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Autore: Claudia Ponto    17/03/2012    2 recensioni
[Le avventure di Jackie Chan]Strikemaster Ice, DJ Fist and MC Cobra scappano dalla prigione nella quale erano detenuti grazie all'intervento inaspettato di una giovane ragazzina. Una volta tornati a San Francisco, assistono al ritorno di Drago, il demone che aveva quasi conquistato il mondo e di cui loro erano i suoi seguaci, scoprendo che esso è profondamente legato con la ragazza che li ha liberati.Proveniente dal cartone animato Le avventure di Jackie chan. *ATTENZIONE: la storia ha il rating Verde, ma si avvisa la presenza di parole pesanti e parolaccie*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  Capitolo 9: Indomabile terremoto.
 
La polizia fece irruzione nell’appartamento di un noto fumettista dopo l’ennesimo avviso senza risposta di aprire la porta.
Il disordine che trovarono dentro confermava l’allarme lanciato della vicina di casa che li aveva chiamati, avvisandoli che stava accadendo qualcosa di terribile nell’appartamento. Attraverso la cornetta, l’agente di polizia che aveva risposto alla chiamata era riuscito a sentire la confusione, un casino indescrivibile che sembrava un omicidio un piena regola, dunque non aveva perso tempo ad allarmare i colleghi e partire a sirene spiegate verso l’indirizzo segnato, augurandosi che non fosse troppo tardi.
Ispezionarono l’appartamento con le pistole pronte a sparare al minimo segno di pericolo, fino a quando non trovarono la vittima nel suo studio, distesa a terra priva di sensi.
<< Chiamate un’ambulanza! Svelti! >> urlò uno dei poliziotti ai colleghi.
Alcuni chiamarono la centrale per chiedere assistenza medica, altri cercarono di capire che cosa gli aggressori avessero rubato.
Non potevano certo immaginare che quel che avevano preso sarebbe stato irrecuperabile.
 
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<< Chi l’avrebbe detto che quel nerd diventerà famoso? Noi ci becchiamo la prigione e lui i soldi. Questo non è cool. >>
<< E noi “giustamente” gliela facciamo pagare, you feel me? >>
<< Già con il rischio di farvi scoprire! Vi avevo detto di metterlo KO, non di saltargli addosso e di allarmare il vicinato! Possibile che siete così idioti da non riuscire a svolgere un compito talmente semplice?! >>
<< Yo piccoletta, vedi di tacere. Siamo di buon umore quest’oggi, quindi non rompere le palle. >>
<< Idiota… >>
Sebbene fosse notte fonda, le luci della Nuova San Francisco riuscivano ad illuminare intensamente l’oscurità; la luce artificiale però non possedeva la purezza necessaria per rivelare coloro che vivevano tra le ombre, muovendosi a proprio piacimento da ogni parte senza essere scoperti.
Alcune di queste “ombre” raggiunsero la discarica, un luogo in cui veniva accumulata roba vecchia ormai inutile e incapace di funzionare, prevalentemente automobili arrugginite, circondate dai rifiuti di ogni sorta.
In quel luogo colmo di immondizia Drago si allenava, usando ogni Chi in suo possesso che finalmente sembrava recuperare la forza andata perduta: il demone non aveva smesso un solo giorno di allenarsi, nonostante fin dal suo ritorno sulla Terra avesse sofferto parecchio per quella sua personale tortura che molto spesso lo aveva portato quasi alla morte, preda del dolore lancinante che sembrava pugnalarlo in profondità nella carne, non si era mai arreso, per quanto gli facesse male non aveva mai voluto gettare la spugna.
Aveva lottato, aveva resistito e finalmente stava vincendo.
Non sentiva più alcun disturbo quando usava il Chi dei suoi parenti, persino la durata di tempo in cui li usava era aumentata.
Pensava che molto probabilmente che l’essenza si stava nuovamente per fondersi con il suo spirito.
Il traguardo era vicino.
Era tempo di prendere molte decisioni importati per il futuro.
Soprattutto per quanto riguardava sua sorella.
Doveva ammettere che era incredibilmente maturata.
Gran parte delle cose che ricordava di lei erano sorprendentemente cambiate, pensava e si comportava come una demone adulta oramai, seppur fosse ancora interessata a infantili intrattenimenti, ma quello era normale per chi come loro era stato costretto a crescere nel mondo umano.
Non esitava a uccidere, non esitava a correre pericoli che mettessero a repentaglio la sua vita, non le importava niente della vita degli esseri umani che mostrava chiaramente di disprezzare.
Già, stava crescendo…
Ma come avrebbe dovuto gestire questa cosa?
Fino a quando era una bambina le cose erano semplici, poteva controllarla facilmente e assicurarsi che non combinasse pasticci, ma adesso che stava maturando le cose si stavano complicando, per questo non voleva che partecipasse alle missioni, troppa euforia dovuta alla crescita. Era consapevole che non avrebbe potuto seguirla per sempre, ciò nonostante, temeva che se l’avesse lasciata andare avrebbe potuto scoprire delle cose su di lui e su loro Padre, e Drago non voleva che questo avvenisse.
Winter non avrebbe mai dovuto venire a sapere niente di suo Padre.
Nemmeno del resto della sua famiglia se necessario.
 
<< Yo boss! Missione compiuta! >> urlò improvvisamente Ice.
Drago si discostò da quei pensieri, attirato da quel richiamo.
Interruppe l’allenamento e raggiunse il gruppo, augurandosi che avessero recuperato il nuovo contenitore del Chi del Demone della Terra di cui aveva avuto la visione.
<< è filato tutto liscio come l’olio D-man, abbiamo il malloppo qui con noi. >>
<< Qualcuno vi ha seguito? >>
<< Nessuno. Ci siamo anche assicurati che l’idiota che aveva questo Chi non spifferasse ogni cosa ai piedipiatti. >>
<< Questo solo grazie a me, ovviamente… >> aggiunse Winter ad alta voce.
Bastò un secondo e tra i quattro scoppiò l’ennesimo litigio. Ormai ci aveva fatto l’abitudine, che facessero quello che volevano tranne ammazzarsi.
<< Bene, allora procediamo: Winter, usa la tua magia e consegnami il Chi. >> disse Drago ringhiando, interrompendo la colluttazione. A quella richiesta la ragazzina esitò, tutta l’energia sprigionata per il litigio svanì di colpo, arretrando di un passo con una certa paura, stringendo a sé lo zaino.
<< Che ti prende? >> chiese Drago sospettoso.
<< Ehm… fratellone, c’è qualcosa che devi sapere… >> rispose Winter preoccupata.
<< Che cosa? >> chiese lui, iniziando ad irritarsi. Fu in quel momento che si rese conto che oltre a loro non c’era nessun’altro: dov’era il tizio con i suoi poteri?
Sapendo bene quali rischi correva, Winter si affrettò a spiegare le ragioni del suo comportamento: dallo zaino estrasse un contenitore di vetro rotondo che brillava di una debole luce blu al cui interno fluttuava una figura somigliante a quella di un fiore, trasparente e leggermente distorta; i petali erano appassiti, afflosciati su se stessi con una chiara tonalità di grigio, emanando dei vapori scuri simili a cenere.
<< Quando ho controllato se fosse la persona giusta che tu ci avevi mandato a catturare, mi sono resa conto che questo Chi aveva qualcosa di strano… non è forte come immaginavo… mi sono insospettita e l’ho rimosso dal corpo per poterlo esaminare meglio. Sembra che sia… come dire…? >>
<< Incompleto. >>
<< Già, proprio così. >>
Fratello e sorella erano sorpresi da un simile fatto.
Il potere demoniaco in loro possesso era uno dei più potenti al mondo, difficile da poterlo indebolire o dominare. Drago prese il contenitore esaminando con cura il suo contenuto, facendo qualche smorfia a causa della debole traccia di magia bianca che gli “bruciava” le mani posta a protezione che filtrava attraverso il vetro. Si sedette, chiuse gli occhi e meditò: non si era sbagliato quando la visione gli aveva detto che l’umano che era diventato il nuovo contenitore vivente custodiva ancora quel potere oscuro, le immagini erano state chiare, non aveva tralasciato nulla, nemmeno il minimo indizio.
Cosa c’era che non andava allora?
Cosa aveva tralasciato di così importante?
A quel punto tutto divenne chiaro, terribilmente chiaro: il Chi del Demone della Terra non era stato assorbito da un solo essere umano, bensì da un secondo che aveva provato, per primo, l’ebbrezza del potere oscuro. Drago ruggì talmente forte che sia Winter che L’Ice Crew dovettero tapparsi le orecchie per non rimanere assordati, si scagliò contro ogni cosa distruggendola con spaventosa furia, incenerendo quasi del tutto l’intera discarica, liberando dalla spazzatura il suo tremendo odore di decomposizione.
<< Dannazione! Eravamo così vicini! Proprio adesso doveva sorgere questo problema?! >>
<< Che vuoi dire fratellone? >>
<< Voglio dire che tutto quello per cui abbiamo lavorato potrebbe andare al diavolo! Per poter far tornare il Chi al suo stato originale, abbiamo due possibilità: o utilizziamo un potere alternativo che lo ricarichi, oppure andiamo dall’altro schifoso umano che ne possiede la metà mancante, correndo così il rischio di essere scoperti e imprigionati a vita! >>
<< Un altro umano? Vuoi dire che il Chi è diviso in due corpi?! >>
<< Yo dude, capisco l’incazzatura, ma perché questo ti manda in bestia? Non possiamo semplicemente rubarlo come le altre volte? >>
<< No… perché questo significa che devo affrontare colui che mi ha esiliato all’inferno. >>
 
