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Autore: ELE106    20/03/2012    17 recensioni
Una AU che è partita da sola per la tangente e se ne sta andando dove vuole lei, per cui non vorrei svelarvi troppe cose nell’intro. In breve: John Winchester e Mary Campbell, vivono da qualche tempo insieme nella grande casa di lui, a Lawrence (Kansas) e stanno per sposarsi. Lui è un meccanico, vedovo, con un figlio di 20 anni, Sam, che dopo i primi due anni di college, torna in città in pianta stabile per non si sa bene quale motivo. Lei è un’infermiera, single, con un un figlio di 24 anni, Dean, poliziotto, appena uscito da una relazione disastrosa e tornato da poco sotto il tetto dei genitori. I figli di John e Mary, dopo un inizio abbastanza privo di contatti o altro, finiscono con il diventare importantissimi l’uno per l’altro e per dare inizio ad un profondo rapporto di co-dipendenza e di forte amicizia, ma destinato a diventare di più. Inoltre Sam nasconde qualcosa e suo padre John sembra essere l’unico a sapere di che si tratta. Buona lettura!
Wincest...ma non incest! Don't like, don't read! ;D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Autrice: ELE106
Titolo: Sono qui per te
Capitoli: 8/11
Fandom: Supernatural
Contesto: AU
Personaggi principali: Dean e Sam; Castiel per questo capitolo.
Rating:  Giallo.
Genere: Commedia, Sentimentale, AU, Slash, per certi versi OOC, e chi più ne ha più ne metta!
Beta: thinias (la martire ;D)
Disclaimer: Dean e Sam non mi  appartengono; questa è un'opera di fantasia; non rispecchia i gusti  sessuali dei personaggi; non ha scopo di lucro ; ecc …
Note dell’autrice: le sofferenze non sono ancora finite … come già anticipato, è ora che Castiel ci spieghi bene cos’è successo, visto che il nostro Dean, combina disastri come apre la boccaccia!!! Cribbio, ha proprio ragione Gabriel 0_o’ Non lo avreste mai detto, vero?? Spero di non deprimervi troppo, visto e considerato che siamo tutti abbastanza depressi per l’episodio 17 (alla visione del quale la sottoscritta –molto probabilmente- non sopravviverà!)  e che comprendiate il significato profondo delle azioni di Castiel, che io sto imparando ad amare sempre di più. Auguro a tutti, come sempre, buona lettura ;D
 

 


CAPITOLO 8.
Castiel: da angelo custode a … essere umano.
 


Mi piacerebbe che tutti si ricordassero … che sono un essere umano e basta.

Solo questo.

Perché a volte è davvero difficile fare la cosa giusta.
Soprattutto se questa, ci impedisce di ottenere ciò che vogliamo disperatamente e ci obbliga ad andare contro istinto e sentimenti, a favore di ragione e buon senso.
 
Quando Dean mi ha chiamato, qualche giorno dopo quell’assurda sceneggiata davanti a casa dei miei, chiedendomi se fossi in casa, sapevo esattamente cosa voleva.
E … che Dio mi perdoni, ero tentato di mandare al diavolo tutto e tutti e approfittarmi della sua confusione e fragilità.

Avrei potuto farlo.

E sono assolutamente sicuro, che si sarebbe lasciato andare, se io lo avessi spinto a farlo.

Ma non ho potuto.

Lo avrei fatto … se non avessi visto quella scena nel cortile.

Se non avessi passato quell’ora intera a cercare di calmare un ragazzo di due metri, terrorizzato e in iperventilazione, che tremava e non faceva che ripetere: “Chiama Dean, ti prego …” soffiandolo fuori, tra un rantolo e l’altro.

Nel mio lavoro mi è capitato spesso di vedere comportamenti simili a quelli di Sam.
Ed ero certo si trattasse di una qualche forma di stress post traumatico.
Avrei chiamato io stesso Dean, per metterlo in allarme ed esortarlo ad indagare meglio.
 
Ma mi anticipò lui e piombò in casa mia, esattamente trenta minuti dopo aver chiuso la telefonata.
Parlò a raffica per non so quanto tempo, mentre stavo a sentirlo preoccupato di questa scoperta che disse di aver fatto su Sam, ma della quale si rifiutò categoricamente di confidarmi alcun ché, poiché, disse:

“Non c’è il mio di passato in ballo.”

