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Autore: Eloise_elle91    18/03/2012    4 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi con una nuovissima long fiction che è il continuo di Doppleganger Petrova, le origini.
Abbiamo lasciato Elena a Manhattan e Klaus che vuole costringere i nostri fratellini a uccidere la donna che amano... cosa succederà? Arriveranno nuovi personaggi forti e carichi di misteri e segreti.
Vi dico subito che la storia avrà un’impronta Delena e che ci sarà una loro storia d’amore, quindi vi prego di non offendere e di non linciare, ma anche se siete Stelena questa storia potrebbe fare per voi, perché ciò che racconto è legato anche alla storia della prima doppleganger e alla storia degli Originari. Vi auguro una buona lettura, spero che mi seguirete e che recensirete al meglio questa storia :) Vi aspetto!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto buona sera a tutti! Scusate l'enorme ritardo nell'aggiornare il capitolo, ma ci ho messo un pò a scriverlo perchè nel scriverlo mi sono commossa in una scena che è davvero bellissima! Non vi annuncio nulla :P
Grazie a tutte le persone che mi hanno messa tra i preferiti, le seguite, le ricordate, ma soprattutto grazie a tutti coloro che si prendono 5 minuti per recensire la mia storia *______* Mi fa davvero piacere e sono stra felice <3
Spero che questo capitolo vi piaccia e che lascerete tantissime recensioni <3 Un bacio, Ely.








                                                                     Capitolo 4: tra la vita e la morte


“Elijah?” disse Elena sgranando gli occhi e non riuscendo quasi a parlare.
Era proprio Elijah, non c’erano dubbi; aveva i vestiti stropicciati e i capelli un po’ arruffati, sul suo volto vi era un’espressione sorpresa almeno quanto quella di Elena. Ma com’era successo? Klaus non lo aveva ucciso con il pugnale? Perché lo aveva risvegliato? A che gioco stava giocando?

“Elena vedo che sei meravigliata quanto me di vedermi” disse l’Originario in tono suadente, quasi come se nella faccia di Elena volesse trovare qualche risposta al perché circolava liberamente fra i vivi.
Damon intanto pareva di aver visto un fantasma: sapeva che Elijah aveva il permesso di entrare a casa di Elena, quindi qualunque mossa azzardata da parte sua o di Elena stessa poteva costare cara la vita a entrambi. Così onde evitare dissidi malefici decise di fare la prima mossa.

“Chi ti ha liberato? Klaus? Perché se è così puoi sloggiare!” disse Damon in tono sarcastico e allo stesso tempo minaccioso. Era ora di mostrarsi cattivo come lo era una volta.
Elijah al contrario lo guardò con una delle sue eloquenti espressioni, inarcando il sopracciglio destro e spostando subito lo sguardo verso Elena, che sembrava ancora disorientata. Restò in silenzio per alcuni secondi, poi alla fine disse:

“Klaus? Sei davvero così sciocco Damon? Ma questo non è il luogo adatto per parlare di questa faccenda...”

“Giusto” disse Elena acquistando un po’ di razionalità “è meglio entrare”.

 Elijah non se lo fece ripetere una seconda volta ed entrò in casa Gilbert. L’Originario notò alcuni cambiamenti nella doppleganger, ogni suo movimento gli ricordava Skyler, anche se le due non si somigliavano affatto o forse no. C’era qualcosa che le accomunava, ma di sicuro non poteva che essere una pura fantasia: entrambe avevano gli stessi occhi, identici e per quanti occhi castani possano esserci al mondo quelli di Elena erano proprio uguali. Skyler era la strega Originaria, ma non era lei la doppleganger, lo aveva detto lei stessa prima di morire...

                                                                        Flashback Elijah
“Io non sono la doppleganger! Io ho creato la maledizione che genererà delle doppleganger! La prima figlia femmina della famiglia Petrova si chiamerà Charlotte, è scritto nelle stelle e altre doppleganger verranno generate fino a quando non arriverà LEI. Quella Originaria che metterà fine alla maledizione e alla sua stessa vita.”
                                                                 Fine flashback Elijah
 
“Allora” disse Elena “Come fai ad essere qui?”

