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Autore: Noni    16/03/2012    2 recensioni
Denny allungò un braccio verso il comodino e si prese una sigaretta.
'Posso farti una domanda su un argomento che non mi riguarda?', chiese a Roy che si stava rivestendo dandogli le spalle.
'Certo', rispose questi.
'Perché un tipo come te dovrebbe pagare per farsi una scopata?'
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Something in your eyes was so inviting,
Something in your smile was so exciting,
Something in my heart,
Told me I must have you.




Denny allungò un braccio verso il comodino e si prese una sigaretta.
'Posso farti una domanda su un argomento che non mi riguarda?', chiese a Roy che si stava rivestendo dandogli le spalle.
'Certo', rispose questi.
'Perché un tipo come te dovrebbe pagare per farsi una scopata?'
'Perché, che tipo sono, io?',
'Beh, sei molto attraente, sei simpatico, gentile, non sembri né un timido patologico né un disadattato, e non sei neanche un pervertito. E soprattutto ce l'hai grosso come quelllo di un cavallo.', elencò Denny. 'Oh, scusa, non ti ho chiesto se vuoi fumare.'
'No, grazie. Ho smesso.'
'Ecco, hai anche smesso di fumare. E' difficile trovarti un difetto. Potrei tranquillamente presentarti ai miei genitori.'
Roy si voltò e gli rivolse un sorriso divertito. 'Se pensi che sia il caso per me non ci sono problemi.'
'No, meglio di no. Sarebbe imbarazzante. Non vedo i miei da quando mi hanno buttato fuori di casa e dal testamento, e credo che non vorrebbero avere a che fare con me nemmeno se mi presentassi con uno dei fratelli Kennedy. Allora, rispondi o no?'
'E' semplice. Mi piaci, penso che tu sia molto carino. E siccome l'unico modo per averti è pagare...'
'Ma il mondo è pieno di ragazzi carini che sarebbero più che felici di stare con te gratis. Alcuni anche più carini di me, forse. Pochi, ma pare che esistano.'
Roy finì di abbottonarsi la camicia, si sedette sul letto e infilò una mano sotto il lenzuolo. Denny la sentì percorrere delicatamente la sua pelle nuda.
'Cos'è? Stasera mi toccano gli straordinari?', chiese.
Roy non rispose. Stava fissando come rapito le labbra di Denny che si stringevano intorno alla sigaretta. Lentamente ritrasse la mano, come se all'improvviso quel corpo avesse smesso di interessarlo. 'Quando mi permetterai di baciarti?', domandò.
'Quando si gelerà l'inferno', fu l'incalzante risposta. 'Non ricominciare, per favore. Ne abbiamo parlato centinaia di volte. Piuttosto, vedi di toglierti di torno, dài. Ogni volta mi fai perdere un sacco di tempo. Avessi un tassametro mi renderesti ricco.'
'Mi accontenterei di un bacio a fior di labbra, non ti metterei la lingua in bocca.'
'Aspetta... Mi stai tormentando da quasi un anno per un bacio che potresti chiedere a tuo fratello?', sbottò Denny stupito.
Roy annuì con convinzione. 'Sarei disposto a pagare qualunque cifra.'
'Parola mia, non capisco se sei serio o se ti diverti a prendere in giro gli onesti lavoratori.'
'Non potrei essere più serio di così'.
'Allora da piccolo devi essere caduto dal seggiolone. Hai idea di quanti uomini ogni giorno mi chiedono di baciarmi?'
'No, quanti?'
'Nessuno, mi sembra ovvio. Anzi, se non avessero inventato i pompini potrei anche non avere una bocca e nessuno ci farebbe caso. No, niente da fare. Uno deve pur darsi delle regole, altrimenti finisce tutto a putt... ehm... in malora. Finisce tutto in malora. Niente sadomaso, niente gruppi, e soprattutto niente baci. Poche regole, ma ferree.
Perché insisti con me? Prova a schioccare le dita, e vedrai che accorreranno dozzine e dozzine di ragazzi ansiosi di farsi baciare. Anzi, di farsi leccare la gola dall'interno. Altro che bacio senza lingua.'
'Non è una cosa alla quale sono interessato.', replicò Roy. 'O almeno non come una volta.'
'Come mai?'
L'uomo si strinse nelle spalle. 'I miei appetiti sessuali negli ultimi anni si sono molto ridimensionati. Tutto qui.'