Fu la conferma che si trattava di qualcosa di davvero grave.
E l’ultima spinta necessaria a farmi decidere la giusta direzione da prendere.
Sam aveva davvero bisogno di lui.

“Ha bisogno di te, Dean …”

Le mie parole esatte.

Mi guardò, come improvvisamente colpito dalla consapevolezza che avessi ragione.
E con un misto di paura, forse.
Mi sembrò di cogliere anche questa e già ne sapevo il motivo.
Era la stessa paura che lo aveva allontanato da me: quella di fallire. Di non essere abbastanza.
 
Seduti in cucina, con una tazza di caffè fumante di fronte, ad un certo punto fu quasi comico, perché, mentre lo ascoltavo, ricordo che pensai ‘forse avrei dovuto fargli una camomilla … è già abbastanza agitato …’
Ridacchiai a quel pensiero, perché Dean la camomilla me l’avrebbe letteralmente lanciata dalla finestra.

“Che hai da ridere?”

Mi sorprese lui, proprio in quell’attimo di distrazione.

“Niente …”

Risposi, sempre sorridendo.

Lui mi guardò negli occhi, fingendo di essere infastidito, ma credo di averlo fatto rilassare un pochino, distogliendolo per un momento da quei pensieri ossessivi.
Una parte di me era decisamente arrabbiata con lui e … gelosa.
Non lo avevo mai visto preoccuparsi così per nessuno.
E lui si preoccupava sempre per tutto e tutti.

Mi raccontò delle domande che gli aveva fatto Sam e mi confessò di non sapere come affrontarlo e come spiegargli quel che provava, perché nemmeno lui lo capiva.
Eppure era così … lampante ai miei occhi.
Solo Dean poteva essere così incapace –e spaventato- di capire se stesso.
 
Gradualmente, ma con una forza inaudita, Sam gli era entrato dentro.
Proprio come avevo fatto io.
Ascoltandolo, assecondandolo, incuriosendolo e … amandolo.

Lo amava.

Lo capii nel momento stesso in cui Dean piombò fuori da quell’auto.
Lo vidi chiaramente.
Vidi le particolari iridi di Sam, dilatarsi alla vista di Dean e tutto il suo corpo smettere di tremare lentamente, ma progressivamente.
Lo vidi ricominciare a respirare, immediatamente dopo che anche gli occhi di Dean, erano nei suoi.
 
Non lo dissi mai a Dean.
Nonostante il mio sia stato un ruolo decisamente attivo nell’evolversi della sua relazione con Sam, non gli dissi mai che quel che provava per lui era chiaramente amore.
E so, che ad una interpretazione superficiale, potrebbe sembrare egoistico da parte mia.
Invece, lo feci proprio perché lo conoscevo bene.
Se gli avessi detto in faccia “sei innamorato di lui!”
Avrei ottenuto l’effetto contrario.
Sarebbe fuggito, si sarebbe chiuso nel rifiuto ostinato di una cosa del genere.
Proprio com’era successo con me.

No.

Lasciai semplicemente che ci arrivasse da solo.
 
Dopo essersi sfogato, mi ringraziò di cuore e ci alzammo insieme per incamminarci verso l’uscita e salutarci.
Arrivati in soggiorno, Dean mi prese per mano, inaspettatamente e mi tirò a se per abbracciarmi.
Un gesto così forte e così intimo, da parte sua, da lasciarmi senza fiato.
Stordito, sbalordito, con tutti gli annessi e connessi.
Confuso, per un attimo.
Era il suo modo per ringraziarmi davvero, di essere sincero con lui e di stargli accanto.
 
Eppure … la mia vita è fatta interamente di ‘eppure’ …

C’è stato un attimo in cui mi resi conto di poter cambiare il destino.
Di avere il cuore e il futuro di Dean nelle mie mani.
In quell’attimo, avrei potuto portarlo da me con un semplice gesto.

Sarebbe stato mio.
 