“Buffo, credevo di dover ringraziare te per essere qui” disse Elijah sorridendo, ma vedendo l’espressione vacua dei due continuò:
“Non ricordo chiaramente cosa sia successo, mi ricordo solo di una figura vagamente somigliante alla tua Elena, per questo sono venuto qui...”

“Ma io non mi sono mossa di qui...io ero...” disse Elena fermandosi di botto. Quanto poteva fidarsi di Elijah?
“Forse è stata l’altra” disse Damon lanciando un’occhiata a Elena. Alludeva a Charlotte, ma come faceva a sapere dove si trovasse Elijah a parte...

“Stefan?” disse Elena senza pensarci “potrebbe essere stato lui?”

“No” disse subito Elijah “Avrei sentito l’odore di un vampiro, ma quando mi sono risvegliato sentivo solo una scia umana”

Damon si voltò di scatto verso Elena e cominciò a fissarla con aria interrogativa. Il modo in cui la fissava metteva ansia alla ragazza, quegli occhi azzurri di certo non miglioravano la situazione. Elena fece un passo indietro e disse:
“Io non ho fatto niente, Damon non penserai davvero...” disse Elena.

“Non so cosa pensare Elena, visto che sei nota per agire di testa tua...” puntualizzò Damon.

“No, questa volta ti sbagli. Io non ho fatto niente!”

“Bene!” disse Damon alzando le braccia e le mani in segno di sconfitta “Mi arrendo! Con te non si può parlare!”

“Mi accusi senza prove! Ma te ne rendi conto?” disse Elena urlando questa volta, benché ci fosse Elijah, questa volta non le importava. Davvero pensavano che fosse stata lei? Ma se aveva passato tutto il tempo con...

“Joey” disse lei “ho passato tutto il tempo con lui ieri, non posso essere stata io!”

“Joey?” disse Elijah “Mio fratello si è fatto vivo?” continuò quasi faticando nel pronunciare quelle parole.

Erano secoli che non vedeva suo fratello, precisamente dalla battaglia di Charlotte, non aveva mai cercato un contatto con lui. Evidentemente non gli interessava e come biasimarlo? Klaus aveva ucciso Charlotte e l’aveva sepolta chissà dove! Aveva ucciso l’amore della sua vita.

“Si Elijah” disse Elena “è tornato e con lui è tornata anche Charlotte”

“Charlotte? È viva? È un vampiro?” disse Elijah.

“Si, a quanto pare e forse è stata lei a liberarti idiota!” disse Damon questa volta senza pensarci su due volte per aver appena chiamato un Originario idiota...

“Si è nascosta bene in questi secoli non c’è dubbio, è stata di sicuro più furba di Katerina. È una cosa di famiglia questa... immagino la faccia sorpresa di Niklaus...”

“Già, non si aspettava di rivederla, ma credo che non si aspettasse che mantenesse i suoi poteri di strega...” disse Elena.

“Una strega vampiro? Interessante e tu Elena? Questa è una cosa genetica...”

“Ho cominciato a sviluppare anche io dei poteri empatici, una mia amica strega Meredith...”

“Meredith Suarez? Il capo del circolo di Salem?”

“Si, come la conosci?”
“Abril” fu la risposta di Elijah, fredda e asciutta allo stesso tempo. Come se nel pronunciare quel nome gli fosse riaffiorato un qualche brutto ricordo nella mente. Quella strega di sicuro non aveva portato nulla di buono in questi anni o forse anche Elijah ovviamente sapeva che Abril aveva ucciso Lauren Salvatore. Quindi sapeva anche di Stefan e per questo Elena doveva stare molto attenta.

“Quella strega nuoce alla salute di tutti” disse Damon sedendosi comodamente sul divano “perfino a quelli degli Originari, giusto?”
“Ha lavorato per Klaus in passato, precisamente a Mystic Falls tra il 1847 e il 1864...”

“Cosa?” disse Damon “è impossibile! Me ne sarei accorto di una in giro che si chiamava Abril e...” si fermò e abbassò lo sguardo.

