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Autore: DumbledoreFan    17/03/2012    10 recensioni
#KlaineWeek "Proposal/Wedding"
Perciò eccoli lì, sette anni dopo che si erano fidanzati, ancora insieme.
Eccoli lì, al Lima Bean a prendere il caffè come avevano fatto decine e decine di volte sette anni prima, nel fiore della loro adolescenza e del loro amore.
Eccoli lì, pronti ad affrontare qualunque cosa la vita potesse scagliare sul loro cammino.
Eccoli lì, insieme.
In quel momento, Blaine si rese vividamente conto che, per quanto potesse immaginare le peggiori tragedie o catastrofi, non riusciva a vedersi senza Kurt. L’aveva sempre saputo dentro di sé, ma in quel momento era chiaro e splendente come la luce del sole.
Così, mentre il suo ragazzo stava allegramente parlando dell’ultimo cappotto che aveva visto da Vivianne Westwood, sorseggiando il suo caffè, Blaine completamente perso nei suoi pensieri, pronunciò ad alta voce, troppo ad alta voce, il pensiero che gli stava martellando in testa...
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve ** E' una settimana che sono praticamente latitante (anche da casa mia, tranquilli xDD), ma non potevo, non potevo non scrivere niente per questa meravigliosa settimana. Quando ho letto questo prompt, non potevo lasciar correre, perchè questa scena ce l'ho in mente da...sempre, è uno dei miei più grandi headcanon. Spero vi piaccia **
Enjoy!






“E’ inquietante…” commentò Kurt guardandosi tutt’intorno con circospezione.

“A New York non puoi stare in casa tre giorni di fila che quasi invertono i nomi delle strade, e qui dopo anni, è tutto identico” continuò facendo scorrere i suoi luminosi occhi azzurri per tutto il locale, cercando anche di riconoscere qualche volto familiare.

“Ti aspettavi davvero di trovare qualche cambiamento?” chiese divertito il ragazzo al suo fianco, lasciandosi scappare un sorrisino mentre quell’atmosfera così conosciuta lo sovrastava di nuovo, creando in lui un vortice di sensazioni contrastanti; predominanti fra tutte, la sensazione che fosse passato troppo tempo, e quella che non ne fosse passato affatto.

“Sono passati cinque anni,  Blaine, cinque anni! E non hanno messo nemmeno una pianta all’ingresso” replicò Kurt voltandosi finalmente verso il suo ragazzo, il quale aveva placidamente avvinghiato le proprie dita con le sue, in un gesto tanto spontaneo e quotidiano, che nessuno dei due se ne accorse, lontano anni luce da quando, ancora adolescienti, ogni volta che si tenevano per mano al Lima Bean correva sempre qualche pensiero o uno sguardo cauto.

“In realtà non mi dispiace che sia tutto come prima… Alla fine è il motivo per cui volevo tornare” ribatté Blaine senza smettere di sorridere, guidando lentamente Kurt verso la cassa, esattamente nello stesso punto dove erano stati in fila quel loro primo San Valentino insieme, quando finalmente erano stati onesti l’uno con l’altro riguardo ai loro sentimenti, e quando lo stesso Blaine, aveva candidamente predetto l’inizio della loro storia d’amore.

Come in Harry ti presento Sally.

“E’ proprio quello che in realtà mi inquieta…  è stato un tuffo nel passato troppo forte” replicò Kurt mentre si alzava appena in punta di piedi e sovrastava le teste delle persone in fila di fronte a lui, per sbirciare la vetrina dei biscotti.

“Beh, dovevamo farlo prima o poi … Non potevi continuare a inventare scuse per far venire i tuoi a New York.” rispose il moro osservando interessato il volto pensieroso del suo fidanzato, il quale si girò velocemente verso di lui, per poi roteare appena gli occhi.

