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Autore: hello_tw    18/03/2012    6 recensioni
In occasione della Festa del Papà - 19 marzo.
La passione per la musica unisce Edward e sua figlia Renesmee, in un legame unico e indissolubile, come l'amore che lega un padre alla propria figlia. Nessun vampiro o creatura fantastica, tutti esseri umani con i loro contrastanti e vivi sentimenti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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A mio padre.
Se non ci fossi tu, la mia vita non sarebbe la stessa.
Grazie. Ti voglio bene, papà.

 
 
 
 
 

Io suonerò per te

 
 
 

“Mio padre non mi diceva come dovevo vivere: viveva e lasciava che io lo guardassi vivere.”
                                                                                                    Clarence Budington Kelland

 
 
 
Edward era seduto al pianoforte. Le sue dita scorrevano veloci e sicure sui tasti d’avorio mentre la stanza si riempiva di una dolce melodia. Tante volte aveva immaginato di poter dialogare con quello strumento. Lui e la musica si capivano, comunicavano usando lo stesso linguaggio.
La musica era da sempre stata una delle sue più grandi passioni. Lo era diventata lentamente, imponendosi nella sua vita in modo brusco, come un tuono squarcia il silenzio durante un temporale. L’aveva odiata, l’aveva detestata con tutta l’anima. Ma la giovinezza, si sa, è un’età in cui esistono solo il bianco e il nero, dove spesso ci si concentra su un problema senza ricercarne la causa profonda.
I suoi genitori l’avevano indirizzato verso quella strada, nonostante da bambino non avesse dimostrato alcun interesse riguardo a ciò. Credeva avessero rovinato la sua vita, non permettendogli di scegliere. Eppure avevano avuto ragione; i loro sforzi non furono vani. Edward diventò un grande pianista e si affermò come uno dei migliori al mondo. Durante la sua vita aveva imparato ad amare la gabbia di suoni nella quale si sentiva rinchiuso, fino tramutarla in un porto sicuro. Il disprezzo era divenuto passione, la passione si era trasformata in amore.
La musica l’aveva aiutato a crescere, aveva accompagnato le sue gioie. Aveva lenito il dolore della perdita di suo padre. Suo padre, l’unico dei suoi genitori che avesse provato ad assecondarlo senza imporgli nulla. Ma forse, aveva capito che nonostante l’ostinazione contraria di suo figlio, la musica sarebbe stata per Edward davvero una fonte di vita, e non solo di guadagno.
Edward continuava a premere lievemente sui tasti del suo pianoforte, quello stesso strumento che aveva accompagnato tutta la sua vita e sul quale aveva inciso la minuscola scritta Edward e Bella, che aveva sigillato quell’amore, il sentimento che aveva da sempre provato nei confronti di quella ragazza che sarebbe poi divenuta sua moglie e madre di sua figlia.
Già, sua figlia. La sua Renesmee.
Da bambina amava sparpagliare dei cuscini sul pavimento e stendercisi sopra a pancia in giù, con le gambe dondolanti e le mani poggiate sotto il piccolo mento mentre, con espressione sognante, si perdeva in quel mondo di suoni che il suo eroe, il suo papà apriva anche a lei.
La curiosità, un giorno, la spinse a farsi spazio sullo sgabello accanto a suo padre, mentre sotto lo sguardo vigile e protettivo di Edward, schiacciava per la prima volta quei tasti magici e si stupiva del fatto che anche lei poteva creare dei suoni.
Edward strinse nel suo abbraccio la sua piccola, dandole un bacio tra i capelli ramati come i suoi.
“Ti piace, amore?”
“Si! Papà…” Renesmee esitò per un breve istante, come se riuscisse a capire l’entità della domanda che stava per porre a suo padre. “Mi insegni a suonare?”
A quelle parole il cuore di Edward perse un battito. Lui non aveva avuto la possibilità di chiederlo a nessuno, ma di certo, non avrebbe mai negato a sua figlia la condivisione di ciò che sapeva fare.
“Davvero vuoi che ti insegni?”
“Si papà. Voglio diventare brava come te. Però me la prometti una cosa?”
“Certo tesoro”
“Anche se imparerò a suonare, tu non smetterai mai di suonarmi quel brano che hai composto per me, vero? È il mio preferito, il più bello di tutti”
Edward guardò sua figlia pieno d’amore. Lui non avrebbe mai smesso di suonare per lei, perché lei era in ogni nota, in ogni melodia che nasceva nell’aria. Lei era tutto per lui.
“Certo tesoro mio, tu sei la mia musica”
La gioia si dipinse sul volto di Renesmee e, da quel momento, lei scelse quello che sarebbe stato il suo futuro.
 
***
 
Quindici anni dopo, la ventitreenne Renesmee si preparava ad affrontare il suo primo concerto da solista. Sotto l’abito bianco e azzurro il cuore le martellava, come se dovesse uscirle dal petto e scoppiarle da un momento all’altro. Era nel suo camerino, nei corridoi dietro le quinte del teatro che per primo l’avrebbe vista da sola a dominare l’intera scena. E la cosa la terrorizzava.
Mentre ripassava mentalmente gli accordi e la melodia che poco dopo avrebbe fatto ascoltare a tutto il pubblico, tre leggeri colpetti bussarono alla porta.
“Avanti” disse flebilmente.
La porta si aprì ed entrò Edward, con il suo perfetto smoking nero. Era un uomo bellissimo, che non dimostrava la sua reale età, sia dentro che fuori.
“Come ti senti tesoro?”
“Non lo so…strana, credo”
All’istante, Renesmee si trovò tra le braccia di suo padre. Edward la cullava teneramente, allo stesso modo di quando era stata la sua bambina.
“Non essere agitata, ricorda di rimanere calma, è l’arma migliore”
“Ma è diverso, ora ci sarai tu a guardarmi, e la mamma”. Edward capì quale sensazione d’ansia stesse torturando sua figlia. La stessa che aveva provato anche lui molti anni prima.
“Immagina di essere a casa, io e te che suoniamo sul nostro sgabello, senza nessun’altro intorno”
Il respiro di Renesmee sembrò regolarizzarsi. “Se sono qui ora, lo devo solo a te” disse d’un tratto la ragazza.
“No, no tesoro, io ti ho solo sostenuta, ma sei arrivata fino a qui perché l’hai voluto tu”
Lo sguardo di Renesmee corse all’orologio a muro sovrastante lo specchio. Dieci minuti ancora e sarebbe dovuta comparire su quel palco.
“Papà, ricordi quella promessa che mi hai fatto anni fa?”
Edward tornò con la mente alla sua prima lezione di piano con sua figlia. Sì, ricordava chiaramente la promessa che le fece. Non avrebbe mai potuto dimenticarla.
“Io continuerò sempre a suonare per te, amore mio, sempre”
Renesmee ebbe allora la certezza di potercela fare: la melodia proveniente dal cuore di suo padre l’avrebbe sempre guidata, ovunque avesse deciso di andare.
Lo abbracciò stretto, sentendosi protetta tra quelle braccia che erano il suo rifugio sicuro.
“Grazie papà. Stasera, anche io suonerò per te”.

 
 
NdA
 
Buonasera a tutti/e! Dovrei pubblicare questa storia domani, secondo logica, visto che è un omaggio alla Festa del Papà. Ma le date alla fine non contano gran che, l’importate è la sostanza. ;)
Non so cosa pensare di questa storia… è nata un po’ da sola. E l’ho voluta dedicare a una delle persone più importanti e splendide della mia vita.
Ok non mi dilungo oltre…
Un bacione
Gloria

 
 
 
  
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