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Autore: Pravorum    18/03/2012    2 recensioni
La vicenda si svolge in un osteria di Nocturne Alley quasi una settimana dopo la caduta di Voldemort.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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L’idea è nata da una “Role” spero piaccia, grazie a tutti coloro che leggono le mie FF.
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Il presentimento nefasto che si era insinuato nella mia mente in quei giorni non mentiva.
Sentivo che qualcosa di tremendo sarebbe accaduto, ma mai avrei immaginato che quel qualcosa avrebbe cambiato la mia vita, per sempre.
Lui, il mio Signore.. quella notte non era più tornato…
Tutti pensarono al peggio, sin dalle prime ore della sua scomparsa, ma non io.
Lui non era morto. No.
Lui è immortale, per me.
Il ministero fece strage di noi mangiamorte fin da subito, proclamata la sua caduta quegli insulsi omicciattoli erano nulla, senza di lui anche io mi sentivo nulla.
Ma non potevo lasciarmi catturare, no.
Dovevo cercarlo, ed avrei tirato in ballo chiunque per aiutarmi, al costo di uccidere chiunque rifiutasse il mio ordine.
La cerchia dei fedeli si restringeva ogni giorno di più, Azkaban era su tutti i giornali, nota per ospitare i suoi fedeli.
Mi restava solo Rod…
Noi eravamo fra i pochi riusciti a salvarsi per il momento, eravamo i mangiamorte migliori che avesse, i più fedeli.
La sua caduta ci aveva veramente provati, e vivere nell'ombra risultava sempre più difficile, soprattutto per me che avevo la dannata voglia di cercarlo.
Stavamo seduti in una bettola di Nocturne Alley, con attorno le peggiori compagnie che si potessero immaginare.
Eppure ci temevano, si…
Perchè eravamo i sopravvissuti, i migliori.
Gli auror del resto non avevano neanche il coraggio di metter piede a Nocturne Alley, e forse proprio per questo eravamo riusciti a farla franca.
Ero visibilmente nervosa mentre sorseggiavo il mio whisky incendiario.
Architettavo piani, studiavo idee.. dovevo trovarlo.
“Dannazione!”
esclamai dal nulla battendo forte il bicchiere sul tavolo.
Guardai imperiosa mio marito che sedeva di fronte a me.
“Dobbiamo trovarlo!”
“Se è vivo, lo troveremo, vedrai.”
 Rispose amaramente lui bevendo l’ennesimo bicchiere di liquore.
Prese poi la mia mano e la strinse forte, per farmi coraggio.
“Io so che è vivo... lo sento!”
Sibilai con ardore mentre strinsi la sua mano per farmi forza.
Ma io non ho bisogno di essere "compatita" e realizzato ciò lasciai bruscamente la sua mano per poi tornare a bere il liquore che giaceva sotto il miei occhi.
Una pausa, silenzio fra noi.
Di quei silenzi che imparato ad ascoltare vivendo con lui.
Quei silenzi eloquenti che celano solo rancore.
Ordinai l'ennesimo bicchiere di Whisky, l'alcool iniziava a farsi sentire ed era un ottimo pretesto per non pensare.
Del resto è un ottima cura per annebbiare i pensieri e nonostante la stagione non fosse delle più fredde Londra era ugualmente gelida e l’alcool era utile per combatte il freddo.
I suoni divenivano sempre più ovattati ed io mi sentivo quasi molle.
Guardai a lungo gli occhi di mio marito, di un marrone acceso ed intenso nonostante si percepisse abbondantemente la stanchezza.
“Ma come?! Dobbiamo agire ora oppure...”
Non volevo neanche dirlo
“... potrebbe essere troppo tardi...”
sussurrai dipingendo d'amaro quelle parole.
“E tu mi aiuterai!”
Il suo viso si indurì e mi fece quasi paura.
“Non capisci che è ancora troppo presto? Che rischiamo di essere arrestati?! Dobbiamo aspettare ancora, devi pazientare!
Gli lanciai uno sguardo furioso che notai lo fece leggermente sobbalzare.
“Ascoltami dannazione Rod!”
Mi alterai visibilmente facendo tramutare il tono della mia voce, la quale parve quasi ringhiare.
“Più tempo passa più il marchio perde potere non lo senti?!”
Con un gesto fulmineo misi il braccio sinistro sul tavolo scoprendo dalla veste l'avambraccio.
“Guarda maledizione! Il marchio sta sbiadendo!”
La mia voce ebbe numerose stonature scaturite dal fatto che non seppi controllare la rabbia di quel momento.
Ricoprii il marchio come a voler difendere il tesoro più prezioso che avessi.
Avevo paura.
La paura di averlo perso per sempre.
Guardai negli occhi mio marito.
Povero illuso... mi aiuterai a cercare l'uomo grazie al quale tu perdi importanza.
Perchè a suo confronto sei insignificante.
Ma questo non te lo dirò mai, non ti svelerò mai le notti passate con Lui.
E tu che mi credevi in missione… sciocco.
Sei solo una pedina mio caro maritino.
Mi sono sempre chiesta se sospetti qualcosa…
Ma infondo non mi importa veramente che tu lo sappia o meno, non avresti il coraggio di sfidarlo.
Sei solo sangue, nient’altro.
L'alcool mi fa pensare a molte verità.
Ti guardo ancora Rodolphus… e sono così furiosa che vorrei farti del male, anche se non c'entri nulla.
Mando giù d'un sorso quasi mezzo bicchiere di whisky svuotandolo totalmente, assemblo i pensieri, poi ho un'idea.
Il mio viso viene deformato da una risata spettrale, non posso contenermi.
“Chi era l'altra famiglia che ha avuto un figlio alla fine di Luglio?! Come si chiamavano?!”
Domandai con tono quasi diabolico
“Loro certamente sanno! Devono sapere dove si trova il mio Signore!”
Esclamai con ardore.
Lo avrei trovato.
Ad ogni costo.
  
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