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Autore: Light Lynx    17/03/2012    0 recensioni
Questo lo dedico a te, alla tua festa, alla tua presenza.
Ora sei lontano, ma sei sempre con me.
GRazie papà
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 mesi fa mio padre perse il lavoro.
Per 13 mesi ne cercò un altro.
Per 13 mesi mia madre lo aiutò in tutto ciò che le era possibile, anche solo dargli una spalla su qui piangere.
Poi successe il miracolo: un lavoro!
Il lavoro lo aveva trovato suo cugino nell'azienda in qui lavorava.
Era un bel lavoro praticamente doveva gestire le carte della costruzione di una centrale idroelettrica.
Il contratto era ottimo: 3 giorni di ferie al mese, ottima paga ecc. ecc.
Solo una piccola restrizione, il contratto durava tre mesi, ma non è questo il peggio, sapevamo già che lo avrebbero rinnovato per circa 5 anni, il problema era che il lavoro non era a Milano, città in cui vivo, né a Roma, ne in Europa, bensì nel Kurdistan Iraqueno.
Penserete: ma che centra con tuo padre e il divertimento?
Adesso arriva il bello: ci dissero che tra 7 giorni esatti mio padre doveva mettere il piede su un aereo e andarsene per tre mesi... secondo voi, che abbiamo fatto il quei 7 giorni, a parte preparare le valigie?
Abbiamo passato più tempo possibile con nostro padre, io, mio fratello maggiore, mia madre e il gatto.
Siamo andati a mangiare fuori, abbiamo girato per fiere e per Milano, città che io sempre ho valutato male.
La sera chiacchieravamo , il mattino mangiavamo insieme, la sera mi dava la buona notte.
Poi i giorni passarono, il primo marzo arrivò: papà doveva partire.
Avevamo fatto una festicciola con gli amici alcune sere prima.
Ci svegliammo tutti alle 5.00, e alle 5.30 eravamo pronti, tutti tranne mia madre, che decise di non venire.
Guidammo fino a Malpensa.
Mio padre aprì la portiera della macchina e scese, noi lo imitammo.
Prese le sue valigie e ci disse poche coincise parole:
«Ciao ragazzi.»
Non ce la feci, iniziai a vedere sfuocate perché le lacrime mi offuscavano la vista. Non sapevo se piangevo di felicità o tristezza, ma solo ora mi rendo conto che piangevo per entrambe.
Lo abbracciai come non feci mai.
Poi toccò a mio fratello. Trattenevano le lacrime, entrambi, si vedeva.
Vidi mio padre entrare nel gate e sparire.
Sussurrai delle parole in modo che mio fratello non mi sentisse:
«Buona fortuna papà.»

Oggi è sabato, sabato 17. domani è la festa dei papà.
Sto facendo colazione mentre scrivo questo testo, e la mia tazza è sporca sto usando proprio quella di mio padre.
Guardandola mi dico: «te l'ho regala qualche anno fa, questo stesso giorno, insieme a dei cioccolatini.
Ma quest'ano non potrò farti un regalo, non potrò abbracciarti, ma io so che sei felice, quindi lo sono anche io.»
Ho 14 anni, vado in terza media,, amo scrivere e giocare con i videogiochi, leggere manga e ascoltare musica. Quest'anno ho i miei primi esami, proprio tra tre mesi, e lui tornerà qui per esserci.
«Hei grazie papà, se mai leggerai questo testo, non commentarlo ne dimmi nulla, ma ricordalo ti prego, perché ora, scrivendolo, ho le lacrime agli occhi, ancora una volta la vista mi si offusca, ma questa volta non ti abbraccerò.
Per ultimo ti dico: fai in modo che quando torni dall'Iraq, i giorni successivi siano come quelli che precedettero la tua partenza, intesi?»
   
 
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