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Autore: BellaLuna    17/03/2012    3 recensioni
Dall'ottavo capitolo :
- Ti sembra che Bra abbia qualcosa che non và? -
Pan alza un secondo il sopracciglio destro scettica,fissando lo zio negli occhi per poi alzare con nonchalance le spalle.
- Non che io sappia - risponde,sa che non è esattamente tutta la verità ma non dà peso alla cosa preferendo schizzare via in cielo prima che lo zio proseguisse con altre insolite domande.
Quello si ritenne non proprio soddisfatto al cento per cento ma d'altronde i suoi discorsi con Pan non riuscivano mai a durare per più di due minuti scarsi.
Sospirò, tornandosene in cucina appollaito sul comodo divano,sperando vivamente di non pensare più alla questione : sanità mentale di Bra Brief e company.
La cosa, comunque , non gli fu affatto facile ...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten, Nuovo personaggio, Pan, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nemici nell’ombra

 

Erano da poco rintoccate le tre di notte quando il giovane Dean, classico vent’enne mantenuto con una predilezione per i night club, decise che per quella sera aveva cercato di rimorchiare abbastanza - senza alcun successo ovviamente, visto che le pollastrelle migliori venivano sempre acciuffate prima da quegli odiosi figli di papà- e pagando frettolosamente il conto al barman del pub, uscì fuori dal locale con ancora in mano l’ennesima delle birre di quella sera.

Le strade erano completamente buie e deserte a causa dell’ora tarda, e solo i coni di luce proiettati da qualche lampione sparpagliato fra i due lati della strada gli permetteva di vedere ad un palmo dal suo naso e di non inciampare sui suoi stessi piedi.

Traboccando un altro sorso cominciò a incamminarsi verso la sua auto, che aveva parcheggiato proprio …

… dove accidenti aveva parcheggiato la sua auto?!

Scoppiò in una risata fragorosa, sbattendosi una mano sulla fronte e perdendo quasi la presa sulla bottiglia di vetro.

La vista gli si annebbiò un attimo, ma lui bevve avidamente un altro sorso gettando la testa all’indietro.

Con il dorso della manica della giacca a vento si asciugò i residui della schiuma sulla bocca e poi parlottò fra sè e sè singhiozzando.

<< … pashienza …sigh! … vorrà shdire … sigh! che andrò a shiedi … >>

Proseguì, barcollando lungo il viale ,quasi del tutto immerso nell’oscurità, quando d’un tratto vide sbucare da un vicolo stretto e buio una leggiadra figura femminile.

La giovane sconosciuta indossava un lungo mantello color della notte che le ricadeva su una strana sottana glicine più corta, mentre il cappuccio scuro della mantella le copriva per metà il viso diafano. 

Per un attimo gli sembrò di avere le allucinazioni, così spostò lo sguardo prima sulla verde bottiglia di vetro nella sua mano, poi nuovamente sulla fisionomia della giovane ragazza sbucata dal nulla.

Realizzato che la giovane era reale - anche se non accennava a muoversi ,anzi, era rimasta immobile a fissarlo come se fosse stata pietrificata - sghignazzò e con occhi lascivi si avvicinò a lei.

<< ehy … sholcezza … >> sviolinò in un tono a suo parere suadente ,alzando la bottiglia di vetro in direzione della mal capitata e togliendosi un ciuffo unto di capelli castani davanti al viso.

La ragazza storse il nasino, mentre i suoi occhi vitrei e velati di nero continuavano a studiare le mosse del giovane terrestre.

<< she ne dici … sigh! … di shbere un shoccetto con me? >> continuò Dean, per nulla intimorito dall’espressione glaciale della giovane.

Quella rimase in silenzio, totalmente immersa nelle tenebre di quella notte adombrata.

Poi ,lentamente, si limitò ad alzare il palmo della mano e a rivolgerlo verso il viso del suo interlocutore.

Una spirale nera si venne a formare nel palmo bianco della ragazza, per poi prendere a vorticare freneticamente facendo cadere in uno strano stato di ipnosi il terrestre.

<< puzzi di marcio … >> biascicò maligna, con un ghigno perfido ad ornarle le labbra carnose.

<< ma mi occorre la tua anima.>>

Una falce nera venne fuori dal palmo della sua mano e di netto tranciò il corpo del giovane che precipitò a terra senza né un grido né un suono.

Mentre la sua anima urlava muta il suo dolore.

                                                                                                                

                                                        OoOoOoOoOoOoO        

 

Avevo dimenticato come fosse sempre affollato il Centro della Città dell’Ovest di primo pomeriggio.

