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Autore: bethfuckoff    15/03/2012    3 recensioni
«Sono stanca di aspettarti Richard.»
«Io sono stanco di scappare da te Bells.»
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Un amore perfetto?” “No, nemmeno io aspiro a tanto. Mi basterebbe poter fare i capricci. Questa perfetta libertà”. ─ haruki murakami, norwegian wood.

-Lia.

Il suo problema non era tanto conoscere qualcuno, tipo amici o conoscenti. Il suo problema era legarsi alle persone, amarle, sentirle sotto la sua pelle. Aveva la fobia di innamorarsi delle persone, così tendeva ad allontanarle il più possibile ma con lui non ci riusciva, non ci riusciva proprio. Qualsiasi cosa pensasse, qualsiasi strada prendesse lui la trovava sempre, era sempre al centro del suo cervello. C'aveva provato ad allontanarlo, a scappare da lui ma ogni volta c'era qualcosa che le diceva di tornare da lui. Sarà forse che sorrideva sempre anche quando tutto andava a puttane, Lia non riusciva a capire perché quel ragazzo l'attraeva come una calamita. Ora se ne stava tranquillamente seduta tra le sue gambe e accarezzava il dorso della sua mano come la cosa più naturale del mondo. E pensare che era cominciato tutto per caso, ad una festa mentre lei era praticamente in cerca di compagnia per evitare quelle teste di cazzo dei suoi amici che erano strafatti di cocaina, e poi eccolo lì. Era apparso dal nulla con un bicchiere di vodka liscia tra le sue mani e quel sorrisetto da perfetto stronzo e si erano ritrovati fuori alla veranda a fissare le stelle. Ma il suo problema non era neanche lui, era ciò che provava per lui. Era un sentimento che non riusciva a descrivere neanche lei, ed aveva una fottuta paura. Paura che quel ragazzo potesse diventare tutto, o forse già lo era? Profumava di tabacco e inverno. Era stato il suo inverno, quella coperta che lo scaldava durante la notte, quella cioccolata calda che l'aiutava ad addolcirsi ed infine era stata la sua medicina. Sì, sapete quando siete nel baratro dell'oblio? Ecco, poi arriva quella corda che ti porta su e ti salva la vita. La luce, durate un periodo di buio. «Ti va di venire a casa mia?» L'aveva buttata lì, sperava che anche stasera avrebbe rinunciato agli altri per lei, sì un pensiero egoista ma era fatta così: era gelosa delle sue cose. «Certo, andiamo?» Nick si alzò e le tese la mano, l'afferrò al volo e si diressero a casa della ragazza. Non era molto distante, bastarono dieci minuti ed arrivarono a destinazione. Una tipica abitazione londinese, in un tipico quartiere, non era niente di eccezionale. Ma ogni volta che Nick ci metteva piede, sembrava irradiarsi sembrava prendere un'altra sembianza. Inserì la chiave e fece scattare la serratura, la casa era vuota come sempre. «Bene..cioè-» Lia non riuscì a terminare la frase che Nick la baciò, sentì le sue labbra prendere all'improvviso fuoco e un nodo formarsi all'altezza della bocca dello stomaco, le mani incominciarono a fare su e giù tra i capelli e l'incavo del collo del ragazzo. «Okay, io non ce la faccio più..cccioè.» Nick sembrò per la prima volta insicuro delle sue azioni, così Lia lo trascinò nella sua camera e lo distese sull'enorme letto al centro del letto. Nick le sfilò delicatamente la maglietta e la fece scivolare sotto il suo corpo, cominciarono a svestirsi e Lia non poteva far a meno di accarezzare ogni singola parte del suo corpo, sembrava esserne quasi affascinata. Cominciò a sbottonargli i pantaloni, sembrava una scena che si ripeteva sempre nella sua mente. Ogni volta però provava sensazioni diversi, sempre più forti. Era innamorata di lui? No, non l'avrebbe mai permesso, l'amore era per le persone deboli. Ma allora perché continuava a provare tutte quelle sensazioni? E perché aumentavano sempre ogni volta che andavano a letto assieme? «Ti ho mai detto che..sei bellissima?» Nick le tolse la biancheria e appoggiò la sua fronte su quella della ragazza che a poco a poco si sentì le gambe cedere. Scosse il capo e si aggrappò al suo collo per poi baciarlo, le loro lingue stavano facendo un qualcosa di indefinito e strano, che procurava ad entrambi quelle fottute farfalle nello stomaco. Era il suo turno, gli tolse i box e prese un bel respiro. Sentì il ragazzo entrare dentro di sé, era sempre una strana sensazione, non l'aveva mai provato con gli altri ragazzi. ma che cazzo mi succede? era la domanda più frequente nel suo cervello. Inarcò leggermente la schiena e le sue unghie strinsero la carne del ragazzo, era un misto di emozione e quant'altro che al momento non sapeva spiegare. Il suo respiro cominciò a diventare man mano irregolare e quella sensazione di piacere aumentava. Non sapeva spiegarsi il fatto di come si fosse presa questa strana cotta per lui, era arrivato nella sua vita senza chiedere permesso, senza 'bussare' e l'aveva travolta come un urgano. Nessuno gliel'aveva chiesto, nessuno gli aveva aperto ma lui aveva buttato giù tutti i muri che lei si era creata. Sentì le spinte aumentare di grado e gli baciò l'angolo della bocca, per poi scendere sull'incavo del collo ed infine sostare sulla giugulare e fargli uno di quei succhiotti che lui tanto odiava, era palese che quando se ne fosse accorto lei sarebbe già espatriata in congo. «Cazzo. CAZZO!» Il ragazzo esclamò quasi senza fiato, era risaputo che a Nick bastava poco per far alzare il suo amichetto lì giù, e Lia lo sapeva bene. Non aveva mai perso occasione per prenderlo per culo o provocarlo, in qualsiasi modo. Rise lievemente, cercando di nascondere il suo imbarazzo. Le spinte diminuirono ed entrambi vennero. Fu una strana sensazione, Nick rimase a guardarla per un po'. «Sentì, che ne dici di spostare la tua barca dal mio porto?» Lia era sempre stata così.. diretta. Nick arrossì di colpo e la coprì con un lenzuolo, non avrebbe retto per molto. Nick stava abbattendo tutti i suoi muri.
   
 
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