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Autore: Shatzy    15/03/2012    2 recensioni
“Da ora in poi quindi noi due siamo migliori amici” evidenziò, sorridendo ampiamente.
“E perché mai?”
“Beh, perché mi hai trovato” rispose convinto. “E perché sei carino come una bambina, e mi piace tenerti per mano”.

[Klaine Week]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4. Klaine's Anniversary <3



“Non doveva andare così”.

La campagna ai lati della strada si estendeva a perdita occhio, fino alle colline all’orizzonte e a qualche casa isolata circondata da sparuti alberi e recinzioni di legno.
“Non importa…”
“Te lo giuro, Kurt, avevo organizzato ogni minimo dettaglio, non ho idea del perché sia finita in questo modo”.
E tutto intorno a loro, avanti, dietro, ai lati, c’erano automobili ferme ordinate in una fila infinita, motori spenti, gruppi di gente accanto al guard-rail che facevano amicizia tra loro.
“Non importa, davvero”.
“È che… Lo so che non potevamo evitare questo incidente stradale che doveva avvenire proprio stasera, e lo so che ci sono persone ferite e dovrei preoccuparmi di questo, solo che-”
“Be’, se mi avessi dato retta e avessi preso la strada OH-117W diretta per Bellefontaine, invece di svoltare per questa…” mormorò Kurt, incrociando le braccia al petto.
Blaine si girò verso di lui, sgranando gli occhi. “La OH-196S circonda il lago, Kurt, ha una vista panoramica migliore e molto più romantica” si difese.
“L’altra è più breve”.
“Per un chilometro appena!”
“E va bene, hai ragione tu, è stata una pura casualità trovare un ingorgo di dimensioni epiche in Ohio e rimanere bloccati per tre ore la sera del nostro anniversario” ammise sconfitto, guardando fuori dal finestrino e incrociando lo sguardo del guidatore della macchina affianco, a meno di un metro di distanza. Sbuffò, tornando a fissare il cruscotto.
“Avevo davvero organizzato tutto da un mese almeno, Kurt, devi credermi. Volevo ripercorrere insieme a te tutte le tappe del nostro rapporto, tornare sui luoghi importanti per noi due, ho implorato Mr Schue di prestarmi le chiavi dell’auditorium e minacciato David per lasciare aperto il cancello sul retro alla Dalton” precisò concitato.
“E invece ci siamo arenati dopo il Lima Bean” evidenziò l’altro.
Blaine lo guardò per qualche secondo, pensieroso. “Forse se non fossimo scappati via dopo aver preso i nostri caffè, ma se ci fossimo fermati per almeno qualche minuto al tavolino dove ho detto di amarti per la prima volta, avremmo saputo in tempo di questo incidente”.
“C’era Sebastian! Come al solito! Non avevo intenzione di rovinarmi l’anniversario a causa di qualche battuta che sicuramente ci avrebbe detto” sbottò indignato.
“Non capisco perché ancora ti importi di lui, ti ho detto mille volte che-”
“La volete smettere? Mi sembrate i miei genitori e non vi sopporto più!” gridò una ragazza seduta nell’auto accanto a Blaine. “Almeno alzate i finestrini”.
I due arrossirono all’istante e borbottarono qualche scusa sincera, facendo piombare un silenzio imbarazzato nell’abitacolo. Poi Kurt sospirò.
“Non è poi così male” concesse, lasciando che Blaine gli prendesse la mano. “Tra cinque chilometri c’è lo svincolo per tornare indietro, e siamo stati insieme tre ore in un piccolo spazio –  senza poterci toccare perché siamo circondati di persone – ma non è male”.
“Vuoi tornare indietro senza nemmeno arrivare a Westerville?” chiese.
“Blaine, non siamo nemmeno a metà strada, sono le nove di sera e domani abbiamo scuola. E mio padre ha già chiamato cinque volte” gli fece sapere.
“Ti avrei baciato in ogni stanza, scalinata o corridoio in cui siamo passati”.
“Ci avremmo messo ore! La Dalton è immensa” dichiarò stupito Kurt, ma notando lo sguardo eloquente del suo ragazzo non poté fare a meno di arrossire e dargli una pacca sul braccio, allontanandolo, mentre un sorriso timido e dolce si apriva comunque sulle sue labbra.
Blaine gli prese di nuovo la mano, accarezzandola piano e intrecciando le dita. “Vuoi sentire un po’ di musica?”
“Non voglio esaurire la batteria e il tuo Ipod si è scaricato dieci minuti fa”.
“Avremmo cantato Perfect in auditorium e avremmo ballato un lento in palestra, per la cronaca” disse, assorto nei suoi pensieri.
“L’unica cosa che voglio al momento è del cibo, Blaine” ammise candidamente.
“Non me ne parlare, la nostra prenotazione da Breadstix era un’ora e mezza fa” chiarì sconsolato, ed entrambi sospirarono nello stesso momento, per poi scoppiare a ridere.
“Forse hanno ragione a dire che ci comportiamo come una coppia sposata” concordò Kurt.
“E se ci comportiamo così adesso, non riesco ad immaginare come saremo tra dieci anni, o venti, o cinquanta!” enfatizzò Blaine, sorridendo ampiamente, non facendo caso che l’altro aveva sgranato gli occhi ed era tornato improvvisamente serio.
“Tu… Tu pensi a queste cose? A noi, dico, tra anni?” chiese in un sussurro incerto.
Quello lo guardò alzando un sopracciglio. “Perché, tu no?”
