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Autore: mathius92    16/03/2012    0 recensioni
Questa storia partecipa al contest "Il pesce sole" di Ria-chan. spero vi piaccia. Recensiteeeeeee!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mille piedi per un piedone.
 
Voi Spilungoni non lo sapete, ma noi animali vi capiamo. Sentiamo cosa dite e ne discutiamo tra di noi. Ormai non vi temiamo più; o almeno,non vi temiamo più come predatori. Abbiamo paura di quello che fate, dei danni che indirettamente, ma consapevolmente, ci procurate. Io sono solo un millepiedi, minuscolo al confronto di un cagnolino figuriamoci rispetto a voi. Però non mi fate paura. Io vi disprezzo, anche se, lo ammetto, non posso fare a meno di invidiarvi. Noi animali non siamo intelligenti come voi Spilungoni, ma sappiamo molte più cose del mondo. Dio non esiste, lo avete inventato voi per tranquillizzarvi, per giustificare qualsiasi vostra azione e ripulirvi la coscienza prima di andare a letto.
In natura, e tutti gli animali lo sanno bene e forse anche qualche pianta lo capisce, l’unico essere che va rispettato e temuto è il predatore immediatamente più grosso e pericoloso di voi. Quindi sì, voi Spilungoni siete le divinità supreme. Nessuna specie animale potrebbe affrontarvi.
Però vi comportate molto peggio dei finti dei che voi adorate. Non avete pietà ne misericordia, tranne rarissime eccezioni. Sapeste quanto noi millepiedi vorremmo poter barattare tutte le nostre zampe, con una sola delle vostre… allora sì che otterremmo rispetto! al primo uccellaccio che cercasse di tirarci fuori a forza dai nostri buchi nella terra, risponderemmo con un bel calcione! Ci sposteremmo più facilmente e dovremmo preoccuparci di molti meno predatori… ma questi sono solo sogni. È un desiderio talmente radicato nella nostra specie, che le storie, le canzoni, sì i millepiedi cantano, le barzellette sui vostri piedoni si sprecano. La storiella più famosa è questa, possiede il tipico senso dell’umorismo degli insetti ma forse la apprezzerete lo stesso:
 
Due Spilungoni camminavano spensierati in campagna, a piedi nudi sull’erba. D’un tratto uno dei due si fermò improvvisamente: “Accidenti devo aver pestato la cacca di un cane, che schifo!”. L’altro Spilungone scoppiò a ridere fragorosamente: “Ti avevo avvertito di guardare dove metti i piedi.” Così proseguirono a camminare, sempre controllando in basso. Si fermarono solo un’oretta più tardi e si coricarono in un punto all’ombra degli alberi a riposare. Stettero ore e ore a parlare e se ne andarono solo quando il sole si volse al tramonto. Tra i ricordi di quella piacevole giornata aveva un posto speciale la cacca di cane, dimenticarono invece il punto all’ombra in cui giacquero. Noi lo ricordiamo bene. Noi millepiedi sappiamo che riposarono sulle nostre latrine.
 
Probabilmente fa più ridere noi millepiedi che voi Spilungoni, ma questa storiella ha una morale. Le dimensioni, l’intelligenza, la forza, nulla di tutto questo conta. La cacca è sempre cacca. Ha un che di filosofico non vi pare?
  
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