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Autore: Raika    16/03/2012    4 recensioni
Firenze, fine 1400 circa.
La guerra tra Assassini e Templerai non è ancora giunta a termine, e una nuova potente famiglia ha buttato giù la maschera rivelando la sua vera natura: i Boiardi, baroni di Firenze.
Per Ezio Auditore è tempo di tornare a combattere e per farlo avrà bisogno di un alleato molto particolare..
* * *
"-Tu sei il Barone giusto?
-Si.
-Bene, compro i tuoi servigi.
-Cosa?!
-Hai capito bene, ti ho appena assunto.
-Non puoi farlo.
-Oh si invece, l'ho appena fatto."
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Le vicende narrate riprendono gli avvenimenti di Assassin's Creed Brotherhood sostanzialmente modificati ai fini della narrazione.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Primo Capitolo

Firenze, fine 1400 circa.
Victoria Balera camminava per i vicoli di Firenze con in mano il cesto con la spesa, intorno alla testa aveva un velo azzurro, velo che portava spesso e che le aveva fatto guadagnare il soprannome di Dama Velata.
Victoria era una bella ragazza dai capelli biondi mossi, gli occhi grigio-azzurro e la pelle così candida da farla sembrare una bambola di porcellana. Aveva qualcosa di regale nonostante fosse figlia di una semplice domestica e tutti li sguardi si posavano su di lei quando passava per le strade. Nonostante tutto però nessuno osava sfiorarla o infastidirla.
La giovane donna passeggiava tranquillamente per il mercato finendo di compare ciò di cui aveva bisogno, poi una volta procuratasi tutta il necessario raggiunse la bottega dell’inventore, scultore e pittore Leonardo da Vinci.
<< Maestro? >> chiamò lei entrando dentro la piccola stazione di lavoro. << Leonardo siete qui? >>
<< Victoria sei tu? >> domandò l’uomo.
La sua voce proveniva da un punto lontano della bottega, probabilmente dalla zona delle tele.
<< Si, sono io. >>
<< Vieni, ho una cosa da mostrarti. >>
La giovane scuotendo la testa raggiunse l’altra stanza, sicuramente le avrebbe fatto vedere un’altra delle sue pazze invenzioni che ogni volta rischiavano di farli perdere la vita.
<< Eccomi. Cosa volevate mostrarmi? >> chiese la ragazza entrando nella sala e vedendo l’uomo in piedi sul balcone del piano superiore. << Oh mio dio! >>
<< Tranquilla è tutto sotto controllo. >>
<< Cosa state facendo! Scendete giù! >>
<< E’ proprio quello che voglio fare. >>
<< Sulle vostre gambe, non su quel coso! >> esclamò indicando il marchingegno simile a delle rudimentali ali che l’uomo aveva posizionato sulla schiena.
<< Guarda che ti posso assicurare che è più che sicuro. >>
<< Ah si? >> rispose scettica.
<< Certamente. >>
<< Sorvoliamo che è meglio… Mi spieghereste gentilmente cosa dovrebbe essere quell’attrezzo? >>
<< E’ il rudimentale prototipo che mi porterà a costruire, tramite i miei progetti, una macchina che permetterà all’uomo di volare. >>
<< Ancora con questa storia? Leonardo rassegnatevi, l’uomo non può volare, se il Creatore avesse voluto che lo facessimo ci avrebbe fornito delle ali come agli uccelli. >>
<< Victoria, Victoria, hai una mente troppo chiusa, dovresti aprirti un po’ sai? >>
<< Veramente io ho una mente apertissima… >>
<< Però non credi che possa riuscire a far volare l’uomo. >>
<< Per il semplice fatto che è una follia. >>
<< No, è una genialità. >>
Victoria lo guardò inarcando le sopracciglia, Leonardo era un ottimo inventore, però delle volte era davvero pazzo.
<< Ah, lasciamo perdere che è meglio, tanto non ci troveremo mai d’accordo su queste cose. Vi dispiacerebbe scendere da lì? >>
<< Come vuoi. >>
<< Usando le scale! >> precisò vedendo l’uomo fare un passo verso il vuoto.
<< Oh, uffa! >> sbuffò. << E va bene. >>
Leonardo indispettito scese al piano terra liberandosi dal marchingegno e dirigendosi verso la ragazza le baciò la mano da buon gentil’uomo, poi esclamò << Allora? Cosa mi hai portato? >>
<< Quello che mi avete chiesto. >>
<< Perfetto. Lascia tutto qui e usciamo >> rispose prendendo un blocco per gli appunti, penna d’oca e inchiostro.
<< Dove andiamo? >>
<< A osservare gli uccelli. >>
Victoria sbuffò seguendo però ugualmente l’uomo che tutto eccitato non vedeva l’ora di poter osservare quelle splendide creature e poter perfezionare così il suo progetto.
I due stavano camminando per la strada diretti ad una delle numerose colline quando un uomo, probabilmente un servitore si avvicinò alla giovane sussurrando << Dama Velata? >>
<< Si. >>
<< Da parte del conte Alfiero Gardoni >> ripose allungandole un borsellino pieno di monete.
<< Riferirò. >>
Leonardo continuò a camminare come se niente fosse, poi quando lei lo raggiunse disse << Un altro incarico per il Barone? >>
<< Già. >>
