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Autore: Dhanae    18/03/2012    0 recensioni
Questa è la terza fic che sto scrivendo.
Diciamo che, in questo caso, sto riscrivendo la mia storia. Ne sono molto affezionata e scrivendola mi sto emozionando davvero, è una sensazione bellissima.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ricordo che, l'anno scorso, quando mio fratello invitava a casa nostra Andrew io ero sempre arrabbiata. Non sopportavo quando lui con quell'aria arrogante non mi salutava neanche; non sopportavo quando lui, superficiale, mi guardava e mi prendeva in giro. Non lo sopportavo affatto. 
Una volta abbiamo addirittura vissuto assieme per quattro giorni. Erano le vacanze di Halloween e mio fratello aveva invitato un gruppo di amici in montagna con noi, tra i quali anche quell'antipatico di Andrew. Non lo sopportavo, proprio non lo sopportavo.
Uno di quei quattro giorni, io e Andrew siamo rimasti, casualmente, in cucina da soli. Lui stava cuginando ed io non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Non avevo mai fatto caso al suo modo di muoversi. Ad un certo punto, lui girandosi, mi guardava. Io , in quel momento, alzando la testa dal tavolo e rivolgendola verso di lui, per sbaglio, avevo incrociato il suo sguardo. Mi ci persi subito dentro e, in un attimo, avevo capito tutto di lui, mi sembrava di conoscerlo meglio di chiunque altro.
Anche se non ci eravamo mai stati molto simpatici, ammetto che iniziava a piacermi. 
Come se non bastasse quella notte avevamo dormito insieme. Verso le quattro di notte, lui si era addormentato, cosa che avrei dovuto fare anche io, se non fossi stata così concentrata su come ronfava. Dormendo, Andrew si muoveva e, come una frittata, si era girato verso di me. In quel momento avevo pensato "Wow...è così vicino". 
Si, era proprio vicino, vicinissimo. Ero assurdamente attratta dalle sue labbra, così, io mi avvicinai ancora di più di quanto fossimo vicini e, sì, lo baciai.
Il giorno dopo siamo tornati a casa. Non so bene il perchè, ma mi mancava. 
Mi ero innamorata. 



Così decisi di scrivergli: volevo sapere come stava, se si fosse divertito, come aveva trascorso il viaggio. Volevo sapere che cosa pensasse di me dopo la vacanza. 
Avevo paura. Se il suo pensiero su di me non fosse cambiato? 
Dopo una settimana circa, io avevo preso coraggio e mi sono dichiarata. All'inizio mi aveva respinta, ma non con tanta sicurezza: girava attorno  al fatto che, in passato, io avessi una relazione con un ragazzo, che da sempre era suo amico. 
"..Rimaniamo amici, anche se magari poi, fra qualche tempo, sarò io a correrti dietro...ma...per adesso è un no". Così aveva detto.
Non poteva andare peggio: in quel momento, se non mi era crollato il mondo addosso, semplicemente era perchè, tecnicamente, il mondo non può cadere addosso ad una persona. 
Mi sentivo distrutta. Ero piena di speranza, di entusiasmo...di illusioni. "Soltanto stupide illusioni", pensavo. 
Ma perchè continuava a scrivermi? Perchè continuava ad interessarsi a me se non potevamo stare insieme? Perchè continuava ad illudermi? 
Non capivo finchè, un giorno, non mi ha chiesto di uscire per parlare. 
Così, ci siamo incontrati e lui sembrava agitato: cercava di dirmi che avrebbe voluto parlare con il mio ex, perchè in realtà, un po' gli interessavo. 
Erano passati giorni, quasi una settimana e mezzo, ma lui non faceva una piega. 
Un pomeriggio poi mi era venuto a prendere a scuola ed era ancora più teso della prima volta in cui ci siamo incontrati. Si era fermato e, io ormai senza speranze l'avevo assecondato. 
Eravamo zitti.
"Allora? Com'è andata a scuola?" 
"Bene...tu come stai?"
"Bene...ascoltami io devo dirti una cosa..." - in una frazione di secondo avevo pensato che tutto quanto fosse finito, stavo trattenendo le lacrime, quando - "ho parlato con lui, anzi, l'ho avvertito della situazione".
La pressione mi era salita alle stelle ed io ero completamente su di giri. Dovevo mantenere la calma e farmi vedere placata come sempre, o quasi sempre. 
Continuavamo a camminare e, dopo un po', ci eravama fermati su una panchina. "L'altra volta dicevi che una ragazza quando esce con il ragazzo che le piace vorrebbe essere baciata, giusto?" mi diceva e, senza lasciarmi il tempo di rispondere, si era avvicinato e mi aveva baciata. 
"E adesso?" avevo chiesto io.
"E adesso cosa?" 
"..che cosa siamo? E' tutto così strano!"
"E adesso stiamo insieme." 

Insieme. Io e te. Adesso, io e te, non dobbiamo fare altro che amarci. Amarci per tutto il tempo, senza permettere a nessuno ostacolo di impedirci di farlo. Ti amo, e continuerò a farlo. 


  
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