Il Sole batte forte sull’asfalto e le persone imboccano e attraversano strade per andare chissà dove, tutti immersi in questa sbandata e caotica vita.

Per non essere travolta dalla massa di donne in carriera, uomini in giacca e cravatta e ragazzini in attesa di rimorchiare, mi sono rifugiata all’interno di un bar, dove io e Pan avevamo appuntamento circa venti minuti fa ma di lei ,ancora, nemmeno l’ombra.

E poi dicono che sono sempre io quella in ritardo!

Sbuffo, lanciando un’ultima occhiata in giro sperando di notare una bandana arancione distinguersi fra la folla.

Constatato il contrario, decido di sedermi al bancone del piccolo bar ed ordinare qualcosa giusto per ingannare il tempo.

Il barman per ora è intento a servire una coppia di ragazze che gli lanciano contro sorrisetti di miele e occhiate da gatte in calore.

L’unico aggettivo che mi passa per la mente per descriverle è “patetiche”, però devo ammettere che il tizio non è male.

Quando finisce di servire quelle due ochette mi lancia uno sguardo penetrante e mi regala un sorriso cordiale avanzando verso di me.

<< ordini qualcosa? >>

<< un’acqua tonica con limone, grazie.>>

<< nient’altro.>>

<< sono apposto così.>>

<< perfetto, arriva subito.>>

Mi strizza l’occhio, afferra un bicchiere di fronte a me e poi si gira per cercare la bottiglia corretta.

Io ne approfitto per massaggiarmi con le dita le tempie.

Ho un gran brutto mal di testa!

Credo sia perché sta notte ho dormito malissimo - perseguitata come al solito da incubi incomprensibili - e il borbottio delle persone che ciarlano qui dentro non è che mi aiuti in qualche modo.

<< ecco a te! >> afferma il ragazzo, porgendomi il bicchiere ora colmo e decorato con una fettina di limone, un ombrellino rosso e una cannuccia nera.

Abbozzò un sorriso verso di lui ,che mi fissa ammiccante, pulendosi le mani nel grembiule cremisi legato alla vita.

<< chiunque lui sia è proprio un’idiota a farti aspettare.>> esordisce d’un tratto, facendomi quasi cadere dallo sgabello.

<< come dici, scusa? >>

Ma è matto o cosa?

<< guardi sempre l’orologio, hai un appuntamento con qualcuno ,giusto? >>

Oh, okay, questo tizio ci sta provando con me … bene.

Scrollo le spalle, facendo l’indifferente, mentre ruoto la cannuccia con due dita.

<< non che la cosa ti riguardi … >> commento, lanciandogli un’occhiata di sbieco.

Lui poggia un gomito sul bancone lucido nero e inclina il busto fino a essere alla mia altezza.

Porta il viso a pochi cm dal mio e mi fissa intensamente dritto negli occhi.

Ha un buon profumo, ma i suoi capelli sono biondi.

Ed è ormai risaputo che ho un debole per i mori.

<< beh se fossi in lui … non farei di certo aspettare un gioiellino come te.>> sussurra in tono flautato.

Mi viene quasi da ridere.

Qualche settimana fa, la vecchia Bra non ci avrebbe pensato due volte a rispondere alle avance di questo tipo, anche solo per esaltare maggiormente il suo ego, ora invece vorrei riuscire a trovare un modo carino per togliermi da questa situazione imbarazzante.

Nonostante tutto ,però, mi fa sentire bene e avevo quasi dimenticato la piacevole sensazione che si prova ad essere corteggiate.

Come tutte le ragazze normali.

Distolgo lo sguardo e torno a bere dalla cannuccia.

<< aspetto un’amica.>> rispondo con fare piatto, aggiustandomi distrattamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Cerco di rendere il mio tono più sobrio possibile, ci manca solo che questo ragazzo pensi che stia flirtando con lui!

<< e si chiama “Pan” ,per caso? >>

Alzo un sopracciglio scettica e lo fisso con espressione interrogativa.

<< e tu come lo sai? >>

Con un cenno del mento mi indica il bancone dove ho appoggiato il mio cellulare.

Sta vibrando, e sul display appare a caratteri cubitali il nome della mia amica.

Mi alzo frettolosamente dallo sgabello, afferro il telefono e mi allontano dal cameriere ficcanaso, poi rispondo.

