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Autore: Raika    19/03/2012    2 recensioni
Firenze, fine 1400 circa.
La guerra tra Assassini e Templerai non è ancora giunta a termine, e una nuova potente famiglia ha buttato giù la maschera rivelando la sua vera natura: i Boiardi, baroni di Firenze.
Per Ezio Auditore è tempo di tornare a combattere e per farlo avrà bisogno di un alleato molto particolare..
* * *
"-Tu sei il Barone giusto?
-Si.
-Bene, compro i tuoi servigi.
-Cosa?!
-Hai capito bene, ti ho appena assunto.
-Non puoi farlo.
-Oh si invece, l'ho appena fatto."
_______________________________________________________
Le vicende narrate riprendono gli avvenimenti di Assassin's Creed Brotherhood sostanzialmente modificati ai fini della narrazione.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Due

Quando al calare della sera Victoria e Leonardo tornarono nel centro città, la giovane aveva una strana sensazione addosso. La Gilda degli Assassini non era una compagnia raccomandabile e i suoi membri non giravano per le città facendo delle semplici scampagnate, se uno di loro era lì sicuramente aveva uno scopo. Il suo patrigno, nonostante fosse anche lui un Assassino le aveva sempre raccomandato di non fidarsi di loro, erano persone pericolose eppure l’aveva ugualmente fatta affacciare a quel mondo così oscuro e violento.  
<< A cosa pensi mia bella donzella? >> domandò Leonardo notando lo sguardo assente di lei.
<< Niente di particolare… >>
<< Mmm… Sicura? >>
<< Avete mai sentito parlare della Setta degli Assassini? >>
<< Chi non ne ha mai sentito parlare? >>
<< Quindi credete nella sua esistenza. >>
<< Non ho detto questo. >>
<< Però non avete neanche detto che non ci credete. >>
<< Victoria è un argomento pericoloso, potremmo essere accusati di congiura se qualcuno ci sentisse. >>
La giovane allora, decisa a non lasciar morire lì la discussione, continuò abbassando la voce << Ne avete mai incontrato uno? Degli assassini intendo. >>
<< Ma che domande sono! Perché me lo chiedi? >>
<< Beh… Perché… Credo che uno di loro sia qui a Firenze. >>
<< Cosa?! >> esclamò. << Ne sei sicura? >>
<< Non lo so, non ne sono certa, ma penso che fosse un assassino. >>
<< Hai visto che aspetto aveva? >>
<< Non molto bene, era alto e aveva un fisico muscoloso. Il viso però era coperto per metà. >>
<< Coperto per metà hai detto? Che fosse… >>
<< Lo conoscete? >>
<< No. E’ meglio se non fai parola con nessuno di questa faccenda. >>
<< Come volete. >>
Leonardo per il resto del tragitto fu particolarmente silenzioso, sembrava averlo innervosito parlare della Setta degli Assassini e Victoria si chiedeva come mai, che avesse qualche legame con loro?
<< Non vi dispiace continuare da solo vero? >>
<< No, ci vediamo domani. Buona notte Victoria. >>
<< Buona notte a voi. >>
La ragazza una volta separatasi  dall’uomo si diresse verso la periferia della città dove nascosto in un vicolo un giovane uomo attirò la sua attenzione. Aveva i capelli biondi e gli occhi blu, la sua carnagione era abbronzata e il fisico tonico, complessivamente era un bell’uomo anche se aveva qualcosa di minaccioso. Victoria non aveva paura, sapeva come difendersi dagli uomini, anche se un brivido le precorse la schiena quando pronunciò il suo nome. << Victoria Balera? >>
<< Vi conosco? >>
<< No. Ma io conosco voi. >>
La bionda lo guardò insospettita, pronta a scattare al primo movimento sospetto, lui però dopo averla guardata un’ultima volta, come a voler imprimere la sua immagine nella mente, se ne andò lasciandola sola.
Per un attimo la giovane rimase immobile a fissare il punto in cui stava quello sconosciuto, poi stranita proseguì per la sua strada fino ad arrivare al casino di Madonna Paola.
<< Salve a tutte >> salutò lei entrando.
<< Victoria! Pensavamo non saresti venuta >> disse Marianna, una donna seduta dietro un bancone che si occupava della segreteria.
