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Autore: Canada    20/03/2012    1 recensioni
L'ossessione molto spesso porta alla pazzia. E se la vittima di queste attenzioni è la persona con la quale si ha una relazione, quando questa vorrà abbandonarci e lasciarci non potremo fare altro che imporle i nostri sentimenti. Ma per quanto noi amiamo tale persona, arrivati a questo punto, nulla ci impedirà di farle del male.
Lilith è sola. A farle compagnia sono rimaste solo la paura e la consapevolezza di quello che le accadrà in un futuro ormai sempre più vicino.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prigioniera


Non le ci volle molto per capire di essere stata totalmente immobilizzata. Braccia e busto erano stati preventivamente legati su quello che intuitivamente le pareva essere un tavolo. Per le gambe non c’era stato alcun bisogno di ricorrere agli stessi metodi: sarebbe stato difficile credere che una persona con le gambe spezzate potesse tentare di fuggire.
Vincent, però, pensò che sarebbe stato comunque necessario provvedere al resto. Dopotutto si trattava sempre di Lilith.
A volte sapeva essere davvero imprevedibile.
Alla ragazza doleva il punto in cui era stata colpita alla testa. Prima di svenire, infatti, era stata percossa dal ragazzo dopodiché si era risvegliata in quella stanza poco illuminata e fredda. Ma nel momento in cui comprese veramente quello che le era capitato e chi ne era stato il colpevole si irrigidì di colpo. Il dolore alle gambe prese a tormentala e non le lasciava modo di pensare. L’unica cosa che parve risparmiarla fu il gran pulsare della bocca, che era andato via via scemando, lasciandole la sensazione di un gran gonfiore.
Sono proprio nella merda riuscì a formulare il suo cervello.
Mosse lievemente la testa, guardandosi intorno e cercando di ignorare le sue gambe, che invocavano pietà. Quel posto cupo e tetro non le dava speranza. E mentre spostava lo sguardo alla disperata ricerca di qualcosa che le sarebbe potuto tornare utile si chiedeva quanto avrebbe aspettato prima di rivedere il volto di Vincent. Per un certo aspetto si sentiva sollevata e al sicuro per non averlo accanto, per un altro, però, sentiva un disperato bisogno di qualcuno che colmasse la sua solitudine. Si sentiva così persa e così vulnerabile.
Ma la giovane donna non pensava affatto che le sarebbe potuto accadere qualcosa di ancora peggio di ciò che era già successo: era convinta che, qual’ora il ragazzo fosse apparso sulla soglia di quella stanza angusta, se gli avesse parlato sarebbe stata capace di farlo ragionare. Era certa che in qualche modo sarebbe sfuggita a quella situazione.
Non le fu concesso molto tempo per riflettere sul da farsi che Vincent fece inaspettatamente irruzione. Prese a girarsi intorno, in cerca di qualcosa. Era tutto intento nella sua ricerca da ignorarla completamente. Si avvicinò ad un ripiano poco distante da Lilith e iniziò a rovistare tra le cose sparse su di esso, lanciandone alcune dietro di sé, buttandone altre a terra con rabbia.
La ragazza non riusciva a capire quale fosse l’origine di tutto quel tormento e rimase in silenzio ad osservarlo intento nelle sue faccende.
Prese in mano di tutto: fogli di carta, matite, utensili da lavoro e pezzi di legno. Frugò anche nei cassetti, ma sembrava non essere mai soddisfatto di quello che trovava. Era intenzionato a non darsi pace finché non sarebbe stato accontentato.
Dopo aver messo a soqquadro tutta la stanza si fermò; Lilith pensò che avesse finalmente ottenuto quello che voleva. Vincent si voltò verso di lei e la ragazza vide un bastoncino di metallo poco più lungo di 15 centimetri tenuto saldamente nella sua mano destra. Notò una specie di lama molto affilata all’estremità dell’oggetto.
Il ragazzo incominciò ad avvicinarsi al tavolo al quale era legata e mano a mano che la distanza tra loro si accorciava l’arma che stava sfoggiando diventava sempre più chiara: si trattava di un bisturi.
Lilith incrociò il suo sguardo sbarrando gli occhi, in preda al terrore e allo spavento.
E lui le sorrise.

 
  
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