<< Pan, dove diavolo sei?! Come?! A casa tua?! >>

<< già ,ho un problema, indovina chi c’è accomodato in salotto da me … >>

<< la reincarnazione di un tuo antenato? >>

<< no ,scema, moolto peggio :  la dolce – candida – ingenua – Valese. Sono seriamente sul punto di strozzarla ,lo giuro! Ma la nonna vuole che mi dimostri cortese con il nuovo membro della famiglia, in pratica non posso certo lasciare Miss Mondo qui da sola a casa mentre zio Goten è all’Università, per di più visto che è l’unica ragazza “seria” che quest’ultimo abbia mai avuto.>>

<< wow, in confronto ai miei, i tuoi problemi che sono davvero insormontabili … >>

<< esatto! Sapevo che avresti capito, comunque puoi star tranquilla, riuscirò a liberarmi dalla gallinella dalle uova d’oro in un modo o nell’altro. Avevo pensato di presentarle qualche dinosauro, tu che ne pensi?>>

<< posso immaginare che sarà amore a prima vista. >>

<< eh già, lo penso anch’io. Ora devo lasciarti, ci vediamo al massimo tra venti minuti alla fontana del centro, okay?! >>

<< come ti pare … >>

<< ma sei arrabbiata? >>

<< no, sprizzo allegria da tutti i pori, non lo senti? >>

<< ora ti riconosco, ciao-ciao!>>

<< ciao …>>

Ringhio fra i denti stizzita, premendo forse un po’ troppo forte il tasto di fine chiamata.

Ci mancava solo quello smorfiosa di Valese a rovinarmi la giornata.

Mi avvicino nuovamente al bancone e dalle tasche dei jeans a sigaretta tiro fuori un paio di zen.

<< buca, eh? Se vuoi smonto alle cinque.>>

Fisso il ragazzo incrociando le braccia al petto e con un sorrisino altezzoso mi limito a liquidarlo con << magari la prossima volta.>>

Che nella lingua dei Brief si traduce con  “ puoi togliertelo dalla testa ”.

 

Quando esco per strada un brivido mi percorre la spina dorsale.

Sarà l’aria gelida di inizio Febbraio o magari un avvertimento che devo tornarmene a casa prima di commettere nuovamente qualcosa di pericoloso.

Il mio istinto mi suggerisce di fare dietrofront e tornarmene buona-buona alla C.C., ma ho fatto una promessa a Pan.

E le promesse si mantengono fra migliori amiche, anche se quest’ultime preferiscono intrattenersi con smorfiose dal cervello bacato.

Così, sospirando e cercando di non apparire troppo nervosa, mi stringo nel mio bolero avorio di ultima moda e mi incammino verso la fontana del centro.

Le persone sfrecciano ai miei lati, veloci e rapidi come flash di fotografie, eppure avverto chiaramente l’aura di ognuno di loro e noto le loro ombre differenti soprapporsi alla mia.

Poi, tra un cicaleccio e l’altro, percepisco un ronzio lontano, un lamento strozzato che incrina la normalità del momento creando una crepa nello specchio di vita comune in cui mi sono intrappolata, mentre il rumore dei miei tacchi sull’asfalto si fa ovattato, il tempo si ferma lentamente un secondo alla volta e tutto comincia a scorrere lento, strisciando fra l’orizzonte buio che oscura la luce del giorno e fa sì che ogni cosa appaia distorta ai miei occhi, immersa in un soffocante mare grigio.

Tutto allora comincia a vorticare velocemente o magari sono io che sto girando su me stessa e non me ne rendo neppure conto.

La gente è immobile, o sono io a camminare troppo piano?

Dov’è finita la mia voce? La mia forza?

Degli strani spettri pallidi ,dalle sembianze per metà umane che fluttuano in aria, cominciano ad apparire di fronte ai miei occhi : anime perdute di tutta quella gente che scorreva veloce solo un attimo prima affianco a me.

Ora le loro spoglie mi appaiono del tutto trasparenti ,come se il mio solo sguardo bastasse per attraversale da parte a parte mentre assumono espressioni agonizzanti e gridano … dicono cose strane, piangono o sorridono ma lo fanno in silenzio e intanto tutto continua a essere così assurdamente grigio.

Dov’è che ho già visto un grigio così?

Mi porto un mano sugli occhi che bruciano da impazzire.

Cosa mi sta succedendo? Dove sono?

Avverto un tocco lieve alla spalla e tutto finisce.

Il tempo ritorna a scorrere.

L’aria si riversa sfuggente nei polmoni.

Il grigio scompare, sommerso da un tripudio di colori cittadini, e le persone ricominciano a muoversi regolarmente ognuno con la proprio vita e con la loro anima intrappolata dentro i loro fragili corpi.