“Non erano scuse! Era davvero la soluzione più conveniente.” si lamentò con fare quasi infantile Kurt, facendo ridacchiare Blaine che gli strinse più saldamente la mano.
“Certo amore… Lasciar morire le piante non era proprio una cosa accettabile.” ribatté lui, scoppiando poi del tutto a ridere, sotto lo sguardo fulminante dell’altro, per niente divertito. Fu la commessa alla cassa a salvare l’audace Blaine, dato che, essendo arrivato il loro turno, richiamò l’attenzione di Kurt con un educato “Buon giorno”.

“Buon giorno, un caffè medio e un cappuccino con latte scremato” rispose il ragazzo di getto, usando lo stesso tono che si usa per pronunciare una frase ripetuta e ripetuta centinaia di volte. Si era appena lamentato di come niente a Lima fosse cambiato, ma anche nella sua vita molte cose erano rimaste identiche.

L’ordinazione del caffè.

La passione per la musica e la moda.

Blaine.

“Aspetta, faccio io” disse immediatamente il moro, sciogliendo la stretta intorno alla mano di Kurt per afferrare il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans. Dopo tutti quegli anni, ancora doveva capire come mai Blaine tenesse tanto ad offrirgli il caffè tutte le volte che poteva, e quando gliel’aveva domandato, lui aveva semplicemente scrollato le spalle e sorriso, rispondendo: “E’ una tradizione. E’ un rito. Ci devono essere dei riti”.

“Comunque quella delle piante non era una scusa” continuò Kurt sollevando il mento in un cenno vagamente stizzito, mentre riprendeva il discorso lasciato in sospeso. Lui non rinunciava mai alle proprie questioni, né abbandonava mai le proprie domande. Non era nel Dna di Kurt Hummel darsi per vinto.

“Non sai quanti soldi e attenzioni mi erano costate” spiegò mentre si avviava verso il bancone per prendere i loro bicchieri.

“In realtà, tesoro, lo so perfettamente…ero proprio lì con te. O ti sei forse dimenticato che viviamo insieme?” lo canzonò dolcemente Blaine, enfatizzando volutamente quel nomignolo sdolcinato per punzecchiare il suo fidanzato, voltandosi poi per dirigersi verso il solito tavolo centrale davanti alla vetrina, lo stesso che prediligevano da quando erano adolescenti.

Ci si sedettero senza nemmeno farci caso, guidati dalla forza dell’abitudine, o meglio, dalla forza dei riti, e Kurt, una volta sistemato, lanciò uno sguardo in tralice a Blaine, trattenendo uno sbuffo leggermente indispettito, senza però sforzarsi di frenare il commento un po’ sarcastico.

“Ma sentici, parliamo come una coppia di sposini.”

Il moro all’udire quelle parole si pietrificò di colpo, rimanendo con il bicchiere a mezz’aria mentre un ignaro quanto tranquillo Kurt si sporgeva verso la tasca del suo cappotto per recuperare il proprio Iphone e controllare le email.

Sposini.

Con quella innocua battuta il cervello di Blaine era improvvisamente andato in corto circuito, mentre le sue sinapsi iniziavano a sfrigolare freneticamente e il suo cuore aumentava i battiti apparentemente senza motivo.

Sposini.

Sposi.

Matrimonio.

Il moro venne pervaso da quella strana sensazione, simile a quando si viene bruscamente svegliati da qualcuno che accende di colpo la luce: il buio e il sonno si dissipano in un istante, lasciandoti con gli occhi brucianti, ma permettendoti finalmente di vedere.

“Tutto bene?”

La domanda di Kurt lo fece sussultare appena, portandolo ad incrociare istintivamente il suo sguardo e ad annuire senza troppa convinzione e senza una parola, lasciando l’altro vagamente perplesso, anche se dopo qualche istante, riprese a parlare normalmente, non accorgendosi, o ignorando, che l’attenzione di Blaine era altrove.

Sposarsi.

Possibile che un’innocente battuta l’avesse smosso fino a quel punto? Possibile che non c’avesse mai pensato prima? In fondo, era la cosa più ovvia del mondo, o almeno in quel momento così gli sembrava.

