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Autore: bethfuckoff    20/03/2012    3 recensioni
«Sono stanca di aspettarti Richard.»
«Io sono stanco di scappare da te Bells.»
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ci vogliono i baci a placare il dolore, a sciogliere le resistenze delle parole. Ci sono troppi paradisi e troppo poco amore. ─ Massimo Bisotti.  

-Isabelle.

Isabelle, un nome apparentemente comune. Vi sbagliate, alla grande: isabelle è una ragazza totalmente instabile. A partire dal fatto che ha un disturbo ossessivo compulsivo, compie le stesse azioni tutti i giorni, non se ne rende conto ma continua a farle con ordine cronologico e se ne manca una impazzisce. La mattina si alza, fa colazione e si veste e poi va a scuola, ma nel frangente di tempo che attraversa il grande vialone che che conduce a scuola si ferma sempre a bere alla fontanella posta sulla sinistra, tra il parcheggio delle bici e quello delle auto. Ma oggi aveva saltato una di quelle azioni: aveva saltato scuola e si era ritrovata da sola in un bosco e un barbone la stava quasi violentando che cosa fottutamente strana. Poi era apparso lui all'improvviso con la sua giacca di pelle e tutti i capelli scompigliati, il sorrisetto triste e gli occhi stanchi. Ma lei lo conosceva fin troppo bene: Richard, Rich, Hardbeck. Era nella sua stessa scuola, nel suo stesso corso di filosofia e il suo armadietto era lontano di circa tre metri dal suo. Era triste per la morte della sua raga..ex ragazza Grace e non poteva far altro che biasimarlo, erano una coppia davvero carina, ma la cosa più assurda è che Bells aveva una cotta stratosferica per lui da circa qualche mese: esattamente il 20 Febbraio quando quel giorno l'aiutò a raccogliere i libri da terra perché Alo le era andato praticamente addosso. Quel ragazzo era tutto strano, non riusciva a capire cosa ci trovasse in Rich, ma tendeva sempre ad evitarlo. A partire dal semplice fatto che Alo le aveva detto che era instabile mentale, lavorava nella biblioteca nel tempo libero mentre ascoltava i suoi fedeli Ramones, aveva beccato qualche volta Rich a fissarle una delle tante magliette che indossava ma niente di che, ed ora era in lacrime davanti a lui, spaventata e sola lui l'aveva trovata. Sentì il suo profumo colpirla come uno schiaffo forte in volto, si limitò a stringergli le natiche e sorridere. «Grazie, mi hai trovata.» Ecco, quello era un altro di quei problemi che doveva risolvere. Parlava sempre a sproposito, non riusciva a tenere stretta le sue emozioni. Insomma in poche parole: sparava cazzate costantemente senza pensarci. L'aveva trovata in una foresta, da sola e senza una via d'uscita. Rich la guardò un po' spaesato e poi ebbe come l'illuminazione. «Tu sei Bells? Siamo nella stessa scuola.» Esclamò staccandosi da lei, il suo cuore ebbe un tonfo, si era ricordato di lei. Ogni giorno le sperava in un suo sguardo, in un semplice gesto. Il suo volto aveva ancora qualche lineamento da bambino, da quando aveva tagliato i capelli aveva acquistato più fascino. «Ti va di fare un giro? Non mi sembra sicuro questo posto.» La sua voce era qualcosa che la scuoteva completamente, sentiva quei brividi percorrerle la schiena e quella strana voglia di tenergli la mano, ma si limitò ad annuire ed alzarsi. Cominciarono a ripercorrere il tratto che portava fuori dalla foresta in silenzio, ogni tanto Bells lo guardava e sorrideva contenta come se fosse una di quelle bambine a cui vengono dati i biscotti nel momento post tristezza. Rich invece dal canto suo, si sentiva come se fosse stato scosso da qualcosa, forse erano i suoi occhi grandi color miele, forse i suoi capelli neri e lunghi color pece, non sapeva cosa fosse, ma in fondo non voleva saperlo. La mano di Rich sfiorò la sua e si sentì arrossire, anche un minimo contatto da parte del ragazzo la mandava in tilt. Stava per cadere quando sentì la mano salda di Rich afferrarla e riportarla su, si sentiva protetta quando c'era lui nei paraggi. Sbatté ripetutamente le ciglia e gli sorrise, era troppo distratta sembrava una ragazzina alle prime armi. Non che lei fosse una troietta di città, no. Semplicemente lei aveva una concezione dell'amore totalmente sballata. Allontanava ciò che amava e avvicinava ciò che odiava. Uscirono finalmente dall'enorme radura e Rich socchiuse gli occhi per la troppa luce, dopodiché si coprì con la mano destra e la guardò dritta negli occhi. «Allora Isabelle dove ti porto?» Le sorrise, questa era la quinta volta nell'arco di mezz'ora che sorrideva e sapeva anche il suo nome per intero il che la sbalordì. «Ovunque tu voglia Richard.»
   
 
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