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Autore: manubibi    16/03/2012    1 recensioni
[War Horse] Stewart/Nicholls. Spoiler per chi non ha visto il film. Era stato il Maggiore Stewart a cercare eventuali effetti personali del Capitano Nicholls. Normalmente avrebbe mandato una persona a caso ad aprire cassetti, chiamare i genitori, spogliare la valigia piccola ed essenziale di un soldato, ma Nicholls era stato tutto fuorché un normale e tipico militare come se ne vedevano così tanti nell'esercito Britannico.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Memory
Fandom: War Horse (film)
Personaggi: Maggiore Stewart/Capitano Nicholls
Genere: introspettivo
Avvertimenti: spoiler (per chi non ha visto il film), missing moments.
Parole: 630
Note: Prima di tutto mi scuso, perché War Horse non merita such a treatment. Mi dispiace, sta cosa è uscita così alla cazzo, e mi dispiace anche per il povero Benny che ho reso così pieno di feeeeeelings. Sicuramente è molto più profondo di così, ma stamattina mi girava di scrivere una scemenza a caso priva di emozioni di qualsiasi tipo. Ergo, scritta perché mi girava. Non ha nessunissima pretesa e potete anche tirarmi le uova marce x'D
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«Madre di Dio...» Mormorò.
Era stato il Maggiore Stewart a cercare eventuali effetti personali del Capitano Nicholls. Normalmente avrebbe mandato una persona a caso ad aprire cassetti, chiamare i genitori, spogliare la valigia piccola ed essenziale di un soldato, ma Nicholls era stato tutto fuorché un normale e tipico militare come se ne vedevano così tanti nell'esercito Britannico. E voleva assicurarsi che tutti i suoi oggetti sarebbero stati ritrovati, eventualmente rispediti a casa per provarsi a consolare una madre dal cuore spezzato, o magari avrebbe potuto rubarne un pezzo. Qualche appunto, un accendino, sarebbe bastata anche una foto stropicciata. Non stava a lui decidere cosa i parenti avrebbero potuto vedere e cosa no, ma sperava di potersi portare con sé un frammento di quegli occhi chiari e di quell'espressione che ostentava sicurezza.
Aveva sospirato, entrando nella sua stanza, annusando l'aria immobile e sorridendo lievemente a se stesso osservando la scrivania bucherellata ma con tutti gli effetti personali del Capitano al loro posto. Ordinati, impilati, non secondo uno schema rigido e ferreo ma con una certa cura e con un sistema funzionale. Le lettere da spedire su un lato, i proiettili da un altro. Il fucile nuovo di zecca nell'angolo della stanzetta, solitario ed inutilizzato.
Il Maggiore misurò qualche passo, girando attorno al tavolino e sfiorando i fogli, leggendo qualche frase ma distogliendo lo sguardo quando capiva dalla presenza di nomi propri che i contenuti erano personali. Frugò un poco nel materiale, estraendo qualche lettera indirizzata ad amici e famiglia, raccogliendo i proiettili e facendo per andarsene, quando notò un taccuino infilato sotto una bassa pila di libri. Non avrebbe dovuto indagare, ma l'aveva guardato scarabocchiare su quel taccuino per delle mezz'ore, durante i pomeriggi di tregua: l'aveva incuriosito. Deglutì, sfilandolo dal peso dei fogli e sfogliandolo con gli occhi stretti per capire al volo che cosa fossero quegli schizzi fatti con la matita, riconoscendo soprattutto magnifici disegni di quel bellissimo e forte cavallo che il Capitano aveva preso a curare con tanta devozione. Presto comprese che quei disegni erano stati fatti per il vecchio padrone della bestia, quel ragazzino di cui aveva sentito parlare nelle loro frequenti conversazioni.
Poi scorse un altro soggetto ai continui scarabocchi e disegni più definiti: dei ritratti. Specificamente, concluse con una scossa di sorpresa, ritraevano lui stesso. Si osservò in quei fogli, colto nei momenti più disparati, come degli attimi di vita fissati su carta porosa e spessa che ora sembrava bruciare sulle dita. Perché Nicholls avrebbe dovuto ritrarlo? Non ce n'era motivo. Non pensava neanche di essere particolarmente attraente o classicamente bello, perciò perché avrebbe dovuto? Rimase a fissare quei disegni per dei minuti, dimenticando anche perché fosse lì, pensando solamente che quel ragazzo aveva speso quasi delle ore a ritrarre lui senza mai dirlo, come fosse un modo per imprimerselo nella mente anche durante le battaglie, anche in caso di morte. La morte però aveva colto prima l'autore, lasciando il soggetto da solo con le proprie espressioni immortalate con devozione su sfondi bianchi e sporchi. Era immobile, tranne quando passava un foglio dietro l'altro, mormorando a se stesso e all'anima di quel povero ragazzo, quando all'improvviso il silenzio fu dissipato dal rumore di una porta che si apriva e dalla voce acerba di uno dei ragazzini arruolati all'ultimo secondo.
«M-Maggiore, è richiesta la sua presenza alle stalle.»
Stewart si voltò, con in mano tutti quei fogli ed il taccuino dalle pagine strappate per l'usura, annuendo e cercando di tornare a guardare il mondo in modo incolore come sempre. «Arrivo subito.»
Il ragazzetto annuì e mormorò qualcosa, per poi sparire di nuovo oltre la porta. Il Maggiore tornò a guardare i ritratti, per poi prendere i propri ed infilarli sotto la giacca, sul lato sinistro. Poi si voltò, con le lettere e gli altri cimeli sotto il braccio, uscendo dalla stanza.

   
 
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