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Autore: lazybones    19/03/2012    6 recensioni
Nella sua tragedia aveva trovato uno spiraglio di luce, una misera spiegazione a tutto il suo dolore. Forse tutta quella sofferenza lo aveva portato a questo, a quel gruppo, a quella canzone. Forse un giorno sarebbe davvero stato meglio, in pace con sé stesso e tutte le altre parole vuote che per lui non avevano ancora un minimo di significato. Forse un giorno avrebbe ripensato alla sua giovinezza e avrebbe sorriso. Forse non sarebbe mai arrivato a quel giorno e si sarebbe consumato prima come una candela, una delle tante su quell'enorme candelabro che era il mondo.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA FINE E’ VICINAAA UAHAHAHA.
No, seriously. ç.ç Basically, sto capitolo è corto perché condensare quello che veniva dopo in un solo capitolo toglieva quei due tre punti che sta merda qua sotto potrebbe guadagnare, quindi... non è proprio il caso di smerdarsi a bonus. Allora, se non erro (no, no, non erro :D) questo è il terzultimo capitolo, quindi ancora due e poi ciao. Credo che l’ultimo sia un epilogo. Credo. WHO KNOWS.
Anyway, HAHAA, non so mica se sto capitolo vi piacerà. E’ un po’ deprimente, mh. Non posso dirvi molto perché le cose scritte non sono molte e potrei fare dei spoiler tristissimi quindi ciao, o leggete o leggete. Oppure andate direttamente nello spazio recensioni e mi scrivete “Ma vai a cagare.” e vi perdonerò comunque. Io sono misericordiosa. *like a saint* 
OMG, I’d like to thank all my fans that left a RECENSIONE in the last chapter, I LUV U! Thank you MTV! *momento EMAs* #ingleseamodomio
Basta, basta. Come sempre vi invito a recensire e blablabla, siamo agli sgoccioli e SO CHE STAI SEGUENDO QUESTA STORIA SENZA RECENSIRE, quindi boh, se commenti ti faccio trovare Frank sotto il letto (Gerard non ci sta). SODDISFATTE O RIMBORSATE. (?) No, cazzi vostri se volevate Gerard. <3
Pace e amorre

Kathy G



 

 
 