Il casino di Madama Paola, infatti, era, come lo definiva lei: “una famiglia per signorine dedite al piacere dell’uomo che poteva permetterselo”. Sostanzialmente un bordello di lusso, a differenza delle altre case di tolleranza però esso era situato in una vecchia villa appartenuta ad un vecchio nobile morto senza figli che lo donò a Paola per ringraziarla della sua compagnia. La donna poi lo aveva impiegato per dare ospitalità alle giovani ragazze senza famiglia o che l’avevano abbandonata fornendogli una cultura e avviandole al mestiere di cortigiane.
<< Ho avuto un piccolo contrattempo. Sai dov’è Emma? >>
<< E’ nei suoi appartamenti. >>
<< Perfetto, vado subito a trovarla. >>
La ragazza salutò salendo poi al primo piano dove dopo aver individuato l’entrata giusta bussò attendendo. Dopo poco la porta si aprì e sulla soglia apparve una bella ragazza dai lunghi ricci neri e gli occhi celesti con indosso una fine vestaglia di seta.
<< Victoria! >> esclamò abbracciandola.
<< Ehi! Calma, cos’è tutto questo entusiasmo? >>
<< Sono felicissima! >>
<< Lo vedo. Mi fai entrare o devo rimanere qui? >>
<< Vieni >> disse prendendola per mano e guidandola dentro la stanza fino al salotto.
<< Allora? Come mai sei così felice? >>
<< E’ venuto Filippo a trovarmi! Guarda cosa mi ha portato >> cinguettò mostrandole una bella collana d’oro con una gemma di rubino.
<< Wow! Non bada proprio a spese il signorino è! >>
<< Vorrei anche vedere, se non li spende lui i soldi che è ricco sfondato chi li deve spendere?! >>
<< Hai ragione, si è proprio innamorato eh… >>
<< Si >> disse con aria sognante. << Ha detto che vuole sposarmi… Magari fosse vero, la sua famiglia non glielo permetterà mai… >>
<< Beh anche se non ti sposerà al massimo quando erediterà tutto il patrimonio ti porterà alla sua tenuta come amante. >>
<< Già… Ma non è la stessa cosa. >>
 << Meglio di niente Emma, preferiresti passare tutta la tua vita con un uomo diverso per ogni sera? >>
<< No, però ho sempre sognato un bel matrimonio, una famiglia, una bella casa… >>
Emma sospirò lasciandosi cadere sconsolata su una poltrona, poi guardando l’amica chiese << Victoria c’è qualcosa che non va? Mi sembri strana… >>
<< No, è che… Mentre venivo qui ho incontrato un uomo… >>
<< Uhhh! Carino? >>
<< Si, però… Era strano… Era come se mi stesse aspettando… >>
La giovane rimase a bocca aperta correndo da lei e prendendole le mani. << Oh mio Dio! Ti ha fatto del male tesoro? >>
<< No, però… Ha detto che mi conosce, però io sono sicura di non averlo mai visto. >>
<< Sicura? Magari è un cliente del Barone… >>
<< No, non penso. Sono assolutamente sicura di non averlo mai incontrato prima. >>
<< Che strano… >>
Preoccupata Victoria guardò fuori di finestra e ciò che vide le fece gelare il sangue, sul tetto di fronte alla villa di Madonna Paola correva veloce come un fulmine un Assassino della setta, lo stesso che aveva visto ai piedi della collina.
<< Non ci posso credere! >> esclamò catapultandosi di fronte all’apertura e sporgendosi.
<< Victoria ma sei impazzita?! Che stai facendo? >>
<< Scusa Emma, devo scappare. Ci vediamo domani >> rispose uscendo velocissima dal casino.
Una volta in strada la giovane si fermò, non aveva idea di dove potesse essere andato, ad essere sicura non sapeva neanche se l’avesse visto sul serio, poi un rumore proveniente da un vicolo non lontano attirò la sua attenzione. Silenziosa raggiunse la strada stando attenta a non farsi scoprire, poi quando arrivò a destinazione per la prima volta sentì di avere paura.
Di fronte a lei l’Assassino e lo sconosciuto che aveva incontrato poco prima combattevano con agilità utilizzando temibilissime tecniche di assassinio che facevano impallidire anche solo guardarle per la loro precisione letale.
I due uomini lottavano così freneticamente da sembrare che non si fossero accorti di lei che impaurita li fissava senza riuscire a muovere un muscolo.
<< Muori Assassino! >> esclamò il biondo colpendo con un potente fendente dritto al ventre.