'A me non sembra proprio. Anzi, ci metti sempre un bell'entusiasmo, direi.'
'Con te è diverso. Con te ho sempre voglia di farlo.'
'Veramente?'
'Sì. E' che mi piaci moltissimo. Mi sei piaciuto fin dal primo momento. Mi ricordi qualcuno che ho amato molto.'
'Una vecchia fiamma?'
'Qualcosa del genere.'
'E poi cos'è successo, vi siete lasciati?'
'No, lui è morto. Quasi otto anni fa, ormai. Si chiamava Patrick.'
'Cazzo... Com'è successo?'
'Era al volante, ed è finito fuori strada. Forse ha avuto un malore, o un colpo di sonno. Ha sfondato il guard rail e ha fatto un volo spaventoso. Aveva più o meno l'età che hai tu ora.'
Denny pensò disperatamente a qualcosa di significativo da dire, ma non gli venne in mente nulla. 'Mi dispiace molto.', disse infine, ma si pentì subito dopo. Che cosa stupida e banale da dire quando qualcuno ti racconta qualcosa di così tragico.
'Quella sera avrei voluto che non andasse. Non perché avessi avuto qualche presentimento, semplicemente perché ero sempre divorato dalla paura di sprecare anche solo un minuto del tempo che avremmo potuto trascorrere insieme. Ma lui disse che doveva andare in biblioteca a consultare alcuni volumi, e che sarebbe tornato presto. In quei giorni stava lavorando alla tesi di laurea, e restava alzato fino a tarda notte. Forse avrei dovuto impedirgli di mettersi al volante, ma non mi aveva affatto dato l'impressione di essere stanco o poco lucido.
La cosa più strana è che non ricordo di aver versato una lacrima. Per diversi giorni sono stato come sotto shock, non riuscivo neanche a pensare in maniera coerente. Poi ho cominciato a recuperare un po' di lucidità, a realizzare appieno quello che era successo, e la prima cosa che ho fatto è stato tentare di farla finita. Così ho buttato giù tutte le pillole che avevo in casa con un intero flacone di detergente per macchine da scrivere, ma mi hanno salvato.
C'è sempre qualcuno che cerca di rimetterti in piedi, quando ti trovi in situazioni simili. Nel mio caso fu mia sorella, che per evitare che tentassi nuovamente di suicidarmi mi fece ricoverare in una clinica. Venni dimesso dopo undici mesi, sempre disperato, ma rassegnato a vivere.
Da allora sono quasi sempre stato seguito da uno psicologo perché ogni tanto mi capita ancora di sentirmi molto depresso. Ma nel complesso direi che non me la passo male.
Però questo è un punto sul quale il mio psicologo non concorda. Secondo lui non è affatto vero che sto meglio. A suo dire non sarò guarito finché non la smetterò di essere ossessionato dal ricordo di Patrick al punto di pagare per fare sesso con qualcuno che gli somiglia. Insomma, secondo lui venendo a letto con te vanifico tutti i progressi fatti finora.'
'Tu... Tu parli di me col tuo psicologo??', chiese Denny incredulo.
'Certo, devo dirgli tutto quello che mi riguarda. Comunque lui si sbaglia. Tu in pochi mesi hai fatto per me più di quanto lui abbia fatto in anni, e se dovrò smettere di vedere qualcuno non sarai certo tu. E poi mi costi molto meno di uno psicologo.', disse allegramente Roy, spiando con la coda dell'occhio la reazione dell'altro a quella sua sagace battuta. Denny non ci trovò nulla di divertente. 'Io... Io non ti seguo...', mormorò con voce tremante, sentendosi profondamente a disagio.
'Vedi, io non mi faccio illusioni. So benissimo che non potrò mai amare nessuno come ho amato Patrick, ecco perché mi rifiuto di smettere di vivere aggrappato al suo ricordo, specialemente da quando grazie a te sento di avere tutto sotto controllo.', spiegò Roy. 'Tu non hai idea di cosa ho provato la prima volta che ti ho visto. Eri seduto a un tavolo di quel bar in centro, quello vicino al conservatorio...'
'Io non me lo ricordo affatto.'
'Lo so. Sembravi non badare a quello che ti succedeva intorno, non ti sei neanche accorto che non smettevo di fissarti. Te ne stavi lì da solo, e sembravi perso in un mondo tutto tuo, esattamente come Patrick quando credeva che nessuno lo guardasse. E avevi il suo sguardo un po' malinconico, la sua aria fragile, e le sue stesse labbra. Piene, lucide, quasi infantili.
