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Autore: Urdi    16/10/2006    8 recensioni
Vash è alla ricerca di una risposta alla sua vita. Quando sembra aver trovato in Meryl la soluzione, ecco che riappaiono personaggi del suo passato a rimescolare le carte del mazzo...
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Only for you, Rem
Di Urd


Prologo



“Rem…”un mormorio cercò luce nella stanza e non la trovò.
Vash, come spesso accadeva, l’aveva sognata.

Appariva con un sorriso a tagliare le tenebre del suo cuore e, così come era arrivata, si spegneva lasciando solo un solco sanguinante.
Il ragazzo si accarezzò la fronte imperlata di sudore, sospirando malinconico.

“Alzati…”si ordinò, ma la fatica sembrava rendere il suo corpo molto più pesante di quello che era.
“Finirò con l’invecchiare prima del tempo. ”sorrise amaramente, prima di tirarsi a sedere sul letto.

Come mai, anche se era passato così tanto tempo, dolore e ricordi continuavano a tormentarlo?
Era convinto di aver messo la parola fine in fondo a quella storia, doveva crearsi una nuova vita…o perlomeno trovarvi un senso.

Per qualche minuto Vash ascoltò il proprio respiro, meditando su quello che avrebbe fatto adesso.
Sì alzò solo dopo che ebbe fatto un po’ d’ordine nella sua mente, ricollegando i nomi ai ricordi, ai motivi e alle ingiustizie.

Si diresse verso la finestra e guardò il cielo notturno, poi accese la luce e cominciò a vestirsi, ma non indossò il suo cappotto rosso, si infilò semplicemente dei jeans e una camicia bianca.

E di nuovo quella parola, scivolò fuori dalle sue labbra e si appoggiò sul vento, per essere trasportata lontano:
“Rem…”



La mattina dopo Vash era arrivato alla sede della Bernardelli Assicurazioni
“Sto cercando Meryl Stryfe…”disse, mostrando il suo sorriso migliore.
Una donna seduta ad una scrivania lo guardò perplessa, ma poi sorrise a sua volta e gli indicò delle scale.
“Al piano superiore si trova l’ufficio di Miss Stryfe e di Milly Thompson.”
“La ringrazio molto…”
Una volta al piano superiore Vash notò la scritta su una porta socchiusa:

“Assicurazioni Bernardelli
Ufficio dell’agente operativo Meryl Stryfe”