Per un attimo Victoria pensò che lo avesse colpito e questo le fece sfuggire un urlo che attirò l’attenzione dei due. Entrambi, infatti, si voltarono di scatto puntando gli occhi su di lei.
<< Io… >>
<< Victoria Balera >> sussurrò l’uomo dai capelli chiari.
La ragazza sentì il sangue gelarli nelle vene, avvertiva qualcosa di minaccioso nel modo in cui pronunciava il suo nome e il suo sesto senso le diceva di fuggire, sapeva che era la cosa giusta da fare, eppure esitò ancora un attimo, un altro secondo, solo per riuscire a incrociare gli occhi dell’Assassino.
<< Pensavo di venirvi a fare visita, ma visto che siete venuta voi… >> disse camminando verso di lei.
Quello che successe dopo stupì così tanto Victoria che se non fosse stata sicura di avere un ottima vista avrebbe stentato a credere di averlo visto davvero, infatti, nel momento in cui lo sconosciuto provò ad avvicinarsi a lei l’uomo incappucciato lo afferrò per le spalle riportandolo violentemente indietro. << Scappa! >>
La ragazza non se lo fece ripetere due volte, con una velocità quasi disumana corse per i vicoli, arrampicandosi, nonostante l’ingombrante vestito, sui tetti fino ad arrivare alla bottega di Leonardo dove bussò freneticamente.
<< Aprite! Leonardo vi prego aprite! >>
Passarono alcuni attimi, poi la porta si aprì mostrando un Leonardo preoccupato. << Victoria che è successo? >>
<< Vi prego fatemi entrare… >>
<< Vieni >> disse prendendola affettuosamente per le spalle e guidandola all’interno. << Che succede? Stai bene? >>>
<< Sono qui… Avevo ragione… >>
<< Chi? Victoria cerca di calmarti… >>
<< Gli Assassini… >>
L’uomo fece sedere la ragazza, era la prima volta che la vedeva così spaventata e questo la preoccupava, Victoria Balera non era certo il tipo da farsi impaurire facilmente.
<< Adesso calmati… Respira… >> disse massaggiandole delicatamente le spalle per farla calmare.
Passarono vari minuti e la bionda sembrava non riuscisse a riprendere il controllo, poi dopo altri numerosi respiri profondi finalmente il respiro di lei tornò regolare.
<< Va meglio? >>
Annuì.
<< Bene, ti andrebbe di dirmi cosa è successo? >>
La giovane fece un lungo respiro, poi con più calma e lucidità possibile raccontò dello sconosciuto che l’aveva chiamata per nome, di quando l’aveva visto lottare con l’assassino e di come lui l’avesse fermato prima che potesse raggiungerla.
<< Inoltre ha detto che sarebbe venuto a farmi visita. >>
<< Deve essere stato piuttosto inquietante… >>
<< Già… Leonardo posso fermarmi qui da voi stanotte? >>
L’inventore rimase per un attimo spiazzato, non si aspettava minimamente una richiesta del genere, poi vedendo il volto preoccupato di lei si affrettò a rispondere << Si si, certo. >>
<< Grazie. >>
<< Vieni ti mostro la tua stanza. >>
La giovano lo seguì all’interno di una piccola stanza arredata con un letto, un comò, un armadio e uno scrittoio.
<< Puoi usare la mia stanza per stanotte. >>
<< Grazie. Voi dove dormirete? >>
<< Non preoccuparti per me. Riposati. >>
<< Ne siete sicuro? Non voglio esservi di disturbo. >>
<< Ne sono sicurissimo. Buona notte Victoria. >>
<< Buona notte Leonardo. >>
Quando la bionda fu rimasta sola si svestì molto lentamente entrando poi sotto le coperte cercando di prender sonno, cosa che però non avvenne. Per molti minuti si girò e rigirò nel letto ancora inquieta, tendendo l’orecchio ad ogni minimo rumore per paura di veder aprire la porta e sbucare l’Assassino o lo sconosciuto.
<< Oh al diavolo Victoria! >> esclamò scattando a sedere. << Non puoi farti spaventare da quei due… E’ assurdo. >>
Si alzò in piedi avvolgendosi il velo che portava in testa attorno alle spalle, poi si diresse alla finestra guardando fuori il buio che scendeva.
<< Non c’è niente di cui aver paura >> si disse osservando la città. << Non per te… >>
Dopo un ultimo sguardo richiuse la finestra per tornare a letto, nel farlo qualcosa attirò la sua attenzione, ma era solo un’ombra.
   
 
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