Dio, toccarti era come toccare nuovamente Patrick... Persino i tuoi gemiti erano simili ai suoi.'
'Di che parli?'
'Patrick cercava sempre di reprimere i suoi gemiti quando facevamo l'amore, perché lo mettevano in imbarazzo. Io lo stringevo a me e accostavo l'orecchio alla sua bocca per sentire meglio il suo respiro affannato, e non c'era niente che mi eccitasse di più. C'era qualcosa di inconsapevolmente erotico nei suoi gemiti soffocati, nel suo pudore.'
'Ma io non faccio nulla di tutto ciò.', protestò Denny debolmente.
'Tu premi addirittura il viso sul cuscino per non farti sentire. Sei molto meno disinibito di quanto vorresti far credere.'
Denny avrebbe potuto giurare che Roy lo stesse guardando con tenerezza. Non era una cosa che gli capitava tutti i giorni, e non sapeva come gestirla. Istintivamente scivolò ancora di più tra le lenzuola, sentendosi improvvisamente imbarazzato dalla propria nudità.
'Patrick non era mai stato con un uomo.', riprese Roy. ' La prima volta che l'ho baciato tremava come una foglia, e mi disse che era il suo primo bacio. A me sembrava incredibile che nessuno prima d'allora fosse stato tentato da quelle labbra magnifiche, ma il suo impaccio parlava da solo.
Così mi innamorai per la prima e unica volta in tutta la mia vita. Io lo iniziai al sesso - cosa che in fondo avrebbe potuto fare chiunque altro al mio posto - e lui mi insegnò che tra due persone può esserci qualcosa di più della sola fisicità. Nessuno avrebbe potuto farmelo capire meglio. Gli veniva così naturale dare amore e affetto...
Io so bene che lui non c'è più, e che niente potrà restituirmelo. Ma mi è di conforto avere vicino qualcuno che gli somiglia così tanto.'
Accanto a lui Denny sembrava sconvolto. Era pallido e fissava il vuoto.
'C'è qualcosa che non va, Denny?'
'Dio, ma perché ho dovuo farti quella domanda?', mormorò il ragazzo.
'Non so perché ti ho raccontato tutto questo. Erano anni che non parlavo con qualcuno di Patrick, e direi che mi ha fatto bene. Mi sento più leggero.'
'Vorrei poter dire lo stesso...', fu il commento di Denny.
Roy si alzò in piedi, visibilmente sollevato. 'Si è fatto tardi. Tranquillo, me ne vado subito.', disse, e fece per prendere il portafoglio nella tasca interna della giacca.
'No, per carità!', saltò su Denny vincendo il torpore che sembrava essersi impossessato di lui. 'Non provarci nemmeno.'
'Che ti prende?'
'Stasera non avrei il cuore di prenderti neanche un dollaro bucato. Offre la casa.'
'Ti ringrazio.'
'Ma ora aria.'
'Certo. Quando posso tornare?.'
'Roy, dopo quello che mi hai detto io non dovrei vederti più.'
'Cosa? Cristo, no, ti prego... Io devo continuare a vederti.'
'Tu non puoi caricarmi di una responsabilità simile. E' inquietante.'
'E' un problema mio, giuro che non mi sentirai più parlarne. Io ho bisogno di vederti, Denny. Senza di te non potrei continuare a vivere.'
'E va bene. Non dovrei, ma va bene.', concesse infine Denny. Qualunque cosa a patto che Roy la smettesse di dire che aveva bisogno di lui. 'Ma ora sparisci.'
'Certo. Un'ultima cosa... Per quanto riguarda quel bacio?'
'Se per te è così importante ci penserò. Ma non ti prometto nulla. E ora fuori.'
'E se...'
'F-U-O-R-I'
'Sì, certo. Buonanotte.'
Finalmente Roy lasciò la camera da letto. Denny lo sentì percorrere il corridoio, ma non tirò un sospiro di sollievo se non quando lo sentì chiudere il portone. Ora era veramente solo.
Si sentiva scombussolato. Non avrebbe mai creduto di poter provare una tale empatia per uno sconosciuto.
Spense la luce e si girò su un fianco. Forse in fin dei conti non era abbastanza insensibile e distaccato per quel mestiere.
'Fanculo...', sussurrò. 'E ora chi cazzo chiude occhio?'
  
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