<< Perché non lasci perdere tutto? E’ pericoloso, lui ha a che fare con brutta gente, potrebbe succederti qualcosa. >>
<< Non preoccupatevi non mi succederà niente. >>
<< Perché non lasci tutto? >>
<< Ne abbiamo parlato altre volte, non posso abbandonare questo lavoro. La paga che mi date voi come vostra aiutante è buona, ma non mi basterebbe per tenere la casa del mio patrigno. Non posso venderla, ha un valore troppo affettivo per me e se non arrotondassi così non potrei mantenerla. >>
<< Mmm… >>
Per il resto del tragitto nessuno dei due disse più niente e neanche quando giunsero a destinazione il silenzio fu interrotto, Leonardo di sedette sull’erba osservando il cielo e prendendo di tanto in tanto qualche appunto mentre Victoria, poco lontano, estrasse dal borsellino una lettera indirizzata al Barone in cui era spiegato l’incarico che doveva svolgere.
Attentamente lesse le istruzioni del conte: una semplice richiesta di vendetta. Bene non ci avrebbe messo molto a svolgerla così si sarebbe potuto dedicare all’altra faccenda.
La riflessione della ragazza fu interrotta da un grido che le fece alzare di scatto la testa dal foglia.
<< Che succede? >> domandò allarmato Leonardo.
<< Aspettate qui >> rispose Victoria correndo giù dalla collina, dove tra lo sguardo impaurito di alcuni passanti, una giovane, prese per un braccio da un uomo massiccio, chiedeva aiuto.
<< Ehi! >> esclamò la bionda.
<< Vi prego aiutatemi! >>
<< Sta zitta sgualdrina! >> urlò l’uomo.
<< Lasciatemi andare vi prego! Non ho fatto niente! >>
<< Bugiarda! Hai rubato il pane! >>
<< Non è vero>>
<< L’hai rubato. >>
<< No, lo giuro. >>
Il panettiere senza sentir ragione tirò uno schiaffo alla povera mal capitata e Victoria, che non sopportava veder le donne maltrattate scattò verso di lui afferrandogli le possenti spalle.
<< Che diavolo vuoi tu? >> esclamò lui spingendola.
La giovane però con agilità evitò la spinta e con forza diede un calcio dietro il ginocchio dell’altro facendolo cadere di modo da potergli prendere  il braccio e portarglielo dietro la schiena.
L’uomo furioso cercò di ribellarsi senza successo, allora rassegnatosi si voltò incrociando il suo sguardo. Quando si accorse chi si trovava davanti impallidì.
<< Stavi dicendo? >>
<< M-m-mi dispiace… Non, non, mi ero reso conto che foste voi… Vi prego è stato un errore… >>
<< Che diavolo sta succedendo? >>
<< Assolutamente niente… >>
<< Alloro suppongo lascerete in pace la signorina. >>
<<< Si-si-sicuramente >>
<< Ottimo. >>
<< Vi prego non dite al Barone ciò che è successo… E’ stato un errore. >>>
  La ragazza allora si abbassò fino al suo orecchi e premendo su il nervo della spalla sussurrò << Forse non lo farò o forse si. >> Poi con disprezzò lo spinse in avanti facendolo cadere.
Leonardo batté le mani emozionato facendo il tifo per la sua aiutante, mentre Victoria porgendo la mano alla povera vittima l’aiutò a rimettersi in piedi.
<< Stai bene? >>
<< Grazie! Grazie mille! >> esclamò baciandole le mani. << Cosa desiderate? Chiedetemi qualsiasi cosa e se mi è possibile ve la darò. >>
<< Non importa, va bene così davvero. >>
<< Grazie! Siete così buona… Siete un angelo. >>
La giovane si inchinò altre volte, poi ripetendo quanto lei era buona se ne andò.
<< Un diavolo travestito da angelo… >> sussurrò Victoria.
Quando la ragazza alzò il volto i suoi occhi incontrarono per un attimo quelli di un uomo dal fisico tonico, era vestito con degli abiti comodi dotati di mantello, aveva una parte del volto coperta e i colori della divisa erano conosciuti a Victoria: bianco e rosso. Erano li stessi colori che indossava il suo patrigno, i colori della Setta degli Assassini.

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Spazio Autrice:
  Solitamente non uso mai questo spazio, però penso che in questo caso sia d'obbligo farlo. Vi confesso che per colpa della mia caparbietà mi sono addentrata in un avventura per cui non sono molto preparata, però non potevo non farlo.
  Non sono un'esperta di Assassin's Creed, purtroppo lo ho conosciuto solo attraverso i libri e i filmati su you tube, nonostante questo ho comunque voluto scrivervi qualcosa sopra perchè me ne sono letteralmente innamorata.
  Detto questo quindi spero che i veri fan mi perdoneranno errori e inesattezze sui personaggi e sulla storia, la quale subirà sostanziali variazioni ai fini della mia narrazione. Vi chiedo umilmente scusa per questo!
  Bè, per il resto grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di dedicare un po' del loro tempo a questo capitolo che spero non sia eccessivamente scadente.
Se vi va lasciate pure un commento, positivo o negativo che sia, anche le critiche sono ben accette!
-Raika    
   
 
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