<< ehilà Bra! >>

Mi volto velocemente, sobbalzando e scontrandomi con il sorriso smagliante di Mr. Satan.

Oh … no …

<< sa-salve … >> balbetto, ancora un po’ scossa per l’ultima allucinazione subita, e soprattutto sorpresa da questo incontro inaspettato.

<< cosa ci fai qui in giro? Scommetto che stai facendo un po’ di shopping, eh? >> mi chiede di buon umore, esplodendo poi in una fragorosa risata che attira l’attenzione su di noi.

Accidenti, fra tutti proprio in lui dovevo imbattermi?! La mia solita fortuna …

<< beh ecco … sì … più o meno.>>

<< ma lo sai che assomigli sempre più a tua madre! Sei proprio una bella signorina, come la mia cara nipotina ovviamente! Siete cresciute veramente bene! ricordo ancora quando eravate piccole e vi portavo a Luna Park … ah! … quelli sì che erano bei tempi! >>

Come al solito Mr. Satan non può fare a meno di sommergermi con il suo fiume di parole e io, ovviamente, mi limito ad annuire senza ascoltarlo sperando che si levi dai piedi al più presto.

Non ho avuto mai nulla contro il nonno di Pan, solo che lo trovo un tantino troppo invadente e soprattutto un incredibile sbruffone.

Mio padre dice sempre che è una nullità.

Sto ancora facendo finta di sentire quelle che mi dice, chiedendomi intanto da che cosa fosse stata causata quell’improvvisa visione, quando una strana sensazione mi ripercuote, riattivando i miei sensi in allerta.

Qualcosa non và.

Mi giro di scatto per guardarmi le spalle, ma vedo solo tanta gente che va e viene, che attraversa le strade, entra nei negozi o parcheggia l’auto, tutto sembra tranquillo.

Troppo.

Poi è come se uno stillo rovente e acuminato mi attraversasse il cranio da parte a parte, poi mille altri ancora.

<< va … va tutto bene, Bra? >> mi domanda perplesso Mr. Satan, con in viso tatuata un espressione apprensiva.

Non gli rispondo, limitandomi a tenere una mano premuta sulla testa tanto mi fa male.

Sembra che il mio cervello voglia esplodere da un secondo all’altro.

Stringo i denti e porto anche l’altra mano alla testa.

Tengo gli occhi serrati trattenendo brucianti lacrime di dolore, mentre intanto le orecchie cominciano a fischiarmi come se fossi sul punto di svenire.

Ho già provato questa sensazione e non annuncia nulla di buono.

Quando il dolore misteriosamente comincia ad acquetarsi, sento un boato assordante provenire alle mie spalle e la gente cominciare a urlare in preda al panico.

Mr. Satan ha smesso di scrollarmi afferrandomi le spalle e ora guarda esterrefatto un punto in lontananza dietro di me con occhi che quasi gli escono fuori dalle orbite.

Mi volto allarmata anch’io, ed è allora che noto che c’è stata una tremenda esplosione, che è quasi riuscita a far scomparire l’intero quartiere.

Senza fermarmi a pensare neanche un istante, sfrecciò via in quella direzione sicura che qualcosa stia aspettando me, che stia chiamando me.

Di nuovo.

Satan continua a richiamarmi a gran voce urlandomi che è troppo pericoloso.

Sciocco, evidentemente non sa che è soprattutto il pericolo ad attirare noi saiyan come api col miele.

E nonostante il mio razioncino cerchi di fermarmi per riflettere un secondo sulla mia attuale situazione, il sangue e l’istinto prevalgono su tutto il resto.

L’adrenalina che mi scorre nelle vene è ormai diventata l’assoluta padrona delle mie azioni.

Perciò non posso far altro che sperare che laggiù, finalmente, riuscirò a trovare delle risposte concrete ai miei interrogativi.

Se qualcuno aveva preparato quella trappola appositamente per me, non sarei di certo stata io la prima a tirarmi indietro, neanche se l’avessi voluto.

 

 

Satan continua a guardarsi smarrito in giro, mentre viene investito da una mandria impazzita di gente in fuga che si braccia e corre forsennata in ogni dove, pur di mettersi al sicuro dal nuovo improvviso attacco.

L’ancora attuale campione del mondo non sa cosa fare e rimpiange amaramente di non avere più il suo amico Bu con sé.

Con lui, almeno, sarebbe stato al sicuro.

Poi si accorge di una figura familiare, che avanza nella sua direzione cercando di non rimanere travolto dall’onda di gente scatenata.

