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Autore: AliDOro    18/03/2012    2 recensioni
Una vecchia vecchia storia che avevo scritto all'alba del 2007. L'amore non corrisposto è sempre qualcosa di doloroso anche per chi, si suppone, non abbia un cuore
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Demyx, Roxas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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2-lo spartito di un cuore

Furono gli incubi a tenergli compagnia quella notte, incubi in cui non poteva fare altro che rimanere a guardare mentre Axel e Roxas se ne andavano mano nella mano guardandolo come se non fosse altro che uno stupido shadow.
Si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore e il corpo scosso da leggeri tremiti. Si morse il labbro inferiore sentendo le lacrime salirgli agli occhi; raccolse le ginocchia tra le braccia e vi appoggiò la testa cercando di non piangere. In quel sogno erano racchiuse tutte le sue paure tutto il suo timore di essere deriso e abbandonato.
Ridacchiò nervosamente al pensiero di quanto fosse stupido, da parte sua, essere così presuntoso da credere di aver paura, quando non aveva un cuore per provarla.
Cominciò  a dondolarsi lentamente cercando di calmarsi, cullando il suo corpo nel tentativo di far cessare i tremiti. Ci volle un po’ ma alla fine ce la fece lasciò lentamente le gambe e con il dorso della mano si asciugò quel che rimaneva di una lacrima che, traditrice, era fuggita ai suoi tentativi di non piangere. Guardò la sveglia accanto al letto erano passate da poco le 3 di notte. Si ristese a letto si mise le cuffie del piccolo lettore mp3, si raggomitolò abbracciando un poco il cuscino e sospirando chiuse gli occhi nel tentativo di ritrovare il sonno; un sonno profondo e senza sogni.
La mattina fu la luce che entrava dalla finestra a svegliarlo. Si sentiva a pezzi e la testa gli faceva un male cane.
Si alzò a fatica dal letto stropicciandosi gli occhi con il dorso delle mani notando immediatamente qualcosa di strano, se le guardò: aveva ancora addosso i guanti; riguardò un attimo e si accorse di aver dormito con addosso il soprabito nero, ed ora era tutto stropicciato, va bhè era inutile piangere sul latte versato. Fece una doccia veloce e si cambiò.
Scese veloce le scale arrivando alla sala principale. Vi entrò guardandosi intorno: sembrava vuota; un movimento verso il fondo della stanza attirò la sua attenzione: Roxas era accanto alla finestra dove la sera prima aveva visto Axel, aveva un aria decisamente seria e fissava qualcosa al di là del vetro.
Demyx sentì montargli la rabbia: di nuovo quel ragazzino; cosa aveva quel novellino per piacere al suo Axel? Proprio non lo capiva. Non avrebbe mai accettato che quel mocciosetto piacesse così tanto ad Axel. Mai.
Si avvicinò silenziosamente al più piccolo, curioso di sapere cosa ci fosse di tanto interessante fuori dalla finestra. Si mise a qualche passo di distanza da lui, ma fuori non vide nulla che potesse attirare la sua attenzione. Non gli importava. Sospirò sonoramente, tradendo così la sua presenza.
Il ragazzo più piccolo sussultò nell’accorgersi del musicista. Demyx trattenne a stento una risatina a quella piccola, e non prima, ripicca verso il ragazzino.
Roxas ridacchiò nervosamente <> si sforzò di sorridere pensando a quando diavolo era arrivato il ragazzo.
<<… ciao >> rispose freddo quello, mentre con sguardo cupo si avvicinava a lui. Ormai aveva deciso voleva sapere a tutti i costi cosa ci trovasse Axel il quel piccoletto.
Lo fulminò con lo sguardo e si posizionò dall’altra parte della finestra …
<< così … tu stai con Axel giusto?>> Demyx cercò di rimanere impassibile, ma una nota di invidia gli sfuggì senza però essere notata, per sua fortuna, dal numero XIII le cui guance si colorarono lievemente di rosso.
<< ….tu…>> cominciò imbarazzato, poi ci ripensò e assunse un’espressione dura << e anche se fosse a te che importa...>>
Il musicista strinse i pugni; se non avesse avuto i guanti sicuramente si sarebbe piantato le unghie nel palmo delle mani. Si girò verso l’interno della sala con aria di noncuranza << nulla, nulla >> ridacchiò e si diresse verso la porta da cui era entrato.
“Stupido ragazzino” pensò furioso mentre saliva velocemente le scale “stupido ODIOSO ragazzino.. cosa vuoi capirne tu?”. Entrò in camera sua e preso il suo sitar uscì di nuovo dal castello.
Si sedette sul muretto, come la sera precedente e si mise a suonare con rabbia, suonò con tutta la furia che aveva addosso per via di quello stupido ragazzino, ma poco a poco anche la rabbia svanì lasciando spazio a un tremendo senso di vuoto, anzi, di tristezza, ma lui non sapeva, lui non pensava di poterla provare.
La musica rallentò mano a mano che la sua furia si placava e poco dopo Demyx si sorprese a suonare la canzone che stava componendo per Axel e senza nemmeno accorgersene ne aggiunse un nuovo pezzo in cui mise tutto se stesso, tutta la tristezza per non essere stato scelto lui al posto del numero XIII, al posto di Roxas,  poi anche la tristezza svanì, scivolando, lenta, via da lui con una singola lacrima.

   
 
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