Sotto a questa vi era un foglietto di carta, ormai di un color giallognolo, attaccato con dello scotch con su scritto: “e della sua socia: Milly Thompson!” 
Il ragazzo scosse la testa divertito, poi spostò lo sguardo e intravide una sagoma muoversi all’interno dell’ufficio.
Avvicinatosi, vide Meryl piegata su una pilla di scartoffie nel vano tentativo di spostarle tutte insieme.
“Uff…ma quanto pesano?!”esclamò ad alta voce, accigliata. Decise allora di prenderne un po’ alla volta e quando si girò per portarle sull’altra scrivania, vedendo Vash si spaventò a morte e le lasciò cadere.
“AH!” esclamò stupita.
“AH!”rispose lui. Il solito idiota.
Si guardarono per un po’ senza dire nulla. Maryl era stupita di vedere l'altro lì, dopo tutto quel tempo e trovare le parole... Semplicemente era impossibile. Doveva ancora rendersi pienamente conto della presenza di quel cretino. Vash, dal suo canto, aveva pensato a mille modi per iniziare una conversazione, ma li aveva scordati tutti.
“Tu…tu…Oh, Vash!” sussurrò Meryl con sguardo rassegnato.
“Ehi, ehi! Però! Mi aspettavo una reazione peggiore! Sei diventata umana Meryl…?”
Lei lo fulminò con lo sguardo.
“Ti pareva! Ricompare dopo quasi otto mesi e si mette a fare il cretino! Ed io che speravo fossi migliorato mentalmente!”
Cadde il silenzio.
Era assurdo come non sapessero che cosa dire.
Meryl aveva così tante domande e Vash riusciva a leggerle tutte attraverso i suoi occhi.
La ragazza si chinò a raccogliere le pratiche, per fuggire proprio da quello sguardo.
“Ma guarda te! Sei appena arrivato e hai fatto un macello!”
Il ragazzo rimase a guardarla senza sapere che dire.
“Ehi, che aspetti? Dammi una mano, no?”
“Ah, sì, scusa…”
Per un po’ il silenzio fra loro venne rotto solo dal rumore dei fogli di carta fra le loro mani, poi Vash chiese:
“Dov’è Milly?”
“E’ tornata dalla sua famiglia per un po’.”
“E tu…”
Lei si alzò in piedi battendo con le mani sulle ginocchia per eliminare la polvere.
“Io. - sorrise amaramente - sono rimasta qui: il lavoro d’ufficio è noioso, ma mi distrae da…”
“I tuoi capelli sono cresciuti.”la interruppe Vash.
“Oh…- inconsapevolmente lei si toccò le ciocche che le sfioravano le spalle - E’vero…”ammise.
Altro silenzio e poi lo sbuffo di Meryl a romperlo nuovamente:
“Senti Vash, come mai sei qui? E dove sei stato in questi mesi? E Knives…?”
Lui sorrise, appoggiandosi con la schiena alla scrivania di Milly.
“Non è facile da spiegare, ma se vuoi posso farti un riassunto.” fece lui, sorridente.
Chissà perché, ma lei non vi trovava nulla di divertente.
“Quello che pensavo di Knives era che un giorno avrebbe capito. Dopo l’ultimo nostro scontro credevo che ce l’avrebbe fatta realmente, ma non è stato così. E’ fuggito ed io l’ho lasciato andare.-abbassò lo sguardo – Credo che però adesso il suo piano non sia più quello di distruggere il genere umano. Credo che ora lui sia proprio come me. Alla ricerca di una risposta.”
La ragazza scosse la testa mordendosi un labbro per evitare di piangere.
“Vash…perché sei tornato!?”chiese tornando seria.
“Per sapere come stavate tu e Milly. E perché mi siete mancate.”
Il sorriso dolce del ragazzo le sciolse il cuore. Era di una purezza così limpida da trafiggere.
Lei gli si avvicinò piano, voleva abbracciarlo.
Era uno strano istinto che non riusciva a fermare, ma non lo fece.
Rimase ferma davanti a lui e aspettò.
“Meryl…”
Lui le appoggiò le mani sulle spalle, poi si guardarono negli occhi.
“Ho una grandissima voglia di CIAMBELLE!” a questa frase la ragazza cadde a terra.
“Che ne dici? Ci andiamo a prendere un bel cabaret di ciambelle e ce lo mangiamo da qualche parte!?”
Lo sguardo di Meryl era talmente infuocato da far paura al demonio in persona!
“DEFICIENTE! PEZZO D'IDIOTA…MA IO TI…TI…”e la ragazza cominciò a picchiarlo con dei fogli arrotolati.
“Lo sapevo che finiva così! Ce la devono sempre avere con moi!” cominciò a frignare, in francese, Vash.
Quando la furia di Meryl si fu placata, si trovarono entrambi seduti sul pavimento con la schiena appoggiata alla scrivania.
“Beh, le energie non ti mancano Miss Stryfe!”
La ragazza si voltò a guardarlo ansimando.
“Sono sempre più giovane di te, vecchietto!”
“AH! Come ti permetti!?”
Sembrava che Vash non amasse particolarmente le battute sulla sua età.
Meryl continuò a guardarlo.
Erano così vicini…Esitando lui si piegò su di lei e lei si avvicinò di più al suo viso, con le labbra socchiuse.
Vash esitò ancora un momento, le accarezzò una guancia con le dita, leggermente, mentre lei chiudeva gli occhi per assaporare quel momento.
Le dita di lui, scivolarono giù, ridisegnando lo zigomo, e poi alzandole il mento.
Le loro labbra si unirono per un istante, poi si separarono, mentre i loro occhi si cercavano incerti.
Adesso, entrambi consapevoli che non sarebbero scappati, si abbandonarono ad un bacio passionale: le loro labbra si aprirono e lasciarono le loro lingue accarezzarsi lentamente.
Il ragazzo piegò di più la testa di lato, spingendo la sua lingua nella bocca di lei. 
Nuovamente le loro labbra si staccarono, poi si riunirono umide, morbide.
La mano di Vash scese sul collo di Meryl, sfiorandolo delicatamente, per poi scendere giù, sulla camicetta leggera, sul seno morbido.
Sentendo quel tocco lei sospirò interrompendo il bacio.
Non si oppose a quel gesto, perché era naturale e dolcemente perfetto.
I bottoncini della camicia vennero slacciati e la mano del ragazzo si addentrò nel reggiseno, toccando quella pelle morbida.
Piano, Vash la fece stendere sul pavimento continuando a baciarla, mentre lei gli succhiava un labbro; con delicatezza le aprì la camicetta e la sfilò, per poter avere maggior libertà di accarezzarla.
Toccò con entrambe le mani i due seni perfetti, li accarezzò, li strinse, e si sentì eccitato.
Lei sotto di lui, lo faceva impazzire, l’idea che fosse lì, mezza nuda…e i suoi seni erano così morbidi… con due dita strinse un capezzolo, mentre cominciava a baciarle il collo.
“Ah…”un gemito di piacere uscì dalla bocca di Maryl.
Vash sganciò e sfilò anche il reggiseno, rimanendo un attimo a guardarla.
Inconsciamente la ragazza arrossì, coprendosi con le mani. Notando questo gesto lui le allontanò delicatamente e ricominciò a toccarla, sempre con più foga.
Si scambiarono un altro bacio, strusciandosi a vicenda ormai persi nella passione.
Il ragazzo sentiva un calore immenso invadergli il corpo, desiderava così tanto affondare in quel corpo, voleva sentire quella pelle vicina, appiccicata alla sua, sudata. Il cuore (perché era il cuore, vero?) gli martellava in testa, così forte da fargli male, ed il sangue pulsava giù, fra le sue gambe.
Fu in quell'istante che Meryl realizzò quello che stava accadendo.
“Vash…”mormorò sotto di lui, che nel frattempo le stava accarezzando con una mano una coscia, con l’altra il collo.
“V…aahsh! S-siamo ne..l mio ufficiooh…”gli fece notare.
Il ragazzo alzò la testa e la guardò.
Gli occhi scuri di lei erano velati da una strana luce, mentre sulle guancie era presente una sfumatura rosea davvero adorabile!
Quando Meryl si accorse di avere la sua attenzione aggiunse:
“Potrebbero vederci…”
Vash non seppe che dire. Come mai si era lasciato andare così? Cosa aveva in testa?
Si maledisse mentalmente.
“Dio, Meryl scusami, non so che mi sia preso” disse, mettendosi seduto e raccogliendo la camicetta abbandonata di lei.
La ragazza lo guardò per un secondo, poi si mise seduta coprendosi con le braccia.
“Non…- cercò di trovare le parole – Non volevo smettessi. E’ solo che non è il caso di continuare qui.”
Lui sorrise:
“Hai ragione.”
“Vash, tu…cosa provi per me?

-Continua…-

  
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