Blaine amava Kurt.

Questo era chiaro e lampante a chiunque, le scintille che sprizzavano i loro occhi ogni volta che si incrociavano erano evidenti, come il modo in cui sembravano rianimarsi quando erano nei paraggi l’uno dell’altro, o il lieve rossore che spuntava loro sulle guance quando qualcuno pronunciava il nome dell’altro di sorpresa. Dopo tutti quegli anni, c’era ancora quel balzo al cuore quando si vedevano, nonostante si potesse dire di tutto, tranne che la loro permanenza a New York fosse tranquilla.

Le volte che si erano sbattuti la porta o il telefono in faccia ormai avevano smesso di contarle, come quelle in cui si erano mandati al diavolo o avevano minacciato di andarsene. New York era una giungla impervia, satura di predatori, pericoli e ostacoli, che aveva fatto diventare entrambi più gelosi, irascibili e determinati, facendo inevitabilmente accumulare litigi e urla.

Eppure, per non si sa quale folle legge della natura, ogni volta si incrociavano nel corridoio mentre l’uno cercava di raggiungere l’altro per chiedere scusa, finendo poi per fare l’amore per ore e sentire sempre più forte il sentimento che li univa, capace di affrontare e sconfiggere ogni cosa. Perciò eccoli lì, sette anni dopo che si erano fidanzati, ancora insieme.

Eccoli lì, al Lima Bean a prendere il caffè come avevano fatto decine e decine di volte sette anni prima, nel fiore della loro adolescenza e del loro amore.
Eccoli lì, pronti ad affrontare qualunque cosa la vita potesse scagliare sul loro cammino.

Eccoli lì, insieme.

In quel momento, Blaine si rese vividamente conto che, per quanto potesse immaginare le peggiori tragedie o catastrofi, non riusciva a vedersi senza Kurt. L’aveva sempre saputo dentro di sé, ma in quel momento era chiaro e splendente come la luce del sole.

Così, mentre il suo ragazzo stava allegramente parlando dell’ultimo cappotto che aveva visto da Vivianne Westwood, sorseggiando il suo caffè, Blaine completamente perso nei suoi pensieri, pronunciò ad alta voce, troppo ad alta voce, il pensiero che gli stava martellando in testa.

“Sposami”

Senza previsione, senza rifletterci, senza progettare o programmare niente di romantico, Blaine lo disse con la spontaneità più infinita, nello stesso modo in cui, anni e anni prima, aveva confessato a Kurt, per la prima volta, di amarlo. Lo disse perché il quel momento era l’unica cosa giusta da dire, lo disse perché era l’unica cosa giusta da fare, e quando quelle parole uscirono così decisamente dalle sue labbra, Blaine si chiese come avesse potuto trattenerle per così tanto tempo, sentendosi subito più leggero e felice.

La reazione di Kurt non fu esattamente la stessa.

Il povero ragazzo che si stava tranquillamente lasciando andare a discorsi futili e frivoli, e non di certo preparato psicologicamente ad una simile richiesta, spalancò le palpebre e sussultò tanto forte che il caffè che stava bevendo gli andò di traverso. Cominciò a tossire rumorosamente mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime, e le guance gli si arrossavano per lo sforzo di evitare il soffocamento.

Il moro, alla vista del suo fidanzato sull’orlo di diventare cianotico, sgranò gli occhi sconvolto e preoccupato, per poi scattare in piedi e sporgersi verso di lui, iniziando a picchiargli con forza sulla schiena e ad indicargli di guardare in alto.

“Kurt!” lo chiamò Blaine allarmato mentre questo continuava a tossire, anche se meno violentemente. Dopo almeno un minuto finalmente riuscì a smettere, alzando lo sguardo lucido e arrossato verso il suo fidanzato e strusciandosi delicatamente una mano sulla gola.

