16/03/2012
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The Beginning
Diego
Sono Diego, Diego Giordani, 20 anni, nato a Milano, sono bellissimo e modestissimo (ahahah :P), dopo un anno senza sapere che svolta dare alla mia vita, avevo deciso che in fondo un pezzo di carta mi farebbe comodo, quindi mi sono iscritto a medicina in un università di Oxford, andare via dall’ Italia era la cosa migliore.. Era ormai passato un mese e io, ancora non ero riuscito seriamente ad ambientarmi( forse vivere in un appartamento e non nei dormitori non è stata la cosa migliore…).
Oggi avevo anatomia con il prof. Stafford, soporifero come nessuno, dopo la prima mezz’ ora già mi stavo addormentando, quando il mio compagno iniziò ad attaccare bottone:
<< Io veramente non ce la faccio più a sentire le sue lezioni, dormo talmente tanto durante le sue ore che ormai passo la notte sveglio!
Ahah, a chi lo dici! Mi chiamo Diego, Diego Giordani, e tu? >>
Mi guardò per un attimo senza dire parola, come se gli sembrasse strano che gli chiedessi il suo nome, lo guardai in viso e mi persi nei sui occhi color cioccolato, davvero troppo belli, per non parlare dei suoi bellissimi capelli castani e… vabbè, non divaghiamo troppo, comunque disse:
<< Sono Daniel… Daniel Hyde >>
<< Di dove sei, di Oxford? >>
<< No, sono nuovo di qui, vengo da Wolverhampton, nel West MidLands, ma da piccolo mi sono trasferito a Londra >>
<< Io vengo da Milano >>
<< Wow! Sei italiano >>
<< Si, contieni il tuo entusiasmo, non è mica chissà cosa… >>
<< No, dai! Deve essere bellissima, mi piacerebbe molto visitarla, comunque, seriamente parlando, non ce la faccio più, ma non voglio neanche andarmene di punto in bianco durante la lezione…
<< Io un idea ce l’ avrei… >> E prese il suo smartphone, passammo un ora e mezza a giocare con i giochi del telefonino e a parlare del più del meno, in fondo è stata una lezione proficua (:P).
Liam
Probabilmente mi conoscete già, sono Liam Payne dei One Direction, mi sono iscritto all’ università nella speranza di accomunare alla vita da cantante quella di normale studente, anche se trovare persone che mi vedano come Liam Payne e non come Liam Payne dei One Direction sta risultando un po’ difficile, ogni volta è “MA TU SEI LIAM PAYNE DEI ONE DIRECTION! “, anche se un lato positivo è che questa università non è piena di fan impazzite che fanno le stalker, e gli studenti rispettano gli altri.
Oggi durante le “interessantissime” lezioni del prof. Stafford, ho incontrato Diego, un ragazzo italiano davvero… bello, molto bello, capelli neri scalati ai lati, occhi verde acqua, pelle diafana , e con un accento italiano davvero sexy. Quando ho capito che non conosceva i One Direction ho deciso di dirgli una piccola bugia… sulla mia identità, e che trovare una persona che volesse parlare con me per un motivo che non fosse il fatto di essere famoso mi sembrava troppo bello… comunque mentre andavo alla caffetteria dell’ università, pensai: CAZZO! Non gli ho neanche chiesto il numero di telefono o dove abita(-.-‘), ecco ho mandato l’ unica possibilità di avere una vita normale in fumo! E, mentre pagavo il mio caffè, mi accorsi che era seduto ad un tavolo intento a leggere un libro. Che grande cosa che è il fato… Pensai. Con un sorriso stampato in faccia mi avvicinai:
<< Ehi! Ah ciao! Che leggi? >>
<< Eh… non lo conosci sicuramente, è di un autore italiano, si chiama “La solitudine dei numeri primi”>>
<< Ah… di che parla? Di due ragazzi che da bambini hanno avuto un trauma che li ha segnati per tutta la vita, lui ha abbandonato la sorella autistica in un parco e se ne sono perse le tracce, lei sciando ha avuto un incidente rimanendo zoppa e deludendo così le aspettative del padre e, per quanto si avvicinino, non riusciranno mai seriamente a stare insieme e col tempo prenderanno strade diverse >>
<< Un libro positivo insomma >>
Scoppiamo entrambi in una risata.
<< Ahah si, infatti >>
<< Senti, oggi ad anatomia non ti ho chiesto la cosa più importante, il tuo numero di telefono… >>
<< Ah! Si, allora… 78914236, e il tuo? >>
<< 79125783 >>
E iniziammo a parlare di tutto e di più, neanche ce ne rendemmo conto che era passata un ora, ma io non avevo ascoltato una sola parola di quello che aveva detto, mi ero perso nei suoi occhi mentre fantasticavo su di…noi. Non sapevo se lo vedevo come amico o qualcosa di più, anche se stavo affrettando troppo i tempi, e poi anche se mi piacesse, ormai ho già preso la mia decisione …