Elena tratteneva il respiro e guardava Elijah supplichevole, quanto in fondo voleva arrivare alla verità? Voleva dire tutto a Damon? Non era giusto, non in questo momento, non con Stefan in preda alla sua follia.
“C’era una che si chiamava Abril all’epoca” disse piano Damon “Come ho fatto a non pensarci prima! Era la nostra balia, mia e di Stefan, lei ci ha visto nascere. Ma non poteva essere una strega? Insomma c’erano altre streghe all’epoca e mio padre odiava questo genere di creature. Come ha fatto a non accorgersene?”
“Abril era molto brava nel suo lavoro, sapeva come non farsi scoprire e mi dispiace che tua madre abbia avuto la sventura di incontrarla...”

“Cosa stai insinuando?”

Ding Dong. “Il campanello!” pensò Elena “la mia salvezza!”.

“Vado ad aprire” disse Elena “Non fate rumore per favore.”

Elena andò ad aprire la porta e si ritrovò una Caroline al quanto agitata. Aveva le lacrime agli occhi, il mascara sciolto e i capelli legati frettolosamente in una coda. La sua faccia non prometteva nulla di buono...
“Caroline? Cosa è successo?” chiese Elena con un filo di voce.

Caroline però non rispose, si limitò ad entrare in casa alla velocità della luce andando dritta verso il salotto dove chiaramente non si aspettava di trovare Elijah a giudicare dalla sua faccia.
“Caroline!” la riprese Elena “Mi dici cosa sta succedendo? Perché stai piangendo?”

“Quale peccato ti sei concessa barbie?” disse Damon distrattamente.

“Elena è successa una cosa stranissima, Meredith è arrivata a casa mia completamente dissanguata...”
“Cosa?”

“L’ho curata con il mio sangue e fortunatamente si è ripresa. Elena l’unica cosa che mi ha detto è che Lei è tornata.”
“Lei chi?” disse Elena.
“Non lo so, ma mi sembrava piuttosto sconvolta, come se avesse visto un fantasma” disse Caroline mentre Elena le mise in mano un bicchiere d’acqua e le diede un fazzoletto per asciugarsi gli occhi. Caroline sorseggiò per un po’, poi il suo sguardo tornò a posarsi su Elijah e disse:
“Lui non dovrebbe essere in una bara in chissà quale parte del mondo?”
“A quanto pare qualcuno mi ha liberato e ho la strana sensazione che chiunque l’abbia fatto non ha buone intenzioni.” Disse Elijah appoggiandosi al bordo del tavolo e accarezzandone la superficie con le dita.
“Anche perché non ho ritrovato il pugnale quando mi sono risvegliato”

“Il pugnale non ce l’hai tu?” chiese Elena
“No, anzi ho l’impressione che qualcuno mi abbia risvegliato per avere quel pugnale e doveva conoscere bene il posto dove mi teneva Klaus. Chi può essere stato?”
“Meredith quando è arrivata da me ha detto che presto la città sarebbe stata invasa da un’ondata di magia” disse Caroline “cosa potrebbe significare?”
“Beh, significano due cose sole: o Klaus sta creando un esercito di streghe oppure sta per arrivare in città un nuovo pericolo” disse Elijah.
                                                                                  ***

“Caro diario, è sempre così che si comincia no? Beh cosa ho da dirti, sono diventato il servo di Klaus ora, sono arrivato a non importarmene niente di nessuno, neanche di mio fratello, anzi. È lui la rovina della mia vita, se non fosse stata per la sua stupida capacità di cacciarsi in affari che non sono i suoi a quest’ora io avrei ancora la mia libertà! Ha ottenuto ciò che voleva no? Ora ha Elena tutta per lui e nessuno, neanche io gliela porterà più via. Che faccia di lei ciò che vuole! A me non interessa più. Elena Gilbert è una capitolo chiuso della mia vita, io ormai vivo solo per squartare e lacerare corpi. In fondo era quello che voleva Klaus e quello che voleva Katherine o in fondo è quello che ho sempre voluto io. Damon su una sola cosa aveva ragione, non c’è umanità in nessun vampiro! Quella che ostenta ad Elena è solo una strategia comune per farla cadere ai suoi piedi... Confesso che quella ragazza riesce a sorprendermi sempre in un modo o nell’altro, esce con i vampiri, non ha paura di noi, di me. Ha avuto il coraggio di minacciarmi stamattina! Chi è Elena Gilbert? La Doppleganger?”