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Jackie Chan non era un archeologo di fama mondiale, ma il suo nome era molto conosciuto e apprezzato tra gli studiosi che lavoravano nel campo della storia. Nel corso degli anni aveva riscoperto preziosi manufatti, i musei facevano a gara per garantirsi i suoi servigi o la sua sola presenza, richiamando l’interesse del pubblico verso la storia antica.
Chi lo aveva conosciuto poteva dire che era persona mite, socievole, interessante e soprattutto gentile, dotato di una vasta cultura. Non tutti però sapevano che lavorava come consulente per i servizi segreti, addetto all’addestramento degli agenti (mansione che non gradiva affatto) e che aveva assistito e partecipato a fenomeni talmente incredibili che lui stesso a stento riusciva a malapena a credere.
Fenomeni che riguardavano soprattutto i Demoni.
<< Non so cosa mi trattenga a saltargli addosso e azzannarlo alla gola. >> disse Drago furioso, osservando l’uomo starsene tranquillo a bere caffè in un bar all’aperto, insieme ad una affascinante donna e ad un tizio muscoloso che indossava una maschera da luchador.
<< Yo dude, qui c’è troppa folla. Se facciamo casino, ci fanno il culo come una capanna, you feel me? >>
<< Vero. Però non ho altre idee su come risolvere questo problema del cazzo. >>
<< Quindi siamo nella merda. Che cavolo facciamo adesso? >>
<< Dobbiamo improvvisare, non abbiamo altra scelta. Lo attiriamo in una trappola e portiamo a termine questa faccenda. >>
<< Ricevuto. >>
Drago non era sicuro della riuscita del piano improvvisato, ma non aveva altre alternative; era così vicino a tornare il demone più potente del mondo che non c’è la faceva più ad aspettare: voleva riottenere i suoi poteri!
Lui e L’Ice Crew si nascosero in un vicolo lì vicino, attendendo che Winter portasse Chan lì da loro in modo da poterlo aggredire, tramortire e prendergli il Chi. La ragazzina sparì non appena superato l’angolo, trascorsero 5 minuti… 10 minuti… 20 minuti… poi udirono la sua squillante voce, più quella di un’altra persona con cadenza orientale.
Era la loro preda.
Chan pur di fare il buon samaritano non esitava ad aiutare il primo sconosciuto che gli chiedeva aiuto, soprattutto se questo poi metteva in mostra un viso d’angelo che non lasciava immaginare il minimo sospetto di malvagità. Seguì Winter senza problemi, guardandosi intorno alla ricerca del falso problema che lei gli aveva chiesto di risolvere, fino a quando non li superò dandogli le spalle. Fu in quel momento che l’agguato partì: DJ Fist afferrò Jackie Chan da dietro bloccandolo con le forti braccia, non prima di avergli infilato in testa un cappuccio che potesse impedirgli di riconoscerli, sforzandosi di non fargli liberare nemmeno un braccio per attaccare.
Ice e Cobra lo presero a pugni affinché il dolore lo costringesse a fermarsi nel divincolarsi e permettere a Winter di toccarlo per tirargli fuori il Chi e passarlo a Drago.
Tutto sembrava procedere secondo i piani.
Ma nessuno di loro poteva prevedere gli imprevisti del destino.
Proprio nel momento in cui la ragazza demone stava per usare la sua magia, il cinese sferrò all’improvviso un calcio alla cieca, colpendo in pieno Drago sul petto: il contatto generò una specie di esplosione causata dalle forze opposte di Chi negativo e positivo, il primo che albergava completamente nel corpo del demone e il secondo che proteggeva l’anima pura dell’uomo. La potenza dell’esplosione fu qualcosa di incredibile, gli edifici situati lì vicino si piegarono leggermente su un lato, l’asfalto e i marciapiedi si spaccarono, la gente lì intorno venne gettata violentemente a terra, stordita dalla sorpresa.
Winter impiegò qualche minuto per riprendersi, la testa le girava e le orecchie fischiavano, lo stomaco sottosopra. Si guardò intorno e si rese conto che l’esplosione aveva causato più danni di quanto avesse immaginato: il trio di imbecilli aveva ripreso le normali sembianze mortali, l’altro umano era semplicemente svenuto, ma Drago gemeva di dolore, tenendosi il petto che emanava fumo sulfureo. Corse da lui per assicurarsi che non fosse ferito gravemente, sulle squame del petto aveva una larga bruciatura scura, il che non pronunciava nulla di buono: lo alzò a fatica, chiamando a gran voce i tre ragazzi per farsi aiutare. Prima di andare via tornò dal cinese per controllare una cosa…
Proprio come aveva immaginato il Chi della Terra era sparito e con esso la possibilità di poter ripristinare il potere già indebolito.
 
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Le urla di Drago erano insopportabili da ascoltare, il dolore in esse racchiuso faceva capire quanto stesse soffrendo.
Imprecava e gridava, tenendosi il petto fasciato e intriso di sangue raggrumato e incrostato, scalciando, ruggendo e sputando fiamme, tutto per potersi sfogare.
Winter  utilizzò qualsiasi rimedio per alleviare il dolore, rischiando di farsi lei stessa male nel tentativo di curarlo, ma quello non le avrebbe impedito di aiutare suo fratello, era il minimo che potesse fare per lui. Ce ne volle di tempo prima che gli effetti delle cure funzionassero e il demone poco alla volta si addormentasse sfinito, rannicchiandosi su se stesso con la coda arrotolata intorno ad una gamba, brontolando nel sonno.
Winter tirò un sospiro di sollievo, in parte rassicurata.
Fissò il drago che aveva iniziato a russare sonoramente, disteso in uno sgualcito letto del suo appartamento abbandonato, accarezzandogli delicatamente la testa nell’amara illusione che avrebbe potuto farlo stare meglio. Avrebbe potuto fare di più, se lo sentiva che era in grado di guarirlo, ma non ne aveva la capacità e niente di quella roba medica in suo possesso avrebbe migliorato le cose. Ciò che però la faceva sentire più in colpa era il fatto che aveva perso il Potere della Terra, non se lo sarebbe mai perdonato, suo fratello non l’avrebbe mai perdonata… aveva rovinato tutto…. voleva solo rendersi utile e aveva combinato un danno enorme.
Drago l’avrebbe odiata per sempre.
Tutto i suoi sforzi per riallacciare i porti erano andati perduti…
Lasciò la stanza in punta di piedi per non disturbarlo, con il cuore spezzato, sistemandosi nel salone dove il trio di umani si stava anch’esso riprendendo, appoggiandosi su braccia, schiena o gambe impacchi di ghiaccio.
<< Come vi sentite? >>
<< Come se ci avessero usato come un sacco di pugilato. Che cavolo è successo? >>
<< Il Chi positivo che si trovava in quel mortale era incredibilmente potente… troppo per Drago. Mio fratello non ha retto il colpo… non in questo momento che è ancora in fase di recupero: il Chi di un puro di cuore è qualcosa di micidiale capace di uccidere qualsiasi demone. Ci vorrà parecchio tempo prima che guarisca… >>
<< Che si fa nel frattempo Wikipedia? >>
<< Bè… siamo tutti frastornati… meglio restarcene tranquilli per un pò prima di tornare in città… almeno fino a quando mio fratello non si riprende e il Chi del Fuoco dentro di voi non si ricarica, ritrasformandosi in demoni. >>
<< Yo boy, per una volta sono d’accordo con la pulce. Un po’ di relax non ci farà male… >>
Tutti erano concordi sul fatto che riposarsi fosse la priorità principale in quel momento.
Ognuno se ne andò per i fatti propri, lasciando che la giornata trascorresse pigramente fino al calar della notte.
 
Si addormentarono profondamente.
Gli assordanti rumori provenienti dalla Nuova San Francisco non turbavano il loro riposo.
Solo al risveglio avrebbero avuto delle sorprese.
 
