Capitolo
3
POV ELENA
Stavo guidando verso
il Grill perché sapevo che Damon era lì, dovevo dirgli della festa che volevo
organizzare a casa sua ed ero consapevole del fatto che non sarebbe stato
facile. Sapevo quanto Caroline avesse dovuto lottare per fargli accettare di
organizzare la festa per il mio compleanno a casa sua. Mi ha raccontato che
Damon ha accettato solo dopo avergli detto: “ E’ per Elena”. Lì per lì non
capì, ma ora la cosa mi appariva più chiara.
Damon farebbe qualsiasi cosa pur di vedermi felice e
protetta. Organizzare una festa è la cosa più banale di una lunghissima lista
di cose più importanti.
Mi ricordo quando mi ha “portato” con lui in Georgia in
quanto si era reso conto che ero sconvolta perché avevo scoperto che io e
Katherine eravamo identiche. Quella è
stata la prima volta che Damon non era solo un mostro di cui avere paura.
Oppure la prima volta in cui l’ho visto veramente umano, quando siamo andati a
cercare Katherine nella cripta e lei non c’era. Non dimenticherò mai la
sofferenza che ho visto nei suoi occhi dopo essersi reso di aver amato per centocinquanta anni una donna
che non lo ha mai ricambiato. In quel momento ho iniziato a capire chi fosse
Damon; un uomo. Un uomo che aveva condizionato la sua esistenza in base alla
ricerca disperata della donna che amava. Allora ho capito che anche se era
stato un mostro e aveva fatto cose orribili non aveva mai annullato del tutto il suo lato umano. Egli agiva
controllato dalla rabbia, dal dolore e dalla frustrazione; questi non sono
forse sentimenti umani. Allora non lo capivo, come non lo capivo quando ha
ucciso Jeremy. In quel momento mi si è
fermato il cuore, il mio fratellino inerme sul pavimento ed era stato proprio
Damon e ridurlo in quello stato.
Ora quel momento mi sembra lontanissimo, il Damon di quel
momento mi sembra lontanissimo. Certo ancora oggi agisce senza pensare, ma oggi
non farebbe mai del male alle persone che amo e che in fondo anche lui sta
iniziando ad amare. Sono sicura che non farebbe mai niente che possa ferirmi o
che possa rovinare il rapporto che si è creato tra noi, almeno non
volontariamente. C’è una cosa di cui non sono certa: se mai Damon dovesse fare
una cosa simile a quella fatta a Jeremy potrei mai odiarlo?
“oh mio dio” finalmente ho capito. Non ci riuscirei, la
verità è che non l’ho mai odiato davvero perché da quando è entrato nella mia
vita non posso più fare a meno di lui. Purtroppo Care aveva ragione; qualunque
cosa Damon faccia ormai è entrato dentro di me. A questo punto sono dipendente
da lui, ne ho bisogno per andare avanti.
Ora ho capito perché riesco ad andare aventi anche se
Stefan mi ha abbandonato; ci riesco perché so che Damon non lo farà, lui
rimarrà sempre al mio fianco. Però ancora non riesco a capire: per quale motivo
non riesco a fare a meno di lui?
Accompagnata dai miei pensieri arrivai al Grill ed ora mi
aspettava la parte più difficile: comunicare a Damon Salvatore che la sua casa
sarebbe stata invasa da molti liceali pronti a fare festa.
La scena che vidi quando entrai al grill non mi piacque per
niente, anzi mi provocò un moto di rabbia e purtroppo sapevo perché. Era lì
davanti ai miei occhi che flirtava con una biondina. Damon stava flirtando con
una biondina e sembrava anche che si stesse divertendo molto. Anche se
ammetterlo mi faceva male ormai sapevo che provavo tutta quella rabbia perché
ero gelosa, perché il pensiero di lui con un'altra mi faceva stare male. Mi
sentivo terribilmente in colpa per questo, non era giusto che fossi gelosa;
insomma, Damon era libero di uscire con chiunque volesse, ma questo non
toglieva il fatto che faceva male, molto male.