Stefan Salvatore immerso nei suoi pensieri scriveva, seppur soggiogato da Klaus, il suo amabile diario fonte, forse, unica di contatto con quella parte di se stesso che pensa di aver perduto. Quanto è forte Stefan? Ce la farà a superare anche la nuova fase da squartatore? Stefan, il mentore, il giusto, il vampiro umano non può arrendersi di fronte a una tale assurdità e come gli avrebbe detto la sua adorata madre all’epoca, a tutto c’è un rimedio Stefan, non ti arrendere!
Era sicuramente difficile, Stefan era sempre stato quello dalla personalità fragile e sensibile, era Damon quello forte e incorreggibile. Doveva solo trovare la forza dentro di se per andare avanti nella sua battaglia personale contro Klaus e soprattutto contro Damon. Contro Damon? Ma ti senti Stefan? Non hai mai combattuto contro tuo fratello!
Ma quale fratello? Perché non era venuto a cercarlo per tutti quei mesi? Lo aveva abbandonato di nuovo? E per chi? Elena?
Damon era più furbo, non avrebbe mai abbandonato Stefan senza una ragione. Cosa lo aveva trattenuto a Mystic Falls?
Stefan sentì dei rumori in salotto e a giudicare dai passi doveva essere proprio Damon che rientrava. Decise di affrontarlo una volta per tutte; quando scese in soggiorno lo trovò seduto in poltrona con un mare di cartacce attorno. Evidentemente lo sentì arrivare perché disse:

“Stefan lo squartatore ha deciso di tornare a casa?”

“Fino a prova contraria, Damon, questa è anche casa mia”

“Oh, è vero! Che stupido!” disse Damon ironicamente “Avevo dimenticato che ora la tua priorità è rendermi la vita impossibile!”

“Prendila come ti pare Damon, ma se sono in questa condizione è solo colpa tua” disse Stefan facendo particolarmente attenzione a sottolineare le ultime due parole.
Damon si voltò di scatto, pensava che suo fratello stesse scherzando o che almeno facesse finta di scherzare, ma quando si voltò e vide come Stefan lo stesse guardando capì che era andato. Lo Stefan squartatore aveva preso il sopravvento sullo Stefan umano e controllato. Era successo di nuovo, era solo e aveva una doppia personalità. Conosceva bene, meglio di chiunque altro Stefan e sapeva che stava andando fuori di testa, sapeva che era venuti li non per fare quattro chiacchiere su come uccidere Klaus. Cercava lo scontro con Damon.

“Stefan non starò qui a elencarti i vari motivi per cui a quest’ora dovresti essere morto per mano mia, perciò se è lo scontro che cerchi oggi non avrai niente!”

“Il grande Damon ha paura del fratellino pazzo”

“Basta Stefan, credimi non è la giornata ideale per discutere”

“Oh eccolo! Ora fa il fratello maggiore! Chi ti ha fatto arrabbiare oggi? Elena?”

“Smettila Stefan, sei ridicolo”

Stefan si avvicinò a Damon in un batter d’occhio. Erano così vicini che parevano pronti a prendersi a botte. Lo sguardo di Stefan era pieno di odio nei confronti di suo fratello, non c’era compassione, non c’era bene, non c’era niente. Tutto cancellato. Una tabula rasa, come se ad affrontarsi non fossero due fratelli, ma due gladiatori. Solo uno di loro avrebbe vinto e questo lo sapevano bene, in tutti i casi della loro vita ci sarebbe stato un solo vincitore perché loro non potevano vincere lo stesso premio. Uno di loro doveva perdere. Si sono odiati e amati per una vita intera e ora eccoli li a contendersi l’eternità.

“Io sarei ridicolo Damon? Sono diventato lo schiavo di Klaus per salvarti la vita”

“E io sono diventato un mostro perché tu soffrivi di solitudine” replicò Damon più duramente di quello che avrebbe voluto, ma sapeva che era la cosa giusta. Stefan aveva bisogno di una lezione, anzi no. Doveva salvarlo e lo doveva fare nel peggiore dei modi. Rinchiuderlo, senza cibo e con migliaia di cicli di verbena, fino a quando non lo sarebbe tornato non quello di una volta, ma almeno un vampiro che sa controllare la fame.

“Stefan tu sei più forte di lui!” disse Damon allontanandosi da lui “Non puoi farti fregare da uno stupido soggiogamento! Combatti Stefan!”