“Kurt, amore, stai bene?” domandò immediatamente il moro posandogli entrambe le mani sulle spalle.

“Sì…” mormorò l’altro con voce un po’ raschiata.

Blaine tirò un sospiro di sollievo e abbassò lo sguardo, rincuorato.

“Oddio, meno male…” commentò sospirando di nuovo.

Kurt lo guardò con una smorfia indispettita e gli tirò un colpo sulla spalla.

“Non sì, sto bene, idiota” lo rimbeccò con severità, permettendo poi ad i suoi occhi di incrociare dolcemente con quelli dell’altro, e sentendo improvvisamente il respiro molto più pesante e le mani che tremavano appena.

“Sì, ti sposo”

Quelle parole riecheggiarono nella mente di Blaine per diversi istanti, lasciandolo boccheggiante a cercare invano di dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche se in quel momento non c’era niente da dire. Kurt lo capì subito, infatti si sporse verso il moro quanto bastava per chiudere la distanza fra le loro labbra e baciarlo languidamente.

A quel punto Blaine sembrò riscuotersi e affondò una mano fra i morbidi capelli castani dell’altro, tenendolo per la nuca e avvicinandolo a sé il più possibile, mentre in quel bacio mettevano tutto l’amore che riuscivano a trasmettersi.

Quando si staccarono, entrambi stavano piangendo commossi, e accorgendosene ridacchiarono con una nota d’imbarazzo. Blaine distolse lo sguardo e si rimise a sedere, tenendo stretta la mano dell’altro che sospirò vistosamente.

“Non posso credere che mi hai appena chiesto di sposarti senza un anello, senza un discorso, al Lima Bean” disse divertito Kurt, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano, e continuando a ridere, chiaramente per l’emozione.

“Non posso crederci neanche io” ribatté Blaine con tono appena sognante, raggiungendo anche l’altra mano di Kurt appoggiata sul tavolo. Si scambiarono un lungo sguardo, prima che entrambi decidessero di lasciarsi andare ad un sorriso raggiante.

“Tornati a casa ti organizzerò qualcosa di super romantico, te lo prometto” disse il moro cercando di rassicurare l’altro, il quale scosse fermamente il capo.

“No, non provarci nemmeno” disse con fermezza Kurt, facendosi più vicino con la sedia.

“Tutto questo è perfetto. Non avrei potuto desiderare o immaginare niente di meglio, Blaine, e sai perché? Perché tutto questo è così…da te! E tu sei perfetto, e ti amo proprio perché chiunque avrebbe potuto organizzarmi una cena romantica e nascondermi un anello nel fondo di un bicchiere di champagne…ma solo tu avresti potuto fare una cosa del genere. Solo tu avresti potuto rischiare di farmi affogare con il caffè chiedendomi di colpo di sposarti” spiegò finendo per ridere alla fine, rendendosi conto di quanto, in effetti, la situazione fosse stata comica, coinvolgendo anche Blaine nell’ilarità generale che si espanse sempre di più.

Tutto quello era assurdo.

Nessuno avrebbe mai pensato o potuto fare una cosa del genere.

Solo loro.

Perché erano giovani, erano felici, erano innamorati, erano consapevoli di essere davvero l’unica cosa che contava per l’altro.

Perché erano Kurt e Blaine.

Lo erano da quando avevano 16 anni, lo erano ancora, e lo sarebbero stati sempre.

Anche da sposati. 





Spazio dell'Autrice.




 

Ecco qua, una chicca in onore dell'anniversario, questa è esattamente il mio headcanon: la proposta di matrimonio di Kurt e Blaine per me è questa. 
Così, improvvisata, a Blaine viene in mente e lo dice, così...
E Kurt affoga con il caffè. 
Logico xD

Bene, visto che sono con altre cinque meravigliose Klainer, tra cui la bellissima e stupenda Chemical Lady, KikiSinger89, Flan e Fireplace_, vi lascio **

Grazie a tutti per aver letto <3

Love y'all!

   
 
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