BEHIND YOUR WORDS
Quante volte pensando a te lacrime calde e salate mi rigavano il viso? Ormai ho perso il conto…
Quante volte mi hai sorriso ignorando quanto quelle
labbra mi facessero male? Troppe.
Ed ora sei qui e mi chiedi “Hermione, vuoi essere
la mia testimone di nozze?” e non sai quante lacrime e vita perderò…
Lo chiedi con naturalezza, magari pretendi che sia
anche felice per te… Ma sai che sono troppo buona, gli auguri te li farò lo
stesso.
“Chi è la disgrazi… ehm.. fortunata?” mi correggo
giusto in tempo perché non ti accorgi di nulla.
“Lavanda. Allora che vuoi fare, accetti?” mi
chiede, ormai i suoi occhi azzurri hanno perso qualsiasi tipo di sentimento,
non per colpa mia, ovviamente.
“Non so. Non deve farlo Harry?” domando,
trattenendo le lacrime, che mi lacerano il petto.
“Si, ma voglio accanto a me le persone più
importanti della mia vita. E tu, se non erro, sei tra queste.” Penso
amareggiata che se ero tanto importante poteva sposare me, razza di idiota. Ma
poi ci ripenso e dico “Grazie. Mi farebbe piacere.” Lui mi sorride, quel
sorriso dolce, che mi uccide ogni volta.
“Chiamami quando ci sono le prove del matrimonio!”
anche la mia seconda personalità autolesionista del cazzo!
Ronald Weasley se ne va. Sembra la storia della mia
vita.
Tutto si conclude con un semplice ‘e se ne va..’ .
La mia stupida e scialba vita, la vita di Hermione
Granger.
Cinque giorni, sette ore e otto minuti al
matrimonio.
‘Drin, drin” il suono imperterrito del cellulare risveglia, buttandomi giù da letto.
Rimango in uno stato di confusione mentale da far
paura finché non leggo sul display il nome ‘Ron’.
“Pronto?” risposi cercando di pettinarmi i folti
capelli ricci, in qualche modo.
“Ciao, Herm! Tutto bene?” una favola! Mai stata
meglio!
“Più o meno, diciamo che ho dormito poco…” mi
limitò a dire io, che nel frattempo mi sono alzata dal letto, e mi accingo a
prepararmi la colazione.
“Mi dispiace. Hai da fare oggi?” mi chiede, come se
non sapesse già la risposta! Lo sa che quando mi chiama lui, sono sempre
inspiegabilmente libera!
“Ovviamente no . Che volevi fare?” gli domandò
mentre le mie uova friggono nella padella imburrata creando uno sfrigolio da
acquolina in bocca.
“Mi devi assolutamente accompagnare a scegliere il
vestito.” Mi dice lui, imitando la voce di una ragazzina isterica in crisi da
primo ballo del liceo. Mi fa sempre tornare il buon umore anche se la tristezza
me la ha fatta venire proprio lui! Sghignazzò per un po’ e dico.
“Dimmi a che ora e dove e ci sarò senz’altro.”
“Madama McClan. Tra due ore.” E subito riattacca la
cornetta.
Razza di stronzo, idiota , imbecille!
Tra due ore! Mi sta fracassando il sistema nervoso!
Cosa caspita ci faccio con due misere ore?!
Mi devo vestire decentemente, truccare
(decentemente) e oltretutto le mie uova buonissime stanno bruciando! Quanto lo
odio, quando fa così!
Ho optato per un look casual (cioè, nel gergo
Hermioncesco, appena-scesa-dal-letto).
Ho sbraitato per tutto il tragitto fino a Madama
McClan.
Avevo tutti i capelli drizzati, effetto scossa
elettrica.
Il trucco era inevitabilmente colato…
Arrivo lì e sapete lui cosa mi dice?
“Stai benissimo oggi, Herm.”
“Si, come una che è stata appena azzannata da un
Gramo!” ironizzo io, cogliendo il suo sorriso guardandolo di sottecchi, lo fa
apposta, razza di cafone bugiardo!
“Allora su che genere volevi dirigerti?” gli
domandò io, accomodandomi vicino ai camerini e osservandolo scrutare qualche
camicia elegante.
“Mah. Tuta da ginnastica e felpa?” dice lui,
sfottendomi.
“Hai finito di fare il simpaticone? Sii serio una
volta tanto!” lo dico tropo alterata per una del tutto disinteressata allo
sposo.
“Che hai?”mi domanda lui, sedendosi accanto a me.
“Niente, lasciami in pace! Scegliamo questo
benedetto vestito e rivediamoci al matrimonio!” intimo io, osservandolo stanca.
Ron non reagisce. Mi conosce, sa che non serve a
niente chiedermi spiegazioni. Sono incazzata non gliele darò mai!
“Uno smoking classico, pensi andrà bene?” chiede
lui, ignorando la mia precedente affermazione.
“Penso di si. Vai a provare qualcosa, io ti aspetto
qui.” Gli dico, sorridendogli passivamente.
Ron
annuisce e va a chiedere qualcosa a Madama McClan.
Ed io
rimango lì seduta gambe accavallate con la netta convinzione che la mia vita
sia uno schifo!