“Non ne ho la forza!!” urlò Stefan di rimando al fratello “NON HO FORZE PER FARLO!”

“Guarda dentro di te Stefan! Fa in modo che ti importi davvero!!” disse Damon alzando di più la voce.

“E di cosa dovrebbe importarmi Damon?! Di cosa??”

“Se Klaus ti chiedesse di uccidermi cosa faresti Stefan? Se ti chiedesse di darmi la caccia fino in capo al mondo cosa faresti?”

Attimi di silenzio lunghi quasi un’eternità, attimi segnati da Damon che aveva gli occhi più dilatati del dovuto e Stefan col capo chino verso terra e le mani in tasca. Solo dopo un po’ decise di alzarsi lentamente a piccoli scatti. I suoi occhi verdi come le foglie di primavera erano vuoti e spenti, attraversati da una sottile scia luminosa che piano si avviava a scendere sulle sue guance leggermente rosse per via della sfuriata. Eccolo che piangeva come quando era bambino e cadeva dalla casa sull’albero che aveva costruito insieme a Damon quando aveva otto anni. Era il loro rifugio segreto, quando erano tristi o si avvicinava l’anniversario della morte della loro angelica madre andavano a piangerla segretamente lassù. Ora però non c’era nessun rifugio per nessuno di loro due, entrambi erano chiamati ad affrontare una realtà e un problema più grande di loro.

“Non lo so” disse alla fine Stefan con voce rotta “So solo che c’è una parte dentro di me che mi dice di arrendermi e lasciarmi andare senza provarci nemmeno a frenare; ma c’è anche un’altra parte di me che mi dice che qualcuno prima o poi verrà a salvarmi e a liberarmi da questo girone infernale. E allora quella voce mi dice di aspettare.”

“Io sono qui Stefan e non credere che non ti abbia mai cercato in questi mesi. Io sapevo sempre dov’eri e non sai quanto avrei voluto venire a prenderti. Non sai quanto avrei voluto portare a casa il mio fratellino. Ciò che tu rappresenti per me Stefan non lo puoi nemmeno immaginare. Permettimi di aiutarti fratello.” Disse Damon.
Gli occhi azzurri erano completamente bagnati e un fitto raggio di sole li attraversava rendendoli limpidi come il cielo d’estate. I capelli neri corvino scendevano fitti sulle guance del temerario vampiro, dando forma al viso già perfetto ed imperfetto allo stesso tempo. Guardava suo fratello in attesa di una risposta non curante dei problemi che li circondavano. Non gli importava di quello che potevano pensare tutti, Stefan era suo fratello e lui lo doveva aiutare o lo avrebbe perso per sempre. Non voleva che la follia tipica di quando si perde il controllo si impadronisse del cuore e della mente di Stefan. Non lo avrebbe mai permesso.

“Mi dispiace Damon, ma è troppo tardi ora. L’unica cosa che devi fare è tenere Elena il più lontano possibile da me. Io non ho più il controllo delle mie azioni.”

“Io non ti lascerò andare Stefan, per il semplice motivo che non voglio perdere anche te. Questa volta farò di meglio. Ti tirerò fuori da questa situazione a costo della mia vita.” Disse Damon.

Stefan si voltò verso suo fratello; tutto di Stefan diceva che voleva essere aiutato da suo fratello, da nessun altro, lui voleva solo Damon. Era la sua famiglia e voleva tornare normale perché in fondo, gli voleva bene. Stefan se ne tornò in camera sua chiudendo la porta a chiave con la consapevolezza che anche se era ritornato il mostro che era una volta, Damon lo avrebbe aiutato a tornare in se prima o poi. Lo avrebbe fatto, lui conosceva bene suo fratello e sapeva anche che non voleva essere salvato la vita quella notte, ma lo aveva fatto comunque perché ciò che provano l’uno per l’altro va al di la della semplice rivalità tra fratelli e va oltre l’amore per Elena. Il loro è un legame di fratellanza pura.
                                                                                  ***

