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Autore: AnonimaKim    17/03/2012    1 recensioni
La ragazza,ha poco più di sei anni quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa dalla Mafia. Rimasta sola,coltiva in se stessa il desiderio di vendetta verso i tre assassini e giura di trovarne uno ad uno,vuole ucciderli.
La giovane ragazza crescerà,imparando le sofferenze del mondo,e perdendo la donna che l'aveva tirata su come una figlia. A quattordici anni,Courtney è di nuovo da sola,ma non si da per vinta. La ragazza farà conoscenza con due ragazzi poco più grandi di lei,che la aiuteranno a scovare tutti gli assassini dei suoi genitori.
Ma non sono gli unici
Incontrerà qualcun'altro,qualcuno che farà capire a se stessa,di essere molto più di una assassina vendicatrice.
Una ragazza,capace di amare
Dall'ultimo capitolo:
[A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.
Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.
Pazza,completamente pazza...
Completamente innamorata...]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Questo è il primo capitolo un po' più violento degli altri,soprattutto verso la fine,ho iniziato il prossimo, sono molto presa da questa storia e sto scrivendo un capitolo dietro l'altro. Che altro dire....oh bé

Saluti

AnonimaKim

 

 

 

Scoperte interessanti

 

 

 

La casa era così accogliente,nulla in confronto all'appartamento di Kassie,ma mi mancava terribilmente quel posto,infondo ci ero cresciuta,era un parte di me...NO!Dovevo dimenticare il passato.

La ragazza ci fece segno di sederci sul divano,mentre lei si sedette sulla poltrona.

-”Allora,chi saresti tu?”- mi chiese cercando di essere cordiale. Forse ce l'aveva ancora con me per averle tenuto testa.

-”Mi sembra di averti già detto il mio nome”- risposi

-”Giusto”- concordò -”e sei qui per....?”- alzò un sopracciglio.

-”Conosce Micael Finch,ha ucciso....”- mi guardò cercando il mio consenso -”...i suoi genitori,credo”- Finì. Lo sguardo della ragazza si accigliò di colpo,guardava me,guardava lui,balbettava qualcosa.

-”Oh”- le veni fuori solo quello di comprensibile. Poi mi guardò con aria stranamente abbattuta.

-”è per questo che sei qui?”- mi chiese seria. Annuì.

-”So che sapete qualcosa di lui,e tuo fratello mi ha detto che aspirate ai miei stessi obbiettivi...”-

-”Aspetta”- mi fermò lei. Aprì leggermente la bocca quasi come se si fosse scandalizzata o qualcosa del genere.

-”Ma tu vai a raccontare e a reclutare in giro?!”- sbraitò a suo fratello che mi sembrava perfettamente tranquillo.

-”Mi ha ricattato!”- le spiegò alzando la voce. La ragazza sbuffò,mentre io mi ero lasciata sfuggire un sorriso nel ricordarmi quell'episodio. Come mi era venuto in mente quel trucchetto?!Non lo so ma era la prima volta che lo mettevo in atto.

-”Ok”- mormorò mentre si risiedeva -”Hai un posto dove stare?”- mi chiese,mi stupì,infondo si stava preoccuparmi per me.

-”No”- risposi.

-”Abbiamo una camera in più”- mi sorrise -”Sai,ho bisogno di un po' di compagnia. Questo stronzo mi lascia sempre a casa mentre lui va in giro con i suoi amichetti”- provocò il fratello tanto che le si avvicinò scompigliandole i capelli.

-”Stronza sarai tu”- sorrise ad entrambe e salì le scale,sentì i suoi passi in un possibile corridoio al piano di sopra.

-”Ah,già,mi chiamo Heather”- gli strinsi la mano che mi aveva teso.

 

Heather cucinava veramente bene,non so che piatto fosse,ma ti sicuro era squisito. Solo mentre mangiavano mi accorsi di quanto fossero diversi esteticamente,già,completamente diversi. Lei poteva sembrare una principessa tedesca,già,il carattere e i modi di fare sono azzeccati. Lui un qualche duca argentino,perfino l'accento dico io! Heather era di un anno più grande di me,Al almeno tre,ma non mi davano fastidio nonostante fossero stati tutta la mattina a farsi i dispetti e a punzecchiarsi a vicenda. La camera che mi avevano dato era confortevole. Ho detto che sarei rimata fino a quando non avremmo risolto questa storia. Mi serviva copertura,ero ancora minorenne.

-”Quindi...ora sei dei nostri”- mormorò Heather mentre mi porgeva il sale -”Mi sa che devo insegnarti qualcosina di autodifesa”- era assorta nei suoi pensieri. Battei Alejandro sul tempo,vedevo nei suoi occhi il desiderio di dire alla sorella come avevo ridotto quei ceffi.

-”Oh,no!Mi so difendere perfettamente”- spiegai freddamente,molto sicura di me.