Ma io non sarei stato felice.
Perché –in cuor mio- avrei sempre saputo che amava davvero Sam.
 
Così, quando mi strinse tra le sue braccia ed appoggiò la fronte alla mia, inspirando pesantemente, ed accarezzandomi la guancia con una mano, dicendomi:

“Perché non ha funzionato con te, Cass?”

Invece di prendermi ciò che avrebbe potuto essere mio –anche se in parte-, gli dissi la verità:

“Lo sai già il perché …”

Con un’occhiata piuttosto eloquente, gli lasciai intendere che mi riferivo a Sam.

“Perché sei uno sbirro, cazzone, convinto di dover proteggere tutti …”

Conclusi poi, sorridendogli teneramente.
Lui mi guardò sorpreso.

“Cass … hai detto un parolaccia?!”

Mi disse, ridendo di gusto, come il primo giorno in cui ci siamo conosciuti.
E, proprio come quel giorno, anche io gli feci compagnia, scoppiando a ridere fragorosamente, forse sperando di inghiottire il fastidioso magone che cercava di risalirmi la gola.

Avrei voluto solo piangere e gridare.
Supplicarlo di amarmi, di rimanere, di fare l’amore con me, ancora. Gli avrei lasciato fare tutto, gli avrei dato tutto, gli avrei fatto capire cosa potevamo essere insieme.
Se solo avessi voluto e se glielo avessi chiesto, forse Dean lo avrebbe fatto … e questa consapevolezza, rendeva tutto ancora più difficile.
Invece risi con lui e mi fermai solo per guardarlo, nel solo modo in cui riuscivo a farlo: adorandolo.

Dean se ne accorse e ricambiò il mio sguardo, credo intuendo che volevo dirgli addio, in qualche modo.
Sigillare … chiudere nella maniera più degna e significativa, quello che c’è e c’era stato tra noi.
Accarezzandomi ancora la guancia, chiuse gli occhi e si abbassò un po’ per posare le labbra sulle mie.
Incapace di resistergli oltre, io mi gettai tra le sue braccia. Lo strinsi forte a me e portai entrambe le mani alla sua nuca, tirandogli delicatamente i capelli e premendo di più il mio viso contro il suo.
Non riuscii a trattenere nemmeno le lacrime, che scesero lente, finendo tra la sua bocca e la mia, bagnando le nostre lingue, già a contatto tra loro e regalando davvero un addio, a quel bacio disperato e caldo.

Piansi perché sarebbe stata l’ultima volta che sentivo il suo sapore, dopo mesi che non mi baciava.
Piansi perché avrei continuato ad amarlo anche dopo.
Piansi perché fare la cosa giusta mi aveva spezzato il cuore.

Ma avevo perso Dean, prima di quel giorno.
E questo -solo in parte- riuscì a confortarmi.
Questo e la consapevolezza che quelle lacrime avrebbero ferito Dean, ancora più di quanto non facessero con me.

“Cass …”

Mi sussurrò, allontanandosi solo di un soffio dalle mie labbra.

“Scusami …”

Mi disse.

“No.”

Gli risposi io.

“Scusami tu …”


Ci separammo e Dean si allontanò lentamente.
 
“Posso chiamarti domani?”

Chiese, con quel tono da bambinone troppo cresciuto.
Annuii, mentre tremavo, sperando che se ne andasse presto, per evitare che mi vedesse crollare sul pavimento e singhiozzare vergognosamente.

Prima di uscire da casa mia, si girò ancora una volta verso di me, proprio quando sentii i miei occhi riempirsi di lacrime, delle quali ormai non avevo più controllo, e disse:

“Quindi gli devo parlare, aprirgli il mio cuore e tutta quella roba, giusto? Sono fregato allora … tu lo sai: non ci so proprio fare con queste stronzate!”

Mi sorrise nel suo modo così unico, sincero e puro.

“Poco ma sicuro! Solo … cerca di farti perdonare poi."

Gli risposi, facendogli l’occhiolino.
Rise di nuovo, salutandomi e chiudendosi la porta alle spalle.
 

Quel che successe dopo non è che un dettaglio.
Feci la cosa giusta.
Ma non fu tutto merito mio.
 