Elena dopo aver preparato tre caffè aveva capito che Elijah era vivo e vegeto e non era una visione della sua mente. Damon era andato via un po’ di tempo prima, a quanto pare gli dava fastidio la presenza di Joey che era arrivato un attimo dopo essersene andato via. Joey non aveva buoni rapporti con suo fratello Elijah da quando decise di schierarsi dalla parte di Klaus, ma nonostante i racconti di Elena su come Elijah avesse cercato di aiutarli durante il sacrificio, fino comunque male, Joey non ne voleva comunque sapere.
“Non possiamo fidarci Elena” continuava a ripetere Joey.
“Se però vi chiariste...”
“No. Dov’eri Elijah quando Klaus ha ucciso nostra sorella?”
“Joey, siamo fratelli e dovremmo lasciarci alle spalle il passato. Credimi l’ho fatto solo perché volevo liberarvi tutti!”
“Io ero già libero fratello, ho badato bene alla mia sorte. Chi mi da la certezza che quello che hai raccontato ad Elena sia tutto vero?”
“Te la do io la certezza Joey” disse Elena “Elijah ha accettato di lasciarsi guardare la mente da me, così potremmo davvero capire se dice il vero o il falso.”
Alla scena aveva assistito anche Caroline, la quale non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Joey. La biondina si era ripresa presto dallo shock di Meredith che intanto aveva raggiunto casa Gilbert accompagnata da Aris, l’attraente mago dai capelli neri e ricci, con degli occhi che potevano catturare chiunque. Erano di un verde chiarissimo, più di quelli di Stefan e le sue labbra erano leggermente rosee, il che si abbinava benissimo a tutto l’insieme.
“Bonnie dov’è?” chiese Meredith evitando accuratamente di incrociare lo sguardo di Elena: sapeva che la ragazza era ancora arrabbiata con lei.
“Non lo so” rispose prontamente Caroline “Che io sappia è un certo periodo che passa un po’ di tempo con Jeremy...”
“Si, questo lo sapevo già” disse Elena “ma poteva esserci d’aiuto oggi”
“Ci sono pur sempre io” disse Meredith un po’ più sicura di se questa volta, si voltò verso Elena e le disse:
“Elena io non volevo trascinarti in nessun tipo di guaio, non avevo idea di come si sarebbe evoluta la cosa e mi dispiace tanto. Tu sei mia amica, insieme a Caroline e Bonnie, non impedirmi di aiutarti. Dammi una seconda possibilità.”
“Ok, va bene, ma sappi che al tuo primo passo falso non sarò più così clemente” disse Elena e le tese la mano in segno di tregua. Meredith la strinse con forza e decisione e poi sorrise all’amica che ricambiò.
“Bene, dopo la bella riconciliazione credo che possiamo vedere come Elena riuscirà a penetrare nei pensieri di Elijah” disse Aris facendole l’occhiolino.
“Io sono pronto” disse Elijah.
“Bene, non ci vorrà molto” disse Elena avvicinandosi a lui “Devo solo guardarti negli occhi un paio di minuti, dovrebbero bastare.”
Elijah era immobile e impassibile deciso com’era a mostrare che stava dicendo la verità, così Elena iniziò subito. La mente di Elijah sembrava vuota e offuscata, doveva andare più a fondo, ma non c’era niente fino ad un certo punto. Eccolo! È chiuso nella bara e una figura sconosciuta estrae il pugnale dal suo cuore e lo mette in una borsa. Una figura femminile, l’Originario aveva ragione, ma non si vedeva molto era molto buoi, sembrava l’interno di uncamion? Possibile mai? La figura aveva lasciato un margine di luce aperto...
“Ha detto la verità” esordì alla fine Elena “C’era davvero una figura e il pugnale lo ha preso lei o lui, ma sembrava più una lei. Comunque Elijah dice la verità. Klaus non sa niente del suo risveglio.”
“E non vorrei essere nei panni del povero malcapitato che avrà la sfortuna di incontrarlo” disse Caroline sospirando. Tutti la guardarono basiti e lei sentendosi in imbarazza disse subito:
“Stavo scherzando ok?”
“Ora che sappiamo che non ci hai mentito” esordì Joey “Non aspettarti una abbraccio alla winnie the pooh perché ci vorranno almeno la metà dei secoli della nostra vita per arrivare a questo...”
“Va bene, non mi aspetto tutto questo, ma che almeno collaboriamo per la sicurezza di Elena, questo si”
“Bene, ora vorrai sapere che fine ha fatto Stefan?” chiese Joey.
“Non c’è bisogno neanche che me lo dici...” rispose Elijah.
                                                                                            ***

