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Autore: Piccola Stella Splendente    16/03/2012    3 recensioni
La storia parla di una ragazza che non conosceva l'amore, che non sapeva amare, e di un ragazzo che non si era mai innamorato, perchè era il classico tipo da 'una botta e via', quello con una ragazza diversa ogni giorno.
Ma perchè proprio loro, tra tutte le persone e le stelle che li circondano, perchè?!
Perchè a volte il destino è così, ma se il destino del ragazzo fosse proprio lei?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo presi per i capelli e lo trascinai fino al muro.
- Ma allora sei proprio cocciuto! - gli urlai io.
Ma guarda te sto deficiente. 
- Che vuoi tu, coglione?! - disse lui in risposta. 
- Chi è il coglione?! - urlai io facendogli sbattere la parte destra del viso contro il muro.
- Fottiti, merda. - disse Lucas in qualche modo, tentando in qualche modo di sferrare un pugno, o un calcio.
Stella si avvicinò a me: - Ehi, lascialo stare, non ne vale la pena. - disse lei afferandomi la mano.
Lucas appena fu libero si giro e mi tirò un pugno e in pochi secondi mi ritrovai per terra.

Lessi negli occhi di Stella la rabbia, quella che non aveva mai mostrato realmente, insomma, un altro lato di sè.
Lei tiraò un pugno nello stomaco a Lucas, che lo fece piegare in due.
Mi porse una mano, e mi rialzai, nonostante mi sanguinasse il naso.
Io, per finire, gli diedi un calcio sul ginocchio, che lo fece cadere a terra, poi, ci avviammo verso casa sua.

- Dove hai imparato a tirare pugni così? - le chiesi io sorpreso.
- Da nessuna parte, ho imparato col tempo, in un anno e mezzo ne ho avuto di tempo. - disse lei.

Un anno e mezzo...Quindi..Da poco prima che io me ne andai dalla sua stessa scuola media. 
Che coglione. Avrei potuto telefonarla almeno una volta, d'altronde, le nostre madri erano così in sintonia.
Avrei potuto parlarle, confortarla anche solo un minuto.
Sono solo un deficiente.
- U-Un anno e mezzo? - chiese io un po' spaventato. 
- S-Sì..Dovevo fare qualcosa per difendermi da lui. -
- Lui? Chi ti ha picchiata? -

- Il marito di mia madre...Ha picchiato me e mia madre per un anno e mezzo..- dissi lei abbassando lo sguardo.

Mi ricordavo di lui, non era il suo vero padre.
Una volta in cui le avevo visto un livido sul braccio le chiesi che si era fatta, ma non aveva realmente sbattuto contro qualcosa; era stata picchiata.

- Non mi va di parlarne se parlare di queste cose ti fa male. - le dissi io con tono comprensivo.
- Tranquillo..D'altronde non ne ho mai parlato con nessuno..Quindi non dovrebbe fare tanto male. - disse lei continuando a tenere lo sguardo basso.
Le appoggiai la mano sui fianchi, come se volessi proteggerla.
- Si ubriacava, tornava a casa sbronzo. La prima che le prendeva quando lui rientrava era mia madre. Tentavo di nascondermi, tentavo di scappare, volevo fuggire. Ma dalle sue grinfie nno c'era scampo, proprio no.
Se mi nascondevo era ancora peggio, se piangevo pure. Dovevo subire, subire e subire. Ero sempre piena di lividi ed era tutto così irreale..Perchè una ragazzina deve essere picchiata. Forse perchè me le meritavo davvero..- disse lei iniziando a tremare.
Per fortuna, eravamo arrivati a casa sua.
Entrammo e lei mise apposto la cartella e poi si sedette sempre vicino alla finestra della sera prima, che puntualmente aprì.
- Non dire sciocchezze..! Come fa un corpo come il tuo a meritarsi tanti lividi? Come fa una dolcezza come la tua a non intenerire anche il più bastardo dei bastardi? - ©




   
 
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