<< GOTEN! >> urla per sovrastare il vociare isterico del marasma che lo circonda.

Il giovane Son non sembra averlo udito e continua a lottare contro la massa di gente che lo ingombrano.

<< GOOOTEN!! >> ritenta il terrestre, diventando tutto rosso per lo sforzo.

Il saiyan pare essersi accorto ,finalmente, della sua presenza e raccogliendo un po’ della sua immensa energia spicca un salto, decidendo di fluttuare in aria.

<< Mr Satan! >> lo chiama, afferrandolo per una mano e portandolo in salvo dal fiume in piena di gente in cerca di un posto sicuro.

Volano sopra il tetto di un casa ed è lì che il Son si ferma facendo posare all’uomo i piedi sul saldo cemento.

<< cosa diavolo è successo qui? >> chiede preoccupato, notando ancora le fiamme che divampano all’orizzonte.

<< c’è stata un esplosione pochi minuti fa, stavo cercando di dirigermi lì per vedere se a qualcuno serviva aiuto.>>

<< un esplosione?! Creata da chi? >>

<< non né ho idea, ma Bra è andata a controllare. >>

Il Son spalanca occhi e bocca basito, fissando preoccupato il cielo tinto di rosso sopra gli alti grattaceli di uno dei quartieri una volta più popolati della città.

<< Bra è andata lì da sola?! >> chiede ,alzando drasticamente il tono di voce a metà fra l’esasperato e l’irritato e stringendo forte poi i pugni lungo i fianchi.

<<  sì, ho cercato in tutti i modi di fermarla ma lei non mi ha ascoltato ed è corsa via veloce come il vento … aveva un’aria parecchio strana … >>

Goten lancia uno sguardo incerto all’uomo, mentre un brutto presentimento inizia perfido ad insinuarsi dentro di lui << che significa strana? >>

<< beh … lo sai …  non sono un esperto di queste cose … non sono un saiyan come voi ma … aveva cominciato ad emanare scintille … letteralmente.>>

Il ragazzo spalanca nuovamente gli occhi scandalizzato, per poi l’attimo dopo schizzare in cielo come una saetta dorata, non dando tempo all’uomo di aggiungere null’altro o ripararsi dall’improvviso scoppio di energia.

<< dannazione! >> sbraita al vento il saiyan, sperando di riuscire ad arrivare in tempo.

Non sa nemmeno lui come mai improvvisamente gli importi del comportamento incosciente della giovane Brief, ma il suo sesto senso continua ostinato a ripetergli di far presto e di raggiungerla il prima possibile.

Può avvertire la sua energia lontana risplendere di un fuoco rabbioso e di una determinazione innata.

Ma c’è qualcosa che non gli permette chiaramente di accertarsi della sua posizione.

Come se una densa nube di fumo grigio cercasse di oscurare la sua presenza, di nasconderla al mondo, per indurla a scomparire del tutto.

Ma è l’istinto di una stessa stirpe a guidarli e anche senza poter avvertire la sua aura, Goten sa perfettamente quale sia la giusta strada da seguire.

 

Un’ombra nera, planando nascosta fra le nuvole grigie, segue divertita le mosse del giovane saiyan.

Studia meticolosamente la sua aria allarmata, il modo convulsivo in cui digrigna i denti e la patina di sudore che gli attraversa il corpo teso dalla tensione.

Avverte chiaramente il battito esageratamente accelerato del suo cuore e quella sensazione di sviscerata paura infiltrarsi dentro la sua carne.

Un ghigno studiato le marca le labbra e facendo ruotare fra le dita una piccola clessidra di vetro, può orgogliosamente constatare di aver sempre avuto ragione.

Anche i saiyan ,infondo, fra le piaghe della loro infinita potenza, celano un grande spirito di umanità.

E gli esseri umani sono sempre stati così dannatamente facili da manipolare.

Finalmente, il gioco si faceva interessante.

 

 

Angolo dell' autrice ...

Salve a tutti ^^

non ho molto da dire su questo capitolo, spero solo che via sia piaciuto e che non vi abbia confuso ulteriolmente le idee X°°D

la prima parte scritta in corsivo è un avvenimento che si svolge prima di quello narrato in prima persona da Bra.

ispirazione e scuola permettendo spero di riuscire al più presto ad aggiornare ^_-

grazie di cuore a tutti coloro che seguono la mia storia e la aggiungono a una delle tre liste e soprattutto a chi spreca parte del suo tempo a commentare xD

un bacio a tutti,

BellaLuna

  
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