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L’eco dei macchinari che ricostruivano alcune zone della vecchia città si udivano chiaramente, come se fossero a due passi.
Uno dei tre ragazzi brontolò a denti stretti, innervosito da quella serie di rumori spacca timpani. Non riuscendo più a prendere sonno alla fine di alzò, uscendo dal nascondiglio mentre gli altri due suoi compagni continuavano a ronfare.
Raggiunse un vecchio bar abbandonato dove conservavano il cibo rubato dalla città, prese qualcosa dal frigo e si sedette ad uno dei numerosi tavoli liberi.
Mangiò pigramente, grattandosi la faccia e stropicciandosi gli occhi, sbuffando di tanto in tanto.
Improvvisamente la sedia nella quale si era sistemato crollò, facendolo cadere all’indietro.
Imprecò, massaggiandosi la schiena e togliendosi di dosso il cibo rimasto attaccato alla maglietta: fu solo in quel modo che si accorse che nel suo aspetto c’era qualcosa di diverso…
La vetrina del bar gli permise di dare un’occhiata al suo riflesso e capire che cosa gli fosse successo.
E non riuscì a crederci.
<< Oh cazzo! >>
 
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Drago non capiva perché quel giorno al castello ci fosse tanta agitazione.
I servitori umani stavano correndo avanti e indietro, sua madre non la vedeva da ieri sera e suo padre gli aveva proibito di avvicinarsi agli appartamenti.
Non gli piaceva che gli si dicesse cosa fare o non fare.
Era odioso.
Senza farsi notare raggiunse il piano in cui si trovava la stanza dei suoi genitori, nascondendosi dietro una delle colonne che adornavano il corridoio.
Piccolo com’era nessuno lo vide, nemmeno sua zia Bai Tsa che entrò in quel momento nella stanza.
I servitori vennero mandati tutti via, scese una gran calma lì dentro.
Rimase nascosto a lungo, aspettando che accadesse qualcosa, annoiato da tutta quella quiete.
Ad un tratto la porta si aprì leggermente, udì un pianto e la voce di sua madre.
Forse… era arrivato quel momento di cui gli aveva parlato.
 
Attese che tutti uscissero da quella stanza: sua zia, suo padre e sua madre…
Avrebbe voluto correrle incontro e sapere perché era scappata via da lui, ma prima voleva scoprire che cosa nascondevano.
Gli piaceva conoscere i segreti, era divertente.
Si addentrò nella camera che a prima vista non aveva nulla di diverso da come ricordava, solo raggiungendo il lato opposto del letto si accorse del minuscolo lettino posto accanto; era troppo alto per lui, non riusciva a vedere cosa ci fosse dentro, si arrampicò sopra il materasso per raggiungere l’altezza giusta e in quel modo potè vedere cosa ci fosse dentro.
C’era un cucciolo, un piccolo demone, più piccolo di lui.
 
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Drago si svegliò colto da una tremenda nausea.
Si girò da un lato e respirò a fondo, fino a quando non gli passò quella sensazione.
Oltre al dolore al petto ci si era messo anche lo stomaco a dargli problemi, come se non si sentisse abbastanza male, provò ad alzarsi ma rinunciò subito all’intento costretto a restare sdraiato contro la sua volontà.
Si massaggiò il petto che gli procurava di tanto in tanto delle fitte lancinanti, facendo sgorgare attraverso la ferita il sangue caldo che le bende assorbivano.
Si sentiva esausto, ogni respiro sembrava toglierli l’energia necessaria per vivere e il fuoco che ardeva dentro di sé raffreddarsi, come se si stesse spegnendo.
Nel voltarsi dalla parte opposta si accorse che sdraiata lì accanto al letto c’era Winter, accucciata su se stessa come un gatto, la coda che circondava il suo corpo minuto coperto solo da un lenzuolo largo a malapena quanto una asciugamano. Dormiva profondamente, circondata da medicinali di ogni genere che probabilmente pensava di usare in caso di emergenza, borbottando qualcosa nel sonno; Drago le sfiorò i capelli e ne prese un ciuffo che delicatamente strofinò, stuzzicato dall’aura fredda che emanavano e leggermente ruvidi al tatto. Drago si meravigliò: oltre alla sua intelligenza la ragazzina si era sempre vantata dei suoi capelli, mettendo in mostra ogni qual volta ne avesse avuto la possibilità la morbidezza e la perfezione della sua chioma azzurra, ricordava ancora tutte quelle volte che l’aveva trovata davanti allo specchio a pettinarsi come una sorta di principessa.
Ora che ci pensava, c’erano un sacco di cose su di lei che erano cambiate da quando si erano divisi.
In 3 anni molte cose potevano succedere, si chiese quali fossero avvenute per l’esattezza.
Qui il problema di come trattarla si ripropose: ora che era costretto a star fermo e a non occuparsi del Chi, si rese conto che molte cose gli erano sfuggite, elementi che finalmente erano riusciti ad attirare la sua attenzione.
<< Credo che sia ora di fare quatto chiacchiere… >> disse sottovoce alla sorella.
Improvvisamente la terra tremò.
Gli oggetti non fissati tintinnarono tra loro e spostandosi per le scosse si fracassarono in mille pezzi nel cadere al suolo. Il rombo destò Winter e mise in allarme Drago, la ragazzina lo aiutò ad alzarsi e a metterlo al riparo sotto una trave, entrambi si guardarono intorno aspettando che il fenomeno finisse: ben presto il suono della terra lasciò posto al silenzio, il movimento tellurico smise di creare disordine sulla superficie.
<< Sento l’odore di un demone… >> annunciò Drago all’improvviso, annusando l’aria.
Winter si allarmò, poteva trattarsi di quel rompipalle di Lanet Kum che probabilmente aveva saputo in qualche modo che suo fratello era rimasto ferito.
Nonostante fosse un mezzo demone lei non era in grado di tenergli testa, tantomeno i tre umani. Eppure doveva fare comunque qualcosa.
<< Tu resta qui. Vado a vedere di chi si tratta. >>
<< Non dire cazzate, non puoi combattere un demone. Non ne sei all’altezza. >>
<< Devo comunque controllare di che si tratta. >>
Nonostante le proteste di Drago, Winter uscì dalla casa e andò a investigare.
 
La prima cosa che la ragazza notò fu la lunga striscia di terra smossa che attraversava la strada principale.
Sotto lo strato di terra si era formata una vera e propria galleria, un cunicolo che qualcuno o qualcosa aveva scavato.
La cosa fu bizzarra e sospetta,  si chiese se fosse anche la causa del terremoto.
Si armò di coraggio e seguì la traccia, fino ad arrivare a zone della Vecchia San Francisco che prima di allora non aveva mai visitato, dove tutto era incenerito e la cenere sparsa ovunque a ricoprire ogni cosa in un unico manto di polvere grigia e nere. Non c’era quasi nulla lì, quella zona praticamente era come stata cancellata quasi completamente, altre alle case, anche la traccia scomparve.
“Che cavolo faccio adesso?”
Mentre pensava a cosa fare, Winter sentì una presenza alle sue spalle e di cui intravide l’ombra avvicinarsi lentamente.
Chiunque fosse odorava di demone, e non era suo fratello.
Rimase immobile facendo finta di niente, avvertendo il suo respiro farsi sempre più vicino, pronta a reagire con un pugnale di ghiaccio creato di nascosto.
Quando fu ormai in prossimità di lei, si voltò di scatto per pugnalarlo a morte, ma venne bloccata con una facilità impressionante e sollevata in aria per un braccio, trovandosi faccia a faccia con il muso di un possente demone.
<< Bu! >>le fece questo.
Winter urlò spaventata, lo sconosciuto la lasciò andare e lei ne approfittò per arrampicarsi in fretta e furia sopra un cumulo di mattoni mezzi distrutti in precario equilibrio.
Il demone scoppiò a ridere, rotolandosi a terra senza riuscire a smettere.
<< Yo pulce! Dovresti vedere la tua faccia in questo momento! Sei davvero spassosa! >>
<< “Yo”? Aspetta un secondo! Questa voce io la conosco! Tu sei… il biondino?! Non è possibile! Non puoi essere tu! >>
<< Io sono il solo e unico Strikemaster Ice, baby! >>
Winter cadde dal suo trespolo incredula, rotolando fino ai piedi di quello che non riusciva a riconoscere come l’umano da capelli biondi: era tornato demone, questo si vedeva, ma di diverso dalla sua solita forma demoniaca aveva la corporatura muscolosa e statuaria, le grosse corna sulla testa incurvate all’indietro, serpenti dorati tatuati su entrambe le braccia e il mento pronunciato che sembrava una specie di pizzetto.
<< Allora? Cosa te ne pare? Non lo trovi cool? Non mi sono mai sentito così vivo! >>
<< Bene, perché adesso ti uccido! Mi hai fatto prendere un colpo brutto stronzo! >>
<< Felice di saperlo shrimp, la mia idea era proprio quella. >>
<< Vaffanculo! >>
<< Apri le orecchie piccola: tu sai blaterare una spiegazione su questa roba da sballo? >>
<< Non ne ho la più pallida idea, a malapena riesco a credere che sia vero. Questa tua trasformazione è la cosa più assurda che io abbia visto! è questa si che è una fregatura… Qualunque cosa ti sia successo, vi porrò subito rimedio! >>
<< Yo Wikipedia, potresti usare il linguaggio di noi comuni mortali così posso capire che diavolo hai detto? >>
<< In parole povere ti farò tornare com’eri prima. >>
<< Cosa?! Sei fuori di testa?! Scordatelo marmocchia! Così sono e così resto! Non riuscirai mai a farmi cambiare idea, you feel me?! >>
<< Davvero? Stiamo a vedere. >>
 
