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Autore: gunnantra    17/03/2012    4 recensioni
"Perchè essere un detective investigativo che non ha mai provato l'amore non significa non essere in grado di provarlo.
Perchè essere un consulenze criminale che non ha mai provato l'amore non significa non essere in grado di provarlo.
Perchè essere semplici, genuini, buoni e unilateralmente innamorati di qualcuno in silenzio non significa essere stupidi.
Perchè non sempre amore e devozione rimangono inappagati"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson , Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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6 capitolo
 

L’avventura degli omini danzanti
 
 
Non appena John mise piede nella stanza in cui si trovava la signora Norton, il signor Norton e Molly, fu trascinato da quest’ultima nello stesso punto in cui (poco prima) aveva avuto la ‘chiacchierata’ con Sherlock.
“Aveva ragione John, come al solito aveva ragione Sherlock.
La signora sta effettivamente nascondendo qualcosa! Purtroppo ora la presenza del marito la blocca quindi devo aspettare di poter restare da sola con lei”
“Quindi? Mi stai chiedendo di allontanare il signor Norton?”
“…no non credo sia la scelta migliore ora. Altrimenti potrebbe capire che è tutto un nostro piano”
“Hai ragione.” Capì che c’era qualcosa che la tormentava “Tu come stai? È dalla discussione con Sherlock che sei pensierosa, Mol”
“Sinceramente John io non so cosa fare. Mi da fastidio il potere che ha su di me. Sapere di essere così arrendevole ai suoi occhi mi fa vergognare”
Non sapevo proprio cosa dirle.
Infondo tutto ciò che aveva appena detto era vero.
Molly era una donna molto forte quando si trattava del suo lavoro, era una donna molto combattiva quando qualcuno faceva un torto ad un suo amico (l’ho vista lanciarsi contro Christina, una ragazza che ho frequentato per qualche mese, quando seppe che quella mi aveva tradito), ma quando si trovava di fronte a Sherlock diventava un pulcino.
Spero che quando cadrò anche io nella trappola dell’amore non diventerò un’ agnellino come lei.
Altrimenti non immagino che battutine farà Sherlock…
Guardai la donna davanti a me e sentì che avrei dovuto fare qualcosa.
Allora le cinsi la spalla con un braccio.
In fondo credo che abbracciare sia il gesto più puro che si possa fare verso qualcuno: non comporta implicazioni verso l’altra persona (come il bacio) e non è informale (come una stretta di mano).
“Hey Mol! Infondo ci sono io. Ricordati che sono single. Male che vada invecchieremo insieme”  le dissi piano all’orecchio.
Eravamo così io e Molly, mi sembrava di conoscerla da sempre, mi sembrava di essere cresciuto con lei eppure….non era da molto che il nostro rapporto da semplici ‘conoscenti’ era diventato amicizia pura.
“Oh John. Menomale che sei fuori. Pensavo di dover entrare in quella bolgia in salotto. Molly ci sei anche tu. Staccatevi….e seguitemi”
Sherlock entrò di corsa in casa con il fango fino alle ginocchia, la camicia fuori dai pantaloni, i capelli tutti arruffati e il viso rosso.
‘Adorabile’ starà pensando Molly in questo momento e infatti lanciandole uno sguardo di sbieco vedo che sta accennando un sorrisino.
Beccata!
“Arriviamo” rispondo al sorriso di Molly e seguiamo Sherlock in giardino.
 