Perché non ero solo, quella sera, in casa mia.
Non avevo maturato da solo, la forza di affrontare Dean e i suoi sentimenti per me e per Sam.
 
Appena lui se ne andò, Gabriel uscì dal suo ‘nascondiglio’, ovvero da camera mia.
Si fiondò subito da me e mi sorresse, per impedirmi di crollare veramente a terra, piangendo come un disperato.

Lo chiamai, subito dopo aver sentito Dean.
Lo chiamai perché sapevo che, se Gabe non mi avesse aiutato a ragionare, avrei sicuramente fatto lo sbaglio peggiore della mia vita.
E parlammo giusto quei dieci minuti che Dean ci concesse prima di arrivare.

Gli chiesi conferma dei miei timori.

“Lo ama, vero?”

E Gabriel –la cui sincerità era un pregio che non gli era mai mancato, a scapito di tatto e delicatezza- disse che non aveva mai visto Dean perdere le staffe in quel modo, per ragioni così futili.
E disse che non lo aveva mai visto guardare nessuno, come guardava Sam.

Mi pugnalò dritto al cuore.

Ma avevo bisogno di sentirmelo dire.
E l’unico che poteva farlo era mio fratello Gabriel.
 
“Hai fatto la cosa giusta.”

Continuava a ripetermi, quasi canticchiando, mentre mi cullava, seduti entrambi sul tappeto del soggiorno, sentendo il mio pianto calmarsi lentamente.
 
“Cassy-poo …”

Scherzò, storpiando la voce, facendola sembrare quella di un chipman.
Lo faceva sempre, quando eravamo bambini, per farmi ridere.
E gli riusciva proprio identica!

“Non mi chiamare così!"

Gli dissi io, riuscendo addirittura a ridere, tra un singhiozzo e l’altro.

“Eddai, ti sei liberato dello sbirro gigante e rompi coglioni! Cristo, l’avessi io la tua fortuna …”

Continuò, come parlando tra sé e sé.

“Anzi … probabilmente dopo aver cercato di baciare Sam, avrò anche io il privilegio di non doverlo più vedere …”

Concluse, con una nota di rammarico che non mi sfuggì.

“No!”

Sospirai, sgusciando piano dal suo abbraccio, rimettendomi in piedi ed asciugandomi le lacrime con le mani.

“Tu devi ancora fare la tua parte, fratellone! Probabilmente con Sam farà un casino ancora più enorme che con me. Sono parole tue.”

“Ok, ok! Farò quel che devo.”

Sbuffò.

“Che avranno fatto mai questi due, per meritarsi il sacrificio di due angeli come noi?”

Chiese, rialzandosi a sua volta.
 
“E’ destino. Se li conosci … non puoi fare a meno di amarli.”
 
 
 



Continua …
 

 
 




Nda: ossiggnoreiddiomisericordioso!!! Chiedo perdono in lacrime … ma questo capitolo l’ho SENTITO nel profondo del cuore. VI GIURO!! Lo vorrei felice Cassy,
perché rappresenta un po’ me e la persona che mi piacerebbe essere! Sappiate che, nella mia fantasia, Cass avrà davvero un aiuto in suo fratello Gabriel, che è un cazzone, si, ma gli vuole bene più di chiunque altro al mondo. Eddai, visto che fa l’agente matrimoniale e che gli toccherà pure dare una spintarella tra Dean e Sam (ormai lo avete già capito), il nostro vero eroe della storia, trascinerà Cass nei locali più alla moda e lo aiuterà a dimenticare … muah ah ah ah *e voi direte: come cacchio si fa a dimenticare Dean???? ecco … sono di nuovo depressa!* Col prossimo capitolo siamo QUASI alla fine *grazie al cielo* e vediamo se i due ragazzoni combinano o no qualcosa … testacce dure che non capiscono un tubo U_U
L’ultimo capitolino chiuderà il cerchio e arriverà presto! Abbiate pazienza …. l’autrice dopo un po’ che scrive, c’ha difficoltà alle articolazioni *dicesi:vecchiaia*
Un grazie immenso –ma non potete capire quanto grande- a tutti!! Proprio a tutti!!! GRAZIE ^^
   
 
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