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Drago si aggrappò con gli artigli alla parete per non cadere.
Ringhiò a denti stretti tenendosi il petto, trascinandosi verso l’uscita dell’appartamento ormai stanco di aspettare il ritorno di sua sorella: era ormai trascorsa un’ora da quando se n’era andata, non aveva sue notizie e soprattutto la minima idea per dove fosse andatae.
Lo sapeva che si sarebbe cacciata nei guai, avrebbe dovuto impedirgli di andare via a qualsiasi costo.
MC Cobra e DJ Fist arrivarono in quel momento, aiutandolo un attimo prima che cadesse giù per la rampa di scale per l’agonia; il demone li avvertì che c’era un pericolo nei paragi che poteva aver preso sua sorella e di tenersi dunque pronti.
<< Yo D, forse anche Ice – man è nei guai. Quando ci siamo svegliati non era a letto. Potrebbe essere incasinato! >>
<< Perfetto… come se non avessimo già abbastanza problemi. Può andare peggio di così? >>
Improvvisamente una scossa di terremoto agitò la terra, ma prima che potessero mettersi al riparo il fenomeno ebbe di colpo fine, lasciando posto ad un susseguirsi di parolacce senza fine.
Drago, Cobra e Fist scesero in strada, trovando Winter che “cavalcava” divertita un demone dal volto familiare, tenendosi saldamente aggrappata alle corna che aveva sulla testa grazie a delle briglie di ghiaccio simili a quelle usate per i cavalli. Il demone, che riconobbero come Ice, si gettava all’indietro di schiena o dava potenti testate contro ogni cosa nel tentativo di liberarsi della ragazzina che lo prendeva in giro, causando spesso delle scosse con il solo battere dei piedi.
<< Scendi subito dalla mia testa, piccola strega! Appena riesco a staccarti ti farò pentire di essere nata! >>
<< Ah! Le ultime parole famose! è già trascorsa un’ora e sono ancora incollata al tuo mega testone senza cervello! >>
<< Non ti sopporto! >>
<< Nemmeno io! >>
<< Per tutti i demoni! Che cazzo sta succedendo qui?! >>
Il casino ebbe fine in un secondo non appena i due litiganti sentirono la voce di Drago.
Dopo un breve attimo di silenzio cominciarono ad accusarsi a vicenda, innervosendo il demone più di quanto non lo fosse già. Un ruggito li fece nuovamente zittire, limitandoli a farli ringhiare l’uno contro l’altro ma riuscendo finalmente ( con difficoltà ) a farsi raccontare la loro vicenda.
<< Era dunque il Chi del Demone della Terra la “presenza” che avevo sentito. Ridotto così come sono non l’avevo riconosciuto. Considerati fortunato Ice: finché non mi rimetto in sesto puoi tenerlo tu il Chi. >> decretò il demone, facendo esultare il gangster di gioia.
<< Yeah! Grande boss! Questo si che è mitico! >>
<< Spero che tu stia scherzando fratellone! Non vorrai davvero lasciare un potere simile nel corpo di un’idiota come questo! >> replicò Winter, mettendo una mano sulla faccia di Ice per zittirlo, ma Drago era ben fermo sulla sua decisione.
<< Ice ha una certa esperienza con questo Chi, quindi è in buone mani. E non voglio sentire altre lamentele! Chiaro?! >>
<< Chiaro… >>
<< Yo D-man, ti puoi fidare di Strikemaster Ice! La meraviglia demoniaca è al sicuro con il sottoscritto. Tu riposa finché ne avrai voglia, L’Ice Crew terrà tutto sotto controllo. >>
<< Vorrei essersene sicuro… >>
 
Drago aveva ragione a non fidarsi dell’eccessiva sicurezza di Ice.
Per quanto l’umano fosse certo che non sarebbe accaduto niente, non aveva fatto ancora i conti con la testardaggine e il desiderio di vendetta di Winter: Drago le aveva si, proibito di non discutere sulla sua decisione, ma questo non voleva dire che non poteva rifarsi dello smacco subito. La ragazza demone non si staccò dalla testa di Ice, continuando in quel modo a provocarlo, sapendo bene di non poter essere mai essere colpita o ferita grazie alla sua incredibile agilità di scansare i colpi brutali; infatti l’umano ne ricavò solo lividi.
Oltre alla sorella, un altro problema venne proprio dal Chi della Terra.
Ice non riuscì a trattenersi nell’usarlo per il proprio divertimento personale, creando ad esempio ostacoli per spassarsela con lo skateboard o scatenando piccoli terremoti per far andare nel panico i cittadini di Nuova San Francisco.
Tutto quel casino lo infastidiva e preoccupava, temeva che avrebbe potuto attirare troppo l’attenzione.
E nelle condizioni in cui si trovava non poteva intervenire.
Udì un’altra scossa e sospirò, sarebbe stata una lunga convalescenza….
 
<< Yo Ice, ci facciamo un’altro giro? >> chiese Cobra all’amico.
<< Yeah! è uno sballo oggi! Che ne dite di fare a gara a chi fa più giri della morte, dawg? >> rispose d’accordo Ice, facendo roteare con un dito solo lo skateboard che fino a quel momento aveva usato.
<< Non te lo consiglio se non vuoi che ti faccia un regalo sgradito… >> replicò Winter, leggermente nauseata.
Le numerose giravolte acrobatiche le avevano messo sottosopra lo stomaco.
<< Ehy shrimp, peggio per te che hai voluto restare sulla mia testa durante le esibizioni. Sei pronta a gettare la spugna? >>
<< Non mi arrendo così facilmente! >>
<< Ok baby, allora andiamo a divertirci ragazzi! >>
<< Oh no! Non di nuovo! Fermati! >>
Il ragazzo non diede ascolto alle suppliche della demone, ripartì a bordo del suo skateboard prendendo subito velocità, eseguendo qualche mossa acrobatica che peggiorò lo stato di Winter.
Si fermò di nuovo, in equilibrio sul corrimano di una scalinata.
<< Yo Pulce, non ho intenzione di scansare il divertimento solo perché non reggi l’adrenalina. Quindi…? Cosa decidi di fare? >>
Winter ringhiò seccata, non voleva darla vinta all’umano, ma ammise a sé stessa che non avrebbe retto un’altra serie di giravolte; il bianco delle squame si stava tingendo di verde e la vista di qualsiasi roba da mangiare la nauseava pesantemente.
Prese un bel respiro e lentamente scese dalla testa di Ice… non prima che questo la prese in braccio ed eseguì un perfetto giro della morte atterrando a pochi metri da delle tubature appuntite e arrugginite.
<< Brutto scimmione troglodita! Non ti basta avermi umiliato?! Vuoi anche uccidermi?! >>
Il ragazzo rise divertito all’arrabbiatura della ragazzina che lo prese inutilmente a pugni sullo stomaco.
Ice interruppe di colpo la risata, iniziando ad annusare l’aria ripetutamente: si guardò intorno costantemente muovendosi a quattro zampe e tastando il terreno con il palmo delle mani, fino a quando non scavò con gran foga attraverso il cemento per raggiungere il terriccio nascosto sotto di esso, infilando una mano per estrarre una manciata di vermi che cominciò a divorare con voracità sotto gli sguardi scioccati di Winter e dei suoi compagni.
<< Yo Ice, stai bene? >> gli domandò Cobra.
<<Certo, sto da sballo. >> rispose l’altro normalmente.
<< Ne sei sicuro amico? Hai la più pallida idea di cosa stai facendo? >>
Quando il gangster si rese conto di cosa stava facendo, lanciò via i vermi e sputò quelli che fino a quel momento aveva masticato, pulendosi la lingua con l’orlo della manica di DJ.
<< Finalmente una piccola soddisfazione: ti stai rincretinendo. >> fu il commento di Winter.
<< Tu c’entri qualcosa mocciosa? >>
<< Sono innocente “dawg”. Hai fatto tutto da solo. >>
<< Yo dude, ci hai fatto prendere un colpo. Non sembravi avere la zucca a posto. >>
<< Forse è l’eccitazione di questa roba demoniaca. Mi fa venire i brividi… troppo cool. >>
<< Forse dovresti darci un taglio. >>
<< Non rompere Cobra, sto bene. >>
Ma Strikemaster Ice non poteva considerasi a posto.
Non con le assurdità che continuò a fare.
Dopo “l’incidente” dei vermi combinò altre stranezze: si avventò contro oggetti rossi, appena vedeva un fiore lo strappava infuriato oppure rincorreva piccoli animali come gatti e uccelli, acchiappandoli e poi lasciandoli andare per riprenderli di nuovo. Winter si divertiva a vederlo comportarsi in quel modo bizzarro, ma gli altri due membri del gruppo al contrario erano tremendamente preoccupati.
Ice non li ascoltava, testardamente insisteva nell’assicurare la normalità del proprio stato d’animo.
Per quel motivo si ritrovarono a implorare la ragazza di far qualcosa.
<< Ha detto che sta bene, se vuole impazzire sono cavoli suoi. >>
<< Andiamo shrimp! Non possiamo lasciare il nostro fratello incasinato! >>
<< Io si, sono una demone. >>
<< Se ci aiuti ti paghiamo. >>
<< Non so che farmene dei soldi. >>
<< Faremo tutto ciò che vuoi! >>
L’ultima proposta riuscì a farle drizzare le orecchie, sorrise interessata e fece finta di pensarci su quando in realtà aveva già deciso di accettare l’offerta. Nessuno si era mai offerto di farle da schiavo, non c’era motivo di rifiutare, quante volte le sarebbe ricapitata un’occasione simile?
 