Caroline si offrì volontaria per raccontare ad Elijah tutto quello che era successo fino al giorno prima praticamente, mentre Meredith parlava con Joey cercando di tranquillizzarlo sulle intenzioni del fratello. Elena invece parlava al telefono con Jeremy, che era andato a casa di un amico a studiare subito dopo la scuola.
“Che succede Elena?” chiese Aris
“Devo andare a prendere Jeremy che è a casa di un amico e non con Bonnie come aveva detto Caroline” disse Elena guardando torva l’amica.
“Ti giuro che io non so niente” disse Caroline di tutto petto “ e se sapessi qualcosa te lo direi subito”
“Va bene, io vado...” disse Elena prendendo le chiavi della macchina.
“Dove vai da sola?” disse Joey subito librandosi dalla conversazione con Meredith “Qualcuno deve venire con te!”
“Ragazzi devo andare a prendere solo mio fratello e sono le sette di sera, non ci sono i mostri in giro. Saprò cavarmela.”
“Non vorrei essere ripetitivo, ma mio fratello Joey ha ragione. È rischioso, qualcuno deve venire con te...” disse Elijah.
“Io devo parlare con Jeremy, devo fargli un discorso per niente facile e ho bisogno di stare da sola con lui. È mio fratello, è la mia famiglia, cercate di comprendermi. Soprattutto tu Elijah.”
“Ok, però non tornare tardi” disse Caroline “Noi intanto cerchiamo un posto sicuro per Elijah, meno gente sa che è tornato, meglio è.”
“Giusto, ci vediamo dopo allora e avvisate Damon nel caso gli venisse un collasso perché sono uscita da sola” disse Elena chiudendo la porta e avviandosi verso la macchina.

Si dimenticò di sistemare la cintura di sicurezza, mise in moto e partì. Aveva in mente quel discorso per Jeremy da quando aveva lasciato Mystic Falls per andare a Manhattan con Meredith e Joey. Tutto ciò che voleva era mettere al sicuro l’unico componente che era rimasto della sua famiglia, voleva che vivesse i suoi ultimi anni del liceo senza la preoccupazione di morire ventiquattro ore su ventiquattro. Lui meritava una vita felice e serena, doveva trovarsi una brava ragazza, una normale, andare al collage e vivere tutte le esperienze tipiche di quell’età e questo Elena non poteva più darglielo, ma soprattutto non voleva più correre il rischio di vederselo morire sotto agli occhi, come è già successo la scorsa estate. Aveva contattato un paio di amici di famiglia che abitavano a New York e che erano disposti ad ospitarlo per tutta la durata dell’anno, sapeva che sarebbe stata dura, ma doveva farlo. Non voleva soggiogarlo, doveva semplicemente imporsi da brava sorella maggiore e pensare al suo bene anche se l’avrebbe odiata per tutta la vita, meglio così che morto.

Eccolo li che aspetta all’angolo della terza strada, un vicoletto un po’ isolato e davvero buio da percorrere di notte. Salutò il suo amico e salì in macchina con la sorella.
“Tutto bene Elena? Perché non sei venuta a scuola oggi?”

“Ho avuto un po’ da fare con Joey e qualcuno ha risvegliato Elijah...”

“Davvero? Perché? Chi?”

“Non lo sappiamo, ma Jeremy io ti devo parlare di una cosa” disse Elena mentre percorreva la stradina buia.
“Elena hai dimenticato la cintura di sicurezza” le fece osservare Jeremy

“Oh non preoccuparti, non stiamo mica correndo?” disse Elena “comunque ti volevo dire che secondo me è meglio se lasci la città per un po’”

“Sapevo che volevi dirmi qualcosa del genere, ma perché?”

“Perché io non posso proteggerti Jer, non posso e non voglio correre il pericolo peggiore, ovvero che ti possa accadere qualcosa di male”

Jeremy decise di non ribattere, non gli piaceva come Elena stesse guidando, sembrava agitata e non aveva la cintura...