-”Alla faccia se si sa difendere!”- Al non si era trattenuto. Sentì Heather sorridere.

-”Forte!Ma voglio insegnarti comunque una cosa sul combattimento,puoi stare certa che ti servirà”-

 

Mi ero seduta sul terrazzino davanti la casa,su un divanetto fatto di bambù e coperto da alcuni cuscini bianchi,a gambe incrociate. Osservavo l'ambiente intorno a me. Si sentivano solo i versi dei cavalli ogni tanto,il vento smuovere le corone degli alberi. Scorsi altri due Ranch,lontani,ma erano tutti collegati da una strada sterrata. Regnava una pace assoluta,capì immediatamente che mi sarebbe piaciuto stare lì. I cavalli mi avevano sempre affascinato,avevo intenzione di chiedere a Heather di insegnarmi,già,forse dopo.

Al quel punto mi sorse una domanda: chi ero veramente?

Già,quando mi sarei vendicata,cosa avrei fatto dopo?

Scossi la testa schiaffeggiandomi mentalmente. Dovevo pensare al presente,Papà me lo diceva sempre. Il futuro è un mistero che può essere scoperto solo con il tempo,bisogna guardare in faccia al presente,non avere paura del futuro...

Non avere paura di niente

-”Courtney?”- mi sentì chiamare dalla porta.

-”Vieni,ti faccio vedere una cosa”- Al mi fece segno di rientrare. Sospirai mentre lo seguivo attraverso il salotto. Non sapevo dove fosse diretto,scese le scale diretto forse in una sottospecie di cantina. Ma era tutt'altro.

Le pareti erano di un azzurro scuro,una saletta contenente dei computer e qualche scrivania. Le pareti erano ricoperte da fogli di giornale e fotografie,si sentiva il ronzio dei computer accesi.

Heather ci fece cenno di venire senza staccare gli occhi dal computer sul quale stava lavorando.

-”Che hai trovato?”- le chiese Al mentre si appoggiava con una mano sulla scrivania,guardando lo schermo.

-”A quanto pare il nostro Harry abbia investito denaro in un negozio di armi,e questo è un bene”- poggiò le cuffie sulla scrivania incrociando le braccia orgogliosa

-”Scopriamo dove si trova la sua residenza e il gioco è fatto”- finì Al serio,gli occhi gli brillavano.

-”Chi è Harry?”- chiesi a quel punto mentre mi avvicinavo anch'io.

-”Una specie di “apprendista” o qualcosa del genere,lo abbiamo già fregato una volta ma avevamo agito direttamente e abbiamo fallito. Lo rintracciamo e ci facciamo dire quello che ci serve”- mi spiegò Heather.

-”Difficile,fanno fare un giuramento,non aprirà bocca quello!”- aggiunse Al mentre occupava il posto della sorella sul computer. Lei si alzò incrociando le braccia scocciata.

-”Un modo ci sarà pure”- borbottò fra se. Non trattenni un sorriso sghembo.

-”Conosco un metodo infallibile”-

Rintracciarlo è stato più che facile. Quell'idiota,chiamato Harry,non aveva utilizzato un nome diverso dal suo per comprare quella pistola. Perfino io,una ragazza di soli quattordici anni, che quando si compra un'arma si devono dare dei documenti personali. Bastava rivedere le registrazioni e rubare gli elenchi dal negozio,la parte più facile. Ora sapevo dove abitava,sapevo tutto di lui,bé quello che mi serviva....avrei ottenuto quelle informazioni,con le buone o con le cattive. E spero tanto che bisogni passare al piano B....

 

 

 

-”Chi c'è?!”- sentì urlare nel garage pubblico,ormai eravamo solo noi quattro.

-”Patetico”- commentai con un fil di voce mentre osservavo il ragazzo con i capelli rossi qualche auto più in la.

-”Cosa hai intenzione di fare?”- mi sussurrò Al all'orecchio per non farsi sentire. Avvertì un brivido corrermi lungo la schiena ma mi imposi di non farci caso.

-”Semplice”- mi alzai in piedi,uscendo dal mio nascondiglio. Heather e Al restarono sbigottiti,credevano che avrei tramato un attacco a sorpresa forse. Al tentò di fermarmi,sì in effetti era un'idea apparentemente non logica,stavo agendo come solo io sapevo agire.

Harry si girò verso di me squadrandomi da capo a piedi. Il suo viso si rilassò assumendo una faccia del tutto compiaciuta.

-”Ehi,ciao”- mi salutò in modo per nulla confortante,non era un saluto amichevole.

-”Ciao”- contraccambiai senza fare una piega.

-”Cosa vuoi bambolina?”- Avrei voluto roteare gli occhi ma dovetti trattenermi.

-”Un'informazione”-

-”Prego”- mi si avvicinò pericolosamente.

-”Cerco un certo Micael Finch”-

Il suo viso mutò improvvisamente,si fece pallido in volto,si irrigidì.