“Certo che sì! Ma non ad alta voce. Non davanti a te” spiegò, arrossendo. “Non durante il nostro anniversario”.
“E per fortuna ce ne sarà solo uno di primo anniversario, Kurt. È stato un disastro” sbuffò. “Ti prometto che i prossimi saranno perfetti” affermò con un sorriso sicuro.
“Tutti e cinquanta?” lo prese in giro.
“Oh. Cinquanta almeno” precisò, allungandosi verso di lui fino a sfiorargli il naso con il proprio. Un borbottio non proprio sommesso li fece sobbalzare prima che le loro labbra si toccassero, notando poi che derivava da un gruppetto di uomini riuniti intorno a una radio che trasmetteva i risultati di una partita di football.
“Era meglio l’altra strada!” capitolò Blaine, tornando seduto al suo posto e portando le mani al volante, espirando pesantemente.
“Te l’avevo detto” lo canzonò Kurt con un sorrisetto di sfida.
Sfida che l’altro accolse rapidamente. “Però forse posso ancora salvare l’ultima tappa della nostra storia” disse infatti, accendendo il motore per alzare i finestrini e guardandosi attorno furtivo.
“E quale sarebbe stata?” domandò vagamente curioso.
Blaine si sporse fino ad arrivargli pericolosamente vicino, alzò una mano per accarezzargli una guancia mentre l’altra si muoveva vicino al suo fianco. “Casa mia” sussurrò, tirando la leva per abbassare il sedile fino a trovarsi quasi distesi l’uno sull’altro.
“Che stai facendo?” domandò Kurt con un velo di insicurezza.
“Ci ritaglio un po’ di privacy”.
Si guardò intorno, il sole ormai era calato ma erano comunque circondati da un’infinità di persone. “Non mi sembra una buona idea, e comunque per l’ora in cui saremo a casa i tuoi saranno già tornati”.
“… Hai ragione” concordò un po’ triste. “Depenno anche questo dalla mia lista dell’anniversario perfetto, vero?” chiese, dandogli un bacio leggero sulle labbra.
“Vero” rise Kurt, circondandogli le spalle con le braccia e trattenendolo su di sé qualche secondo. “Domani dovremo sorbirci tutte le battutine di Santana e non avranno nemmeno un minimo di fondamento, purtroppo”.
“L’anno prossimo sarà perfetto” promise Blaine, rialzandosi per tornare seduto al suo posto.
L’altro riportò il sedile in una posizione consona e si passò una mano tra i capelli, sistemandoli. “Ne sono sicuro, anche perché toccherà a me organizzare la serata mentre tu ti limiterai a regalarmi i fiori” precisò, indicando con un cenno del capo il mazzo di rose rosse, in bella mostra sul sedile posteriore, che gli aveva regalato quella mattina.
“Intanto questo fine settimana ho intenzione di ripetere il nostro appuntamento” ammise serio.
Kurt sorrise. “Ottimo, così posso provare il nuovo accessorio di McQueen che ho comprato all’ultima asta online”.
“E sarà romantico proprio come lo hai sempre sognato” continuò. “Sarà dolce e delicato, potremmo anche fare un picnic in un campo di lillà, e poi ci terremo per mano come nei musical di Broadway mentre mi canterai tutto quello che vorrai. Io mi complimenterò ancora una volta sulla scelta del nostro abbigliamento, che sarà coordinato secondo il tuo gusto, e ti dirò per l’ennesima volta quanto sei bello e quanto-”
“Blaine?”
“Sì?”
“Ti amo”.
E Blaine si fermò, sorridendo ampiamente. Si voltò verso l’altro e gli prese una mano tra le sue, avvicinandosi. “Ti amo anche io” sussurrò, sfiorandogli le labbra.
“Blaine?”
“Mh?” chiese piano, socchiudendo gli occhi e baciandogli piano una guancia.
“La fila si muove…” avvertì Kurt.
“Oh!” saltò su, notando le auto avanti a loro spostarsi lentamente e accendendo finalmente il motore.
Alla fine, cenarono in un fast-food che trovarono sulla via del ritorno, Kurt non si lamentò nemmeno del colesterolo e dei trigliceridi che sarebbero schizzati alle stelle il giorno seguente, ma regalò comunque a Blaine la sua porzione di patatine. Cantarono Perfect di Pink a squarciagola almeno cinque volte, insieme a una decina di pezzi di Broadway e alla metà della discografia di Lady Gaga e Roxy Music; ballarono un lento suonato nelle loro teste durante una sosta al distributore di benzina, rendendosi conto di essere completamente soli nella campagna dell’Ohio e nel buio della notte. Si baciarono ad ogni incrocio e semaforo che incontrarono fino a Lima, e furono molti più baci di quelli che si sarebbero dati alla Dalton.
E alla fine, proprio alla fine, quando Blaine accompagnò Kurt fino alla porta di casa tenendolo per mano, si scambiarono un sorriso che sapeva di complicità, amore ed eternità. E nessuno dei due pensò che la giornata fosse stata meno che perfetta.






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Note: questo capitolo è stato un parto! Ma dovevo scriverlo entro oggi, e a tal proposito auguri a Kurt&Blaine per il loro primo anno insieme, sperando che continuino a darci tanto amore e dolcezza e duetti romantici anche per i prossimi, perché ne abbiamo bisogno. 
Grazie come sempre a Me_Mi e sakuraelisa per i commenti :)
   
 
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