Vedersi allo specchio e voler vomitare tutto quello che c’è in te, eliminare ogni centimetro di grasso della massa muscolare, desiderare un corpo perfetto.
Arrivare quasi a piangere per i nervi e il rancore, l’odio che provi verso quella televisione. Vedere corpi belli e scolpiti, in ogni loro curva, in ogni loro perfezione.
Era questo che provavo e da cui non riuscivo a uscire.
La ragazza che a scuola si mostrava sorridente e disponibile, freddolosa, autrice di battutine sarcastiche al suo compagno di banco, tornava a casa e si guardava allo specchio, ricordandosi del suo incubo quotidiano.
E quello che più mi faceva rabbia era che non avevo neanche più la forza per continuare a mangiare poco, pochissimo, ma avrei voluto continuare all’infinito, finché non avessi raggiunto il mio obiettivo. Non potevo mollare proprio in quel momento, ancora un paio di chiletti, mi dicevo, ancora un po’.
Mi piacevo abbastanza, ma ancora arrivavo ad avere crisi dove mi odiavo completamente.
In più c’era il liceo, lo studio, e davvero cominciavo a non farcela più…
L’unica cosa che mi sarebbe bastata era qualcuno che mi dicesse “Sei bella così come sei”, abbracciandomi e baciandomi, prendendomi per mano e mostrandomi al mondo come la ragazza a cui voleva più bene di tutte.
Era questo di cui sentivo terribilmente la mancanza, e non ero capace di ammetterlo, ma ancora di più, di ottenerlo.