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Autore: Love is the answer    18/03/2012    1 recensioni
Sono sempre stata una ragazza a cui non fregava ciò che gli altri facevano; se avevano bisogno ti cercavano. Il quel momento sentivo però che c'era qualcosa di diverso, come se avessi paura di perdere anche loro.
Sono sempre stata una ragazza solare; era raro vedermi senza sorriso, ridevo per tutto, anche per le cose più stupide.
Entrate per scoprire che cosa succederà, per ora non lo so nemmeno io.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perso un'angelo, ne arriva un'altro.


'Ci sono io ora' mi disse dolcemente Liam.
Ed era vero, mi stava stringendo come non mai. Le mie lacrime gli stavano bagnando la camicia, e lo sapeva.
Era la sua camicia preferita, profumava di lui. Avrei voluto che quell'abbraccio durasse in eterno. Poi pian piano ci staccammo.
'Ti voglio bene' gli sussurrai in un'orecchio. Solo Dio sa quanto quel ragazzo potesse darmi la forza di andare avanti. Se n'era appena andato via un angelo, e ora io ne avevo un'altro; il mio angelo custode, il mio migliore amico.
La notizia che mia madre era appena morta era arrivata da uno di quegli uomini che indossano un camice bianco che svolazza dietro come fosse una coda, una stupida coda; quegli uomini che ti guardano negli occhi e senza alcun timore, senza preoccuparsi dei sentimenti della gente, ti dicono le cose come stanno. Ecco uno di quelli, uno di quello che vengono chiamati 'dottori'.
'cancro', così aveva chiamato quel mostro che mi ha portato via mia madre.
Tornai a casa, ero sconvolta. Appena entrai e i miei occhi gonfi e solcati dalle occhiaie furono dopo la soglia, quattro ragazzi dalle voci meravigliose mi abbracciarono. Dio quanto li amavo quando facevano così.
Avevano tutti gli occhi rossi, mia madre era importante per loro come fosse una zia.
Sapevano già tutto, come al solito. Poi si sciolsero dall'abbraccio, e si misero a cantare. Per me.
Li baciai sulla guancia uno ad uno, abbracciai Liam e andai in camera, volevo stare da sola. Mi capirono.
Andai in camera mia, esattamente due anni fa mia madre mi aveva aiutata a sistemare i vestiti nella mia nuova casa e dei ragazzi..
Quanti ricordi, dovunque mi girassi vedevo il suo viso sorridermi, e in men che non si dica, mi addormentai col sorriso sulla bocca, ricordando i momenti più belli della mia vita.
Il mattino successivo, trovai Liam accanto al letto; dormiva su una sedia. Gli misi addosso una coperta e scesi a fare colazione.
Zayn, Harry e Louis stavano cucinando uova e pancetta, mentre io preferii scaldarmi una tazza di latte.
'Niall?' chiesi preoccupata. Di solito era lui quello che stava attaccato al cibo.
'E' uscito stamattina presto senza dire niente, tornerà per pranzo.'
Ero preoccupata. Sono sempre stata una ragazza a cui non fregava ciò che gli altri facevano; se avevano bisogno ti cercavano. Il quel momento sentivo però che c'era qualcosa di diverso, come se avessi paura di perdere anche loro.
Sono sempre stata una ragazza solare; era raro vedermi senza sorriso, ridevo per tutto, anche per le cose più stupide.
Dopo il mio monologo interiore, mi accorsi che stavo fissando Louis. Che stavo facendo? Spostai lo sguardo e lui alzò le spalle.
Mi capiva, dopo tutto anche lui aveva perso un parente recentemente.
Per pranzo Niall non tornò. La mia preoccupazione era seria.
Niall saltava il pranzo? No, non era affatto da lui.
Decisi di aspettare, e i ragazzi mi proposero di andare a prendere un gelato, dopo tutto si stava avvicinando la bella stagione e uscire mi avrebbe fatto bene. Il pomeriggio volò via, tra schizzi d'acqua, ricordi dell'infanzia e risate.
Eravamo amici tutti da quando avevamo molto piccoli, le nostre madri si erano conosciute a scuola, così, quando gli One Direction diventarono famosi, riconobbero che avere sempre una scorta di fotografi fuori casa non era il massimo.
Ci comprarono una villa. A Miami. Con i risparmi di una vita.
Tornammo a casa, con mille ricordi di una persona fantastica, e Niall non c'era.
Chiamammo il suo cellulare; l'aveva lasciato a casa. Dov'era? Con chi era? Cosa stava facendo?
Mille pensieri ci affollarono la testa, era pure uscito senza portafoglio.
Già mi sentivo smarrita. Passò la notte, tutti crollammo addormentati in salotto in attesa di una chiamata, qualcosa che ci dicesse che stava bene.
Alle tre di notte squillò il telefono. Non era lui.
Alle cinque suonò di nuovo. Era un certo "William Steph", ci diceva che stamattina un ragazzo era stato portato in ambulanza all'ospedale, aveva subito un'incidente.
Biondo, occhi celesti, niente cellulare, niente documenti. Solo una bottiglia di birra in mano.
Corremmo all'ospedale. Non poteva essere.
Non ancora.

Angolo autrice

Ciao a tutti! Scusate se fa un pò schifo ed è triste, ma è la mia prima fan fiction e non sapevo davvero cosa scrivere.
Spero vi piaccia, a trovare delle idee ci ho messe davvero molto tempo :3
Recensite, recensite! Ho bisogno di sapere cosa non vi piace, cosa vi piace, se è troppo lungo o troppo corto.
Vi assicuro che dal prossimo capitolo tutto tornerà felice, è solo un capitolo di introduzione.
Baci, Sara :)



  
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