Più tardi, il trio osservò il falso demone di nascosto, studiandone il comportamento.
Winter era convinta che quelle sue azioni innaturali fossero causate dal Chi della Terra che conteneva in esso, non solo la forza del demone da cui era stato generato, ma anche una minima parte della “vita” di quel demone che l’aveva generato: reazioni di fronte a determinate cose, i gusti preferiti e cose simili. Di tanto in tanto l’umano si atteggiava proprio come se fosse un’altra persona, e quando se ne rendeva conto rimaneva perplesso, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Winter doveva andarci cauta, per quanto le piacesse l’idea di rovinare la festa all’umano era ben consapevole che era più forte di lei e che le sue forze non bastavano a fermarlo.
Doveva trarlo in inganno, era l’unica arma che avrebbe potuto funzionare.
Standosene seduta sulle spalle da DJ Fist ( sfruttando il fatto che lui e MC Cobra le avevano promesso che avrebbero fatto qualsiasi cosa per lei ) pensò cosa fare, soprattutto per evitare che suo fratello si incazzasse.
<< Ci vorrebbe qualcosa per metterlo KO. >> disse la ragazzina pensierosa.
<< Sarà Ice a mettere KO noi se scopre che cosa gli stiamo combinando… >>
<< Hai paura? >>
<< Non dire stronzate! Ma non è cool tradire il mio amico. Noi ci rispettiamo, siamo come fratelli e possiamo sempre contare l’uno sull’altro. >>
<< Davvero? Staremo a vedere se questa fratellanza ci sarà anche quando vorrà restare un demone e comincerà a spezzarvi le ossa. >>
Sia DJ che Cobra non furono affatto d’accordo con ciò che Winter disse: qualunque cosa fosse successa non avrebbero mai abbandonato il loro compagno, per nessuna ragione. Improvvisamente una fiammata, preceduta da uno starnuto, costrinse il trio a mettersi al riparo per non finire incenerito: Ice aveva recuperato il potere del fuoco e vederselo “starnutire” addosso non era piacevole.
<< Maledette erbacce! >> disse il gangster, schiacciando alcuni fiori di cui era tremendamente allergico.
<< Salute! Adesso anche quando starnutisce è pericoloso. >> brontolò la ragazza, ripulendosi la punta delle corna annerite.
<< No, basta solo stare attenti alla traiettoria dei suoi starnuti. >> le rispose Cobra, mentre lui e DJ si spegnevano le ciocche di capelli leggermente infiammate.
<< Bè… almeno adesso so come “neutralizzare” il nostro cosiddetto amico. >>
Non c’era bisogno di essere dei geni per capire le intenzioni della ragazza quando maneggiò centinaia di mazzi di fiori.
DJ e Cobra non osarono aiutarla, sebbene fosse per il bene del loro amico preferirono rimanere in disparte, assistendo con un gran senso di colpa addosso l’intera scena.
Winter si avvicinò con falsa aria innocente al ragazzo prima che prendesse a cornate una vecchia automobile rossa, il quale cominciò subito a insultarla e prenderla in giro, abitudine che gli costò cara: indaffarato com’era a blaterare non fece in tempo a schivare l’enorme bouquet intriso di polline che la demone gli spiaccicò in faccia, cominciando a starnutire a ripetizione. Winter però non si fermò a quello, gli fece indossare splendide collane di fiori tropicali talmente zeppe di piante che più Ice tentava di strapparle via e più la sua allergia peggiorava, finendo per perdere il fiato e anche la salute, crollando poco dopo tra uno starnuto e l’altro. Fu solo in quel momento che Winter lo immobilizzò con uno spesso blocco di ghiaccio simile ad una camicia di foza, sedendoci sopra con trionfo.
<< Sei una miserabile stronzetta! >>
<< E ne vado fiera. >>
<< Giuro che appena mi libero ti prenderò a calci nel sedere tante di quelle volte che non potrai sederti per un anno intero! >>
<< Risparmia il fiato per starnutire invece blaterare. >>
Ice si agitò furiosamente nel tentativo di liberarsi, senza successo a causa dell’allergia che non gli dava tregua.
 
Nelle ore successive Winter studiò a fondo il “caso”.
Ogni libro che riguardava la possessione, la trasformazione e roba simile era sistemato intorno a lei con le pagine aperte, leggendo i vari testi contemporaneamente. Un caso simile le si era presentato solo quella volta del Chi del Demone del Cielo, solo che il soggetto “ infetto” non si era comportato come un demone, bensì come una bestia senza cervello.
Winter si rammaricò di non sapere personalmente quasi nulla della sua specie, quello che conosceva lo aveva letto sui libri o glielo aveva spiegato suo fratello… ma decisamente ben poco utile a farle capire chi fosse realmente.
Si fermò un attimo a riflettere su quella cosa, tutti dicevano meraviglie sulla sua razza in modo che dava l’impressione che li avessero visti di persona. Perché lei invece, a parte Drago, non ne aveva incontrato uno? Dov’era i suoi simili? Dov’era la potente razza immortale che aveva lasciato una profonda impronta nella storia dell’umanità?
Come poteva considerarsi fiera per ciò che era se non mai interagito con demoni al di fuori di suo fratello?
Cobra e Fist le portarono altri libri, centinaia di antichi volumi che la ragazza gli raccomandava di trattare con cura, ignorando le continue lamentele di Ice ancora bloccato e che, ripetutamente, zittiva con un colpo di coda in faccia.
<< Mi sto annoiando. >>
<< Zitto tu. >>
<< Voglio spassarmela yo! Non restare ad ascoltare le tue sparate cervellotiche! >>
<< Ti sto facendo un favore cercando di metterti un po’ di cervello in quella zucca vuota. >>
<< In realtà la demonietta vuole solo aiutarti a non perdere la testa, dude. >>
<< STO BENE DANNAZIONE! FICCATEVELO BENE IN QUELLE TESTE DURE CHE VI RITROVATE!>>
<<  A cuccia bestione, non voglio che rovini il Chi di mio fratello. >>
<< Spero che quei libri ti brucino nelle mani! >>
<< Vuoi chiudere quella boccaccia un secondo?! Io qui sto lavorando per te! >>
<< Nessuno ha chiesto il tuo aiuto! Preferisco rompermi una gamba piuttosto che farmi aiutare da te! >>
La discussione andò per le lunghe, l’astio era talmente forte che non gli fece notare il movimento sospetto che avveniva intorno a loro.
Il verso stridulo degli scorpioni sovrastò le voci del gruppo, quando vennero allo scoperto.
Centinaia di piccoli scorpioni sprovvisti ognuno di un paio di grosse chele e di una coda appuntita, uscirono da ogni anfratto del quartiere, formando un’unica vasta macchia marrone rossastro che si muoveva rapidamente verso le vittime prescelte. Gli insetti lasciarono un minuscolo spazio tra loro e il quartetto; Winter, Cobra e Fist si rifugiarono sopra Ice ancora bloccato nella “camicia di forza” di ghiaccio; quest’ultimo con uno sforzo immane riuscì a liberarsi e senza perdere tempo prezioso scavò un tunnel sotto di sè, portandosi dietro gli altri.
Gli scorpioni non si fecero scrupoli a riversarsi nel passaggio sotterraneo per inseguire il gruppo nonostante il numero eccessivo, stringendosi tra loro dalle loro code fuoriuscirono gocce di veleno, minuscole ma ognuna capace di uccidere in pochi secondi un uomo adulto, il loro pungente odore invase lo spazio chiuso rendendo l’aria irrespirabile, costringendo i fuggitivi a tornare presto all’aria aperta.
Una volta fuori si ritrovarono all’interno di un centro commerciale abbandonato, gli scaffali rovesciati sul pavimento insieme a quel che rimaneva della merce, in parte impolverata e in parte ammuffita, un cumulo di sporcizia che albergava in ogni sala. I velenosi mostriciattoli comparvero poco dopo non solo dal tunnel ma anche dai condotti di aerazione dell’edificio, permettendosi così di circondare nuovamente le prede e bloccare come se non bastasse l’unica via d’uscita, restandoci fermi davanti come dei soldati.
Ma quello non era il problema più serio, il vero guaio sorse con la comparsa del mezzo-demone.
<< Solo un parassita come te poteva usare degli insetti bastardi per fare questo casino. >>
<< Grazie del complimento mia cara, non mi sarei mai aspettato un simile apprezzamento da parte tua. >>
<< Vedi di sparire sanguisuga! Oggi non siamo in vena di prenderti di spaccarti la schiena! >>
<< Come mai? Devi dare la pappa al tuo povero fratellone malaticcio? >>
Winter imprecò mentalmente, quel bastardo sapeva che Drago era ferito.
<< Non ti preoccupare, andrò a visitare tuo fratello più tardi, non appena mi sarò divertito un poco con voi. >>
<< Yo vecchio, sloggia da qui! Noi avevamo un party in programma e i seccatori come te non sono invitati! Ritorna nella fogna dalla quale sei venuto! >> gli disse Ice, minacciandolo con delle lance di roccia, non abbastanza per cancellare dal volto di Lanet l’espressione di superiorità sul suo volto.
Non fece e non disse niente, eppure fu sicuramente per opera sua l’improvviso attacco di un paio di scorpioni nei confronti di Ice, il quali gli saltarono addosso con una rapidità impressionante all’altezza del collo dove si “sciolsero” e si unirono formando uno spesso collare marrone sprovvisto di una catena di ferro e di quattro spessi anelli appesi intorno. Il ragazzo tentò di strapparsi di dosso quell’affare senza riuscirci, nonostante la forza che ci mise non fu in grado di liberarsi e questo fece sorridere Lanet Kum.
<< A cuccia. >> disse il mezzo demone.
A quello strano ordine, il collare in risposta brillò per un attimo e subito dopo Ice si sedette a terra come un docile cagnolino.
I suoi amici lo guardarono perplessi, Winter non sapeva se ridere o preoccuparsi, Ice invece era confuso.
<< Piaciuto il regalo? Consideralo l’inizio di una lunga alleanza. >>
<< Che cazzo stai dicendo dawg?! Cos’è questa roba che mi hai messo?! >>
<< è solo uno strumento che ti terrà buono fintanto che io lo vorrò. >>
<< Scordatelo! Strikemaster Ice non prende ordini da nessuno, you feel me? >>
Lanet Kum rise, per nulla colpito dalla determinazione dell’umano.
Non si preoccupò nemmeno quando lo caricò come un toro scatenato, gli bastò dire di fermarsi e questo lo fece, bloccandosi a pochi centimetri dal bersaglio. L’umano provò a muoversi ma non ci riuscì, il suo corpo tremava nello sforzo di muovere anche solo un braccio.
<< Fantastico. >>
<< Ehi bastardo! Cosa hai fatto al nostro amico?! >>
<< Il vostro “amico” adesso è il mio ubbidiente cagnolino: il collare che indossa è stregato, uno dei miei giocattoli preferiti, impossibile rimuoverlo come un qualsiasi banale oggetto. La cosa entusiasmante e che finchè indosserà il collare farà tutto ciò che gli dirò e quando lo vorrò. Inutile combatterci contro, lo costringe ad eseguire ogni ordine che gli verrà detto all’istante. >>
<< Non oserai brutto… >>
 << Oso eccome moccioso: uccidili. >>
Proprio come Lanet aveva detto, Ice si voltò verso gli altri e li attaccò.
Il collare brillò per tutta l’azione, Ice strepitava impazzito nel vano tentativo di riprendere il controllo del proprio corpo, urlando ai compagni di andare via prima che fosse commettesse il più tremendo errore della sua vita; ma Cobra e Fist non avevano intenzione di abbandonarlo e di permettere a quel verme di Lanet di trattarlo come una bestia.
Erano L’Ice Crew, i re del ghetto.
Ignorarono qualunque minaccia o avvertimento, anche a costo di rimanere paralizzati o di perdere un braccio non avrebbero lasciato solo Ice, ma l’improvviso tornado che squarciò l’edificio pose fine ai loro intenti, risucchiandoli al suo interno insieme a Winter, portandoli via da lì con la forza.
 
