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Autore: a l i s o n    19/03/2012    0 recensioni
Tutto era speciale in Charlotte Payne, dal piccolo tatuaggio di due uccellini che portava sulla caviglia al semplice burrocacao che portava al posto del rossetto. -
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            #myspace
                                                                                                                                 giorno a tutti/e doivcddno
                                                                                                                               sono troppo emozionata *_*_*
                                                                                          questa ff è diocdinmo (sono troppo modesta lol), amo char, cazzo.
                                bene, posso andarmene *scompare dietro il sipario* e mi raccomando recensiteee e fatemi sentire cosa ne pensate su twittah.
                                                                                                                              nick: @grandescoffee



                                                                                                                                                                                                              Char.



La finestra dell'appartamento 113 che dava sul Tamigi era aperta e il caldo vento primaverile muoveva con leggerezza le tende rosa.
Charlotte Emily Payne dormiva profondamente, con il viso schiacciato sul cuscino e il piumone sulla testa.
“Char” una voce maschile le tolse il piumone di dosso e le scostò alcune ciocche rosse dal viso lentigginoso. “Char dai, c'è la scuola...” sussurrò il fratello con 
gli occhi che si chiudevano.
“Che ore sono?” domandò la ragazza con voce impastata e flebile.
“Le sette meno un quarto” rispose il ragazzo alzandosi e tirando su la tapparella.
“E che giorno è?” rispose sedendosi sul letto, con le gambe a penzoloni e gli occhi ancora chiusi.
“Quante domande oggi, Char” rise il fratello. “E' il ventotto marzo” le sfiorò la guancia e si inginocchiò di fronte a lei.
Charlotte aprì gli occhi verdi e lo guardò a lungo.
“E' venerdì, domani non si va” bisbigliò con un sorriso, mentre le accarezzava il braccio.
“Mi ricordi tanto la mamma...” si lasciò sfuggire la quindicenne con voce roca, girando il viso verso destra e lasciando che il sole le illuminasse il volto.
Liam abbassò il capo.
“Ti aspetto di sotto, okay? Sbrigati, devi andare a scuola” replicò, ma con dolcezza, alzandosi e scendendo le scale rumorosamente.



Frances King School,

h 08.15 am.




Charlotte corse per il corridoio con le scarpe slacciate e lo zaino che le cadeva, pesante, a terra.
Si fermò di fronte alla porta della sua classe ansimando.
Tirò fuori la giacca dallo zaino e se la infilò velocemente, fece lo stesso con la gonna a scacchi e le ballerine di vernice.
Appallottolò i vestiti e li cacciò a forza nello zaino, poi si tolse il trucco e si legò i capelli.
Odiava andare in giro per Londra con la divisa di quella cazzo di prigione scuola in cui passava sei ore della sua vita per cinque giorni alla settimana.
E poi in questo modo non sarebbe dovuta tornare a casa a cambiarsi e vedere Liam, che l'avrebbe di sicuro obbligata a fare i compiti.
“Sei velocissima, cazzo” bisbigliò una bionda ossigenata alla sua sinistra, che si stava sistemando i capelli in una treccia.
“Tre anni di esperienza, Lisa” rispose la rossa con una forcina in bocca e un sorisetto beffardo. “Pronta?” la guardò per qualche secondo, prima di bussare
con forza.
“Avanti” la voce della professoressa Sanders, che avevano alla prima, rimbombò nel corridoio.
“Buongiorno, professoressa” le due ragazze fecero un veloce e davvero innaturalissimo inchino all'anziana signora seduta alla cattedra.
“Payne, è il tuo terzo ritardo” la professoressa si bagnò le labbra, rosse.
“Lo so e non me ne fotte un'emerito cazzo” bisbigliò al suo compagno di banco, mentre si lasciava cadere sulla sua sedia.
Il riccio rise di gusto, mentre la classe si immergeva in Amleto.



Lunch,

h 12.30 pm.



“Hai fame?” domandò il riccio aprendo la sua scaltoletta gialla del pranzo, con un gesto invitante.
“No” la rossa scosse la testa accendendosi una sigaretta. “Quanto manca alla fine?”
“Due ore, poi andiamo a casa” ripose, masticando un pezzo di toast. “Stasera che cosa facciamo?” la guardò pensare. Era così bella, così... speciale. Tutto era speciale in Charlotte Payne, dal piccolo tatuaggio di due uccellini che portava sulla caviglia al semplice burrocacao che portava al posto del rossetto.
“Usciamo, no?” buttò il resto della sigaretta a terra.
“Si, ma dove andiamo?” insistette il ragazzo sputando a terra.
“Non lo so, cazzo” si alzò e si spostò sul bordo del ponte. “Liam non lo deve sapere”
“Perchè no?” il riccio la raggiunse.
“Dice che esco ogni sera e che si è rotto i coglioni dei miei ritardi, eccetera eccetera”
Harry le sistemò i capelli in due ciocche separate e la sciarpa rossa.
“Che fai, Hazza?” rise spostandosi di lato. “Senti ora vado” tornò alla panchina e prese la borsa. 
“Ciao, Charlie” la salutò agitando la mano destra.
“Ciao” la rossa si allontanò con velocità, lasciando che gli stivaletti neri di pelle le si sporcassero di fango.

                                                                                                                                          ___

  
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