MOLLY POV
“Sherlock perché hai in mano un bastoncino sporco e un gesso?” chiede John che guarda Sherlock rassegnazione e…mi sembra di cogliere anche del disgusto?
“Perché, John, ti informo che ho decodificato gli omini ed ero intenzionato a lasciare io un messaggio questa volta , ma se non avessi capito precisamente ‘dove’ lasciarlo tutto il piano sarebbe andato in fumo. Questo ramoscello mi ha chiaramente portato al posto esatto e con il qui presente gessetto ho lasciato il messaggio. Andiamo”
Ci condusse a breve sul retro della casa, poi nel capanno e infine sotto una scala che conduceva ad un soppalco.
“Qui arriva la parte lurida immagino” John cominciò a rimboccarsi le maniche della camicia e dei pantaloni.
Adoravo quella frazione di tempo da quando Sherlock scopre il trucco a quando si risolve il mistero.
Appare elettrizzato, gli occhi gli brillano (ovviamente se il caso è almeno un 8) e smette di tenere quell’aspetto composto che solitamente lo contraddistingue (e che non perde mai di fronte agli estranei).
Vederlo scompigliato, rosso e…sciatto mi elettrizza, perché lo rende umano.
“John sei una femminuccia. Devo farti notare che nemmeno Molly si è preoccupata di mettere i suoi vestiti a riparo dal fango?” dice Sherlock senza nemmeno guardare John, ma con lo sguardo ancora rivolto al soppalco
“Dietro di me” dice cominciando a salire
Io mi arrampico subito dietro di lui e John segue a ruota.
Arrivati in cima mi tende una mano “attenta si scivola” mi avverte Sherlock e una volta assicuratosi che ho i piedi ben saldi comincia a camminare verso l’abbaino in fondo.
“Invece io ho l’attrito di un geco, non è vero Sherlock? Grazie mille “ dice John mentre con fatica cerca di issarsi.
Io l’aiuto come meglio posso, ma è decisamente fuori dalla mia portata
“Grazie mille Molly, è bello vedere che qualcuno si ricorda ancora della mia presenza…e che non ignora le mie lamentele!”
John in realtà non è veramente esasperato, di certo non si aspettava un comportamento diverso da Sherlock; diciamo che si diverte a punzecchiarlo appena può.
“Ed ecco qui il mio messaggio in nome della signora Norton” dice Sherlock indicando piccole figure danzanti sull’architrave della finestra tonda.
“Suggestivo” dico per interrompere il silenzio.
Sherlock respira a fatica con le mani puntellate sui fianchi mentre piccole gocce di sudore gli scivolano sulle tempie.
‘O mamma mia’
Molly, mi auto-ingiungo, smettila di fare pensieri impuri su Sherlock in momenti come questi e soprattutto in presenza di John!
“Giù!” dice improvvisamente Sherlock
“Cosa c’è?” sussurra John
Qualche secondo più tardi Sherlock, senza rispondere, fa segno di seguirlo e a carponi ci porta verso la penombra.
Sentiamo una figura che si arrampica lungo le scale e con agilità si avvicina alla finestra e dopo un’occhiata veloce torna sui suoi passi e corre via.
Siamo tutti e tre rannicchiati il più possibile e riesco a sentire il viso di Sherlock ad una distanza ridottissima dal mio.
Chiudo gli occhi lentamente così da godermi quel suo odore così particolare e unico.
Sherlock non utilizza profumi, di questo ne sono certa.
È semplicemente il suo odore ‘naturale’.
Ognuno di noi ne ha uno, ma il suo è così maledettamente attraente.
Apro gli occhi e di sottecchi lo guardo, gli occhi sono ridotti a due fessure, intanto per la tensione si lecca la labbra (è un gesto che fa spesso…i miei ormoni non ne sono contenti in questo specifico momento).
È una situazione indubbiamente pericolosa, ma io sono una donna cresciuta. Non aggiungo altro.
“Ottimo. Non credevo si sarebbe spinto fin qui di mattina. Ma meglio così. Stasera risolveremo il mistero. Ora dobbiamo solo tornare in casa, aspettare l calare della sera e aspettarlo nel luogo indicato dal messaggio”  dice Sherlock alzandosi di scatto.
“Che sarebbe?” John chiede esasperato
“La fontana ovviamente!” dice Sherlock issandosi improvvisamente in piedi
 