POV DAMON
Quel profumo, il profumo che tanto amavo invase all’improvviso
il mio naso. Mi voltai nella direzione da cui proveniva quella meravigliosa
fragranza e la vidi, lì all’ingresso del pub. Il suo sguardo era strano,
sembrava arrabbiato e triste, sempre bellissimo. Ecco mi ero perso a guardarla,
come facevo sempre, e mi ero dimenticato della ragazza che mi stava
letteralmente sbavando addosso. Succedeva sempre così, ogni volta che la vedevo
tutte le altre perdevano la già poca importanza che avevano di solito. Mi
voltai verso la biondina: “Senti ora ho da fare, alla prossima”
“Ok ma mi raccomando fatti sentire, ci conto” “Certo” sorrisi. Appena lei se ne andò Elena
si avvicinò. Sì, era proprio arrabbiata.
“Elena, a cosa devo questa visita?”
“Veramente siamo in un locale in cui c’è molta gente ,cosa
ti fa pensare che io sia venuta per te?” rispose acida.
Ok era arrabbiata e senza dubbio lo era con me; il problema
era che non riuscivo a capire perché, questa volta non avevo fatto niente che
potesse provocarle questa reazione. “Ok miss acidità non sei qui per me” la
guardai per un attimo e poi continuai ”comunque è sempre un piacere incontrarti
specialmente quando sei così di buon umore.”
“Damon, per una volta, riesci a non prendermi in giro?!?”
Oggi era inutile parlare con lei, avremmo solo litigato e,
onestamente, non ne avevo voglia.
“Allora ciao Elena”
“Dove vai?”
“A casa mia”
“E mi lasci qui?”
“Beh .Sei venuta da sola con la tua macchina, quindi hai un
mezzo per poter andare via, poi, come hai detto tu, questo è un locale in cui c’è molta gente, quindi ,
di sicuro troverai qualcuno che sia una compagnia migliore di me.
Detto questo mi alzai e me ne andai. –Ah quella ragazza mi
farà diventare pazzo- pensai. Stavo per mettermi in auto quando senti:” Damon
aspetta”
POV ELENA
Mamma mia che rabbia. Non solo si stava strusciando con
quella gallina, ma se ne è anche andato e mi ha lasciato qui come una
deficiente. Non mi ha dato nemmeno il tempo di dirgli della festa di Caroline.
-Oh cavolo! Non gli ho detto della festa.- Presi la borsa e mi misi a correre per
raggiungerlo. Sperai con tutta me stessa che non avesse usato la sua super-mega
velocità vampiresca, ma che si fosse limitato a camminare come un comune
mortale. Fortunatamente il mio sogno fu realizzato, era ancora lì.” Damon
aspetta”
Si girò, era infastidito, del resto come dargli torto, ero
stata una vera stronza. “Che c’è Elena?”
“Devo chiederti un favore”
“Mi stai dicendo che dovrei farti un favore? Dovrei fare un
favore a te, che fino a due secondi fa hai fatto la stronza?”
Aveva ragione. “Si” mi sentivo una approfittatrice in quel
momento. Prima mi comportavo come un’acida bastarda e poi chinavo la testa
perché avevo bisogno di un favore. Però dovevo farmi coraggio, dovevo parlare,
per Care.
“Sabato è il compleanno di Caroline ed io vorrei ed io vorrei
organizzarle una festa.”
Il suo sguardo rimase impassibile, così mi feci coraggio e
continuai. “e vorrei organizzarla da te perché non so davvero dove farla”
Lo guardai, non traspariva nulla, era imperturbabile. Mi
guardava, mi scrutava, ma non parlava. Poi finalmente aprì bocca: “Quindi mi
stai dicendo che dovrei di nuovo aprire la mia casa ad una mandria imbufalita
di giovani sciocchi e ubriachi?” Io in risposta mi limitai ad annuire.
“Ok”
Ok? Aveva davvero detto OK?!?! Non credevo alle mie
orecchie; quello non era Damon, non poteva essere lui. Sapevo che alla fine,
dopo molti, moltissimi, sforzi sarei riuscita a convincerlo, forse. Ma non
credevo davvero che avrebbe accettato così di buon grado.
“Damon dici sul serio?”
“Si , Elena. Organizza pure la tua festa.”
Dopo questo ero sempre più convinta. Damon Salvatore non
avrebbe mai smesso di stupirmi, anzi ci riusciva ogni giorno di più; ma in
fondo mi piaceva anche per questo.
Alcune ore
dopo…
POV Damon.
