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Autore: AmazingFreedom    18/03/2012    1 recensioni
Il piccolo Harry Potter farà un particolare incontro, il giorno dell'anniversario della morte dei suoi genitori...
Anche se lui non lo sa ancora...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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BUON HALLOWEEN ANCHE A TE, HARRY
 
Piccoli travestiti da scheletri e bimbe da streghe saltellavano lungo Privet Drive, tenendo per mano il padre o la madre. Tutto il vicinato era intento nei festeggiamenti di Halloween, tranne un bambino mingherlino, dai capelli neri costantemente spettinati, che osservava i suoi coetanei con uno sguardo triste.
“Mammina! Andiamo!”
“Certo Didino! Non vogliamo far aspettare i tuoi amichetti vero?”
Petunia prese velocemente la borsetta e aprì la porta d’ingresso, tenendo stretta la manina grassottella del figlio. Prima di chiudersela alle spalle, una vocina la fece fermare.
“Zia Petunia, posso venire anche io?”
La donna fece lentamente un possa indietro, e squadrò il nipote con aria severa.
“No! Non ti permetterò di rovinare la serata al mio Didino, come al solito! Resterai in casa! Zio Vernon sarà qui tra poco, ma non azzardarti a mettere fuori il naso da qui! Chiaro?”
Harry annuì lievemente, mentre gli occhi si stavano riempiendo di lacrime.
Petunia si voltò nuovamente verso il figlio che, nel frattempo, aveva incrociato le braccia al petto, come era solito fare il padre quando aspettava qualcosa con ansia. La donna gli rivolse un ampio sorriso, nel tentativo di celare il suo nervosismo.
“Sei pronto Didino? Andiamo a divertirci?”
Dudley prese subito la mano della madre e la trascinò fuori di casa.
Non  appena fu solo, Harry si fiondò in cucina: i suoi zii non gli permettevano mai di toccare le caramelle del cugino, e ora si stava prendendo una piccola rivincita. Prese il barattolo delle caramelle alla menta, le sue preferite, e corse in salotto, dove si sedette sulla poltrona di fronte al camino.
Con mano tremante, prese una caramella e iniziò a scartarla: aveva il terrore che lo zio potesse tornare da un momento all’altro.
Portò il dolciume vicino alle labbra: poteva già sentirne l’odore zuccherino.
“Che cosa stai facendo Harry?”
Il bambino lasciò immediatamente cadere la caramella e si guardò intorno spaventato, ma non vide nessuno.
“Sono qui, davanti a te.” sussurrò una voce.
Harry spostò gli occhi sulle fiamme del camino e trattenne a stento un urlo: nel camino, una faccia barbuta gli stava sorridendo.
“Sei solo, vero?”
Il piccolo annuì, allungando la manina verso il fuoco.
“Non avvicinarti troppo. Potresti bruciarti.”
“Chi sei? Come hai fatto? Non ti fai male?” chiese il bambino tutto d’un fiato, facendo ampliare il sorriso del vecchio.
“Sono un amico della tua mamma e del tuo papà…”
“Davvero?” lo interruppe Harry, non riuscendo a trattenersi.
“Certo! Ti volevano molto bene, sai?”
“Allora perché mi hanno lasciato qui? Non mi piace stare con gli zii! Mi trattano male!”
La faccia si fece improvvisamente seria, cercando però di mantenere un tono gentile della voce.
“I tuoi genitori non ti hanno abbandonato, non volevano lasciarti. Loro sono stati costretti.”
Una piccola lacrima scese lungo la guancia rugosa dell’uomo.
“Perché piangi? Sei triste?”
Silente lo guardò: quanto poteva essere innocente, ingenuo e sincero un bambino!
All’improvviso, si udì la serratura della porta d’ingresso scattare e il vocione di zio Vernon invase la casa.
“Cosa ci fai ancora in piedi tu?!”
“Stavo parlando con un signore. Aveva la faccia nel camino!”
Vernon sbiancò e si dovette poggiare ad una sedia per non cadere.
“Che cosa stai dicendo? Hai voglia di scherzare?!”
“No zio! Guarda!”
Harry indicò le fiamme del camino, ma la faccia di poco prima era scomparsa.
“Non c’è più! Zio è sparita! Come per magia!”
Sul volto del bambino comparve un grande sorriso, che svanì quando lo zio lo fece alzare in piedi prendendolo per un orecchio.
“Non esiste quella robaccia! Non esiste la magia! E nessuno ti ha dato il permesso di mangiare la caramelle di tuo cugino!”
Harry si divincolò fino a liberarsi e corse nel sottoscala che era la sua camera. Pianse in silenzio per il male all’orecchio ma non potè fare a meno di pensare a quella faccia rossa e rugosa che gli sorrideva con fare paterno. Abbracciò il cuscino e chiuse gli occhi.
Per la prima volta si addormentò con l’ombra di un sorriso sulle labbra: sicuramente quello era stato il suo miglior Halloween.
 

  
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