Tornati a casa Sherlock aveva detto tutto il suo piano al signor Norton, chiedendogli che la moglie non ne fosse messa al corrente.
La cena infatti fu tranquilla (per quanto potesse esserlo in una situazione del genere).
Al calare della sera la signora andò a letto presto.
“Bene, credo sia ora di prepararci, imbracciare l’artiglieria e andare” annunciò Sherlock non appena finì la sua fetta di torta.
John e il signor Norton uscirono alacremente.
“Tu, Molly, resterai fuori dalla camera della signora. Non uscire assolutamente fuori da questa casa e non fare di testa tua anche se sentirai dei colpi di pistola” disse rivoltosi verso di me
“Sono venuta fin qui per cosa allora?” chiesi irritata ed anche un po’ spaventata
“Per svolgere un compito importante. Non certo per rischiare di farti del male. John è ben addestrato, io anche, il signor Norton non resterebbe indietro nemmeno se avesse la certezza di andare incontro alla morte; quindi nessuno di loro è una mia responsabilità. Se non ti dispiace preferirei lasciare a te il mio telefono, non vorrei perderlo in una eventuale colluttazione. Non si sa mai, potrei essere costretto ad andare ad aiutare John…sai com’è” disse cercando chiaramente di sdrammatizzare e porgendomi il cellulare.
Tentai di dire qualcosa in extremis per convincerlo a portarmi con loro ma mi anticipò: “Dovessi anche legarti al letto resterai qui. Non ti azzardare a metterti in pericolo. A più tardi Molly” disse battendo (non con forza ovviamente) una mano sulla mia spalla.
“In bocca al lupo Sherlock” dissi…ad una porta chiusa.
Dopo ciò uscì dalla sala da pranzo
 
JOHN POV
Mentre ero intendo a nascondere un coltello, per sicurezza, nei calzini (l’esercito insegnava di non lasciarsi mai nel rischio di essere sguardianati) vidi Sherlock chiudersi la porta della sala da pranzo dietro le spalle.
“Deduco che Molly non verrà con noi”
Me lo aspettavo a dir la verità.
Sherlock si lega la fondina e controlla che la pistola sia carica mentre mi risponde: “Non dire sciocchezze John, credi che sia così stupido da farla venire con noi?”
“Credi possa farsi del male?” effettivamente era un rischio reale visto che non sapevamo a cosa andavamo incontro
“Lo temo sinceramente” detto ciò mi dice di seguirlo senza fiatare
Ha pensato a ciò di cui abbiamo parlato; non me l’ha detto chiaramente, ma me l’ha fatto capire.
Come lo so?
Perché io, John Watson, sono una delle pochissime persone che possono definirsi ‘amici’ di Sherlock Holmes.
 
MOLLY POV
Fuori dalla porta della camera da letto della signora Norton non so come calmarmi.
Guardando fuori dalla finestra  del corridoio che si affaccia sul giardino vedo delle figure che si muovono circospette.
Immediatamente riconosco Sherlock e John.
Vorrei continuare a seguirli con lo sguardo, ma il sentimento di impotenza mi costringe ad allontanarmi.
Guardo il cellulare che ho fra le mani.
Il cellulare di Sherlock, è come avere parte della sua vita fra le mie mani.
Senza pensarci lo sblocco.
Lo sfondo è una foto del 221 Baker Street, per lui quel posto rappresenta la casa, il lavoro, la vita insomma.
Non penso nemmeno ad aprire i messaggi, so quanto tenga alla sua privacy e non mi sento in diritto di violarla in sua assenza (oltretutto sono convinta ci sia una password a proteggerli, e cercare di sbrogliare un enigma di Sherlock Holmes è quasi impossibile!).
Decido di guardare le foto.
Foto di particolari angoli di Londra, foto di particolari camere di Scotland Yard (nelle quali la gente comune non ha accesso e non ne conosce nemmeno l’esistenza), foto del suo studio, foto della camera di John.
E una cartella, protetta da password.
Si chiama “SH”…Sherlock Holmes di sicuro.
Ma cosa conterrà? Foto così importanti per lui da dover essere protette?
Ovviamente la curiosità mi assale ma…ogni tentativo sarebbe inutile.
 