“Elena perché non ci fermiamo e ti metti la cintura? Non l’hai mai dimenticata”

“Hai ragione, ora accosto” disse Elena decelerando e cambiando marcia. Ma qualcosa non andava, faceva fatica a maneggiare il pedale del freno.

“Che succede Elena?”

“Non lo so, il freno” disse Elena “non funziona”

“Usa quello a mano!” disse Jeremy

“Non funziona Jeremy!” disse Elena urlando dalla paura “Oddio! Che facciamo?”

“Dobbiamo scendere dalla macchina Elena!” urlò Jeremy

Elena aveva perso il controllo dell’auto, le si erano paralizzata le braccia e le mani e non riusciva a muovere lo sterzo. Jeremy prese in mano lo sterzo, ma non riusciva a controllare la velocità della macchina che piano piano aumentava come se qualcosa la comandasse...

“Elena la macchina non risponde ai comandi! Dobbiamo saltare!”

“Jeremy non c’è più tempo!” disse Elena urlando. Di fronte a loro c’erano due grossi e altissimi alberi, non c’era via di fuga, si sarebbero schiantati li da un momento all’altro.

Jeremy prese la mano di Elena e la strinse forte, insieme chiusero gli occhi e poi BAM. Uno schianto e la macchina si incastra fra gli alberi rotolando su se stessa per un paio di metri fino ad atterrare a terra quasi completamente distrutta. Del fumo si levava dal bagagliaio davanti, i vetri dell’auto erano completamente distrutti, tuttavia dal finestrino aperto si intravedeva un braccio che si muoveva: Jeremy Gilbert si divincolava all’interno dei resti del catorcio distrutto cercando di uscire. Riuscì a liberarsi dalla cintura di sicurezza e con tutte le forze che gli restavano uscì trascinando il suo corpo dal finestrino. Quando fu fuori notò che aveva una gamba completamente lacerata e coperta di sangue, alcuni graffi al viso e sulle braccia e una brutta ferita alla testa dalla quale cominciava a scorrere del sangue. Decise di non pensarci e di trascinarsi per cercare la sorella e liberarla.
Elena era completamente incastrata nel posto di guida, con un ramo Jeremy riuscì a rompere il vetro del finestrino, ma non riusciva ad aprire la portiera. Elena era incastrata con le gambe sotto al seggiolino e perdeva sangue dall’addome e su tutta la parte superiore del corpo. Jeremy prese il cellulare, non c’era campo!Dannazione! Pensò, non voleva lasciare la sorella li da sola in quelle condizioni, ma si costrinse a camminare per un po’ di metri fino ad arrivare alla stradina principale. Lì chiamò il 911...

“911 buonasera, come possiamo aiutarla?”

“Un incidente d’auto! Per favore mandate un ambulanza mia sorella è in una pozza di sangue incastrata nell’auto, siamo nella terza strada verso le campagne! FATE PRESTO!”

“Arriviamo subito!”

Jeremy riagganciò il telefono e corse subito da Elena, non si era ancora svegliata, nel frattempo cercava in tutti i modi di portarla fuori di li, ma il dolore alla gamba era davvero troppo forte...

“Non ti lascio da sola sorellina, stanno arrivando! Ti prego non morire! Non morire!!” disse Jeremy con le lacrime agli occhi, non sapeva cosa fare. Perché ci mettevano così tanto ad arrivare i soccorsi?

“Aiutooooooo! Aiutatemiiiiiiii!” disse Jeremy lanciando un ultimo urlo di disperazione.

Fine capitolo 4.

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Note dell'autrice:
- Ringrazio tutti per aver letto questo capitolo che ci ho messo un pò a scriverlo perchè volevo articolare bene il dialogo fra Stefan e Damon, insomma volevo trasmettervi qualcosa e spero di esserci riuscita :)
-Forse non è uno dei miei migliori capitoli, ma occhio a Meredith e alla figura misteriosa che ha liberato Elijah, chi sarà mai?
- Piccolo spoiler, il prossimo capitolo si intitola "Caro diario amo anche lui..."
- Nel prossimo capitolo rivedremo Klaus state trnquilli tutti ;)
-Grazie a tutti coloro che recensiscono sempre la mia storia, siete entrati tutti nel mio cuore, grazie mille a tutti :)

Un bacione a tutti e al prossimo capitolo! Ely.



 

 
  
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