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Il tornado li condusse fino ad una piazza abbandonata, Drago li stava aspettando in cima ad un cumulo di furgoni scassati, il corpo che brillava del Chi del Vento.
Il trio atterrò alla base della “montagna” di veicoli, i pezzi di lamiera arrugginita gli rotolarono addosso portandosi dietro frammenti di vetro o tergicristalli staccati, Drago scese lentamente verso di loro, ringhiando a denti stretti, il petto che si contraeva leggermente per il respiro accelerato.
<< Cosa è successo? >> chiese immediatamente.
<< Quello schifoso vecchiaccio ha preso Ice! Gli ha fatto qualcosa quel figlio di puttana! >>
<< Il mezzo-sangue è qui? Come cazzo ha scoperto il nostro nascondiglio?! >>
<< Non lo sappiamo D-man! Ma ha preso Ice! L’ha preso e lo usava come uno schiavo! >>
<< Tacete un secondo! Winter! Spiegami che cosa è successo! >>
Cercando di essere chiara, la ragazzina spiegò brevemente cos’era successo.
Drago non ne fu contento, era una grossa fregatura.
Per tutti quanti.
Ora che Lanet poteva contare sul Chi del Demone della Terra, anche se non nel suo corpo, il rischio di essere uccisi era alto: sapeva dove si nascondevano, sapeva che avevano trovato un potere molto pericoloso, sapeva che al momento nessuno di loro poteva lottare.
Li aveva spiati e si era preparato per il momento più opportuno.
Ma Drago non si sarebbe più fatto definire un demone se avesse mollato così presto e soprattutto con un avversario del genere. Ferito o no, lui avrebbe lottato fino all’ultimo respiro per riconquistare ciò che era suo.
Dovevano agire in fretta ovviamente, il loro nemico non avrebbe perso tempo per approfittare della preziosa situazione, si stava già sicuramente muovendo verso di loro: per prima cosa incaricò Winter di trovare tutte le informazioni possibili riguardo quel collare magico, mandò Cobra e Fist in ricognizione, lui nel frattempo avrebbe preparato un adeguato benvenuto.
Il petto gli faceva male, ma lavorò senza sosta.
Non avrebbe permesso a nessuno di sconfiggerlo.
 
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Lanet Kum  avanzava calmo lungo una delle strade della vecchia San Francisco, seguito dalla sua armata di scorpioni e da Ice che gli stava accanto: non poteva parlare, grazie al collare Lanet gli aveva proibito di farlo, poteva solo ascoltare i suoi assurdi ordini e guardarlo con disprezzo, meditando vendetta.
La cosa che più lo faceva incazzare erano le spregevoli fantasie che gli raccontava su come avrebbe ucciso i suoi compagni, un modo per torturarlo psicologicamente, per annientare completamente le sue speranze di salvezza.
Il mezzo-demone era fiducioso, ormai era convinto che avrebbe ottenuto la vendetta contro i Demoni Puri, che avrebbe dato alla sua razza la giustizia per secoli negata dalla nascita, che avrebbe cambiato insomma le regole del mondo degli Immortali delle Tenebre.
Per la prima volta nella sua vita era emozionato.
Improvvisamente i suoi scorpioni gli sbarrarono la strada impedendogli di proseguire, alcuni di loro proseguirono dritto e vennero all’istante carbonizzati non appena superati due lampioni ai lati della strada, ricoperti da simboli e parole cinesi impregnati di una pericolosa magia che uccideva all’istante. Lanet non si preoccupò, capì che era solo un modo per fargli perdere tempo, un diversivo per rendere più piacevole la sua avanzata verso il trionfo, sicuramente avrebbe trovato altre trappole simili più avanti, ma simili stupidi giochetti non sarebbero bastati a fermare la sua avanzata.
 
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<< Forse ho trovato qualcosa. >> esordì Winter, trascinando verso i ragazzi un mucchio di libri e pergamene.
<< Può aiutare Ice? >> le chiese Cobra.
<< Lo spero: questo testo azteco descrive un oggetto simile a quello che Lanet ha usato. Ogni dettaglio corrisponde… e spiega anche come rimuoverlo. >> spiegò la ragazza, mostrando delle pergamene su cui era rappresentata la tipica arte azteca, con uomini circondati da quelli che sembravano alambicchi e oggetti magici.
<< L’unica cosa che potrebbe funzionare, se i testi non sbagliano, è una chiave forgiata con il sangue di colui che sta comandando l’attuale vittima di quell’affare. >>
<< Praticamente un’impresa impossibile. Ma se è l’unico modo per liberarlo allora dobbiamo tentare. >> fu il commento di Drago, mentre faceva roteare tra le mani un coltello affilato.
<< Però Ice-man potrebbe saltarci addosso, è questo rende ancora più fottutamente difficile il lavoro. Che facciamo per questo? >>
Il demone non rispose, si sdraiò sul divano per stare comodo e rilassare i muscoli indolenziti.
Se non fosse ferito, ora starebbe già lottando contro Lanet Kum e probabilmente avrebbe già risolto il problema, forse con la morte meritata di questo. Purtroppo non era così, era solamente nella merda e non sapeva come evitare di finire sepolto sottoterra; un debole rombo lontano lo aveva avvisato qualche minuto prima che il nemico era vicino… stava venendo direttamente da loro… il tempo stringeva. Gli rodeva di brutto, lanciò il coltello contro un vecchio quadro appeso nella parete davanti a sé, rompendo il vetro e “infilzando” il soggetto.
<< Cerco qualcosa di utile. >> disse Winter rabbrividendo, tornando alla catasta di libri.
<< Scommetto che Ice starà ribollendo di rabbia. Vorrà sicuramente pestare a morte quel pezzo di merda. Sarà scatenato. >>
Quella parola fece scattare un’idea nella mente di Winter.
Il flash che ebbe la immerse in un complesso lavoro mentale, elementi legati a ciò che aveva sentito si unirono tra loro per tessere una tela perfetta, bastò solo quello per realizzare  un piano completo, il tassello mancante che gli serviva per uscire fuori da quel casino. Gettò via i preziosi antichi volumi e corse da suo fratello annunciando:
<< So come fermare Strikemaster Ice. >>
 