-So di essere ubriaco, ma non mi importa, la signorina
Gilbert deve darmi delle spiegazioni.- Dopo aver bevuto l’ennesimo bicchiere di
scotch mi diressi verso casa Gilbert.
La finestra della sua camera era aperta, bene, non avrei
sopportato quelle odiose domande di Rick.
Eccola lì. I capelli avvolti da un asciugamano rosa e il
suo corpo fasciato da uno dei suoi
soliti pigiamini. Stava mettendo un po’ d’ordine o almeno ci provava. Non era
molto ordinata, me ne accorgevo ogni giorno di più.
Entrai con un balzo, ma feci più rumore del previsto, l’alcol non facilitava la coordinazione, nemmeno per
un vampiro. Il tonfo la spaventò
“Damon dì la verità, vuoi farmi fuori?”
“Beh se non ci è riuscito Klaus non ci riuscirò di certo io”
“Sei ubriaco?”
Non risposi, ma del resto chi tace acconsente . “Ho bevuto
un po’ , forse ho bevuto un po’ troppo, ma non fa niente. Sono venuto qui solo
per ascoltare.” Non capiva.
“Sono venuto ad ascoltare la spiegazione che mi darai
riguardo al comportamento di oggi.”
“Damon , ma che stai dicendo?”
“Sto dicendo che voglio sapere perché oggi ti sei
comportata come un stronza” Stava per parlare ma la interruppi “e non dire che
non è vero perché non ci crede nessuno, nemmeno tu.
“Damon stai dicendo solo sciocchezze”
“NO, ELENA.” Urlai più del dovuto. “Sarò anche ubriaco, ma
non sono sciocco; tu oggi ce l’avevi con me, per qualche motivo che io ancora
ignoro. Sto cercando di trovare una spiegazione, ma non ci riesco. Insomma, non
ho spezzato nessun collo, almeno, non di recente, non ti ho fatto bere il mio
sangue, non ho morso nessun padre gay di qualche barbie vampira. Quindi, Elena,
saresti così gentile da smettere di fare la ragazzina e dirmi cosa ti è preso
oggi?”
“Ah! QUINDI ORA SAREI ANCHE UNA RAGAZZINA?!!!” urlo come
una pazza. Io, però, urlai più di lei. “SI,ELENA. Sei una ragazzina lunatica
che cambia umore senza motivo. Stamattina ti ho lasciata tranquilla e oggi al
Grill ti ho ritrovata acida come uno yogurt scaduto.”
Il Grill, ecco qual era il problema. Avevo capito tutto. “Sei
arrabbiata con me perché quando sei entrata al Mistic Grill io stavo flirtando con la biondina. Sei gelosa.”
Era diventata completamente rossa in volto e il suo sguardo
lasciava trasparire un imbarazzo fuori dal comune. Non parlava, non riusciva a
dire nulla; sapeva che avevo ragione, che avevo fatto centro. “Ammettilo Elena”.
Senza nemmeno rendermene conto mi ero avvicinato
pericolosamente a lei. “Ammettilo.”
Abbasso lo sguardo e quando lo rialzò una lacrima solitaria
scese giù dai suoi occhi e accarezzò la sua guancia perfetta.
“Hai ragione Damon, ero gelosa. Il solo pensiero che tu possa
innamorarti di qualcun’altra e allontanarti da me mi fa stare male. Perché io
mi sento completa solo grazie a te. Provo qualcosa per te e questo sentimento
cresce ogni giorno di più, ma non sono pronta, non sono pronta a lasciarmi andare.
So che non è giusto, so di non avere nessun diritto di essere gelosa, ma non
posso farci niente, è così”
In quel momento avevo solo voglia di baciarla. Le sue
parole avevano fatto sì che il cervello perdesse il controllo del corpo. Quasi
senza rendermene conto mi avvicinai maggiormente, presi il suo volto tra le
mani e sfiorai le sue labbra con le mie. Mi staccai subito, non era giusto
approfondire quel contatto, Elena non era pronta. Mi avvicinai, la baciai
nuovamente, ma questa volta sulla fronte; la guardai negli occhi e andai via.
Aveva bisogno di riposare e di riflettere e di sicuro la
presenza non aiutava.
-Buona notte amore mio- pensai mentre mi allontanavo nell’oscurità
della notte.