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Autore: Iwantasmile    18/03/2012    7 recensioni
Mi amavi, ti amavo, mi ami e ti amo ancora adesso.
Avevo due felpe ma accanto a luii bruciavo.
Mi spogliò.
Mi vergognavo a farmi vedere, insomma era l'unico uomo che amavo e l'unico a cui mi mostravo; mi disse: non vergognarti sono solo io.
Eravamo nudi l'uno davanti all'altro.
Era la prima volta per me, e fu davvero bella perchè lo feci con la persona che amavo veramente.
E con un filo di voce mi disse: sei bellissima
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17

Quando aprii gli occh,i a tenermi compagnia c’era un BIP-BIP-BIP-BIP, continuo e straziante..
La classica domanda che chiunque si sarebbe posta è :”Dove mi trovo?”..Io non avevo bisogno di pormi quella domanda, sapevo benissimo di essere in ospedale, ricordo perfettamente l’incidente, il sangue, la folla..e Justin. Già, non so perché anche quando dovrei pensare a quali danni l’incidente mia ha provocato penso a lui. Non ricordo se lui si è fatto male. Mi guardai le braccia, c’erano dei fili collegati ad una boccetta da cui lentamente scendeva un liquido. Entrò un infermiera.
“Buongiorno Erin, come ti senti?”..che domanda era come mi sento? Non lo vedeva..? Bhe forse era una battuta.
“Sono stata meglio. Ma i miei familiari non ci sono?”..chiesi anziosa di ricevere una risposta.
“Tuo padre è stato qua tutta la notte con una donna, sono usciti poco fa a prendere una boccata d’aria. È rimasto solo tuo fratello.”.. Mio fratello? Ma certo Justin..
“Può chiamarmelo per piacere?” Dovevo assolutamente vederlo. Mi sorrise, e dopo aver controllato che il liquido scendesse nel tubicino legato al mio braccio uscì. Dopo poco la porta si riaprì. Entro Justin.
“Erin..” disse avvicinandosi a me e mettendosi una mano sul viso.
“Justin..” non sapevo cosa dire, mi bastava vederlo per stare bene..
“Erin, scusami.. è colpa mia se sei qua dentro..io..mi dispiace..”
“Cosa? E perché sarebbe colpa tua? Sentiamo, avresti la colpa di aver salvato la vita ad una bambina?” dissi storcendo un sopracciglio. Già perché avevamo investito contro, non so perfettamente cosa, per evitare di investire una bambina. Si sedette accanto a me. Solo quando il suo viso fu accanto al mio mi accorsi dei vari tagli che aveva,  e dei cerotti che gli ricoprivano la fronte.
“Ma tu come stai Justin..?”
“Io sto bene, ho solo qualche taglio qua e la..” mi accarezzò la testa.
“Nemmeno io sto tanto male, ho solo un buco nella coscia se non ricordo male.” Mi tastai la gamba e sentii delle bende. Mi ricordavo bene.
“Già apparte la gamba e dei vari tagli, hai solo battuto la testa per terra.”
Non era il momento più opportuno per pensare a che aspetto avessi, tuttavia gli ingranaggi del mio cervello si concentrarono su questo argomento. Mi lisciai i capelli, e mi tastai il viso.
“Sei bellissima..” mi disse Justin.
“Justin, senti non è che per caso io potrei darti un bacio, o almeno avere un contatto con te? Ha da quando sei entrato che sei distaccato.”
“Bhe è solo che ho paura di farti male..”
Si chinò su di me e ci abbracciammo, finalmente ero tra le sue braccia. Adesso avrebbero anche potuto dimettermi, stavo talmente bene.
Entrò mio padre con Pattie, che subito corse ad abbracciarmi..Dopo vari baci e carezze Pattie e Justin uscirono. Restai sola con mio padre.
“Erin amore, stai meglio?”
“Si papà, ho solo un leggero dolore alla testa e alla gamba, per il resto..Sto bene!” dissi sorridendo.
