R o n n i e .
«Sai ho conosciuto un ragazzo...» dissi a Sam.
«Che ti piace?» indovinò lei.
Si mise a ridere.
Tornai seria. «Non lo so...».
«Ricordati quello che ti ha fatto Dylan» riprese lei, avrei tanto voluto che quella frase non l'avesse detta.
«Come posso dimenticarlo. Ma lui è diverso è così simpatico... non lo so. Certo lo conosco da poco, ma boh!».
«Come si chiama?».
«Joe».
Sam si mise a ridere. «Quel Joe?».
«Si, proprio lui» dissi facendo un mezzo sorrisetto.
Non lo conosco, quindi non posso giudicare».
«Anche io lo conosco poco, ma lo trovo così dolce».
«Puoi sempre provarci, no?».
«Non lo so, non mi fido più di nessuno in questo mondo».
«... e fu così che Romeo e Giulietta si innamorarono...».
La spinsi sul letto. «Ma smettila! E' solo che vorrei conoscerlo meglio».
«Fa come vuoi... ah! Ti ho detto della telefonata?».
Risi imbarazzata. «No, perché?».
«Ieri ero a casa di Zac e mi è suonato il cellulare, quando ho risposto una voce ha chiesto di te, ma io gli ho detto che io mi chiamavo Sam...».
Era Joe?!» domandai sbalordita.
«Si, non so come abbia avuto il mio numero, ma poi gli ho dato il tuo, contenta?».
Non sapevo se dovevo essere contenta o no, forse lo ero. Adesso capivo di chi erano quelle telefonate a cui non avevo risposte, forse erano sue.
«Non c'è nessuno?!» urlò una voce alle mie spalle, la riconobbi.
Ero dietro il bancone dando le spalle a questo qui, così mi girai. «Non importa essere così scont...».
«Ah, guarda te!» esclamò Joe.
«Lo dici ogni volta che ci incontriamo» mi appoggiai al bancone. «Prendi qualcosa?».
Alzò la testa per vedere il menù attaccato al muro, dietro di me. «Un bicchiere d'acqua».
«Tutto qua?! Cinque minuti a pensare, per poi prendere un semplice bicchiere d'acqua?».
«Beh, si. E' forse illegale?».
«No, certo che no. Te lo porto subito».
Mi avviai dall'altra parte del locale, dove c'erano le caraffe d'acqua e i bicchieri: ne presi uno e lo riempi con un po' di ghiaccio. Poi tornai da lui.
«Ecco a te!» dissi porgendogli il bicchiere, un po' appannato.
Alzò il bicchiere in segno di brindisi, per ringraziarmi, e io ricambiai con un sorriso.
Fece per andarsene, ma lo fermai. «Ah,» gli dissi, si girò. «Questo è il mio numero, tieni» dissi dandogli un foglietto tutto stropicciato con scritto sopra il mio numero di telefono.
Sorrise imbarazzato. «Non so se te lo ha detto la tua amica, ma l'altro giorno ho provato a chiamarti, ma...»
«Tranquillo, so tutto e... mi dispiace. So anche che hai il mio numero, ma volevo dartelo di persona».
Mi ringraziò e poi se ne andò.
Quaaaarto capitolo!
Sono passati un po'
di giorni, ma finalmente
ho postato il capitolo.
SPERO VI PIACCIA,
UNA RECENSIONE NON
MORDE.
Byeeeeeeeeeeeeee!