-”Vattene!”- sbottò in malo modo voltandomi le spalle e dirigendosi verso la sua auto.

-”Lo so che lo conosci,voglio sapere dov'è,dove si nasconde”- ormai trasmettevo rabbia da tutti i pori,meglio per lui che me lo dicesse ora.

-”O detto di andartene!O sarò io a darti una lezione!”- meno due....

-”Muoio già di paura”- commentai,il mio scopo era aizzarlo contro di me,e ci riuscì in pieno.

-”Brutta ragazzina del...”- schivai abilmente un pugno diretto al mio viso,senza che se ne accorgesse torcei il suo braccio contro la sua schiena,era bloccato. Io ero più piccola di lui,ma non era un osso duro e la sua forza era pressappoco allo stesso livello della mia. Approfittai della sua debolezza per rovesciarlo a terra. Si rialzò quasi subito. Mi si avventò contro quasi ringhiando di rabbia,schivai un secondo pugno piantandogli un calcio nello stomaco,un altro e un altro ancora. Quando fu abbastanza debole gli rifilai tre pugni sul viso facendogli sanguinare il naso. Cadde a terra,cercò di rialzarsi ma lo atterrai definitivamente con un altro calcio. Io l'avevo detto che bisogna darmi retta.

Lo afferrai per i capelli tirando il capo leggermente su.

-”Allora?”- chiesi di nuovo. La cosa che mi infastidiva di più era il non poter uccidere quello stronzo. Mi serviva vivo accidenti!

Non parlò,mi guardò con astio. Ok,non potevo ucciderlo ma non ho detto nulla sulle torture a sangue. Tirai fuori uno dei tre coltelli che mi ero portata dietro.

-”Non ti muovi di qui finché non mi dici quello che voglio!”- con tutta la forza che avevo piantai il coltello nel suo avambraccio.

Urlò,sangue,gli colava sulla pelle,colava sul terreno,il parcheggio non era asfaltato,c'era terreno sotto. La mia mano era piena di sangue,ma non mi importava. Non si sarebbe mosso,era come incollato al terreno. Gli diedi qualche secondo per riprendersi,ma non disse nulla comunque.

-”Bene”- presi un altro coltello puntandoglielo sul polso,ma non colpì.

-”Facciamo una cosa,ogni volta che non mi rispondi perdi qualcosa ok?”- la mano,gliela avrei tagliata via,la prima volta che facevo una cosa del genere,ma non mi importava. Non mi credeva,non credeva possibile che potessi fare una cosa del genere. Sorrisi malignamente. Questo era libero arbitrio.

Un altro urlo

Cercai di contenere l'emozione che si propagava nei miei occhi,i suoi si erano fatti gonfi,quasi rivolti all'indietro,respirava a malapena. L'arto gli giaceva a terra,qualche centimetro di distanza dal polso,era pallido,senza vita,il sangue veniva assorbito in parte dal terreno,i pochi fili d'erba si colorarono di rosso. Il mio viso era bagnato,il sangue aveva raggiunto anche i miei capelli. Allora lo vidi che cercava di dire qualcosa,avvicinai il mio viso al suo per sentire meglio.

-”La...la sua residenza è poco lontana da....da San Francisco,California,sulle rive a...a est”- I suoi occhi si persero nel vuoto,mi fecero capire che non c'era più nulla da fare. “Morto” pensai alzandomi da terra,Al e Heather erano dietro di me,guardavano il corpo di Harry accigliati.

-”Mi sa che siamo noi a doverti chiedere una mano sai?”- mi fece notare Heather,non mi guardava. Al sbuffò incrociando le braccia.

-”Già visto”- commentò. Non trattenni una smorfia.

L'odore del sangue cominciava a darmi fastidio,mi faceva male la testa.

-”San Francisco,mica tanto vicino”- pensai ad alta voce mettendomi una mano dietro il capo.

-”Prenderemo il primo volo”- liquidò Al mentre riprendeva ad osservare il cadavere di Harry.

Cominciai a dirigermi verso l'uscita con Heather affianco.

-”Forse dovremo ripulire,la polizia potrebbe arrivare a te”- mi disse Al fermandomi.

-”Non ha tutti i torti”- lo assecondò Hetaher facendo le spallucce.

-”Oh,no”- dissi calma,ne restarono sorpresi -”La polizia mi crede morta da cinque anni,sono una “ragazza fantasma”,non lo sapevate?”- li guardai con un sorriso sghembo stampato sulle labbra. Sì,infondo io non ero sopravvissuta,ero morta con la mia famiglia anni fa,legalmente io non esistevo. E forse non esisteva neanche la mia persona,ero qualcuno fuori dal comune,qualcuno che non si trova tutti i giorni.

Io ero veramente un fantasma

Un'anima che vagava in cerca di vendetta,e l'avrebbe ritrovata,in un modo o nell'altro... 

  
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