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Autore: Swindle    19/03/2012    5 recensioni
Un quadretto - in tutti i sensi- piuttosto familiare!
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Father and Son'
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Di solito non mi cimento in racconti comici, più che altro perché non ne sono molto capace. (Per lo meno in questo fandom, in dr. House, ad esmpio, mi viene molto più facile) Spero che questa storiella vi possa almeno far sorridere un po’!
Rika ^.^

Nota: Questa flash fa parte della raccolta “Father and Son”. Si tratta di una raccolta di storie varie incentrare sul rapporto, che io amo, fra Severus e Albus.
La raccolta, che mano a mano acquisterà altri pezzi, non segue alcun criterio logico, ma solo la voglia di approfondire questi due personaggi e la mia fantasia.
Ovviamente il titolo della raccolta è un omaggio all’omonima canzone di Cat Stevens.





Inquadrati.

 

Ignorando i continui borbottii – che variavano da un “Non avresti dovuto!” mormorato con un’inclinazione ambigua, a un ben più chiaro “Ti ucciderò, Potter” – Harry entrò nell’ufficio della Preside con un voluminoso pacco in mano.

La McGonagall lo accolse con un sorriso cordiale. Ultimamente sorrideva più spesso.

« Oh, è arrivato! »

« Già. Posso? »

« Ma certo. »

Harry posò il pacco sulla scrivania, sotto lo sguardo attento della professoressa.

L’ospite del quadro sembrava essersi chiuso in uno sdegnato silenzio e il “Ragazzo-Sopravvissuto-Due-Volte” ne approfittò per liberarlo dalla carta da pacchi e posarlo sulla parete, vicino a una vecchia conoscenza.

« Snape! » esclamò entusiasta quest’ultimo.

« Dumbledore. » rispose piatto e distaccato l’interpellato.

« Oh, mio caro ragazzo, finalmente sei qui. » continuò emozionato.

« Quale gaudio. » rispose sarcastico.

« Hai fatto un ottimo lavoro. »

« Buono da morire, si direbbe. »

« Severus! » lo riprese bonariamente.

« Albus. » rispose lentamente, per nulla colpito dal rimprovero.

« Non incominciare. »

« Non rompere. »

Harry si lasciò sfuggire un risolino.

« Avrà un bel daffare con questi due, professoressa. »

« Io e tutti i presidi a venire, nei secoli dei secoli. » rispose con aria affranta e divertita allo stesso tempo « Non me ne parlare. »

Harry tornò a rivolgere l’attenzione ai due ex-presidi, giusto in tempo per vedere Dumbledore entrare nel quadro di Snape, che però non sembrava aver preso l’intrusione molto bene.

Dava le spalle al suo ospite con aria offesa, o forse indifferente: non era mai stato facile per Harry interpretare le emozioni sul volto del professore; da quadro la cosa non sembrava cambiata.

Ora Dumbledore stava avanzando alla chetichella verso la schiena dell’altro, con le braccia aperte,  un sorriso amichevole e con fare incoraggiante.

Snape voltò appena la testa.

« Non ci provare nemmeno. » sibilò, mettendolo in guardia e scoccandogli un’occhiata omicida.

« Su, su » rispose l’altro in tono affettuoso « Dopotutto ti devi far perdonare: le ultime parole che mi hai rivolto non sono state affatto carine. »

Snape girò gli occhi al cielo.

« Grazie di avermi ricordato di essere stato artefice della tua dipartita. » sbuffò.

« Oh, non essere sciocco, ormai è passato. Ma perché adesso non vieni qui a darmi un abbraccio di riconciliazione? » spalancò ulteriormente le braccia, guardandolo conciliante.

« Se potessi ti ucciderei di nuovo! » si lasciò sfuggire Snape, esasperato e con tono sofferente.

Dumbledore abbassò le braccia di scatto.

Harry si chiese se si fosse arrabbiato per quell’ultimo commento.

Snape probabilmente lo sperava: sembrava sollevato. A quanto pareva pensava di averla fatta franca, evitando un momento imbarazzante che Harry non dubitava avrebbe rifuggito anche da vivo.

Dumbledore intanto aveva assunto un’espressione pensierosa.

« Posso porti una domanda, Severus? »

« Ho forse il potere di impedirtelo, Albus? » gemette ironicamente.

« Ecco, pensavo » e i suoi occhi brillarono pericolosamente dietro le lenti a mezzaluna « Non ti senti anche tu un po’… inquadrato? »

Snape rimase senza parole, la bocca leggermente aperta, mentre Harry e la McGonagall scoppiavano a ridere.

Dumbledore nel frattempo sfruttò lo sbigottimento di Snape per acchiappare e stringere in un abbraccio la povera vittima.

Harry ridacchiò, asciugandosi le lacrime e rivolgendo un cenno complice alla preside, per poi dirigersi verso la porta.

L’ultima cosa che vide prima di uscire dall’ufficio, fu la smorfia terrorizzata di Snape, che cercava con ogni mezzo di liberarsi dalla calorosa stretta di Dumbledore. Invano.

Harry scosse la testa, sorridendo, e si incamminò per il corridoio.

« Che cosa strana, i quadri. » sussurrò fra sé e sé.

L’unica cosa che poteva sperare era che, ovunque fossero quei due, loro o per lo meno le loro anime, fossero insieme, così come i loro quadri, e, soprattutto, fossero in pace.
  
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