Improvvisamente sento degli spari e sento la voce di Sherlock che urla: “Preso!”
 
 
Corro immediatamente all’entrata e vedo i tre uomini rientrare con un quarto uomo legato che si dimena.
Basta uno sguardo per capire la parentela con la signora Norton.
“Oddio! Sherlock, John…state bene?” sotto sporchi, con qualche piccolo taglietto (forse causato dalle siepi ) ma fondamentalmente vivi.
“Certo” dice Sherlock facendo un occhiolino soddisfatto “”Ti ha dato problemi il mio cellulare?” mi chiede tendendo una mano
“È stato silenzioso tutto il tempo” rispondo sorridendogli felice
Vorrei saltargli al collo per la felicità, ma mi trattengo a stento, chiudendo le mani fino a far diventare le nocche bianche.
Sherlock si muove per seguire gli altri due uomini in cucina, ma passandomi accanto mi tocca un braccio con la mano.
“Come vedi sono, e ti assicuro siamo, sani e salvi. Puoi calmarti ora” dice
“Grazie” rispondo semplicemente
Mentre si avvia verso la cucina sento il mio cellulare che squilla.
 
 
JOHN POV
“Allora Sherlock?”
Aveva detto di voler interrogare l’uomo ma non vedendolo arrivare decido di andarlo a cercare.
E come lo trovo?
Stà giocherellando con il cellulare accanto alla porta, mentre sento Molly che dice al telefono: “Pronto? Oh, sei tu. Ciao”
Lo so. Lo sento quando i guai sono nell’aria.
Sherlock ruota il cellulare nella mia direzione indicando l’orario.
Segna le 23.12….
“Scusami se non ti ho richiamato. Ma la situazione è stata un po’ tumultuosa qui. No no niente di che. Diciamo solo che qualcuno ha tentato di intrufolarsi in casa. Stò benissimo tranquillo. Nemmeno un graffio. Si, lui l’abbiamo preso e…”
Sherlock si volta e il due falcate la raggiunge, le prende il cellulare, lo mette all’orecchio e dice: “….l’abbiamo preso. Non vede che ore sono? Vada a dormire scansafatiche!”
Sherlock chiude il cellulare, lo porge a Molly sussurrandole qualcosa all’orecchio e poi dice: “Andiamo in cucina John”
Ormai è deciso.
Quando la vecchiaia non mi permetterà più questa vita avventurosa mi aprirò un’agenzia di incontri.
Mentre soffoco, malamente una risata (e guadagnandomi un’occhiata di rimprovero da parte di Sherlock) lo seguo in cucina.
 
 Tadaaaaaaaaa!
Eccone un altro :P
Il nostro “sociopatico ad alto funzionamento” (cit. chibisaru81) continua a muoversi a piccoli passi.
SVANEH: grazie per i complimenti! Devo dire che il rapporto John\Sherlock è sempre stato molto bello secondo me, perché in fondo John è la prima (e forse unica) persona ad aver fatto breccia nei circuiti di Sherlock e, seppur allontanandomi dalla storia reale, volevo comunque dare rilevanza a loro. Grazie ancora!
AURAD: grazie  per il complimento sulla caratterizzazione di Molly, in effetti la stò delineando avvicinandomi anche a me. Insomma, questa donna è sulla soglia dei 30, non può continuare comportarsi come una bambinetta :P
CHIBISARU81: : per aprire gli occhi a Sherlock ci vuole proprio il Doc ahah poverino però, Sherlock lo fa proprio spazientire a volte :P Sono contenta che la mia ff riesca a risollevarti lo spirito. Con tutte le brutte cose che succedono è sempre bello trovare qualcosa per darci un po’ di serenità, e sapere che ci riesco anche io nel mio piccolo è una grande conquista e un bellissimo complimento!

Grazie a tutti i lettori!
Un bacio e….al prossimo capitolo 
   
 
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