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Un’ora dopo, Lanet Kum annullò l’ultima trappola proprio mentre i suoi scorpioni lo avvisavano di una presenza estranea, agitando le code come i serpenti a sognali.
Prima che mandasse le sue bestioline a controllare, Drago apparve da un vicolo mettendo in mostra le mani per mostrare che era armato, Ice sgranò gli occhi scioccato, se avesse potuto parlare avrebbe urlato al demone di andarsene prima che facesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentito, ma non poteva farlo, era incapace di aprire bocca.
<< Mi sorprende vederti senza nessuno a pararti il culo moccioso. Ti sei deciso ad ammettere che sei solo un patetico ragazzino viziato? >> chiese Lanet.
Drago strinse i pugni innervosito, trattenendo il respiro per mantenere un certo autocontrollo.
Lanet pensò che era probabilmente sul punto di una resa sicura, si arricciò un baffo con un dito per la soddisfazione.
Drago gli fece segno di seguirlo e loro fecero altrettanto: attraversarono qualche isolato fino a quando non raggiunsero un vecchio hotel completamente sventrato sulla facciata che metteva in mostra tutti gli interni della hall o delle camere rimaste leggermente intatte, i tappeti bruciati e i lampadari fracassati a terra, i letti in bilico sul vuoto, le valigie abbandonate e chiavi numerate fuse tra loro.
Drago si sedette sull’unico divano intatto, insieme a sua sorella.
<< Che ti succede? Ti hanno mangiato la lingua? >>
<< Taci bestione, non voglio ascoltare le tue stronzate. >>
<< Allora parla tu, dimmi chiaramente che hai intenzione di arrenderti. Nelle tue attuali condizioni non sei in grado di tenermi testa. >>
<< Non ho intenzione di dichiararmi battuto, scherzo della natura. Sono un demone io, non un verme. >>
<< Un demone che si è bruciacchiato con la magia bianca. Guardati, sembri un vecchio sul punto di morte, se lo desideri posso darti io il colpo di grazia per porre fine alle tue sofferenze, o preferisci che se ne occupi il tuo ex-collega? >>
Tra gli scorpioni e Strikemaster Ice la scelta per morire era davvero ardua.
<< Chiamalo traditore. >> disse Winter, intromettendosi nel discorso.
<< Dovresti saperlo che è nella natura umana tradire, mia cara. >>
<< No, in questo caso è proprio lui ad essere una merda. Lo sapevo che non mi sarei mai dovuta fidare di te! Ero sicura che con lui il Chi non sarebbe stato al sicuro! Non capisco perché Drago ha voluto riporre fiducia in un essere del tuo genere! >>
Ice grugnì infastidito da quella pesante accusa. Winter continuò a insultarlo senza che avesse la possibilità di difendersi, accusandolo di tradimento e molta altra roba che minò la sua pazienza, irritandolo  a tal punto che la terra tremò leggermente per rappresentare il suo stato d’animo, ma nessuno a parte lui se ne rese conto.
Tutte quelle accuse erano ingiuste nei suoi confronti, non aveva tradito nessuno! Era colpa di quel dannato collare che lo costringeva a muoversi come una marionetta, con quale assurdo diritto gli poteva dire cose simili? Erano tutte maledette scuse solo perché sapeva che non poteva reagire, è questo lo imbestialiva!
<< Sai una cosa? Te la meriti proprio questa fine da leccapiedi! Ti sei sempre vantato di essere “cool” e cazzate simili! Questo dimostra quello che ho sempre pensato di te dal momento in cui ti ho visto: ti mostri come un leone ma in realtà sei uno senza palle! >>
Quello fu decisamente troppo.
Strikemaster Ice non permetteva a nessuno, nemmeno ad una ragazzina, di parlargli in quel modo e soprattutto di insultarlo!
Soprattutto quando aveva le mani legate!
Con un urlo si lanciò contro Winter, al diavolo le parole, inseguendola quando questa sfuggì per un soffio al suo pugno micidiale, continuando ad insultarlo mentre scappava. Il mezzo-demone tentò di fermarlo con un ordine, li ignorò senza sortire il malefico effetto del collare stregato che in quel momento non ebbe effetto, stupito da questo Lanet allora provò ad usare i suoi scorpioni che finirono solo spiaccicati al passaggio del ragazzo imbufalito.
<< è inutile che sprechi fiato, Ice non ascolta nessuno quando è incazzato. >>
Lanet sussultò sentendo una voce diversa provenire dalla bocca di Drago, il corpo del giovane demone venne avvolto da un fascio di luce che lo ricoprì in un involucro rosso rubino che si sgretolò dopo pochi secondi con una debole esplosione, rivelando che “quello” non era davvero Drago, bensì DJ Fist che con un ghignò mise in mostra il suo reale aspetto da umano.
Il ragazzo corse via prima che Lanet potesse sfogare la sua frustrazione su di lui, tirando fuori da una valigia apparentemente gettata lì a caso una bomba molotov che lanciò davanti a sé, scatenando al suo scoppio una potente fiammata che diede fuoco ad una striscia di benzina che non aveva notato, disposta ad anello per rinchiudere chi vi si trovasse all’interno in una trappola di fuoco. L’umano era dall’altra parte dell’anello infuocato, scorpioni compresi… solo Drago, quello vero, riuscì ad attraversare indenne il muro di fuoco, i vestiti che bruciavano leggermente e a petto scoperto con le bende che lo fasciavano.
<< è così anche il figlio di Shendu si abbassa ad usare giochetti. Molto furbo. >>
<< Se questi tornano utili, li uso volentieri. >>
<< Quel che più mi stupisce è che un patetico giochetto di insulti abbia permesso a quello stupido umano di sfuggire agli ordini che sarebbe stato costretto ad eseguire con il collare. >>
<< Per fortuna i difetti umani tornano utili in questi casi. L’unica seccatura di cui sbarazzarsi, adesso, sei solo tu. >>
<< Voglio proprio vedere se dopo averti spezzato la schiena avrai ancora l’ardire di essere così sfrontato. >>
<< Vieni a scoprirlo vecchio. >>
 
I due demoni si scontrarono brutalmente.
Drago, nonostante le ferite, tenne testa a Lanet Kum senza alcun problema, rinvigorito dall’adrenalina. Non gli importava di poter subire altri gravi danni, il suo onore veniva prima di ogni altra cosa, tralasciando il fatto di essere il figlio di Shendu di cui non dava alcun valore.
Un paio di volte sfruttò gli altri Chi ottenuti precedentemente, dandoci dentro per far rimpiangere al suo avversario di aver messo piede nel suo piccolo regno e di aver voluto distruggerlo, sfoderando tutta la ferocia che un drago poteva sprigionare quando era furioso e mostrare orgoglio nel macchiarsi del sangue nemico, il cuore che pulsava forte nel suo petto. è vero, anche il suo sangue imbrattò la terra, ma non era la stessa cosa; al contrario, sentire le gocce del proprio sangue inumidirgli la bocca lo eccitava parecchio.
Il liquido rosso gli fece ricordare che aveva bisogno del sangue putrido di Lanet per liberare Ice.
In tutta sincerità era allettato dall’idea di lasciare l’umano in quello stato e sfruttarlo per conto proprio.
Sfortunatamente questo non era possibile, quindi prima lo liberava meglio era.
Doveva augurarsi che Winter riuscisse a fermarlo.
 
