un lungo pezzo di carta, rimanendone incantato.
- É inutile che continui a fissare quel foglio d’iscrizione, frocio, tanto una persona malata come te non è in grado di sopportare la fatica di uno sport maschile come questo! – e un ragazzo di nome Tyson, dopo aver detto questa frase, incominciò a ridere assieme ad altri suo amici.
- Sicuramente non sei in grado di calciare un pallone! – intervenne un altro proprio accanto a lui – Sono sicuro che ti farai male al tuo piede, femminuccia!
- La volete smettere o no? – si voltò arrabbiato Michael, per puntare verso loro le nocche della sua mano ben chiusa - Oppure volete assaggiare questo pugno?
- Avere quei muscoli non è equivalente ad essere un uomo forte… - e, dopo essersi allontanato dal muro dove era appoggiato fino a quel momento, si avvicinò a lui, in modo portare i loro visi a pochi centimetri di distanza - Aver dichiarato lo scorso anno la tua malattia a tutti i compagni è stato solamente di pessimo gusto, ma per non ti picchio solamente per rispettare la volontà degli insegnanti, anche se il tutto questo è solamente qualcosa di schifoso… Perciò scordati di posare l’inchiostro della tua penna sul quel documento, poiché non voglio vedere la tua faccia anche sul campo di calcio… il mio territorio!
- Non puoi comandare la mia vita! – lo affrontò con uno sguardo arrabbiato – Per questa motivo sono abbastanza sicuro che ci incontreremo su quel prato verde!
- Allora dovrai fare i conti col nuovo Landon Donovan! -e quel ragazzo dai capelli rasati a zero si distanziò da  lui facendo segno con la sua testa ai suoi amici in modo da poter andarsene.
E il 16enne li vide allontanarsi con disgusto, ma allo stesso tempo pieno di carica, visto che, non pensandoci neanche un istante, prese la sua penna e depositò una sua firma leggibile su quel pezzo di carta.
- E tu dovrai vedertela con il nuovo Brian McBride! - sorrise vedendoli addentrarsi dentro un’aula.
E anche lui fece lo stesso percorso, fino a quando, una volta dentro, fu guardato a malo modo dal suo coetaneo incontrato qualche minuto fa prima di sedersi nel suo inseparabile banco in prima fila proprio accanto alla finestra, che scrutò attentamente vagando un po’ con la sua mente.
- Tyson, siediti immediatamente, prima che ti spedisco immediatamente dal preside! - e una voce di donna attirò la sua attenzione, girandosi immediatamente verso la cattedra – Ora che siete tutti comodi, è inutile che faccio il solito appello, visto che, dando uno sguardo generale, siete tutti presenti… E questo è un buon segno nel primo giorno!
- E come mai accanto al finocchio c’è un banco libero? – intervenne il rasato, e solo allora Michel si accorse che di fianco a lui non c’era nessuno, notando che il suo ex compagno di classe si era spostato.
- Prima di tutto: smettila con questi termini di fronte a me! - si alterò la professoressa, per avvicinarsi poi davanti alla porta ancora aperta, esercitando un cenno con la mano – E poi non sarà libero ancora per molto…
Tutti i presenti la guardavano in modo strano, non essendo capaci di comprendere il senso dell’ultima frase e, senza dire nulla, osservarono la rossa donna accompagnare all’interno dell’aula un nuovo studente dai capelli biondi.
- Ragazzi, il suo nome è Kyle, ha 16 anni e si è appena trasferito qui a Chicago da Los Angeles a causa del lavoro di entrambi i suoi genitori. Quindi cercate di trattarlo come si deve, intesi? - poi si rivolse al nuovo arrivato, puntando il dito in direzione di Michael – Puoi andarti a sedere in quel banco in modo che lui ti potrà aiutare se non comprendi qualcosa, visto che ha dei ottimi voti a scuola.
Il ragazzo con i capelli biondi incominciò ad avviarsi verso il suo posto sotto lo sguardo incantato delle ragazze, le quali, ad ogni suo passo,  sbavavano con gli occhi squadrandolo dalla testa ai piedi, imbarazzandolo moltissimo.  
- Ciao! – e il coetaneo già seduto allungò la mano in segno di amicizia, gesto che fu immediatamente ricambiato - Credo che saremo per il resto dell’anno compagni di banco!
- Lo spero tanto… - e il suo sguardo, dopo aver guardato per qualche istante gli occhi neri di Michael, si rivolsero verso il libro di testo appena uscito dalla cartella.
La lezione poté finalmente cominciare andando avanti senza intoppi e senza pressioni da parte dell’insegnante, ancora frastornata dalle vacanze estive appena concluse.
E, nel frattempo, il 16enne osservava quella nuova persona presso lui molto spesso, saltando spesso le parole pronunciate dall’unica adulta della classe, e, vedendo scuotere quei capelli, rimase fermo, quasi se fosse stato incantato da qualche magia, quando ad un tratto qualcosa lo fece portare alla realtà.
- Michael… se hai finito di sognare ad occhi aperti, potresti venire qui alla lavagna per scrivere tutti i libri di testo da utilizzare quest’anno?
Una risata generale sconfisse quello strano imbarazzo sul suo volto, il quale abbassò prima lo sguardo in modo da non vedere nessuno, ma poi, grattandosi i suoi capelli di color nero, si alzò dal suo banco per potersi dirigersi verso la donna che, tuttavia, lo fermò immediatamente.
