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Autore: CABARETdelDIAVOLO    17/03/2012    3 recensioni
Sequel di "Insieme" (Tom Hiddleston/Chris Hemsworth).
Dopo un mese dalla magica notte trascorsa a Roma entrambi erano convinti di aver ritrovato stabilità nelle loro vite ma allora perchè basta uno sguardo per trascinarli di nuovo in quella passione tanto desiderata quanto sbagliata?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We belong together'
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...per forza.

Perdona le mie labbra, trovano gioia nei posti più inaspettati.

La sera era scesa velocemente e il buio aveva avvolto tutte le vie della città invadendo tutto con la sua aria gelida e pungente. Tom era nella sua camera a sistemare gli abiti e gli oggetti della sua valigia aspettando l'arrivo di Jeremy. Girava per la stanza sfregandosi il pizzetto con le dita, calpestando a piedi scalzi la moquette rosso scuro che ricopriva tutto il pavimento. Si era appena slacciato qualche bottone della camicia con l'intenzione di cambiarsi e mettersi in abiti più comodi e si era passato le mani in testa spettinandosi completamente i capelli. All'improvviso un energico bussare risuonò sul legno della porta della camera. Il moro si diresse subito verso la porta sorridendo. Non era stato molto allegro nell'ultimo mese e questa serata gli ci voleva proprio. Finalmente avrebbe potuto distrarsi un po', chiaccherando e bevendo qualcosa di forte con Renner. Spalancò l'ingesso pronto ad accogliere il suo invitato.

"Non fare caso al disord..." Il moro si bloccò senza essere più in grado di parlare.

Chris.

Per un attimo Tom si sentì come trasportato nella scena inverosimile di uno smielato film romantico dove tutto accade sempre, inevitabilmente nel momento più giusto. O in quello più sbagliato.

No, era assurdo.

Chris era fermo davanti alla sua porta. Teso, nervoso, con il respiro quasi affannato.

"Non sei Jeremy..." L'inglese tentò di stemperare l'atmosfera dicendo quella che si accorse essere la cosa più stupida gli fosse mai uscita dalla bocca.

"No." L'australiano rispose secco, serissimo, quasi irritato.

Tom avvertì un disagio inaspettato nascere dentro di lui ma non ebbe nemmeno il tempo di realizzarlo completamente. Il biondo gli si era scaraventato addosso afferrandogli il viso, spingendolo fino in fondo alla camera e baciandolo con bruciante foga. In una frazione di secondo si ritrovarono ad andare a sbattere contro il mobiletto poggiato al muro della stanza con uno schianto tanto forte da far cadere la lampada che ci stava poggiata sopra. Tom si teneva con le mani al bordo del tavolino per riuscire a reggersi in piedi mentre l'australiano gli apriva completamente la camicia quasi strappandogli i bottoni, facendo poi lo stesso con la sua. A quel gesto furente, il moro si attaccò alle spalle dell'australiano provando, senza troppa evidente convinzione, a spingerlo lontano da sè. Ma il biondo non accennò minimamente a calmarsi.

Chris sentiva la pelle del compagno contro il suo viso, sentiva il suo profumo e il sapore delle sue labbra. Avvertiva quella stessa sensazione che aveva provato un mese prima, per la prima volta; la sensazione di cui aveva capito non poter più fare a meno nell'istante in cui aveva rivisto Tom, quella sera, sul tappeto rosso. Con uno scatto, portò le dita sul bordo dei pantaloni del moro che finalmente, con uno spintone, riuscì a staccarsi con violenza dal loro bacio, tirando poi l'uomo contro di sè in un violento abbraccio.

"No, ti prego..." La voce dell'inglese era un sospiro disperato, ma nonostante questo, Chris non diede segno di volersi fermare slacciandogli delicatamente il bottone dei pantaloni.

"...ti prego... non farmi fare questo..." Quelle ultime parole uscirono dalla bocca di Tom quasi con riluttanza, facendo finalmente bloccare l'australiano.

"...se non vuoi... non ti costr-"

"Tu non hai idea di quanto io ti desideri..." Il moro gli sussurrò immediatamente nell'orecchio impedendo a Chris di concludere la frase. Il biondo rimase per un attimo stordito, non capendo il perchè di tutto quello che era appena successo e tentò di sollevare la testa per quardare il suo collega negli occhi.

Ma non ci riuscì.

Perchè Tom, spostando lo sguardo verso il soffitto, lo strinse fra le braccia con tanta improvvisa forza da non permettergli di muoversi, sapendo perfettamente che se i loro occhi si fossero incontrati, lui non sarebbe stato in grado resistere. Fare quello che stavano per fare avrebbe significato ricominciare tutto da capo e allora, tutto ciò che aveva affrontato in quel mese, tutti gli sforzi che aveva fatto per convincersi, per supplicarsi di credere che quello che era successo a Roma, quel sentimento che aveva provato, era stato un terribile errore, sarebbe stato totalmente vano.

Ma stava accadendo di nuovo. Contro ogni sua previsione, contro ogni suo più inaspettato desiderio irrealizzabile. E l'unica cosa a cui il moro riusciva a pensare era ciò che tutto questo avrebbe irrimediabilmente causato alla vita dell'uomo fra le sue braccia.