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DJ Fist corse più in fretta che potè, inseguito dagli scorpioni.
Aveva corso un bel rischio impersonando Drago per attirare in trappola quel mostro, ma per salvare il suo amico avrebbe fatto questo e bel altro. Ora doveva solo trovarlo e tenerlo d’occhio finchè il boss non avrebbe preso l’ingrediente chiave che avrebbe messo fine alla sua prigionia forzata.
Prima però doveva salvare sé stesso.
Gli scorpioni guadagnavano terreno, una sola puntura lo avrebbe ucciso.
Un fischio acuto lo avvertì che si trovava nella zona X, attraversò velocemente quel che rimaneva di un grattacielo riverso a terra e si fermò a pochi passi all’esterno per fischiare a sua volta, nel momento esatto in cui quei minuscoli bastardi entrarono nella struttura abbandonata che esplose violentemente, generando una colonna di fuoco che incenerì ogni cosa.
<< Yo bro’, forse ho esagerato con la benzina…. Ma chi se ne frega! Quei piccoli stronzetti sono morti! >> disse MC Cobra, uscendo da un bidone della spazzatura.
<< Tutto bene amico? >> gli chiese.
DJ non fece in tempo a rispondere che dalle macerie comparvero i sopravvissuti, avanzando lentamente sebbene mezzi carbonizzati o menomati, sibilando peggio dei serpenti a sognali…. ma la loro sopravvivenza ebbe breve durata quando Ice gli passò sopra per inseguire Winter, schiacciandoli senza lasciarne uno in vita.
<< Datemi una mano duo di imbecilli! >> urlò la ragazzina.
Cobra e Fist le corsero dietro tenendo a malapena il passo, più di una volta dovettero fermarsi e scansarsi per non venire investiti dal loro amico che inseguiva con follia rabbiosa la ragazzina, ringhiando e sbuffando come un toro.
Non avevano mai visto Ice così incazzato, per la prima volta ebbero paura di lui.
Si chiedevano come Winter sarebbe riuscito a fermarlo, quando aveva assicurato di aver trovato un modo per impedirgli di ucciderli non aveva voluto dare ulteriori dettagli, limitandosi solo ad organizzare la trappola per bloccare Lanet Kum e a chiedere se Ice aveva un qualche difetto in particolare, elemento che aveva assurdamente funzionato perfettamente.
Si chiesero se questo dipendeva dall’alterazione causata dal Chi della Terra.
Ad un tratto li persero di vista, sentivano le loro urla e i loro passi ma l’eco prodotto dal silenzio della metropoli abbandonata confondeva la provenienza.
<< Ehi faccia di pigna! Perché non mi vieni a prendere?! >> urlò Winter, da qualche parte.
Alla provocazione si susseguì un urlo, poi passi in corsa e infine un tonfo metallico.
Calò di colpo il silenzio, i due gangster si rivolsero uno sguardo perplesso e immediatamente esplorarono i dintorni fino a quando non li trovarono all’interno di una banca ormai in rovina: Winter si stava ripulendo i vestiti sporchi di polvere fischiettando un famoso motivetto degli Iron Maiden, Ice invece era steso a terra privo di sensi.
<< Che diavolo è successo? >>
<< Niente di particolare, ho solo calmato il biondino indemoniato. >>
<< Come ci sei riuscita? >>
<< Nemmeno un testone duro come il suo può sopportare un duro colpo contro una spessa parete di acciaio rinforzata. >> rispose la ragazzina, indicando la parete accanto che presentava una larga ammaccatura.
<< Tenete d’occhio il vostro amichetto del cuore, io vado ad aiutare mio fratello. >>
<< Yo shrimp, che ti passa per la testa? Quei due potrebbero farti a pezzi se ti metti in mezzo. >>
<< Lo so, ma non voglio lasciare mio fratello nei guai. >>
<< Gli sarai solo d’intralcio, non fare cazzate. >>
<< Io non lo abbandono! >>
Winter tentò di replicare ancora, ma la sensazione di pericolo che avvertì all’istante la bloccò.
Si rese conto che qualcosa nell’aria stava mutando in fretta, troppo in fretta, costringendola a creare una cupola di ghiaccio che proteggesse lei e gli umani dall’improvvisa onda di calore che sopraggiunse in quel momento.
Tutto venne fuso da quell’ondata, Winter dovette continuamente rinforzare il suo scudo per non morire incenerita, mordendo le labbra per non arrendersi, sperando che il fenomeno avesse presto fine.
 
 
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Qualche minuto prima….
 
I due demoni stavano ancora lottando con furia e ferocia.
Il cerchio di fuoco che li aveva tenuti prigionieri si era spento da tempo e l’energia sprigionata dai loro corpi ebbe effetti negativi per le rovine circostanti che crollarono una dopo l’altra, sprofondando in voragini o esplodendo come petardi, trasformando la zona in un campo di battaglia senza eguali. Nessuno dei due aveva intenzione di cedere, erano consapevoli che avrebbero potuto continuare in quel modo per l’eternità, solo un errore fatale da parte di uno avrebbe messo fine al caos.
<<  Perché non ti decidi a morire?! La tua esistenza sulla Terra è ormai inutile! >>
<< Morirò solo quando il mio cuore cesserà di battere e il fuoco dentro di me si spegnerà! Fino ad allora io continuerò a lottare! >>
<< Sei solo una nullità! Non hai alcun diritto di avere un simile privilegio dopo la tua vergognosa sconfitta contro gli umani! Hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata! L’oblio è ciò che meriti! >>
<< Io sono un demone! E UN VERO DEMONE NON SI ARRENDE MAI! >>
Drago sapeva bene che aveva perso un’importante sfida, proprio questo gli dava la forza di perseguire i suoi obiettivi e non commettere più gli errori del passato.
Il destino gli aveva concesso una seconda possibilità e non avrebbe permesso a niente e a nessuno di fargliela sprecare.
Lui sarebbe diventato il sovrano del mondo, avrebbe ricostruito la civiltà dei demoni e il fuoco dell’inferno avrebbe arso la Terra per secoli.
Il suo corpo parve esplodere nel momento in cui il Chi del Fuoco riprese vigore, ogni cosa nel raggio di 2 miglia si sciolse come cera a causa del tremendo calore emanato; Drago si era trasformato in una torcia vivente, le fiamme lo circondavano con i loro riflessi rossi e gialli assumendo la forma di dragoni ruggenti, spaventosi come lui stesso che sembrava essere diventato qualcosa di più orribile di un demone.
Lanet Kum per la prima volta era spaventato.
Non si sarebbe aspettato una simile trasformazione… non raggiungeva niente di ciò che aveva immaginato… non era nei piani… non era quello per cui aveva lavorato….
Qualunque cosa fosse fu un male per lui: lo scontro riprese con netta difficoltà, fu incapace di parare i colpi, in balia di una ferocia che ben pochi demoni possedevano e di cui potevano vantarsi poiché un segno della purezza oscura che albergava nella loro anima dannata. Il corpo di Drago improvvisamente parve risucchiare le fiamme fino a quel momento generate, le squame divennero come l’oro e i “dragoni” ruggenti generati cominciarono a vorticare intorno a lui fino a fondersi e generare un vortice che esplose con la forza quasi paragonabile a quella di una bomba atomica, travolgendo Lanet Kum nell’onda, inghiottito da morte certa.
L’esplosione fu visibile a molte miglia di distanza, anche oltre i confini di San Francisco, non si udì alcun suono o boato ma lo spostamento d’aria si udì chiaramente.
Ci vollero 2 ore prima che Drago si calmasse e la temperatura tornasse normale.
Dei suoi abiti erano rimasti interi solo i pantaloni, il resto era cenere, persino le bende che dovevano proteggere la sua ferita ancora aperta, simile ad un livido bluastro.
Rimase fermo a contemplare ciò che aveva fatto, ripreso il controllo sicuro delle sue emozioni raggiunse sua sorella e gli umani ancora all’interno della vecchia banca, Winter gli corse incontro e lo abbracciò, rispondendo a malapena alle continue domande di tutti che volevano sapere che cosa aveva combinato.
<< Per il momento accontentatevi di sapere che quell’idiota di Ice può tornare libero. Winter, crea la chiave. >> Disse Drago alla sorella, porgendosi un frammento di vetro su cui si trovava del sangue ancora fresco.
Subito la ragazza si mise all’opera all’istante, aiutata da Cobra e Fist.
 
Drago nel frattempo rimase in disparte a riflettere sul futuro.
Ora che aveva la mente lucida, poteva cominciare a prendere importanti decisioni.
 
 PERSONAGGI:
Jackie Chan:

Il protagonista del cartone animato su cui si basa la fanfiction, nonchè la star del kung fu più famosa al mondo.
In questa serie animata che prende il suo nome, Jackie non è un attore, bensì un archeologo come già accennato nel capitolo presente: nonostante la passione per la storia il nostro eroe pratica comunque le arti marziali e come nei suoi film si ritorva ad usare oggetti assurdi per difendersi o fa brutte figure esilaranti. Vive insieme alla nipote Jade nel negozio di Zio  Chan. Jackie nel cartone finisce sempre per sconfiggere il cattivo di turno, ma in questo caso non sa che uno dei suoi nemici è tornato sulla terra. (ps: nella fiction Jackie è molto più vecchio, ma non sono riuscita a trovare l'immagine che lo ritraeva con una certa età)
Strikemaster Ice versione demone:
è sempre Strikemaster ( al centro della pic) con la sola differenza che in questa versione detiene il potere del Chi della terra.
Ho messo questa immagine solo per togliermi un piccolo sfizio. :D


Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa sesta parte spiegherò il motivo per cui il Chi della terra è "diviso".
Il potere del demone della terra appare in due episodi distinti, nel primo riguarda il suo ritrovamento vero e proprio insieme al Chi della Luna, e viene assorbito da Jackie Chan per impedire a Drago di usarlo contro di lui. La seconda apparizione avviene in un "episodio randomi" per così dire, dopo che un terremoto indebolisce lo scrigno in cui questa forza malefica è custodita: in questa seconda parte il Chi viene assorbito da un ragazzo appassionato di fumetti che qui, nel seguente capitolo, viene solo menzionato, e poichè non è importante ai fini della trama non ho inserito il suo profilo.

Un'altra cosa da specificare è il ferimento di Drago... tutta roba inventata da me :P
volevo creare un colpo di scena per la storia è mi è venuta questa idea in mente. La forza generata tra Drago e Jackie è totalmente inventata
  
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