“Sono contento..”
“Papà non possono dimettermi? Cioè cambierò le bende, userò le stampelle. Io non voglio stare qui.”
“Erin amore..devo dirti una cosa..” mi spaventai subito. Che succedeva? Credeva che fosse colpa di Justine  voleva riportarmi dalla nonna?
“Papà non è colpa di Justin, ha salvato la vita di una bambina “ dissi io.
“Lo so lo so.. La madre della bambina è stata in ospedale fino a poco fa, per ringraziare Justin e per vedere come stavi..”
“Che carina..” dissi sorridendo.
“Erin, devi sapere che quest’incidente, è stato una fortuna. Infatti grazie ad esso, il dottor Bartolini ha scoperto che c’è qualcos’altro che non va nel tuo corpo, che non centra nulla con l’incidente..”
Cosa..? Che cosa c’era nel mio corpo che non andava bene?..
“Cosa c’è che non va?” cheisi preoccupata.
“Hai una malattia, che può colpire vari organi, in particolarele articolzioni, il sangue e i reni.  C’è una diffusione del sistema immunitario, che invece di proteggere il tuo corpo da virus e batteri, lo attacca. Questa malattia la rincontrano solitamente le bambine al di sotto dei  cinque anni, e in rarissimi  casi delle adolescenti.. Ma sta tranquilla non  è niente che non si possa curare..” Disse abbassando lo sguardo. Non era vero. Sapevo benissimo che non si poteva, era la stessa malattia presa dalla sorella di papà. Non ricordo il nome. E non voglio ricordarlo. Ora la zia non c’è più.
“Papà, ho capito. È la stessa malattia che ha ucciso zia Mery vero?..” dissi. Non riuscii a sentire le lacrime salire, percepii che stavo piangendo solo quando avevo il volto bagnato.
“Tranquilla Erin, grazie all’incidente ce ne siamo accorti in tempo, prima che distruggesse il tuo corpo dall’interno..ma...”
“Ma non è detto che io ce la faccia no?..Giusto.. Scusa papà, potresti lasciarmi sola ora?”  gli chiesi chinando la testa.. Lui mi baciò la fronte, si alzò  e se ne andò.
Appena chiuse la porta aspettai che si fosse allontanato e iniziai ad urlare. Mi spinsi il cuscino contro la faccia sperando che nessuno potesse sentirmi, ed urlai, mi sfogai. Gettai a terra il vaso di fiori che avevo accanto, e lanciai tutte le mie lenzuola a terra, scoprendo il mio corpo completametne graffiato. Perché a me? Perché..sapevo bene che non era una malattia mortale, che si poteva curare..Ma sapevo anche che la probabilità di essere curati era bassissima..Ero informata perché questa malattia si era portata via mia zia Mery.. Entrò un’infermiera, io mi calmai perché avevo paura che proprio come nei film mi soministrasse qualche tranquillante. Mi calmai e lei mise in ordine la mia stanza. Ecco perché Justin era giù di morale. Lui lo sapeva, o forse no..?
Dopo qualche ora, che io passai a fissare il soffito, Justin entrò di nuovo.
Gli sorrisi..
“Amore.. “ mi disse. Fin’ora ci eravamo sempre chiamati per nome, e sentirmi chiamare amore era davvero piacevole.
“Ehi..”Risposi io. Aveva gli occhi gonfi e rossi, come se avesse pianto.
“Ti amo.” Mi disse.
“Ti amo anch’io.” Mi abbracciò, e lo abbracciai. Iniziai a piangere sulla sua spalla. Altro che Laura Esquivel, adesso il motivo per cui piangevo era davvero serio. Avevo paura di dovermente andare e lasciare mio padre, Pattie, mia nonna …e  lui..Justin.


:’’) Ragazzeeeeeeeeeeee *_*
Ma quanto vi adoro? Ongi volta che trovo una recensione in più mi sento sempre meglio.
Purtroppo ieri sera non ho potuto pubblicare.. Spero vi piacciaaaa :D
Vi adoro.
-Erika
  
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