"...non posso farti questo..." L'australiano avvertì la testa di Tom muoversi leggermente a destra e sinistra. "...tu hai una famiglia, hai una mogl-"

"Sssh..." Chris non riuscì, non volle più sentire quelle parole e con uno strattone si sollevò, liberandosi dalla stretta di Tom e portando il viso accanto al suo, arrivando con la bocca a sfiorargli l'orecchio. "Non mi importa..." Dolcemente spostò le mani sui fianchi del moro scendendo poi con le dita fin sopra le sue cosce. "...adesso non mi importa di nulla..." Pian piano allontanò il volto, scivolando sulla guancia dell'inglese fino ad arrivare a far sfiorare i loro nasi. Fu allora che Tom non capì assolutamente più niente. Non riuscì più a controllare i suoi pensieri, non riuscì più a formulare una qualsiasi frase che potesse avere un senso compiuto. Un brivido freddo gli scosse tutto il corpo ed egli sentì le sue stesse labbra tremare nel momento in cui Chris iniziò a guardarle intensamente. "...solo di questo..."

Si baciarono con una tenerezza inaspettatamente piena di passione e, dopo appena un istante, il biondo emise un sonoro sospiro sollevando l'inglese di peso e poggiandoselo sulle anche. Allora si accorse di qualcosa di inusuale, di diverso che gli sfiorava la bocca. Non lo aveva notato prima, probabilmente perchè travolto dalla foga, e fu solo in quel momento di delicatezza che si rese conto della sensazione di solletico che il pizzetto di Tom gli provocava sulle labbra. Una sensazione che iniziò a piacergli sempre di più. Si levò le scarpe calciandole in due punti della stanza mentre sentiva una mano del moro slacciargli i pantaloni. Poi, d'un tratto, Tom staccò affannatamente le loro bocche spostando lo sguardo verso il fondo della stanza.

"Forse è meglio chiudere la porta..." Affermò sottovoce spingendo Chris a ruotare appena di poco il viso, quanto bastava per notare che l'ingresso della camera era rimasto spalancato. Con una lentezza quasi comica, Tom vide il biondo rigirarsi verso di lui con un ghigno beffardo stampato sulla faccia e sentì il suo robusto braccio avvolgersi intorno alla sua vita. La sua espressione cambiò istantaneamente divenendo quasi spaventata e incredula.

Non voleva davvero farlo...vero?

"No..."

Chris sorrise diabolicamente e con uno strattone sollevò totalmente Tom che, per reggersi, fu costretto ad attaccarsi con braccia e gambe al corpo del biondo.

"No, no, no, no, no!"

L'australiano si voltò reggendo senza difficoltà il corpo del moro sentendo il suo sterno praticamente poggiato su una spalla e i suoi arti avvinghiati a lui come un koala. Arrivò alla porta ridendo mentre l'inglese continuava ad imprecare e agitarsi per tentare dei reggersi ed evitare di cadere. Chiuse la porta, e immediatamente lasciò scendere Tom che, appena toccò terra con i piedi, si appoggiò con la schiena alla porta, ansimando, iniziando a ridere e chiudendo gli occhi per evitare di guardare il collega per l'imbarazzo. Lì riaprì quasi subito incrociando il viso del biondo segnato da un delicato sorrisetto divertito.

"Tu sei fuori di testa!" Come la prima volta, Tom rideva davanti a lui, rideva veramente, rideva come solo lui sapeva fare.
E Chris non riuscì a resistere.

"Tu sei-" Senza esitazione, chiuse le labbra dell'inglese con le proprie, sentendosi infiammare da un calore incontenibile. La passione crebbe fra i loro corpi molto rapidamente facendosi sempre più intensa. Il biondo si strappò il portafogli dalla tasca dei pantaloni e lo buttò aperto sul comodino accanto al letto. Tom si avvinghiò con una mano dietro al collo dell'uomo spingendo le loro bocche ancora più l'una contro l'altra e finendo per sbattere la sua schiena contro la porta e spegnere inavvertitamente la luce con un gomito, mentre le sue dita si intrecciavano con ardore fra i biondi capelli del compagno. Si, erano leggermente più lunghi dell'ultima volta, si disse fra se e se divertito dall'inutilià di quel pensiero. Immediatamente, l'australiano infilò le braccia dietro la vita di Tom e, tirandoselo addosso con foga, si spostò verso il materasso.
Arrivarono vicini al letto poi, Chris buttò l'inglese fra le lenzuola e pian piano gli sfilò i pantaloni e la camicia facendo poi lo stesso con i suoi vestiti. Delicatamente strisciarono fino ad arrivare con le testa all'altezza dei cuscini senza staccarsi neanche per un attimo, nemmeno quando i loro corpi nudi si sfiorarono ed entrambi sentirono un brivido attraversarli. Poi, separandosi quanto bastava, rimasero immobili a occhi chiusi, sentendo i loro respiri tiepidi soffiarre l'uno sul viso dell'altro. Il biondo aprì gli occhi solo per una frazione di secondo. Vide il volto del suo compagno e subito si accorse di trovarlo, anche dopo così tante settimane di lontananza, sempre bello, incredibilmente bello, in un modo in cui non aveva mai considerato nessun altra persona al mondo.

"Io sono,cosa...?" Chiese Chris teneramente, sensualmente, quasi divertito. Tom non parlò, si limitò ad avvolgerlo dolcemente con le braccia, piegando una gamba e sollevandola lentamente fino ad poggiarla intorno alla sua vita. Poi, lo tirò energicamente contro di sè e i due si baciarono nuovamente, con una passione ardente, incontrollabile, disperata, tormentandosi le bocche l'un l'altro.
Non sembrava nemmeno che fosse trascorso un mese.

"...mio..."

  
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