- Don't Go.
Faceva freddo, eppure il sole c’era. Non avevano mai, mai camminato in un parco così, alla cazzo, e Gerard capì perché. Era assolutamente patetico e forzatamente romantico. Non si erano persi nulla a passare i pomeriggi davanti alla tv a guardare reality show slinguazzandosi. Assolutamente nulla.
Il sole delle cinque e mezza illuminava il viso di Frank, segnandogli le lievi occhiaie appena accennate che alla luce normale Gerard non aveva mai notato. I suoi occhi, così esposti alla luce, brillavano più del solito ed erano quasi vitrei. Ma li abbassava sempre, impedendo a Gerard di ammirarli.
Forse pensava ci fosse qualcosa di più intenso sotto il suo sguardo indagatore, invece Gerard continuava a fissarlo per il semplice fatto che era figo messo là così, con la giacca larga e i jeans stretti. Niente di più.
Il moro realizzò che Frank cominciava a sentirsi davvero a disagio quindi distolse lo sguardo e sospirando lo rivolse al cielo che si stava tingendo di arancione annunciando il crepuscolo e successivamente il buio.
- Che giornata di merda. – commentò ad alta voce, scrutando l’orizzonte come Mikey poco prima.
Frank soffiò improvvisamente aria fuori dal naso trattenendo una risatina che più che divertita era nervosa.
Gerard tornò a guardarlo e accennò un sorriso malinconico. Cazzo, avevano beccato pure il tramonto. Ma dove cazzo andavano in giro così? Manco dovessero dichiararsi il loro amore... dovevano lasciarsi, cazzo. Merda, tutto andava all'incontrario per loro. Una bella giornata di pioggia avrebbe donato la giusta tragicità al tutto e invece no, BAM, il tramonto. Ma vaffanculo.
- Devo dirti una cosa, Frank. – disse con leggerezza Gerard, del tutto fuori di sé per essere così calmo e freddo quando avrebbe voluto urlare piangendo tutte le bestemmie del mondo. Si sarebbe acceso una sigaretta per perdere tempo ma non voleva ricollegare in futuro un momento come quello al suo dolce e amato fumo.
- Dilla. – mormorò Frank, infilando le mani nelle tasche della giacca e affondandole con forza.
Ripensandoci, forse era un buon pretesto per smettere di fumare accendersi una sigaretta proprio in quel momento.
Gerard esalò un lungo respiro profondo prima di dirlo, pensando a qualcosa di apparentemente grave da dire in alternativa ma ormai le parole erano già uscite: - Sono andato a letto con Lindsey. –
- Lo so. –
Gerard avvampò improvvisamente, prima rendendosi conto di averglielo detto e dopo prendendo atto che per qualche ragione oscura e che aveva forse a che fare con lo stalking Frank lo sapeva già: – E allora perchè mi hai lasciato accusarti per Matt? - domandò quindi Gerard, confuso.
Quindi, la sera prima si era davvero smerdato tutto il tempo urlandogli contro? Che fallito.
- Perchè ho fatto molto peggio, ho mutilato una delle poche cose che ti sono mai venute bene. - spiegò il chitarrista con un sorriso triste. Smise di camminare e afferrò una mano a Gerard, gli occhi che cominciavano a riempirsi di rimorsi e lacrime, - E' da quel pomeriggio allo Starbucks che sento che far parte di questa band è un compito importante che va gestito con maestria per farlo aderire al tuo progetto di perfezione approssimativa. Questo gruppo ti ha salvato, io sono fra la tua cerchia ristretta di salvatori e dovrei continuare a tenerti per mano in questo lungo viale, ma non sono in grado di aiutarti. Sono debole, l'amore mi ha ridotto così e forse è meglio lasciarti la mano ora e costringerti a camminare da solo perchè ti stai sostenendo sulle persone sbagliate. -
Sulle persone sbagliate? Non aveva tutti i torti, ma Frank... Frank non era sbagliato. Frank era l’unico pienamente degno di nota, in fondo non lo aveva mai lasciato... non ancora.
- Ormai è tardi. - disse con voce tremante Gerard, aggrappandosi a specchi già infranti.
- Può sempre andare peggio, a dire il vero. E' una delle poche cose che ho imparato nei miei diciannove, devastanti anni di vita vuoti. -
- Costringermi a non amarti sarebbe ancora peggio. -
- Amarmi però sarebbe la fine. –
- Non è vero. Sono cazzi miei se dipendo troppo da te, tu lasciami fare, per favore. Mi hai già evitato abbastanza cadute. – farfugliò agitato Gerard, per la prima volta così vicino a perdere Frank. Davvero Frank non sapeva quanto fosse importante per Gerard? Davvero Gerard non era mai riuscito a dirgli una parola dolce per farlo rimanere? Stavano cadendo giù, nessuno li poteva fermare e loro non potevano aggrapparsi. Erano destinati a morire.
- Se ti impedisco di amarmi è perchè ti amo e sono abbastanza realista da capire che sono una palla al piede per i tuoi progetti. Tu hai bisogno di volare in alto, sopra le mie patetiche nuvolette di merda grigia, hai passato anni lì in mezzo, è ora che tu esca dalla fase, meriti un cielo aperto. Non accontentarti. -
- Ma tu per me sei tutto. -
- Gerard, non sono abbastanza forte da sostenere entrambi. -
- Ti stai liberando di me? - domandò Gerard, mollandogli di scatto la mano e facendo qualche passo indietro mentre il cuore martellava congelandolo nel terrore più freddo. Le dita gli fremevano, supplicando di tornare ad intrecciarsi a quelle calde e solide di Frank.
Il sole era completamente sparito lasciando il cielo al buio e la scena era diventata più drammatica di quanto entrambi si aspettassero. Altro che romantico.
Frank strinse la mascella e sollevò lo sguardo: - Sì. -
- Frankie... – lo supplicò, del tutto incoerente.
- Basta. Finiamola qui. -
Gerard si avvicinò come un riflesso istintivo e rimase a pochi millimetri dalla sua bocca, aspettando che fossero le labbra di Frank ad avvicinarsi per prime. Il respiro pesante di Frank sulle labbra gli faceva quasi il solletico e i secondi scandivano lenti prima che le sue labbra così familiari si unissero alle sue schiudendole con rumoracci poco romantici e profondi rantoli che uscivano dal fondo della gola mentre i loro corpi aderivano l'uno all'altro con una pressione inaudita.
Frank tentò debolmente di scostarsi ma Gerard gli afferrò il mento fra pollice e indice, spingendo il viso più avanti mentre la sua lingua tornava in possesso di quella di Frank.
Non voleva che tutto finisse per la loro incoerenza, che si amassero era palese e ormai sottinteso e allora perchè dovevano porre una fine al tutto? Per Ray e Mikey? Quei due codardi che sorridevano solo alla vista del loro sangue?
Gerard e Frank avrebbero dovuto contare di più, uniti com'erano, invece tutto andava al contrario.
Di nuovo, avevano sbagliato ad essere corretti quando il resto del mondo non lo era.
Gerard riuscì finalmente a lasciarlo e si impose di non frignare. Doveva imparare ad essere maturo... o almeno sembrarlo.
- Ci vediamo domani alle prove. – ansimò Frank con una certa cautela, a corto di fiato e forse di sensibilità. Era così che finiva il tutto? Davvero tutti quei giorni passati insieme a fottersi la mente e anche altro finivano così? Con un “ci vediamo domani”?
Gli occhi verdi di Gerard si abbassarono appena mentre accennava lentamente un sorriso: - Già... in fondo non è un addio. –
- No, non lo è. – confermò Frank, e nei suoi occhi nacque una nuova speranza che Gerard si sarebbe dovuto tenere per sé. Fargli vedere la situazione nel migliore dei modi dimezzava senza dubbio le possibilità che tornasse e sì, Gerard aveva estremo bisogno fisico e mentale di lui. Ma in fondo sapeva che sarebbe tornato in qualche modo, con qualche scusa, a prendergli la mano per guidarlo nei posti sbagliati perché era così che erano destinati ad andare avanti, per quanto cercassero di ignorare il loro destino.
Ed era assolutamente magnifico avere la certezza che in fondo niente li avrebbe mai separati.
- A domani, allora. – lo salutò a sua volta Gerard, schiodando improvvisamente le All Star dal cemento e riuscendo di nuovo a camminare lontano da Frank e dai suoi occhi che si sarebbero riempiti di lacrime non appena avrebbe realizzato ciò che aveva appena causato.
Voleva essere lui ad andarsene, non si sarebbe mai fottuto l’ego guardando l’amore della sua vita allontanarsi. Se la beccava Frank la scena struggente, col cazzo che se la beccava Gerard.
Non servì voltarsi per sentirlo soffrire, il suo dolore investiva il moro o forse gli nasceva direttamente da dentro.
Ma nulla era concluso, in fondo. Era una morte apparente.
Il giorno dopo si sarebbero rivisti e si sarebbero di nuovo innamorati.
E forse gli sarebbe bastato vedere un incredibile miracolo come lui anche senza sperimentarlo e viverlo, perché alla fine bastava sapere che esistesse e che fosse esattamente meraviglioso come Gerard aveva imparato.
 
  
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