- Non muoverti!-  e sorrise immediatamente – Stavo solamente scherzando! Volevo solamente sapere se avessi sentito tutto ciò che ho detto!
Un risata contagiò l’intera classe, quando, come se il tempo fosse passato in un lampo, tutti udirono la campanella, scattando in piedi in direzione dell’aula di informatica.
Ovviamente aspettando per prima l’uscita dell’insegnate.
- Fermo dove sei… - minacciò Tyson indicando Michael con un dito, per poi rivolgesi al nuovo arrivato, ancora rimasto in classe assieme ai due - Credo che dovrai abbandonare il tuo Cicerone per qualche istante, dal momento che dobbiamo fare una chiacchierata di alcuni istanti. Ma tanto non ti perderai in questa scuola…
- Smettila immediatamente! Non ti permetto di parlare così, stronzo…
Udendo queste parole ,il rasato corse infuriato verso il ragazzo gay, che venne afferrato come un sacco di patate dalle sue possente mani, puntando il pugno dell’altra mano libera a pochi centimetri dal naso.
- Non ti permetto di parlare così, brutta checca pompata! – poi guardò minaccioso Kyle – E tu sparisci dalla mia vista, prima che rovino il tuo bel faccino, intesi?
- A.. aspettami fuori! – cercò, girando il suo sguardo, di rassicurarlo il 16enne, il quale venne obbedito dal magro biondino, per poi guardare il suo rivale nuovamente negli occhi – Lo sai che non tutti gli omosessuali sono effeminati, vero?
- E a me cosa importa?
- Ed inoltre posso parlare come voglio… Seguo solamente il tuo esempio, no? – ignorò l’ultima frase – Ed inoltre, se adesso mi picchierai, cosa dirà il professore di informatica?
- Ti rispondo con due semplici argomentazioni, in modo che anche il tuo cervello bacato possa comprendere. Per prima cosa non mi importa dei giudizi di quello stupido insegnante… e secondo potresti inventarti qualche scusa! – e, inspiegabilmente, lasciò la presa – A chi pensi crederà se dirai la tua vertià? A te, un ingenuo ragazzo che ha fatto coming out solo per farsi vedere ed essere adorato ancora di più dalle ragazze, o a me, suo miglior studente e MVP dell’ scorso campionato di calcio delle scuole di Chicago e comparso in tutti gli articoli giornalistici dei quotidiani cittadini?
- E come mai hai abbandonato la presa? – e lo vide allontanarsi dall’aula, anche se ad un tratto si fermò di scatto, girandosi immediatamente verso lui.
- Non voglio sporcarmi le mani col tuo schifoso sangue… Sangue che potrebbe infettarmi e trasmette la tua fastidiosa malattia! E prometto che, se dovessi presentarti questo pomeriggio alle selezioni e, chissà, entrare in squadra, farò di tutto per cacciarti fuori non solo dalla nostra Chicago Soccer Club ma da questo istituto! - e, senza che l’avversario potesse replicare in qualche modo, sparì qualche istante dopo.
- Non ho capito molto del vostro discorso… - intervenne Kyle non appena vide l’amico uscire dall’aula, staccandosi dal muro dove era appoggiato - Ma come mai vi comportate come nemici?
- Purtroppo è una storia un po’ complicata da spiegare… - e, prendendolo per una spalla, cambiò totalmente argomento della discussione – Ma adesso andiamo… non vorrei che facessimo tardi!
Così i due si incamminarono verso l’aula e, per loro fortuna, la lezione non aveva avuto inizio per volontà dell’insegnante, il quale stava aspettando gli ultimi ritardatari.
- Beh… e con questi ultimi due posiamo dare inizio alla nostra prima lezione di questo nuovo anno. Siete entusiasti? – e, dando un’occhiata generale, notò le facce allegre degli studenti, già pronti a poter usufruire della tecnologia della scuola.
- Questa è l’unica materia in cui non vado tanto bene… - si preoccupò Michel osservando lo schermo ancora fermo sul desktop.
- Come mai? – si incuriosì il biondo – Eppure tutti hanno almeno un computer in casa propria…
- Questo è vero, e anche io lo uso spesso, ma il mio problema è saper spiegare a degli estranei tutti i suoi segreti utilizzando la terminologia specifica!
- Se vuoi posso aiutarti io! – e sorrise – Nell’anno precedente questa era una delle materie in cui andavo bene! Diciamo che questo settore è uno dei miei preferiti…
- Credo che ci aiuteremo a vicenda! – e allungò la mano in modo da stringere un patto di amicizia.
Da quel momento passarono tutta la giornata assieme, quasi come se fossero dei fratelli siamesi, quando, a fine lezioni, Michel si scusò con l’amico poiché doveva avviarsi alle selezioni per la nuova squadra.
Ma, per sua sfortuna, non aveva né tuta né delle scarpe da ginnastiche adatte per l’occasione.
- Se vuoi posso accompagnarti… - intervene da un tratto il biondo -I miei genitori tornano questa sera dal lavoro!
- Per me va bene! È un onore per me avere qualcuno che mi sostenga… - e, dopo aver parlato con una voce stranamente dolce, cambiò la tonalità passandone ad una scherzosa – Sarai il mio primo tifoso non parente!
Pertanto i due si avviarono assieme verso il campo da calcio situato nel grande cortile della scuola, con il cuore di Michael che batteva forte dall’emozione, sicuro che anche lì avrebbe dimostrato di poter essere un grande attaccante…
Forse il migliore della storia futura della nazionale degli Stati Uniti.


  
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